Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947
CRITICA SOCIALE 29 italiane. Il Partito comunista si propone lq stesso ·scopo. Ebbene, ci sarà una gara di emulaz· one tra noi e loro, ci incontreremo nerle fabbriche, nei campi, negli uffici, cia– scuno di noi i;>roporrà la propria fede di fronte alla co– scienza dei lavoratori, proporrà il proprio programma ed · io son certo che è nell'interesse della democrazia èhe un simile confronto di esperienze, di dottrine e di programmi !lvvenga in un;i atmosfera di serenità. Da questo lavoro di emulazione e di po:emica cordiale potrà sorgere qualcosa che avrà ass<)i maggi"r valore di una unità formale. Verrà fuori una educazione civica nel senso di un costume di vita veramente democratico. Questo è quanto ci proponia– mo di fare. Oggi noi ci troviamo in Italia di fronte a problemi ur– genti che nella situazione attuai~ dei partiti politici non si vede come possano essere ris0lti. E il nostro Partito è sorto appunto per creare una situazione favorevole ad una chiarificazione della vita politica ita'iana., E non si pensi che sia JJelle nostre intenzioni cercare la soluzione delle difficoltà attuali in combinazioni di gruppi politici o in premature combinazioni governative. Non è su questo piano che noi ci porremo. Il problema per noi è di suscitare nel Paese un vasto movimento socialista che trascini dietro la sua bandiera la grande maggi0ranza dei lavoratori, di un movimento iJJ cui gli uomini e le donne che vi· aderiscono siano legati da un patto di fraternità e di solidarietà. Noi ci proponiamo di suscitare questa corrente. di energie umane, e se riusciremo -in questo intento avremo creato la vera premessa per ri– solvere i pfoblemi della vita nazionale. Il Partilo Socia– lista fusionista è venuto meno a questo compito. Noi lo fac6amo nostro. Noi dobbiamo restituire al popolo ita– liano la coscienza del valore del socialismo Dobbiamo su– scitare nella popolazione del nostro Paese Ùna grande cor– rente di entusiasmo e di frde negli ideali che ci sono cari. E quando avremo strappato il popolo italiano· da quella inerzia in cui sta affondando, allora soltanto avremo ve– ramente assolto la parte più difficile del JJOstro compito. Ur,/f:J nobile rlf Ì.11SVone. La prima esigenza del socialismo contemporaneo è di riac– quistare questo senso di una missione che la mancanza di fede in coloro che lo hanno guidato in questi ultimi tempi g'i ha fatto smarrire. E quale nobile missione! In Europa è soltanto il sociali,smo che appare come suscettibile di sot– trarre i popoli alla ipoteca terribile di una nuova guerra. Soltanto se i movimenti soc:alisti pr,waranno in Europa sarà possibile creare quella zona di pace in cui gli an– tagonismi dell'Est e dell"Ovest potranno risolversi in una sintesi feconda. Scompaia questo movimento socialista e al– lora l'unica forza unitaria, che oggi stabilisce un ìninimo di legami fra i lavoratori di tutti i Paesi, verrebbe a man– care. Quale forza in Italia può, non già costi tu ire. come fu ·as~rito, un fattore di mediazione tra il comu.nismo e la de– mocrazia cristiana, ma un fattore di· guida della classe la– voratrice non più dissociata da tendenze centrifughe, ma Col titolo « PER L'AUTONOMIADEL PARTITO SOCIALIST~: MARXISMO ED UTOPISMO » è uscito in opuscolo ,il testo di un discorso che il cc:>mpagno G· FARAVELLI ha tenuto alcuni mesi addietro, jn un convegno promosso dagli « Amici di Critica Sociale>>. L'opuscolo, denso di pensiero ed efficacissimo ne-1- ia fomia: concisa e lapidaria consueta al nostro amico, è l'espressione più nitida della situazione e dei motivi da cui è scaturita la scissfone del Par– tito socialista. Tutti i nostri compagni, anche quel– li rimasti sull'altra riva, do".J"annO leggerlo e medi– t.arlo. Il prezzo è di L. 20, ridotto a L. 15 per ogni copia à chi ne chieda almeno 10 copie, alla nostra amministrazione. associata jn. un legame• di solidarietà fraterna, se non un vero Partito Socialista? Esso deve diventare veramente l'arbitro democratico della vita nazionale. Scompaia questo Partito o lo · si privi della sua ragion d'essere ed assi– steremo ad una violenta dissociazione delle forze del la– voro, che distruggendo l'unità vera della classe lavora– trice, quella che si cementa sul terreno democratico, di– struggerà le condizioni stesse di esistenza e di sviluppo della nuova Repubblica. Tutte le soluzioni oggi appaiono inefficaci e contraddittorie e la situazione ristagna in Go– verni di coalizione impotenti, la cui impotenza stessa ap– pare come l'unica garanzia che si oppone ai pericoli di eventuali dittature implicite in Governi di maggioranza. L'alternativa è posta tra Governi effiçaci e dittatoriali e Governi democratici ma impotenti. La democrazia decade così agli' occhi del Paese. Tutti i problemi si accumulano e nessuno trova la sua soluzione razionale Problema di politica .estera per cui il Paese, inveoe di stabi'izzarsi in una posizione di assoluta autonomia tra i grandi blocchi contendenti, che gli conferirebbe l'autorità per stringere legami fecondi con tutti, appare turbato da forze centri– fughe che fanno oscillare il centro di gravità della sua politica ora verso l'Est, ora verso l'.Ovest, suscitando• dif– fidenze pericolose tanto all'Ovest che all'Est. Problemi di politica interna, di cui JJessuno, da quello della disoccu– pazione a que-llo della moneta, il cui ritmo di svah1tazione si accentua sempre più pericolosamente con conseg'uerrze catastrofiche sul potere di acquisto dei salari, da quello della riorganizzazione dell'apparato statale a quello della ricostruzione economica, da quello della riforma agraria a quello delle. nazionalizzazioni, trova nonçhè la soluzione neppure l'inizio della sua impostazione. E' possibile, compagni, che proprio solo in Italia, in una Europa in cui il ritmo di adattamento dell'economia a forme più alte di organizzazione sociale procede rapido, nuHa si sia ancora fatto e si sia veramente alla retro– guardia? La macchina dello $tate intanto va alla deriva sotto l'az-ione di forze contrastanti ma non di un con– t;asto fecondo che si concilia in una ·sintesi arrnoniosa, ' ma di forze che si elidono reciprocamente ,e che trovano il loro equilibrio nella paralisi e nel progressivo decadere del costume democratico. L'ultima parola della saggezza politica è iry ?ede di esecutivo un Governo tripartito che avendo tutti i poteri non è in grado di esercitarne effica: cemente nessuno. E un'Assemblea Costituente sovrana che, svuotata di ogJJi poter-e. legislativo, offre al Paes,e l'im- -magi ne di un parlamentarismo che del parlamentarismo ha tutti i difetti senza avere quel carattere vivo e dra1TJma– tico che è conferito alle Assemblee politiche dall'agitarsi nel loro seno dei grandi problemi ·della ivita nazionale ed internazionale. E per tragica ironia delle cose l'unico di– battito in cui.. pt!r la sua legge costitutiva, essa avrà una . parvenza di formale sovranità, sarà quello del Trattai? di Pace che sanziona la decadenza della nostra sovrarnta. •Ebbene, in questa situazione immettiamo nella v_it~ del Paese un Partito Socialista cosciente della sua missione. che sappia dare una risposta all'appello di giustizia e di libertà che sale dal nostro popolo, e tutto diventerà sem– plice e piano. _Tutti i problefl?i che og~i appa_ioho i_nsolu: bili si presenteranno come dei problerm umam a cm sar.a possibile dare. una risposta efficace. Io non so se noi riusciremo in qu,est:.ocompito. So però che gli uomini che si sono acònti a far rinascere il gran~e Partit'o Socialista hanno coscienza -della loro responsab1hta. · So che intorno a noi vi è una grande attesa e so che siamo circondati da compagni che come noi credono che questa sia la strada giusta e che questa strada deve essere seguita con coraggio. Solo un movimento politico come questo, ca– pace di dare una risposta concreta ai bisogni dominanti del popolo che s·ono la libertà, la giustizia e la pace, potrà mo– bilitare grandi energie umane, trascinare con l'impeto ir– resistibile di un moto storico la maggioranza dei lavo– ratori e rifare l'Italia. Or è un quarto ·di secolo· il nostro grande Maestro Filippo Turati faceva risuonare ne_ll'Aula di un Parlamento ancora libero questa parola: « Rifare l'Italia». A distanza di un quarto di secolo, altfaverso l'abisso del tempo in cui -·iacciono sepolte le rovine di un mondo che è stato incenerito perchè ha rinnegato la libertà, è ancora quella parola che risuona con forza nel nostro spirito. Raccogliamola, compagni, compiamo il g~an– de atto di coraggio, facciamoci gli iniziatori dell'.3-_l1na_– scita del grande Partito Socialista dei lavoratori ,tal an!. Avant\, compagni, per la libertà_ del popolo italiano, per il trionfo della realtà socialista, per il trionfo deHa R·:pub– blica democratica e socialista. Avanti, compagm, per ri– fare l'Italia.
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