Critica Sociale - anno XXXIX - n. 5 - 1 marzo 1947

· 7rl CRITICASOCIÀLE D e· pol:tica economica. Cercheremo di riassumere la sua espo– sizione con fedeltà, se pur concisamente. Egli distingue due tipi di controllo: quello che si ese:ci: ta in ambiènti priv,i di libertà po·it:che, com'erano t reg1mt fascista e nazista, nei quali i cittadini non possono a· lor volta esercitare un controllo politico sopra gli -organi eser– citanti il contro!lo economico; e quello, invece, dei paesi nei q~1ali i cittadini possono sindacare anche cotesti organi at– traverso le vie normali del contro.'.lo democratico, come la stampa, i partiti,, le libere associazioni, il F'arlamento. Il grande problema è di cercare fino a qual punto si possa e.f– fettuare un e~cace controllo dell'attività economica senza mrnomare le lilìertà politiche ..Nei paesi democratici si han– no forme miste; in Ita!ia sembra all'on. Fanfani che, con !;adesione degli stessi comunisti, ci si avvii per tale strada intermedia, cioè quella di propugnare bensì un contro!lo del– l'attiyità economica, mantenendolo però neg:i schemi della Jib,rtà polit:ca. Non più liberismo. assoluto, dunque, ma 111eppureun controllo assoluto, che non ammetta di essere a sua volta suscettibile, in ogni sua, fase, d'un sindacato de• mocratico. L'on. Fanfani; basandosi su esper_ienee america– ne, ammonisce ohe taJe controllo deve essere ,compe_tente, esercitato da chi ha interesse .vi buon andamento dell'attivi– tà da rego:are, dece-ntrato, ·democratico, multif0rme,; e di~ ~ingue tre momenti in cqi il controllo dev'esseFe esercita– to: un momento produttivo, all'origine, èd · all'inte•no dei vari centri nei qua'.i·si svolge la vita economica; un -secon– do momento, non p:ù nei singoli centri, b(nsì negli ambienti che li abbracciano, per coordinare le attività produttive; u;, terzo momento, relativo alla distribuzione ed 'al cons.u– mo (in senso economico) dell11 ricchezza prodotta. Sugge– r.isce, pertanto, varie forme di controllo sociale: quanto al ·primo momento, la partecipazione dei lavorato'ri ai con),igli di amministrazione de;Je aziende, i consigli di gestione, la socializzazione di certe imprese, la partecipazione agli utili, non d-ei singoli, ma della maestranza, , e, sopra tutto, una . re'(isione contab'ile deHe aziende mercè una ti-pizzazi,one della contabirtà, · che renda chiari, ge<11uini e quindi facil- ,mente contr.ollabili i bi!anci Qua,nt© al secondo momento, p1opone 1' 1 istibuzione d'un Consig'.io economico nazio nale, -ehe potrebbe avere utili anticipazioni in consigli economi.ci regi'.mali. Quanto al terzo momento, propugna pre!,evamenti fiscali per fina ,nziare l'a ttività pubblica, impedire l'azion.e mo– nopolizzatrice, evita.re accumulazione di ricòhezza. O'.tre a I ciò, una limitazione alla facoltà di testar>e, pr:elevando. una prima quota pel bilancio dello Stato (come già avviene con l'imposta di successione), per una seconda quota rispettan– do la libertà del testatore di d;sporrie ·a favor,e· dei suoi · familiari, e per una terza· quota, da destinarsi per legge ad usi soeia'.i, lasciandogli la sola libertà di..scegliere entro una o~rt,a ca•t_egori\l _di.opere pu~bÌìche o di istituzioi:u di s,olida– neta soctale: Rtconosceva 1on, Fanfam che non tutte le sue proJi)oste çjovesser6 essere formula'te nella Costituzi0ne, nel-·• la. qua~.eperò riteneva vn dÒ,;ess·ew essere urtò 0 più articoli i quali dicessero che sencza:il controllo soc·ale deffattività economica non è possibile, attuare il".benessere, di tutti i. cittadini. · · · · Argoment0, come si vede, straordi<11ariam~ntecomplicato, che si è, attraverso la· disçussione dei commissari i appar– tenenti a vari partiti, andato_ un po' a!la volta snodando, col tener conto anche del risparmio e del credito, oltr-e che dei fini e dei èontrolli delle attività economiche nonchè dei Còn– sigj economici. 1n· sede di coordinament~ ne sono venuti fuor! ,tre articoli. L'art. 37 del prngetto, che dice: « Ogn~ att1v1ta economica privata o pubbhca deve tendere a prov– vedere i, m~zzi necessari ai, b.sogni individuali ed al benes– se,re collettivo. -La legge determina le norme dei controJi ne– cessari perchè I.e attività. economiche possano essere arm~ nizzate e coordinat~ a fin, sociali». L'art 44, che dice: « La Repubblica tutela il risparmJo; dis~iplit:ta, c©ordina e ~·on– trn!la l'esercizio del credito». Ed infiné "l'art. 92,. che dice: « Il Consiglio economico nazionale, composto nei modi sta,-·, biliti dalla legge, è organo di consulenza del Parlamènto e de: ·Governo in materia •economica; ed eserc,ta le altr·e fun- zioni che gli sono dalla legge attribuite». ' . Non può destare stupore· che, in ùna Costituzione pr01.is– sa e pletorica, quale apparisce nel prog,etto, intorno, a tale Consiglio ecqnomico, alla sua formazione ed alle sue attr;– buzioni, non ci sia nulla di più. E' da augurarsi che, &e ta1e istitut0 dovrà rimanere ne;Ja Costituzione definitiva, l''.A.s– 'semblea giunga. a qualch_e.precisazione jn. argome_nto, ma~ gari aggiupg-endo a ta!e scopo, qualche -articolo. Ne potrà .sfrondlire p,rei:chi in altre !'lezioni. · PÙ,ESSANDRO ]i,/M • _Biblioteca Gino ~ìanc~ Salvare~. la ·Germania Non siam.o d'accordo' su tutti.i punti col nÒslro co/labn– mto.re; ma, pur r·iconoscendlo che la posizione della Ger– man ia, rimasta tenac.emente in guerra sino alla fine del c-onflitto, è molto diversa da qiuella dell'Italia, ripetiamo che. Ml,C'he, nei suoi riguardi t'idea ,di tfnlt paçe pumtiva i assurda e criminosa, perchè una tal pace sarebb.e causa di mali gravissimi per l'Europa e p,er il mondo, che sarebbe– ro inoltre mantenuti in un~ stato di continua ir-requietez.ea e· sempre sotto l'inmbo di nuovi conflitti. L~ C. S. Fino al 1870 il popolo tedesco non fu mai conosciuto, co– me oppressore degli altrui diritti, ma sovente come un po- , polo oppresso. In quell'anno il camm no de,l'unità ger– manica, che era una· necessità economica da· un lato e un imperativo· morale -dall'altro, fu attraversato dall'imperia– lismo parolaio di Napoleone· III. La Germania tri0nfò co– me nazione; mertre, la Francia cominciò a covare la re– vanche e, umiliata nel suo orgoglio di prima nazione c0n– tinentale, si v~ndicò col suonare la tromba di" allaFme con– ho lo spirito di prepotenza del popolo germanico, In effetto la 'Germania, che più di ogni altra nazione di Europa aveva avuto una st0ria feudale, innestata come fu per, secoli nell'organismo del Sacro Romano Impero, non aveva ancora, alla fine del. secolo scorso, potuto liberarsi dagli ultimi residui del feudalesimo. Questi residui p~rsi– stevano da un la,to ne l'assurdo federa ism-0 imperiale - con i monarchi lillipuziani, le città libere, l'imperatore re - il quale, con il suo complicato meccanismo, frutto di un impossibile p-pattamento, c;,stacolava l'Òpera di democratiz– zazione in senso moderno; dall'altro -lato nell'ordinamento statale ddla Prussia, ove il predominio politico del.a clas~ se agrario-feudale degli,.Junkers voleva dire sconfinata pos- . sibilità di, propaganda e di affermazione per iJ m:litarismo e per l'antidemocrazia' · · ' , ./' . La persistenzà di un gotico organismo stataJe non aveva -_impedi,to,che, apertasi' l'èFa deI carbone è del ferro, un popolo tenace e laborioso desse inizio a. un intenso e mi– i;:abile sviluppo economico, il quale lo portò ben. presto a raggiungere e· poi a· superare ·gli altri paesi europei. Con– temporaneamente anche nel campo della _cultura e della . scienza la nazione tedesca faceva passi giganteschi. Nella Germania viveva così la .più grande tragedia· del– l'età contemppranea. Il popolo tedesco aveva troppo rapi– damente bruciato le tappe, e in mezz.o secolo .una nazione agricola, retta medioevalment~, ·era divenuta la più mo– derna nazio'ne industriale ·d'Europa, senza che nemmeno i residui feudali aves.sero avuto tempo di scomparir:. Lo stesso socialismo, ng:io dell'industrialismo, sorgeva diret– tai:nente dal· paternalismo feùdale,. sencza un sufficiente in– ,t·ermezzeo , democratieo-borghese'. In questo squilibrio , era l'intìmo dramma della· nazione: troppo all'avanguardia nel– lleconomia. neJll;i tecnica,, nella scienza. per rassegnarsi a non a.Jife'rmarsi nel mondo; trnppo immatura nella sua in– tima. sostanza. spirituale per imporsi. . , La defiçienza, di esperienza liberale era il tallone di A,- .,·chille del popolo teclesco. Ma, poichè tutti i p 0 òpoli tendono per naturà· _a presumere troppo di se stessi, i Tedeschi ·vollero ignorare che mancava loro qualcosa di essenziale che altri popoli avevano conquistato attraverso il lungo tra~ vaglio liberaldemocratico della borghesia, La Germania nazis,ta. Nelle d·escr'itte condizioni si arrivò alla prima· guerra ·mondiale, a.'..laquale la Ge~mania fu tr;l.tta fatalmente nella scia della propria, espansi0ne ·economica e culturale · cui contvastavano ormai deci;amen'te, da u·n lato l'azione 'delk · potenze occidentali, forme nel voler mantenere il proprio predominio mondiale, e daE'altro .l.ato ili rozzo espansioni– smo slavo. Ma come la -residua mentalità feudale aveva • prima esageratamen.te indiriz~ato il naturale bisogno di e– sp_ansione eoonomica sul binar;o dell'aff.e~mazione politico-. militare, così il difdto di tradizione libera!e e democratica · ne:Je sfeJe •dirigenti si rivelò funestamente nèl periodo ben· co. Proprio la rigidità militar-esca dei tedeschi riella co'n– d0tta della guerra e l'inçapacità di intendere la neçessità del ricorso a motivi propagandistici di valore universale diedero agli ·avversari il modo di d"pingere la Germania co me. la , gràl}de_colp_evole-~ a ciè si d•ev~in parte il ,successo fjna.lè deg!t aljeati. Ma 111taF1to al :R,e1çhstag un'aliquota Sl!D?Pre maggiore di dep~tati, che nel 19f4 avevano solidar'zzato còl

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