Critica Sociale - anno XXXIX - n. 5 - 1 marzo 1947

80 CRITICASOCIALE La realtà è che essi pure si interessano· della Germa~ia soprattutto in funzione della lotta imp~gnata con la Russia. ,Favoriscono un'organizzazione statale a carattere .frderale, nella speranza 'di dare impulso. a que-11~ forze pol:tiche p~– riferiche che sono meno inf. uenzab1h dalla propaganda comunista; cercano magari di ?are autorità e prestigio gli ing·esi almeno - al parhto socialde.mocratico, _nella convinzione che esso rappresenti la garanzia sicura d1'uno sviluppo palitico atto a soddisfare le esigenze. dei .lavor~– tori, ma che sia capace nello stesso tempo d1 arginare li bolscevismo. . , . L'Inghilterra laburista in parhcolare ausprche,:ebbe una Germania sotto «protettorato» · anglosassone, diretta dal partito socialdemocratico sulla via di prudenti e graduali riforme sociàli e di una lenta neducaz10ne democratica da compiersi soprattutto alla· pcr;feria. Ma quando altre forze sembrino costituire una difesa contro l'avanzata ideologica della Russia, anche i governanti ing'.esi non rifiutano di servirsene; ed è così che si spiega come gli anglosassoni abb'ano chiuso spesso un occhio nei confronti di certa gros– sa borghesia già supernazista. Nè alle riforme sociali atte a sradicare i germi di quello spirito feudale, che impropria– mente. è detto spirito prussiano, ancora si è pensato. E' vero ,che gli anglosassoni hanno parlato anche di ne– cessaria ripresa economica della Germania (escludendo pe– rò la riattivazione di tutte quelle industrie che ritengono a~che J.ontanamente pericolose); ma quando si parla di ri– parazioni, di occupazione militare prolt1ngata, delle forme più strette di controllo, quando si prevede che ci si potrà fidare del popolo tedesco so:o dopo qualche lustro « di buona condotta », si mostra di non saper superare il con– cetto della paoe punitiva. Tra poco si comincerà a conoscere quale precisa posi– z10ne P,renderanno le singo'.e potenze in ordine alla pace germanlca. Ori-ente e Occidente si. scontreranno suha que– stione centralismo-federaLsmd, su quella dei confini orien• tali, ecc.; rpa l'una e l'altra parte saranno d'accordo nel fa– re della Germania un complesso politico di second'ordine, destinato a viv,~re di luce riflessa e a soffrire per lustFi le conseguenze della sconfitta. Se l'Italia ha avuto la pace di Parigi, che ha offeso profondamente il nostro popolo, figuriamoci quale pace avrà la German'a, di cui noi era-. vamo considerati appena dei mod,esti satelliti. Di fronte al trattamento che si sta apparecchiando alla Germania · in nome - purtroppo - della democrazia, è pressochè vano sperare in un risorgimento dello spirito de- . mocratico. Stretti domani nel cilicio delle durissime .con– dizioni di pace, i tedeschi, poveri, avviliti, non immemori d'altronde di ciò che ha saputo fare anche· di ·grande nel– la storia il loro popolo e convinti di essere condannati a una i.ngiusta oscurità, non potranno mai• collaborare since– ra.mente con le altre nazioni europee; e la addomesticata demacrazia di importazione straniera non sarà mai da essi intimamente vissuta. Da un lato quindi essi non spereran– no di riprendersi se non attraverso un nuovo rivolgiment'o europeo e dall'altro lato continueranno· a coltivare quei sen– timenti i\liberali, dovuti a deficienza di prassi democratica, che già Jr condussero alla rovina. Importanza economi-ca delta G-er~nia. La mancata rinascita morale e materiale della Germania, oltre a costituire una tragedia in sè e per sè, rende d'altro canto impossibile una ripresa dell'Europa. Piaccia o non piaccia, il popolo tedesco è il più numeroso della vecchia Europa, e la Germania è it centro economico del conti-– nente. L'economia tedesca, fortemente industrializzata, era complementare all'economia di una grande parte clei paesi europei. da cui assorbiva materie prime per esportare pro· dotti industriali. La stessa posizione geografica favo,iva ques.ta funzione dell;t Germania.· · Si metta al posto di que;fa prosperosa Germania un pae– se ridotto al rango econc;imicodi una Polonia .o di una Un- . gheria .e si pensi alla genera'e tragedia europea che ne de– riva. Ven,ndo mepo det tutto la capacità di assorbimento del me.reato tedesco, molte correnti esportatrici, special– mente agricole, non sapranno dove indirizza.rsi. La man– canza di manufatti ted~schi si farà sentire d'altro canto su tutti i mercati d'Europa, non essendo capace nessuqa na; zione eurapea di una forte produzione industriale, e non essendo l'America in grado di rifornirci al di là di certi limiti, anche per la deficienza di mezzi di pagamento da parte nostra (me.otre con la Germania il saldo avveniva m~– diante fornitura· di, prodotti agricoli e di materie prime). Ma .se anche, per ipotesi assurda. i paesi europei riu– $C4SS~fQ ~ tn>Va,~ !}Itri II}~rcati cal)aci di sostitu~re in tut- Biblioteca Gin6 Bianco to quelli tedeschi, resterebbe sempre il ~atto che al cen– tro de_U'Europa ha cessato di lavorare e di produrre la sua già più possente officina, e che il rendimento già al– tissimo di milioni di lavoratori è ridotto ai minimi termi– ni: i! che significa· diminuzione in senso assoluto della ca- . p;icità produttiva, e ,quindj del tenore di vita dell'Europa: intera, di c•ui la Germania non è già un membro disgiun– gibile,. ma un elemento essenziale. Un generale decadimento delle condizioni ecofiOmiche eu– ropee. oltre a rappresentare di per sè la tragedia della fa– me, vale per le vaste conseguenze di ogni ordine che ne de· rivano inevitabilmente. Dalla salute delle giovani gehera– zioni al rendimento ·del lavoro, dalla diffusione della cultu– ra alla pubb:ica moralità, in ogni campo si {anno sentire i contraccolpi della crisi economica. E negli animi inevita– bilmente si suole con ciò diffondere un'atmosfera di pro– fondo malcontento, la quale, in questo dopoguerra, si po– trà rivelare pa1ticolarmente p~ofonda in quei paesi che, come l'Italia, devono pagare duramente il fio èli aver com– battuto quali satelliti• al fianco della Germania. L'inevitabile contatto con la Germania. la cui cultura - sul pilino filosofico, letterario, artistico ecc. - come effet– to de:Ja profonda crisi morale, finirà inevitabilmente col diffondere i germi deteriori, rappresenterà intanto un per– manente pericolo di ulteriore infezione per i brancolanti popoli d'Eu,opa_ ' La poMtica dei sociaJ/Ìst-i. , Di fronte ad un'.Europa che offre prospettive simili, vincitori potranno uscire immuni dal contagio solo se 1:Oriente russo è l'Occidente anglosassone sopranrlo trova– re un'intesa che loro permetta di procedere pacificamente e separatamente. alla ricostruzione del proprio mondo. La Russia, verso la quale sono .ormai decisamente orientati gli altri popoli slavi, potrà così. ad oriente della linea Stettino– Trieste, por~e le basi di una nuova civiltà slava, e l'Inghil– terra immedesimarsi- sempre più nella vita dell'Impero In m!!ZZOla vecchia Europa latino-germanica, condannata· fa– talmente alla decadenza. Ma se, come è. probabile, l'accordo perfetto tra i due op- • posti blocchi mancherà e le loro ·opposte mire si scontre-. ranno sul terreno europeo, essi dovranno fare i conti con la insostenibile situazi.oqe creata in Europa dallii. loro insi– pienza. Ottanta milioni di tedeschi ~ffamati, malcontenti, insoffe– renti, desiderosi di novità, altro non sarebbero se non la massa di manovra pronta a prestarsi spontaneamente al giuoccr dei contendenti, e ad affidare le proprie sorti a un nuovo conflitto,91i altri popoli europei, per parte· 1ciro,nes– SU!Ja salida garanzia di pace potranno fornire. Per svol– gere questa alta funzione occorrono prestigio, forza mo– ra· e e materiale, salda f,:de democratica, coscienza del pro– prio v_alore: tutte cose che da un'Europa povera.- divisa e avvilita non· si potranno pretendere. · Allora gli attuali vincitori si accorgeranno che solo una Europa pacifica e dt!mo·craticamente ordinata, con una Ger– mania restituita a dignità di nazione, avrebbe potuto costi– tu~re il trait d'union tra i du_e.opposti blocchi, troppo spi– ritualmente dissimili per incontrarsi e comprendersi diret– tamente. Ma sa:rà tardi : una nuova tra·gedia avrà nel frat-· teml?o coinvolto 'i popoli. ·· , Se çlicessimo che nella odierna contingenza il socialismo internazionale ha vaste possibilità di agire sulle· principali potenze per indurle ad esaminare sotto una diversa. luce i)· problema tedesco e quello i.i genere dei popoli vinti d'Eu- · ropa (pensiamo all'opprimente pace che l'Italia ha dovuto firmàr.e), diremmo una pietosa menzogna_ Resta però sempre fermo che il socialismo non deve· far– si complice di questa errata politica, e che i partiti socia– listi nazionali devono restare indenni• da quelle deviaz ooi nazianalistiche e da qaella pol,itica deHa miope ragione di stato, alle quali i laburisti britannici e i bolscevichi russi alle prese con la responsabilit;;/ del P.otere non hanno sa~ puto sottrarsi'. Noi dobbiamo dimostrarci coerenti, oltre che con i no– stri presuppq~ti inU.rnaziona!istici, anche· con quella nostra concezione r.ealistica della storia che si rifiuta di personifi– care nello spirito buono o malvagio dei popoli i motivi• animatori delle vicende politiche; e ama scendere invece al• la indagine dei fattori economici e sociali. Socialisti, che chiedono terre appartenenti di diritto ad altri popoli· per tutelare g'i interessi nazionali o addirittu– ra imperiali della loro_ patria o dei loro alleatr, dimentica– no l'ideale del ~9çi11li~mo.Così dicasi di socialisti che · ac- .·

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