Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947

CRITICA 'SOCIA.LE 43 ,uò pretendere· di pret)dere .\!SClu?ivame11tesu se stesso e sul _proprio apparato buroc_ra,tico-a,mmipistrativo il. Gom- - Jlicatissimo compito della trasformazion~ sociaEsta <lella oonvivenza umana,' e che l'opera d.ifficile di edificazione so– •alista; per svolgersi in modo raz;onale, deve esse~e attua– la virtbus imitis da tutto un popolo nel complesso delle sue _'forze creative, cioè, quindi, soltanto in ambiente di demo- . r.irazia pol,tica ed economica_ L'oblio di questa verità ha _ge– aerato )a dannosissima illusione propria-_ del pensiero bol– ·scevico . che l'andata al potere .di un partito socialis ta Sl ideritifichi con la conquista d_elpotere da parte de.la clas– se lavoratrice e che la semplicistica statizzazione buro crati– ee. sia :a medesima cosa che la socializzazione nel senso so- · tiaLsta: · , I' Così lo stesso Lenin, in un' opuscolo: « La catastrofe ·m1- nacciame e c,ome iottat'e c<hl,lrQl di essa», - pubblicato nel 1917, prima della rivoluzione di ottobre - tra l'altro scrive– va: « Il socialismo non è m1J:'altro che il prossimo passo in avànti rispetto al monopolio statalista-capitalistico», ,essendo « il capitalismo statale-monopolistico _una integrale p;epara- _ zione del socialismo», cioè, quel « gradino della scala sto– rica, tra il quale ed il successivo, detto socialismo, non ci sono gradini intermedi». Si viene così ad affermare una identità di natura fra socialismo e monopolio statalista-ca– pitalistico, il quale monopolio, ,invece,..non è altro che la ge– stione burocratico-statale della produzione, che conserva la sua intrinseca ,truttm;a capital,istica, Ed è curioso che i bolscevichi, i quali pretendono di esse– re i più fedeli discepoli ed, interpreti di Marx, siano sicuri -me, agendo così, camminano. per l_avia maestra tracciata da Caro Marx, Sarebbe facile dimostrare che tale prete– sa falsifica il genuino pensiero ·di Marx, il quale teneva sempre presente nellà sua mente che il socialismo dovrà portare alla graduale estinzione .dello Stato nel' a società. Ma, per quanto non si possa affermar.e che il marxismo eu– ropeo.. sia completamente immune da simili deviaz oni .ideo– logiche, nel socialismo europeo. ha per,ò sempre -preva lso l'opinione che statizzazione burocratica e socia:izzaz o.ne so– cialista siano cose ben diverse, Basta ricordare che già t ra lii 189o e il 1900, nell'epoca in cui si stava elaborando il pro– ciamma di Erfurt, e Bismarck demagogicamente ventilavà t'idea _del <~ s~iali~m? di Stato.», la_so.ci~l:femo.craiia ted~– sca non esito a dichiarare che <ìgm socialismo '11 St-ato m · Jlf'atica diventa un semplice capitalismo di Stato, emin-:,nte– mente reazionario. Cosicchè al Coog.resso del 1892 della so– aialdemocrazia tedesca fu approvato l'ordine del g orno, in cui leggiamo le seguenti dichiarazioni : « La democrazia so– ciale non ha nulla di comune co: così detto socialismo di Stato», il quale, « mirando a çerte, statizzazioni, vuol .porre lo Stato al posto dei capitaliste privati e cfare allo S,tato jil potere di asso'ggettare il popolo '.àvo1e,tore al doppio gio– go: economico e politico ... Nella sua essenza la democra– zia sociale è rivoluzionaria; il so«rialism_odi Stato è con– servatore .. Democrazia sociale e soc_ialism.o ,di Stato sono inconciliabili antitesi » La profonda divergenza fra la statizzazione e la socializ– zazione è qui formulata in modo persino troppo assoluto, ia quanto non tiene conto della sostanziale differenza che inevitabilmente deve o, almeno, può esistere nella natura stessa della statizzazione in dipendenza dal fatto che que- . sta venga realizzata in un regime politico autoritario o in regime profondamente democratico. Fra 1e forme politiche ed il contenuto sociale es ste· uc iotrinseco legame inscindibile. Perciò,· per rimanere sulla via maestra che conduce alla realizzazione del s·ociali5:mo :,....regime 1,el quale « il libero sviluppo d'ognuno sia condi• ';,:ione del libero sviluppo. di tutti » ,- i socialisti, giunti al potere, debbono adoperare non gli e~pedienti coercitivi del– ·!·'.autoritarismo oligarchico e det'acce!J-tramento ourocratico, che pretendono di instaurare la giustizia sociale staccan- dosi aai pr-i.ncipi della libertà e della democrazia, ma i più prazionali metodi democratici. Questi ultimi sono i soli fe– condi e adatti al caso per il fatto stesso de!la 1oro intima rispondenza alla natura del rapporto di concatt'Jll'az·one ideo– logica e di continuità storica che intercorre tra il libera– lismo, la democ_razia ed il socialismo: tre fondam~ntali con– gniste della civiltà politi-ca che - sul piano dottrinale - oon si escludono, ma si completa.no e si integrano rec1pro– e&mente, nel senso, cioè che 'i princi pi de'.la libertà e della democrazia devono entrare quali ingredienti costitut'vi - ellsenziali, indispensabili e non, e,liminabili - nel vicco e complesso patrimonio spirituale <del socialismo. IX, Tornando 0ra all'argomento particolare del nostro artico– la dobbiamo domandarci : qua,le atteggiamento prenderà il .;verno laburista nella sua opera socialisticamente rinno- vatriçe nel ,campo economicorsociale? La- risposta·-c61'1deta a questo interrogativo ce la da·rà il prossimo avvenire-: Ma, fin da oggi ci sono fondate ragioni per affermare a prio,·i che i! Labowr Pa-rty, cedo, non manifesterà teridenze-ad ùna · soluzione burocratico-statalista del problema sociale:: Uria siffatta tendenza l!on sarebbe conciliabile con il not6 attac– camento degli Inglesi alla libertà individuale ed all'autogo– verno demotratico, politico e amministrativo. A tale· costu- . me spirituale è legato tutto il regime politico inglese, il cui tratto più cavatteristico è stato dal:'illustre scienziato russo, prof. M. Kovalevsky, scherzosamente così_ definito:- ·«esso consiste nel fatto che nessun cittadino inglese può' esser.e ar– restato senza i-l proprio· consenso». Per quale rag-ione al– lora il partito laburista, per attuare un· programtrià ·sodali– sticamente rinnovatore, dovrebbe rompere con i principi di- rettivi tradizionali della· mentalità inglese? 1 Per un'altra ragione ancora· si può essere sicU-rithé il la– burismo inglese rimarrà lontano dalle alteràzr•o'ni illibe– rali, antidemocratiche, · burocratico-stataliste <lèl so•ciah– smo autoritario, anche- se propugna l'espropriaz1one sotto forma di statiz 4azione. E' ovvio,- infatti,' che Ja statizza– zione in libero regime demoèratiè:o; basato su latghe au– tonomie regionali e cdmunal-i e sulle liberissime organiz– zazioni professionali delle masse ·lavoratrici, non può mai dar luogo ad un ordinamento burocratico··dispotic:o, quale inevitabilmente. la statizzazione finisce 'J)er detetìnimare in uno Stato a regime centra!izzato, assolutista, 'oligarchico · o dittatoriale. · · E tale nostra opinione. congettural_e trova altresi _unacon– ferma diretta nella dorttina e nei· programmi de)' sociali– smo inglese, nessuna corrente del quale è macchiata di ten– denze_verso la statolatria. Anzi, una del'.e cause per le quali i!' traàe-unionismo inglese per· tanto tempo si è mostrato _re– frattario al socialismo, è stata appunto il fatto· ché' i_!soèia– lismò fu inizialmente presentato in Inghilterrà nella sua forma strettamente statale e « g'.i operai inglesi ._ dice Kautsky - amano troppo la libertà per intravvedere il pro- 'pr'o ideale nella consegna della produzione in mano àlla burocrazia statale». Tuttavia, anche in Inghilterra, durante un certo periodo di tempo, il concetto di socializzazione o nazionalizzazione della proprietà e della produ_z'i'oneè an– dato confuso con il concetto di' statizzazione. Così, nel J8ç6, al Congresso Internazionale socialista di Londra, nella rela– zione dei fabialil< il socialismo veniva def.inito quale « una organizzazione ·e uria gestione del-l'industria per m"ez~odello Stato democratico e dei suoi organi di potere centrali,. re– gionali e comunali». Nemmeno uri accenno a forme di con- · trollo o di pàrtecipazion:e nella gestione d,i parte degli i;>pe-· rai e del personale tecnico ! . , Pian piano però questa. angusta ideologia ha ceduto il posto a una visione più larga, e al concetto di statizza.z1one è subentrato gradatamente il concetto di socializzazione, l'u– nico conforme all'ideale socialista. Il passo decisivo su que- . sta via fu fatto dal movimento « gildista », creaz10ne origi– nale e tipica del pens:ero soci,ilista inglese. Dal 1915,, cioè dopo la costituzione della Nationa/. Giii 1 11ds Lcogue, il gildi– smo è cominciato ad espandersi \argamente nel movimento trade-unionista e ad esercitare un'influenza decisiva su tutti i partiti socialisti 'inglesi: anche l'fodipende-nt Labo1tr Party conformò il proprio programma a;Ie ddee gildiste. E. oggi tutti i progetti di socializzazione, _«;laboratidalle organizza– zio.ni oper aie e dal partito laburista, si ispirano, p,ù o meno- a.lt concezioni fondamentàli della dottrina gildista. Il tr~tt o p iù caratteristico di quest'ultima consiste nell'in-· troduz;one dei principi dell'organizzazione democratica e del! autogoverno nelie fabbriche e nella gestione delle indu– strie e dei servizi nazionalizzati, gestione da affidare .non ad organi govern~tivi· buro,cratici, ma, in. ci~scuna azienda, a'.la rispettiva « gilda», cioe ad una associazione org~mzza– ta ai fini del pubblico serviz·o e cç,mprendente tutto_ il per– sonale - operai, amministratori, tecnici -, necessano all'e– sercizio dell'industria. Basta questo per vedete quale ab· sso divide il socialismo democratico dei laburisti dal socialismo statalista, autorita– rio e dispostico_ Comunque tra breve si avrà la possibilità di confrontare tra di lorq ( d•ue sis'temi di pianificaz-ione sociale dell'attivi– tà econom·ca: la pianificazione bolscevica, dittatona_le, rigi– damente statalista e burocratica, ma che pretende _ d, essere pienamente socialista, e ouella laburista,· democratiq1 e solo tendenzialmente socialista. Ta'.e involontaria emulazione, certo, fornirà un ricco ma– teriale di elementi fattivi _di confronto per valutare la re– lativa efficacia pratica e la razionalità dottrinale ,dei d1:e me– todi di costruzione sociale. Poterlo constatare e particolar– mente interessante nell'attuale momento, dato che il desti– no ·del mondo nel prossifI!o avvenire dipenderà non, solo

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