Critica Sociale - anno XXXIX - n. 5 - 1 marzo 1947
CRITICASOCIALE 79 governo, votava contro i crediti di guerra e invocava una p_a~esenzà annessioni. Il che stava a significare che la de– cisiva prova accelerava la maturazione delle idee demo– cratiche. I quattordici .punti di Wiison esercitarono un grande influsso sul pqpolo tedesco. Milioni di tedeschi cre– dettero a una pace giusta e pensarono di stabili re sulle ro- . vine dell'impero semifeudale un sano regime democratico. La rivoluzione anticipò così la definitiva disfatta militare. Ma le democrazie occidentali regalarono alla Germani;,. U?~ pace di ritorsione, rendendo con ciò un pessimo ser– v1zio e. a ~e ~tesse e al paese vinto. Se la pace della dè– mocraz1a s1gruficava tagliare la Germania in due interna– zi?i:ializ_za_reDanzica! pretendere un numerò ipe;bolico di m1hardi m coi:ito nparazioni, quale fiducia poteva avere nella democrazia quella notevole parte del popolo tedesco che non era ancora convertita?, E quale sostegno potevano trovare- le correnti sinceramente democratiche per consoli– dare la loro posizione? Nonostante le umiliazioni e le mutilazioni la democra– zia avrebbe comunque potuto, con molta pr~babilità con– quistare ugualmente il popo o, se foss~ riusc:tà neli'°impre sa· di risollevare economicamente la Germania e dr trasfor– mare i rapporti sociali. Ma il persistere della politica delle r!P~razioni, non ostante le èsperìenze negative dei primi anni, rese impossibile ogni ripresa_ In questa atmòsfera ._plumbea la fede democratica non riuscì a divenire la fe- • de dei più; !a cultura tedesca, nel circolo di sfiducia crea– to dalla sconfitta, si immiserì; non si affermarono ideali rinnovatori capaci di far vibrare gli spiriti; e lo stesso so– cialismo si sviluppò in una luce opaca, ·eh!,!poco ricordàva l'@i:itusiasmo delle prime battagile del secolo precedente. Snervata gravemente la democrazia dalla crisi economi– ca mondiale del 1929, che si risolse per la Germania in una catastrofe, il popolo tedesco, affamato e privo di fede, credette di trovare un'àncora di salvezza nella confusa ideologi.a politic~ ?azista,_ miscuglio di nazionalismo impe– nahsta e d1 socialismo d1 Stato, che per IJlOlti lati era un r_ie~heggiamento della p_olitica di Guglielmo II. Erano mo– tivi del passato che riaffioravano dal subcosciente negli spiriti di molti cittadini, ·la cui educazione democratica non .si era abbastanza maturata. · Il_ popolq tedesco aveva diritto a · una riparazione dei torti del 1919; ma tale era il suo stato di sfiducia e d'ina– sprimento ·che esso non potè intendere che solo quando avesse compiuto il proprio processo di democratizz ..zione sarebbe stato in grado di pretendere giustizia con la -cer- tezza di dover essere ascoltato. · La seconda guerra mondiale non fu la colpa di un uo· mo o di un- popolo," bensì la fatale conseguenza del fatto che i trattati del 1919 non erano riusciti a risolvere quei pr?blemi che avevano provocato il primo conflitto. Ma Hitler gettò nella fornace il popolo tedesco. dopo averlo convinto che aveva perduta la prima guerra non per la deficienza di certi valori spirituali, come era in realtà, m.. anzi per il troppo rispetto che esso avrebbe usato a que– sti stessi valori. $arebbe puerile voler separare le responsabilità dei po– poli· da quelle dei lor.o dirigenti (giustamente ha detto un francese a proposito di Vichy-: une nation est s-olida-itiede ses traitres autant que de ses héros ou alors elle n'est -i<>lidait1e de rien du. tout) e non può ~uindi seriamente so– stenersi che il popolo tedesco sia estraneo alle vicende del– l'hitlerisnio. Se l'ideologia fascista, nella generale crisi del' · la c;viltà da cui è sorta la seconda gu-erra, fu l'espressio– ne del'.a disperata delusione dei popoli di imperfetta ma– turazione democratica, quando sentivano gravare sopra· di sè il peso di insolubi:i problemi, (perfino la Francia,- quando venne la sua volta, espresse il r-egime di Pétain), fatal– mente il fascismo tedesco, .che nasceva da una situazione di tensione maggiore ed era espresso da un popolo più di ogni altro umiliato ed esasperato, dovette costituire il pi4 tragico di tutti i drammi nazion<1li (da cui anche la mag-_ giore, solidarietà del popolo nei confronti della politica dei 'gov.ernanti). E' vero, sì, che alcuni fatti, come ad esempio il tratta– mento spaventosamente inumano inflitto agli ebl"2i duran– te la guerra, senza che la coscienza del popolo ne sentisse repulsione, superano talmente ogni misura da poter appa– rentemente avvalorare la tesi della particolare barbarie di un popolo costituzionalmente negato a intendere i valori profondi dello spirito. Tutti, coloro però che intuiscono -di vivere in un momento di crisi della civiltà (i bombarda– menti .a tappeto delle città europee, la bomba atomica che• -cadq su Nagasaki, le foibe de'l'Istria è di altre meno no– te regioni, l'odierna emigrazione forzata di dieci milioni d\ Tedeschi dall'oltre Oder ile costituiscono altrettanti indici), dovrebbero cercare di superare il primo sponta- iblioeca Gino Bianco' neo impeto di repulsione antitedesca,- e pensare che do– mani, a distànza dagli, avvenimenti, la storia sarà an– che in grado, nc,n di giustificare ma di. spiegare i più spa– ventosi errori dei Tedes~)::ii entro l'ambito della gravissi– ma crisi presente della civiltà, senza il bisogno' di dedur– ne che il popolo che li ha commessi sia. in mezzo a un mondo sano, l'unico colpevole di aver perso la nozione dei valori della civiltà_ Errori degli ·alleati. Se tra i vincitori attuali non fossero prevalsi finoi:à tuttl i più miopi sentimenti ~ il che sta a dimostrare come a tutt'oggi perduri il grave _sbandamento delle coscienze - si sarebbe fatto ogni sforzo per intendere che la crisi te– desca rappresentava solo un aspetto della più vasta crisi europea. Il popolo tedesco aveva bisogno in generale delle stesse c_ur~-~egli altri popoli, essi pure profondamente smar- · r_1b; e In p1u doveva essere aiutato a risolvere il suo par- · tlcolare problema, che era quello di portare la propria ma– tura_zione dem_ocràtica al livello dello sviluppo economico, tecmco, scientifico. Occorreva p9rre dunque le condizioni per !.'affermazione in Ger;nania dello spirito democrat,co e per il riso_r~ere 1ella ~ducia .nell'a_vvenire, facendo ogni sforzo per dimenticare I risentimenti. · · Si è partitj. invece dal principio che il popolo tedesco ha c~mmesso un reato .e che_ spetta ora ai vincitori inflig– gergli la pena adeguata. I popoli. ancora sotto l'influenza della prop_?.ganda di guerra, gridano il loro crucifiae con– tro i barbari gi;rmani, meritevoli solo di essere ridotti al– l'impotenza (e si _può capire che la psicologia elementare d~fl_emasse non riesca a veder.e più oltre) ; ma quel: che è pm grave è che molti uomini responsabili dei Paesi vinci– tor(, fono \lrigioni~ri iq_tu~t? o in parte del.a stessa, psico– logia. Altri uomm1 politici intendono che l'hitlerismo e la guerra hanno ben più profonde ragioni che non la barbarie· tedesca; ma,. p_reoccupati ji un risorgimento della potenza g~rmamca, ·s1 1lludo~o che la migliore politica sia quella d1. soffoc~r~ og'm _sv1lu~po del popolo tedesco, a garanzia dei propri mteress1 nazionali. Per questo si appciggiano a · quella stol~a _Prol?aganda che conda:1na un popolo, mentre dovreb~e lim1tai:s1 a condannare un'idea e a depre9are una d1sgraz1ata contmgenza storica. · . La Russia, a dispetto della dottrina internazionalistica del tedes~o Marx che essa pur eleva sugli altari, agisoe nei con– fronti del'a Germania nei termini del più ristretto nazio– n~li.smo. Non solo __ si- è annessa la tedesca Ki:inisberg - la c1tta_,natale del pm grande pensatore dell 'èra moderna, e perc10 sacra al popolo germanico - ma, l.er ripagare la Polonia dei territori orientali .che Mosca ha preteso per sè, ha, spinto ,i e-011finipolacchi fino all'Oder pretendendo di s'.avizzare città come Stettino e Breslavia: inconcepi– bile e assurda pretesa, ·che potrebbe essere paragonabi:e al– l'idea di trasferire alla Jugoslavia Venezia o Padova. E' chiaro che con questa politica si mira solamente a creare un po_ssente antemurale russo verso Occ:dente, senza preoc– cupaz10?e. alcuna della dignità nazionale e dell'avvenire economico di un popolo di 8b mi!ioni · Tra l'Elb~ e l'Oder,, >1ellazona da ·essa occupata, è vero che la Russia ha operato qualche lodevole riforma soc,ale qual,e. !.'eliminazione ?el la_tifondismo agrario deg'.i Junker: e s1 e preoccupata d1 offrire un lavoro remunerato- a tutti. Ma, non ostante la propaganda da essa svolta attraverso il partito unificato socialcomunista, non è riuscita a convin– ,cere il mondo çhe queste iniziative non siano dettate soprat– tutt~ dalla preoccupazio~e di elim;nare i ceti sociali più ostili a una sua penetrazione e di aggiogare al carro della propria politica estera certi str,ati. del:a popolazione te– desca. · La Russia vuole una Germania unitaria e centralizzata perchè è naturale che in uno Stato così organ· zzato le pos~ sibilità di affermazione dei principi comuòisti- - che si fon– dano sul centralismo burocràticò - siano maggiori. Ma non vuole una Germa.nia economicamente prospera (si <\· spartano infatti tutti i- macchinari), e veramente libera e autonoma sul piano politico. Insomma essa vuole ridurre .ai Più modesti termini il mondo germanico; e se non può servirsene nel'..a sorda lotta im11egnata con l'Occidente vuo- le almeno neutralizzarlo il più possibile. . Gli angloamericani non hanno nessun diretto· interesse a mutilare territorialmente la Germania. Anzi, di fronte all'enormità della pretesà s;_ava di spostare i confini ·al– l'Oder, hanno buon giuoco ad opporsi-, t.rovando modo così di cattivarsi simpatie e cons,en,si. Lo fanno però senza ca– lore, quasi oppres~i dalla paura di ridestare il nazionalismo tedesco, senza il franco ardire., <!i proclamare a'.to l'inalie– nabilità di certi diritti nazionaii.
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