Critica Sociale - anno XXXIX - n. 7 - 1 aprile 1947

CRITICASOCIALE 121 delle onde emesse dalla radioco. Trattandosi di istruzione popolare, alla quale lo Stato è interessato, e che lo Stato impartisce, oggi, gratuitamente con le scuole elémentari, e pare si avvii a dare, ai più degni, anche nelle medie e universitarie, nulla di strano che le radio riceventi la radioco siano sollevate dal pagamento di ogni can9ne. A tale scopo è necessario anzitutto predisporre una lun– ghezza d'onda adatta, sotto ogni punto di vista, per la tra– smit:ente, 0 e stabilirla in mòdo definitivo, dopo esperienze e riprove esaurienti. Sorvoliamo per ora su altri particolari, accennando solo alla possibilità che lo Stato si ,riservi il diritto di seguire il passaggio degli apparecchi 'da uno ad altro proprietario, imponendo un canone irrisorio a titolo statistico,• tale che permetta di se'guire le possibili tappe. E' infatti da preve– dere che detti apparecchi ·abbiano frequentemente a /cam– biare di mano, in quanto, dopo aver seguito il corso o i .corsi d:i suo gradimento, il proprietario si decida a ·ven– derlo a terzi desiderosi a loro volta di seguire altro ciclo di lezioni. Inoltre, non ci sarà da meravigliarsi se questi apparecchi saranno dati in uso, da ditte proprietarie, ad utenti temporanei, oome si trovava una volta a nolo una bicicfotnt o un'ombrella! ' E' da prevedere la costruzione altresì di stazioni radioco munite di altoparlanti di maggiore potenza, ad uso di nuclei di ·uditori. Una qm1lsiasi scuola, nelle · ore morte, potrà aprire due aule nelle qualì si a_lterneranno gli udit9ri, vere università popolari, pef le quali, specie d'inverno con adatto ·riscaldamento, la frequenza potvà raggiungere cifre .confor– tanti. Nelle etesse scuole elementari la raéjioco potrà essere utilizzata dall'insegnante per talune- materie predisposte 9pportunamente dalla centrale a tale scopo. Questo, non tanto per l'utile immediato che la scolaresca potrà trarne, quanto per fare dei piccoli scolari- altrettanti fervidi propa– gandisti, ed abituarli, per una età più matura, a, valersi di ,quanto _già conoscono ed apprezzano. E' evidente che, coi metodi indicati, la coltura potrà giungere ovunque arrivi un filo d'energia elettrica; oosì arriverà un alito di ossigeno nei villaggi più remoti, nelle case abbandonate, risblvendo, almeno in parte, quel pro– blema della scuola ele,mentare ebe lo Stato deve affrontare con mezzi di fortuna per i piccoli centri. Percbè _la radioco insegnerà anche a- leggere ed a scrivere; anzi, prima di· tutto a leggere ed a scrivere, usando di espedienti semplici, che sarà facile escogitare. · - Le ~ost~e masse lavoratrici banno bisogno di distrazionì, di variazioni alla monotonia del loro lavoro. Ma il dopo– lavoro non può essere più per esse una ubriacatura in serie;. deve divenire una piacevole conversazione con Je affasci– nanti verità che ignorano. Conc,orsi a premio, pfrm.o economico e gestione della radioco·. Terio punto sul quale la radioco· deve esse~e basata è il sistema dei concorsi' a prem}o. Una decina di giorni prima di iniziare una serie di lezioni sopra un determinato oggetto, la radioco invita i suoi ascoltatori ad iscriversi. Per farlo, il singolo spedisce una cartolina postale col suo nome, cognome e indirizzo, e indicazione del corso scelto. In risposta egli riceve una serie di cartoline non.affrancate, intestate alla emittente. Sul verso della cartolina, su righe opportunamente numerate, l'allievo scriverà. le risposte ai quesiti che, alla fine di ogni lezione, gli _saranno rivolti , per radio. Chi risponderà a tutte le domande avrà diritto ad un attestato di frequenza, con assegnazione di un voto corrispondente al numero delle risposte soddisfacenti. Tale attestato- formerà un principio di prova ad indicare che l'allievo ba qualche cognizione di una determinata materia, e potrà servire come titolo di preferenza, sia per l'assun– zione al lavoro sia per l'accesso a scuole professionali. Anche su questo argomento tralasciamo indicazioni par– ticolari, rimettendole al momento in cui si dovrà passare· all'azione. Aggiùngiamo solo che non è da escludersi che_ i detti corsi vengano patroèinati da ditte particolari o con– sorzi di ditte, per il comune interf;!sse di elevare la coltura dei loro operai in una determinata branca di lavoro; e che dette ditte abbiano a disporre di conseguenza l'assegna• zione di premi. Anche i singoli Ministeri avranno in!eresse a concorrere, di loro iniziativa, all'assegnazione di premi, per corsi o serie di corsi in materie di loro competenza: oosì per la navigazione, per l'igiene, per il diritto codifi– cato, per l'agricoltura e via dicendo. Riguardo al piano economico va notato che in Itali~ esistono numerose stazioni radio ; e che queste servono d, preferenza classi meno disagiate, e per ciò una minoranza notevole di Italiani. Il far sopportare a questi privilegiati l'oneré d'una nuova stazione non sarà che giustfaia distributiva. iblioteca Gi o Bianco In secondo luogo, l'insegnamento elementare è a carico dello Stato. Questo, se mantenuto in nna forma del tutto popolare, non sarà che un complemento del primo e per ciò porrà gravare in parte sul Ministero della Istruzione pubblica. Inoltre molti · ministeri potranno 'esservi interes– sati, come sopra si, è detto; e per loro iniziativa e per legge. Interessati potranno essere filantropi e generosi dona– tori. Interessati al cento per cento saranno i sindacati operai. E' tuttavia da precisare che la gestione della radioco sarà relativamente economica, ,trattandosi di trasmissioni a mezzo di dischi. Non masse corali, non orchestre, nori attori e· cantanti, non conferenzieri, non reportages, non notiziari. Anno per anno saranno ripetuti, salvo eventuali ritocchi suggeriti dall'esperienza e dalla critica, le stesse verità da tempo ben salde e certe. Rimane il problema della direzione, che sarà triplice: direzione tecnica della stazione, direzione didattica per i testi, direzione di collegamento fra stazione ed ascoltatori . Tali tre enti, collegati fra loro da un direttore generale, potranno di" fatto trovarsi in centri diversi, senza che ciò abbia a recare alcun possibile disaccordo fra le parti, Poco o nulla è a dirsi per la direzione tecnica comune a tutti i consimili impianti. Più delicato il compito della direzione didattica che ,agirà a traverso commissioni parti– colari, materia per materia, e comprenderà i rappresen- tanti di tutti gli enti interessati. . La dhezione di collegamento avrà il compito più one– roso; tanto 'più oneroso quanto maggiore sarà il numero degli ascoltatori. Ma da questo punto di vista la bilancia sarà la più consolante dacchè, se realmente ci si troverà davanti alla necessità di una organizzazione sempre più larga ·e multipla, ciò starà a significare il successo dell'ente, come cordialment_e Ognuno può augurarsi. L'equilibrare i premi, lo stimolare i donatori, il rendere sempre più inte• ressante e facile l'uso della radio-coltura è soprattutto il peso che grava sopra la direzione di collegamento. L'Italia, che esce da un periodo di depressione venten• nale, che <fa trenta anni è sconvolta da guerre entro e fuori dei confini, ba ogni interesse di riguadagnare al più presto il tempo perduto e di riaffermare davanti alle Nazioni civili la sua capacità ad evolversi, il suo primato nell'escogitare nuove vie all'elevamento del medio cittadino del mondo. Anche l'adozione della radiòco, che non esiste ancora in alcuno Stat~ del mondo, potrà utilmente servire a questo scopo. DOMENICO PASTOll!ll.1,Q, Attendendo la ri:forma ·agraria Sono ben note le nu,nerose e gravi difficoltà, specialmente ,tecniche e finanziarie, che bisognerà superare per giungere a quella organica rifonna ~raria, che è gen~ralmente auspicata al fine di accre.,cere ·e migliorare •la produzione agricola na– zionale e di ripartirne più equamente gli utili. Tanto numerose e gravi da e far dubbiar ben saggi » e da lasciare facilmente - prevedere, che, ai molti volumi ed ai moltissimi articoli già pubblicati in proposito, faranno seguito molti altri ancora e lunghe appassionate discussioni: -:-' a causa delle quali dovrà certamente pa~sare ancora gran tempo prima che il problem.a della riforma agraria possa radicalmente risolversi dal Par--– ,lamento ed ·essere regolato per legge. Il che dobbiamo forse augurarci affinch! non si abbia a far male per troppo desl- . derio di far presto. ., Ma, intanto, mi sembra che qualche provvedimento, sia pure di assai Jimitata importanza, potrebbe essere senza in- - dugio emanato dal Governo, al fine di CQ:Dinciare i fatti e di realizzare, in attesa del meglio quel poco di be-ne che potrebbe essere realizzato subito, senza' pregiudicare in alcun modo al- cuna controversa questione di principio, · Ad esempio: mentre -sono difformi i pareri circa la pratica convenienza, per l'economia nazionale, di un indiscriminato frazio~amento dei latifondi (perchè questi si prestano meglio alla lavorazione meccanic~, alla rotazione delle colture, all'in– dustrializzazione dell'agricoltura e alla massima utilizzazione dei suoi prodotti e sottoprodotti) è invece incontestato ed am– messo da tutti i tecnici e da tutti 4 partiti, il grà-,re danno che reca al nostro paese l'eccessiva suddivisione deJla proprie– tà terriera, quale specialmente si verifica nelle zone di coJ1ina e di montagna. Urge, per unanime consenso, di frenare la sem– pre più dilagante e polveriz,;azione > della proprietà agricola. Ebben~: il vigente nostro codice civile h11 lodevollllente po-

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