Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947

CRITICA SOCIALE 27 posto della- coscienza di classe il conformismo di c,as~e. C'è come la sensazione che queste classi dirigenti vogliano ma:n– tooere il proletariato in uno stato di verg:nità :nl,llettua,e per poterlo manovrare a loro guisa. Questo non è certo nelle loro intenzioni, ma gli effetti sono q'uelli che noi 5=011- statiamo. Invece di assecondare il processo autocritico dei l.avoratori, invece di raccogliere le loro esperienze, invece di fare come faceva Gramsci che era capace di imerromper~ la discussione di un alto consesso politico per riferire l'o– pinione del modesto operaio che avseva·incontrato per ca,o o della modesta massaia, si ha l'impressione; dìco, che s'in– tenda promuovere nella classe lavoratrice uno stato di ri– cettività mistic;a negatrice di ogni pensiero critico e rivo– luzionario. La. politica oggi si ,fa con g!i s/ogans che, vengo· no lanciati con la tecnica con cui gli industriali ;,mericani lanciano i loro prodotti_ Se si intendesse marciare verso l'organizzazione totalitaria della società operaia, non si ri– correrebbe ad espedienti diversi. E che valore hanno in questa atmosfera di conformismo e priva di spirito critico fo affermazioni di democrazia e di libertà? Chi ouò credere che veramente s'intenda con questi metodi promuovere ì'avvento di una realtà sociale in cui la nozione di r--spon· sabilità sia fusa a quella di solidarietà, in cui que1ia di "it1- stizia si armonizzi con quella di libertà? Chi può credere insomma cne si tenda c on questi mezzi verso una socit tà in cui il libero sv-iluppo di o.gnu.no sia-la condizione del libero sviluppo di tutti? Si h a l'impres sione invec;e che tutto sia predisposto per dirigerè i lavoratori verso una soc·età in cui là coercizione di ognuno sia la premessa per la coerci– zione di tutti. E questo processo di sterilizzaz;one del!o spi– rito dei militanti viene mascherato con affermazioni classi– ste ed unitarie le quali, sacrosante in sè, diventano in que– sto clima foriere di conformismo e di coercizione. I La V./ffli mT<ità de-i /.ava,,<.a~ori Certo l'unità è una cosa sàcra a tutti i cuori dei social·· stì, ma di quale unità si parla?· Se questa unità ckve essere i 1 risultato del concorso di tutte le volontà noi l'accogliere– mo con impeto fraterno, ma se questa unità dovesse rea– nzzarsi sulla distruzione dei principi democratici, noi d0· vremo respingerla. Uno degli scopi essenzia!i del nostro Partito è di creare le premesse per la vera unità della clas– se lavoratrice. Unità che non può realizzarsi che sul piano democratico dove. tutte le correnti possono armonizzarsi m rm concorso fecondo_ Mai si è visto un rovesciarnento più radicale delle tradiziona'i concezioni social;ste. Mai si è as– sistito ad un diniego più violento di quei principi su cui so– no fondati i nostri ideali. La nozione del mezzo ha ,over– chiato quella del fine. La lotta di classe come ,trumento dell'abbattimento del capita:ismo e la instaurazione di una società libera ed associata si risolve in una lotta per !'in· , staurazione di stati onnipotenti_ H capit-alismo muore ed il socialismo non nasce_ Nasce la statolatria, nasce 'l tota:ita– rismo, nasce non la libertà sociale, ma la coerc1z;_one so· ciale. E la curva dell'evoluzione tende non già a dare un carattere provvisorio a queste nuove organizzazioni, .ma un caratter,è definitivo in cui si aggravano tutti g:i aspetti del conformismo e svaniscono sempre di più gli elem<!nti di ve– ro socialismo che pure çontengono. La separazioae tra bu– rocrazia e popolo si aggrava, le limitazioni. della persona– lità umana si esasperano. Udite la parola di Jaurès. « Se nell'ordine socia!e sogna– to da noi non incontrassimo la libertà, la vera, la piena, la V1vente libertà, noi rinculeremmo verso la società attuale malgrado i suoi disordini, le sue iniquità, le sue oppressioni. Meglio allora la solit'udine con tutti i suoi pericoli che la coercizione socia!e. J-,a giustizia è per noi inseparabile dal· la libertà». Ecco la grande parola. Ecco la nostra dottrina. Ed è questa parola che noi vogliamo portare in seno alla classe lavoratrice Di fronte alla confusione del conformi– smo bisogna ribadire i principi del socialismo di sempre, di quel soc;ali smo che non può essere che la creazione di la· voratori 'liberamente associati, coscienti dell'oppressione di oui sono vittime, animati da:Ia certezza di marciare v~rso un ordine nuovo, libero e giusto, e già anticipanti nel loro spi– rito l'immagine di quella superiore realtà umana per cui combattono. In questo processo di conquista dell'umanita totale vanò ·sarebbe arretrare di fronte alle ipoteche che la rea:tà passata pone a quella presente e di cui quella pre– sente si deve sbarazzare ad ogni costo per aprirsi un varco verso l'avvenire. Ma questa lotta rivoluzionaria sarà effi– cace e produttiva solo se gli oppressi avraJ;!l)0 consapevo– lezza dell'umanità totalé che è in loro e che si tratta aoll'tln· to di liberare dalle deformazioni che la soffocano. Tutta fanalisi critica dei nostri Maestri è definita nella ,coperta liotecaGino ,anco cii questo volto umano che al di là delle form'azioni di classe si riv.e:a alla ·coscienza degli oppressi_ Il proletariato lotta non solo per liberare· se stesso, ma liberando se stesso li~ bera tutti gli uomini. Bisogna restituire af proletariato la coscienza di questa umanità totale di cui esso è il realizza– tore, e ·allora veramente acquisterà quello spirito rivolu· zionario che darà alla sua azione un carattere cli universa– lità suscettibile di trascinare nel solco dell~ lotta socialista tutti coloro c)'te credono ne!la giustizia e nella libertà_ Il so– cialismo moderno deve essere profondamente democratico. La democrazia non è un metodo strumentale ma è la sostan– za viva· della nostra dottrina. La democrazia è nello .;tesso tempo disciplina e coscienza rivoluzionaria della classe la-· voratrice perchè non si tratta di sapere se i I socialismo po– trà essere realizzato col suffragio universale oppu,re se la storia ci proporrà il problema in modo diverso, quello <li cui parlava ieri Togliatti nel suo « Hic Rodhus, h1c salta». Questo noi non lo sappiamo, ma sappiamo che ·1 proleta· riato sarà tanto più preparato ad ogni evenienza quanto più sarà animato da una profonda coscienza d,emocr,llica e ~iò perchè la democrazia conferisce al combattente quella buo– na coscienza che ,è la forza risolutiva di tutti i conflitti sto– rici_ Una classe non può assurgere a classe dominante della società che se rappresenta gli interessi di tutti. Quanto ptù il pro!etariàto sarà democratico, tanto più troverà a11eati, tanto più sarà forte. Oggi si pensa che l'ultima patola del• la saggezza politica sia il riformismo.anti-democrat;co. Noi pensiamo inv.ece che debba essere la democrazia anti·rifor– mista. In questa rapida analisi ho evitato con cma pro– blemi di. carattere politico concreti che sono di competenza -isclusiva de:Ia nostra direzione. Permettetemi quindi di in– trattenermi con voi ancora intorno a queste nozioni di de· mocr.azia e di libertà,. AU'assaDto ~elle « Bastiglìe ». Abbiamo sentito pochi giorni fa in un com!Zlo c,peraio che si sono criticati i principi del 1789 e la cosa c1 ha pro– fondamente addolorati. Non si parl'a ad un popolo ci1e es~c da venti anni di dittatura, e che, è ancora macul-ato di con– formismo, in questo modo. E non si invochi, a qaesto pru· posito, Marx_ La critica che Marx muove ai Diritti de!– l'Uomo è una critica alla società borghese. Ed è, una critica del!e libertà borghesi. Ma se Marx interpreta tutti i rap– porti attuali come rapporti di classe, lo fa collocandosi dai punto di vista di un proletariato che anticipi già nella sua coscienza quell'umanità totale, di cui è il. creatore. Il pro– blema essenziale del socialismo contemporaneo è òi açqu,– stare coscienza della sua totale umanità. Il socialismo in– tend·erà al!ora che la libertà per cui si batte non .! un idea· le astratto ma è il lievito di tutto il lungo travaglio delle lotte umane, è il coronamento di queste lotte. La critica di Marx sui Diritti dell'Uomo è la critica delle limitazioni borghesi di questi diritti. Si tratta infatti di diritti Hmitat: alla sfera politica. La libertà dei Diritti dell'Uomo è la li• bertà dell'uomo egoista. La libertà a cui i\ socialismo aspi– ra è la libertà nella solidarietà, la libertà chei significa « un ritorno cosciente,· completo, all'uomo sociale :ol manteni– mento di tutta la ricchezza del suo sviluppo intenore ». Ma questo non vuol dire che il socialismo neghi la libertà in.– dividuale, al contrario. Quando Marx critica .a libertà di stampa, non critica il diritto degli -uomini di espnmere con la stampa il loro pensiero, ma critica il fatto che solo co– loro che hanno quattrini possono farlo. Questo diritto non sarà veramente realizzato che quando tutti avranno un'e– guale possibilità di dire quellb che pensano. Non quindi ne– gazione della libertà di stampa, ma distruzione delie limi– tazioni borghesi della libertà di stampa, Lo stesso vale per la democrazia politica, di cui i nostri Maestri cri,icano pre– cisamente le limitazioni. « L'eguag:ianza, scrive Engels nel– ]'Antidiiring, non deve essere soltanto affermata, non deve essere realizzata soltanto nella sfera dello Stato, ma nell.i realtà effettiva, ossia sul terren o s o,cia!e ed economico» Ma questo vuol dir.e appunto c.he lungi dal rinnegare i' contenuto umano che è implicit o ne lla libertà è nella de– mocrazia borghese, bisogna esaltarlo ed affermarlq con la soppr.essione delle sue limitazioni. In altri termini• noi vo·· giiamo sopprimere nella democrazia b_orghese c_iò _che è borghese ed esaltare ciò che è democratico. I fa;c1sh, inve· ce; distruggevano ciò che era democratico ed esaltavauo ciò che era borghese. Marat diceva al proletariato_: « Che fai tu? E perchè vuoi tu prender'e la Ba~tiglia che n~ ha mai rinchiuso nelle sue mura dei proletan? » Il pro]etanatc invece deve andare all'assalto di tutte le Basti glie,- anche se esse non rinchiudano ne!Ìe loro mura che degli aristocratici, perchè tutte le libertà sono solidali, La democra.tia, npeto, non è un fatto strumentale, ma è legata all'essenza stessa

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