Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947

50 CRITICA SOCIALE La--«deviazio,nie di destra», li fattore tempo nel ritmo della « accumul11zione » e la parte della medesima da assegnare rispettivame_nte ai due scopi erano già stati, all'epoca del- 1• piano quinquennale, uno dei punti principali di discordia tra Stalin e l'oppo– sizione. · I teorici sovietici negano veramente che il passaggio dal– la' N.E.P. alla collettivizzazione agraria e all'industri aliz– zazionè improvvisa e ad oltranza, colla pianific:i.zione uni– versale della vita eco,nomica, rappresenti una «svolta» nel– la linea del Partito e affermano che quel periodo è il ri– sultato di una volontà cosciente e di ,1nni di preparazione. Le gigantesche trasformazioni che hanno assicurato la vit– toria del socialismo nell'U.R.S.S. sarebbero «leggi» dello sviluppo socialista del:a Russia secondo l'economista so– vietico Leontieff, il cui articolo sui nuovi .orientamenti del– lo studio del marxismo è stato riprodotto e Ji3cussr, ner fascicoli dal N. 6 al N. 9 de « La, Revwe J.nternatio,nW,e » del 1946. Ma per quant·o l'idea di un piano generale siste– matico di ricostruzione dell'economia nazional.!, risalga al– le direttive programmatiche preparate da Lenin come parte del nuovo programma del P. C. nel 1919 e approvate dal 1• Congresso panrusso dei Consigli dell'economia nazio– nale a Mosca nel maggio 1918, 1abbandono della N.E.P. è stato effettivamente, secondo Bettelheim, un fatto improv– viso, tanto è vero che tutto il• periodo della N,E.P. è' cayat– terizzato dalla lotta del governo contro la « deviazi•oné di sinistra» dalla linea del Partito, contraria alla tes.i del « socialismp in un solo paese» e industrialista ad oltranza, anche a costo della scissione coi tontadini .E contro « il piano fantastico di superindustrializzazione »· di que~ta cor– rente, battaglierà Stalin ancora il 19 ottòbre 1928 nel ·suo discorso sul « pericolò di destra dd P. C. dell'U.R.S.S..», dopo che il 15• Congresso del dicembre 1927 aveva insisti– to sul « pericolo di impegnare troppi capitali nella grande edificazione industriale». Solo nel 5'1.locelebre articolo del ·7 novembre 1929 - « l'anno della grande svolta», - Stalin dichiarerà la guer– ra aperta, non s-olo ai kulaki, ma a tutta la piccola azien– da agraria, giustificandola colla necessilà dell'industrializ– zazione, per maFciare per questa strada a tutto vapore vei;– so il socialismo, « lasciandoci addietro la nostra arretra– tezza rus~a. Diventiamo il paese del metallo, il paese del– J'automob1le, il paes_edelle trattrici . E allorch è.avremo ;nes– sò l'U.R.S.S. sull'automobile e il contadi.no sulla ,trattrice prnvino pure a raggiungerci gli spettabili- signori capitali~ stI, che vanno tronfi della loro civiltà. Vedremo allora qua-· li paesi si potrannò « definire arretrati e quali avanzati». Assicurare « un ritmo celere. di, accumulazione» è ancora tra g:i obi,ettivi del 4• piano quinquennale. Contro questo « ritmo impetuoso» dell'industrializzazio- ' ne connessa col problema dell'accuihulazione lotterà la « deviazione di destra» del Partito, la cui va/iante « mini– ma» del piano economico y,errà respinta dalla 16" Confe– renza del P. C. nelraprile 1929, che adotterà :a va-riante «massima>>, approvando il celebre 1• piano quinquennale elaborato dal « Gosplan ». L' epura,zionied·ei sindacati, .opera,i, Le correnti trotzkiste e· degli « opportunisti» di destra sar<l'."no dichiarate dalla conferenza incompatibili con l'ap– partenenza al P. C. ·Ma, coi « capitolardi » di destra, viene ms1eme trav-olta anche l'opposizione dei dirig,enti sindacali, che non lottano ora -più, come « :l'opposizÌ'one operaia», de– bellata nel 1921, per conservare ai sindacati il"'1)ristino po· tere, n~l 1;ampo dell.a gestio~e e~ono~ica, ma p_er la difesa ~e.Ilultimo. resto d1 autonom1,i. smdacale contro 11potere .po– lttléo, che mtende fare dei sindacati dei puri .strumenti sus– sidiari per l'esecuzione dei piani Nei citato discorso dell'a– prile 1929 sulla « deviazione di' destra del P. C. » Stalin formulerà nettamente-il problema, affermando cont/ 0 Tam- . sky, che « gl'i sp~s~a1_IIenti _di ~lasse ,nel nostro' paese oi det– tano nuovi compiti, 1 quali esigono la riduzione sistematica de l ~ost o di produzi~me e il rafforzamento· della discipli- · na d1.la~ ~'~ :1elle a~1~nde» e che « la realizzazione di que– sti comp 1tI e 1mposs1b1lesenza un cambiamento radicale di tutta la pratica dei sindacati». La «purga» di Tumsky e dei suoi colleghi dello stato maggioFe ·sindacale, come lui contrari all'idea che i sincda· cati operai dovessero .intervenire soprattutto per·accrescere la ~roduttività del, lavoro e ,ostili ad una industiializzazio– .ne precipitata da finanziare con un aumento della produt– tività del lavoro accompagnata -da un ritmo rallentalo del– l'aumento dei salari e da· una pressione maggiore sul tenor di vita, apre I.a strada a questa nuova politica del' lavor·o: spodest_amen_tòdi .ogni potere dei sindacati e direzione uni- BibliotecaGino 81anLo ca della fabbrica, « non potendosi pm a lungo ,oller;re, oo– me 'affermerà- Stalin al Congresso del Partito, che le no:– s-tre fabb'riche si trasformino in parlamenti ». l,a nomina di Kaganovich ~l posto di Tomsky porta alla . ra<licale rio~ganizzazione- degli organi centrali nel personale e nelle ·direttive dei sindacati operai mediante. l'epurazione, al principio del 1930, della massima parte del personale di– rigente; in grande maggioranza non di origine ,,peraia, co– me sospetto di scarso spirito di collaborazione colle diret– tive del Partito, nei cui ranghi in parte cospicua ,rion era iscritto. " Ma di questo « nuovo orientamento » della µohtica sin– dacale ci occuperemo in un prossimo articolo. FAUSTO PAGI,IAR1 Heine e Lassalle Due tra le. figure più grandi, più affascinanti del secolo scorso. Due terribili critici del tempo loro. Due implaca• bili. EJ'pur tanto diversi di temperamento, di carattere, di forza morale. L'uno, poeta; l'altro, pensatore.' L'uno scher• niv'a, sferzava, pungeva coi suoi versi; l'altro_ scherniva, ·sferzava, pungeva con la sua facondia, ma scendeva anche di persona nell'agone, e menava forti colpi di clava, e af. frontava il nemico corpo. a corpo, e organizzava i lottatori. L'uno, Enrico Heine, un moderno Aristofane, che véde e bolla a fuoco le viltà e le ingiustizie dei suoi tempi, ma si ferma lì, e talora, anzi, ritorna indietro e piega· il capo e si inchina. L'altro, Ferdinando Lassalle, un Alcibiade nèl desiderio di godere la vita, ma anche - e lo predisse Heine medesimo - uno di quei duri gladiatori, che fieramente affrontano anche la morte sul campo di battaglia. Questi, il pensatore, l'apostolo, costantemente, irriducibilmente ri– voluzionario ; quegli, il poeta - forse anche sotto il peso d·elle sventure personali poco resistente, pieghevole, mutev,ole. Tra due siffatti spii'iti, tra. due uomini così eccezionali, sorge un'an1icizia viva, entusia-stica; ma per la diversità di temperamento,_ di carattei:e e di energia attiva, era naturale che simile amicizia avesse rapida fine. . I primi fuochi. d'entusiasmo erano stati àccesi nel cuore di Lassalle dei Lieder di Heine, quando quegli era tra i ] 3 e i l8 anni e Irequentav.a la scuola commerciale d'i Lipsia. Era 'tale il fascino esercitato da quei Lieder sull'ardente spirito di Lassalle, che qli.esti non si lasciò turbare nem• meno dalla prima· clamorosa apostasÙj, o, diremo, trasfor– mazione del poeta. _Contro Heine insorse bensì, indignata e· acerrima, tutta la gioventù repubblicana, allorchè egli osò attaccare il suo poeta Borne, e, peggio ancora, allorchè gettò al vento il berretto frigio, che aveva· dianzi povtat-0 con civetteria; ma Lassalle, ,il giovanetto dal cuore pieno d'amore e ·di p;,ssi<one, dall'indomabile spirito d1 ribellione, continuava a dare tutti j suoi entusiasmi al poeta d'amore, allo schernitore ribelle. Nél 1843; però, a 18 anni-, Lassalle' va all'università di ,Breslavia, poi a quella di Berlino, si immerge nello studio della filosofia hegeliana, che tutfo lo conquista, lo incatena; e allora svanisce in lui l'ammirazione per il geniale poeta. Pas~~no due anni, Lassalle va a Parigi, fa la conOEcenza personale di Hcine, e di nuovo s'infiamma tutto per il poeta, il· quale, alla sua volta, è preso d'ammiraziòne per questo giovanet~o di età tanto inferiore alla sua. Però, più che di un cambiamento di Lassalle, staV'Olta pare _trattarsr princi• palmente d'un cambiamento di Heine, Il cantore di Atta Troll e della Fiaba invernal-e suU~ Ger• mania non fu mai u.n socialista nel senso nostro della parola. Voleva' bensì' che sulla sua bara si ponesse una spa– da, perchè ·«• fu sempre un bravo soldato nella fotta per la redenzione dell'umanità ». IFu anche u110 studioso e un am• miratore di Saint•Si;non. Ma ci fu un'epoéa, in cui aveva temuto l'a~ento del• comunismo, credendo, egli pure, che• il comunismo' segnasse la fine dell'arte. E il poeta tf'nteva pei suoi versi. « Solo con terror'e - aveva scritto - solo co·n raccapriccio posso pensare all'epoca· in cui qu'est>icuni iconoclasti an:Ì• veranno al potere. ·Con ie ·loro mani c-;,llose spezzeranno. senza pretà tutte le marmoree .statue della bellezza, tanto care al mio cuore. 11 mio « Canz·oniere >> seFVirà al' dro– ghiere per f_arne cavtocci da buttarvi dentro il <-affè ed il tabac_co'da naso per le vecchie comari dell'avvenire. Ahimè! lo prevedQ tutto ciò; e_una tristezza ineffabile mi assale, solo / al pensare alla rovina che il proletariato vittorioso minac-

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