Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947
,32 CRITICA SOCIALE stabilizzare la moneta: senza questa premessa tutti nostri sforzi minacciano di 'cadere nel vuoto. Dato Io scarso suc– cesso del prestito interno, dato che le leggi fiscali le quaÙ dovrebbero dare un largo gettito sono ancora di là da veni· re e, anche se vengano subito, non potranno dare Sf non dopo un non breve lasso di tempo il "d•enaronecessario alla stabilizzazione, della moneta, che viceversa è urgente, non c'è evidentemente altra via che quella di contrarre un for– te· prestito estero, non _inferiore ad un miliardo di dollari. A questo dove"a mirare De Gasperi trasf-e_rendo le tratta– tive per on prestito dal lerrel]O economico al terreno so– ciale, mostrando che, se non si riesce ad evitare la catastrn– fe inflazionistica, l'Italia può andare i,ncontro a gravi tur– bamenti. In conclusione, se il viaggio dell'on. De Gasperi non v:i svalutato, perchè qualche risultato ha ottenuto, esso non va n,eppure sopravalutato, anche perchè non si generino illu– sioni che sarebbero pericolose e a cui sopravverrebbero de– lusioni non meno pericolose. Perciò non si può çertamente dire che il successo consegu'ito desse diritto all'on. De Ga– speri di•·passar s0pra ad ogni norma costituzipnale e di. far,e a's,s<:;gnamento~opra una incondizionata preventiva con– discendenza al modo d_alui ttnulo per aprire e, se ci riu– scirà, per risolvere la crisi. Per quali motivi e con quali int~ndimenti egli ,ha dato le dimissi~ni, aprendo una crisi èhe t'lon si vede ancora, dopo parecchi giorni, quale soluzione possa àvere? L'atto è giun– ·to così inatteso ed è sembrato così ingiustificato die è s-tata· avanzata l'ipotesi che De Gasperi· abbia dovuto ,·ottostare, non diciamo proprio ad una imposizione, ma ad un preciso suggerimento venutogli dal'.e sfere ufficiali americane. Se– condo questa ipo-t-esi,si sarebbe chiaramente detto o fatto ~apire al-l'on. De Gasperi che l'Italia, per meritare rl, con– tinuare ad avere aiuti dall'America, deve darsi un Governo la cui azione non sia pa,ralizzata dai contrasti tra gli ele– menti che ne fanno parte, clie non abbia nel suo seno forze capaci di suscitare turbolenze e le tenga an~i a, freno ·;m– che nella vita del Paese. Si sarebbe insomma trattato di fare un Ministero in grande maggioranza, alme~o relativa: composta di appartenenti alla democrazia cristiana, affian– cati da alcuni elementi di destra. o di, una d·emoc:·azia tt'lm– perata, e di tecnici atti a risolvere i più urgenti problemi, la cui pronta soluzione è ormai interesse, o'.trechè dell'Ita– lia, 'anche dei suoi creditori; tra i quali l'America è certa– mente in primissima Ìinea. J\!on vogliamo costruire nessuna argomentazione sopra questa ipotesi che non sappiamo se abbia fondamento, se anche ha, per il modo in ,ui' k cose si sono svolte, molti aspetti 1 di verisimiglianza. Si ha. infatti l'impressione che De Gaspe'ri si sia trattenuto dal comu– nicare il .suo divisamento tanto al Capo dello Stato quanto ai suoi colleghi nel Ministero ed abbia invece dato alla: ~ta'mpa la prima 'notizia dell'atto che stava per compier; quasi non volesse trovare nessuna forza che potesse tratte– nei-Io _dalcompiere. quell'atto al quà'e ·egli si era impegnato. Ma, ripetiamo, non vogliamo costruire sopra la sabbia mo- bile di una semplice irotesi_ ; Certamente non mancavano ragioni all'on. De Gasperi per desideràre una mutazione della compagine ministenale o, meg.'.io ancora, una mutazione net rapporti tra i d versi gruppi politici che lo compongono. Anzitutto è fuor di dub– bi-o che Ira i rappresentanti dei diversi partiti sono parecclii quelli che non hanno nessuna preparazione per le funzioni cui sono stati assunti e non hanno i:i.eppure cercato d1 fot– •marsela, tutti presi in un giuoco di schermaglie polemichc e· di reciproche insidie e dif.ese. Ma per ovviarè _.aquesto inconveniente n!:m c'era bisogno di una crisi aperta senz<1 nessuna precedente trattativa -o intesa. Assai meglio era convocare i capi dei diversi partiti che fanno parte della coalizione ministeriale e cercare con essi il modo di rendere più efficiente l'azione del Min,iste,ro, con una p'ù accurata scelta di persone compeknti a reggerè l'ufficio •oro asse– gna·to. E' certo poi che la democrazia cristiana da te.mpo septe il disagio della collaborazione coi partil;i di estrema. sim·· stra, specialmente coi comunisti, coi quali è continua, vera– meHte senza tregua, una vivace polemica, che non risparmia colpi di nes·sun·genere. E possiamo a!!che riconoscer.e ohe BibliotecaGinoBianco alcune de!le lagnanze che sono state mosse a questo ri· guardo dal Capo del Governo e dai suoi amici non sono de· stitùite di fondamento, perchè non p1 ,1òesse.re lecito ad uu partito che assume la corresponsabilità del governo conti-, nuare per lungo tempo a fare un doppiò gioco: scatenare in piazza una campagna per condannare un'azione politica e presentare a palazzo una proposta di approvazione a quel– la st~ssa azione; affermare quasi come.. programma esclu· sivo del proprio partito la necessità, per provvedere ai bi– sogni dello Stato e per compiere opera di giustizia ripara trice, 'di colpir<, le ricchezze ·accumulàte per il ~oncorso ,ii quelle circostanze che hanno seminato tanto dolore e tantd miseria n~-lla quasi totalità della popolazione, e prorogare ~oi indefinitame,nte la formulazione e presentazione di quellt proposte di legge destin:'!te appunto a provvedere a quei bisogni e ad a-ttuare que.lla giustizia. Ma, a parte il fatt<, che dell'accennata mancanza di lealtà-polemica il partito d.:– mocristiano non può muover-e accusa al partito comm,ista senza. sentirsela ritorce,re, con piena legittimità; a parte :1 fatto che non appare che nè il Pres'dente del Consiglio nè gli altri Ministri d:emocr,i~tiani, neppure que.lli più. diretta– mente l.uto;rizzati _per alfmi'tà, o connession~ di materia, ab– bia.no mai fatto alcun tenta'1ivo per affrettare la 1 resenta · zione d"i° quei progetti di l•egge, la cui applicazione, se fosse stata temp·estivamente .preparata e potesse fa,rsi sin d'ora, creer-e,bbe poderose possibilità di rinascita a questo nostr:> disgraziato paese che invece 112 manca e ne mancher1 :chi sa per quanto tempo ancora; à parte tutto <1,uesto, è chiàre é:he, per imporre ai comunisti di rinunziare al doppio giuo-– ~o ·e di compiere un'opera piò fattiva inv.ece che perdersi · 11 vacue promesse atte solo a suscitare pericolose aspettazioni, non c'era bisogrto di apri re la· orisi, a meno •che non si ·;n– tende,s~e di escludere i comunisti dalla nuoya combinazio– n-2- ministeria!•e. Ma De Gasperi sa bene ohe, volendo esclu– dere i comunisti, egli lll,Onpuò avere la collaborazione' nep– pure· dei socialisti del 'P.S.-I. nè quella dei repubblicani, che anzi hanno· dichiar\lt·o di dover' rimanere fuori. in ogni ca– so. Egli sap·e,va poi çhe non -pot-e,vaassolutamente fare as· . segnamento- su:la nostra collaborazione, sia perchè noi ab– biamo anticipatamente dichiarato di volere e dovere- in questo momento attendere solo a organizzare le Hostre for– ze. per poter p·repararci ad esercitare nella vita <lei paese quella azione· che c.onsidett'iamo sia compito nostro, sia per chè in nessun caso accetteremmo di entrare in una com– binazione ministeriale dalla quale fossero esclu,e !-e a,tre 1 forze di sinistra. In conclusione, ,o l'on. De Gasperi dovrà costituire 'Jn Min'stero composto prevalentemente dei suoi amici polit"ci, cori partecipazione di ,_alcuni e)ementi tecnici e di altre per sone o cli Mstra o di sbiadito colo,re po!itico ·e, :n tal caso, avendo· contro di sè, ,nataralmente, i partiti della cui. colla– borazione si è disfatto, dovrà poggiare ver-so destra e reg– gei:si con l'apJloggio dei liberali e dei qualunquisti, comprn– me.ttendo c;osì la fisionomia democratica che il suo P,artito ha tenuto sempre ad· aff~-rmare e perdendo anéhe un certo seguito nel paese e creando un pericolo grave di. crisi nel suo partito, -le cu' ali sono state fifl qui tenute ins:.eme mo:– to fàticosàmentt'l. Oppure, se egli vorrà evitare una sim1] 0 necessità, piegandosi a.Il~ quale concluderebbe in maniera non certo .onorevo'.e la sua carriera politica, ·e allora <\,ovrà per for~a p_ieg-arsiad avere la collaborazione dei comuni– sti, i quali, ~apendo di essere necessari alla soluzione della crisi, _non saranno facilmente disposti a ,subire quelle con– dizioni che !'on. De Gasper,i volesse imp0rre loro di accet– tare. Inso~rtJ.a ptterrebbe meno di quello eh.e avrebbe poti.a- . to ottenere se avesse sèelto' altra via di trattative che non l'arbitraria apertura della crisi in modo così lontano da ogni norma costituzionale e cosl repugnante ad ogni sano prin· cipio di democrazia. . N•el momento i.h cui scriviàmo non è dato pre.:ec:iere qua– le potrà esse,re· la so!uzione dellàl crisi, forse destinata a tardare ancora per parec;:hi gio·rni, sia che De Gasperi rie– sca a mettere insie.m6 una qualsiasi co"mbinazi'one, forse ·de– stinata a vita ,contrastata ·e breve, sia che egli debba rinun· zi_are all'incarico, il quale passi pertanto 'ad altri che. dovrà faticare noi) poco per creare un acçorclo sul programma e \trovare persone adatte. Certo questa crisi nòn può che ac·
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