Critica Sociale - anno XXXIX - n. 1 - 1 gennaio 1947

CBITIC~ S,O.CIALE / ~in1trmliJIHiione e iinia[aUoperai io Ruuia Ne! suo racconto- di cose viste ,nella Russia sovietica A. Pkcin (1) distingue, due ~ivoluzio_ni bo'.sceviche, la prima <1< distruttiva», la seconda « ricostruttiva», il che si. con– forma alla definizione della socializzazione agraria del 1929 data· dallo stesso Stalin,: tma rivoluzione « e(òJuiva– lente, per le sue conseguenze, alla rivoluzione d'ottobre . del 1917 » e la ctli originalità consiste .nei fa.tto di esser « stata compiuta dall'alto, per inizi'ativa del potere sta– tale, col diretto aiuto,• dal basso, di milioni di contadini». Negli articoli precedenti abbiamo tracciato\ l'evoluzione .dfri.sindacati operai della Russia sovietica nel'.a prima rivo• luzione leninista dall'ottobre 1917 alla NEP, nel 1921. Se– guiremo per 'sommi capi, nel presente articolo, gli sviluppi ulteriori della posizione dei sindacati nella seconcla rivolu– zione staliniana, che il Piccin guarda cogli occhi del tec– nico. Le fonti capitali per là. storia della rivoluzione stàli– .ni,ma sono però « Lè. questioni del lentinisnvo » di Stalin e la già citata storia ufficiale del Partito Comunista russo, di Stalin e altri, ·scritta nel 1937 (2) « potente strumento .ideologico dei bolscevismo », secondo un editoriale del q; Bols,;evik » e, per il prof: Dragoni (3), « opera altamente jnteressante e importante da ogni punto di vista», un « ca– techismo di ciò che ogni comunista dev,e vedere nelì'anda- . mento della rivoluzione». Ma la «storia» si ispira e fa ·costante riferimento, come a sua fonte, all'altra opera, . che le serve di necessaria glossa e di dooumentaz:one. La •N.E.P. e l'iJ,rÙooizzazionedel lavoro. 'fra le due rivoluzioni si inserisce la N.'l(P., la quale . rappresenta un intermezzo, un «termidoro» provvis~rio, tra le due fasi della rivoluzione, quella leninista e qÙella sta– liniana,. la quale riprende, su misura più. vasta e con ritmo più· accelerato, i problemi del1a prima e ripresenta in par– te, potenziandoli, ·i fenomeni e le fasi del primo ciclo. ,Inaugurata nella primavera del 1921 come reazione al comunismo di guerra e compromesso tra comunismo ed eco– nomia' libera, coll'effetto poLtièo di uno scisma importantfr nel Partito e i'espu'.sione di circa un quarto ·dei' suòi membri « estremisti », la N.E.P., se non una Festau.razione· del ca– pitalismo, come era stata creduta, rappresentava un rallen– tamento delle misure coattive del periodo' precedente. Lia:. trasformazione. delle requisizioni dei prodotti agricoli in . una specie ·di imposta in natura di misura inferiore è il punto _centrale della N.E.P., la quale riconosceva inoltre. una certa attività commerciale libera, e autorizzava, sot~o cerle cautele, il funzionamento di industrie private· senza salariati, restando però fermo lo scopb ultimo della piena collettivizzazione de11'industria e çlel commercio, come ten– denza e sforzo essenziale dello Stato sovietico. Sviluppo delle forze produttive ed eliminazione senza violenza dell'e– conomia merc;antile: questo era in sostanza il principio ge– nerale della lotta per il socialismo sul terreno nuovo della N.E.P., che il Laurat riassull)eva nella formula: produrre e commerciare meglio dei capitale privato' per ,soddisfare meglio di questo i bisogµi della popola:aione; lo stesso prin– cipio affermato da Lenin nel suo primo tentativo· di N .E.IP, . nel .1918, di cui abbiamo a suo tempo parlato. Anche nel campo della organizzazione del lavoro la N.E.P. porta a profondi cambiamenti rispetto al precedente periodo del « comunismo di guerra». Vi,ene abolito il ser– vizip obbligatorio del lavoro istituito nel 1920 e la sua'. sop– pressione, come base· dell'organizzazione del lavoro in Rus– sia, è consacrata anche nel Codice ~l Javor,o del 1922 e nel ·dicembre dello stesso anno· 'sono istituite borse del lavoro paritetiche per i'l collocamento della mano d'opera. I sa– lari i~ natura, ultimo vestigio del comunismo di guerra, ven– gono aboliti. nel 1g22, col ritorno all'economia monetaria. Abolito anche il principio egualitario nella· determinazione dei salari, indipendentemente. dalla qualificazione, che ..era a-li.abase della 'politica del vettovagliamento praticata pre– cedentemenfe. Il salario a cottimo, soppresso nei pr-imi km– pi della rivoluzione e ripristinato parzialmente nel 1918, di– venta col 1921 il principio generale per la determinazione -delle paghe. Nelio stesso tempo, la dittatura del Consiglio panru.sso dei simlacati in materia di salari, confermato, an- . cora col decreto del 1920, viene pure soppressa, e la fissa- (1) A. P1cc1N: La Russia sovietlc11 vista dall'uomo· della ·stra– da. - Roma; Editoriale Romana, 1945. (2) Sloria del Parlito Comunista bolscevico dell'U ,H.8.1>, - Mo– sca, Edizioni In Lingue estere, 1945 e G. ST.&LIN: Questio– ni del Leninismo, jdom, 1946;· ·• _(3) C. DRAGON\l: Le basi economiche <1:ell'agricoltilr~ sovietica. - Bari, Macrl, 1945. _:Zione .dei salari .viene fatta a mezzo dei contratti collettivi che· nel precedente periodo avevano perduto il caratter; di liberi accordi tr.a le parti e che si diffonderan~o soprat– tutto dopo la seconda metà d€;J 1922. Tutto ciò porta con sè quei cambiamenti anche nella posizione e furazione dei sin– dacati operai, çhe sono ampiamente documentati nelle già citate monografie dei 1924 e dei 1930 del 13.I.T., nella se· rie degli « Etudes et docwment,r », la seconda a cura di S, Zagorski. · Il Codice del Lavoro dei r922 ne d,isciplinerà funzioni e ·poteri, facendo del Consiglio di fabbrica l'organo prima– rio del sindacato, riconoscendo un solo sindacato come. rap– presentante legale dei lavoratori e assegnando loro vasti compiti né!. campo del regolamento dfri inercato del lavoro e dei çontratto di lavoro, della protezione- dei lavoro, dei regola:nent\ interni, dell'ispeziooe del lavoro, delle assicu– ra201omsociali e della determinazione d'accordo con la· di– rezione del.le imprese, delle regole relative alla produzione. D'altra parte, l'abolizione dell'adesione forzata ai sindacati m~rcè la trattenuta obbligatoria sulla paga co'.pisce in un primo tempo gravemente le organizzazioni operaie, le qua.Ji perdono d, colpo la metà dei loro soci : da 8,5 a: 4,~ milioni. I_~indacati, diventati nel periodo anteriore organi burocra– tici, •esasperatamente centralizzati e semplici « annunzia– tori di decreti », si erano infatti trasformati in « unioni di anime morte», per aver perduto .il contatto e la fiducia delle inas,se, che li consideravano organi di Stato, strumenti· nelle. mani della onnipotente burocrazia dirigente, .anche contro gli interessi della classe operaia, qualcosa insomma come i sindacati dei regimi totalitari. La diminuzione del– le entrate li costring~rà a smobìlitare largamente il loro enorme apparato burocratico, formatosi durante il periodo del comunismo dì guerra, una vera· « elefantiasi burocra– tica» . ' , I sindacati sot.to /(JJ N.E..P. Abbiamo· visto nei precedenti articoli con;te le orgap.iz – zazioni operaie nel periodo leninista fossero 'state progres– sivamente spodestate dalla posii:iobe preminente che aveva– no goduta, dall'inizio della rivoluzione ,nel!'organizzazione della vita econpmica e come fossero state escluse dal dise.t– to intfrrvt,nto nella gestione delle imprese e subordinate al Partito nello stesso tempo che si affermava il principio del comando unico .neHe imprese, rimasto dei resto ancora per parecchio tempo 'in gran parte _affermazione teorica. Pur nella stretta, subordìnazione al Partito e al potere po– li,tico, v.ennero riconosciuti ai' sindacati _operai, alla soglia della N.E.P., caratteri e funzioni, come si è visto, in certo senso affini a quelli tradizionali deg!i altri paesi. Una for– ma limitata di tradunionismo, la cui libertà d'azione era li– mitata dalle esigenze della « pace industriale» e dal con– trollo dello Stato sull'industria, -così da perdere il carat· tere tipico di organi per la lotta industriale in potenza o in atto, come sono i sindacati operai dei regimi capitalistict. Quei princjpi venivano riconfermati nelle significative «tesi» del Comitato centrale del P C. sulla funzione •e i compiti dei sindacati sotto la N.E.P., scritte dallo stesso Lenin, pubblicate all'inizio del 1922 ,e rimaste la carta fon– damentale del m.ovimento sindacale russo per tutto il corso della N.E.P. fino ai r928 (4). Il documento afferma la ne– cessità· di accrescere la produttività del lavoro e il dovere dei sindacati di difendere <:on energia ma oon metodì pa– cifici g!i speciali interessi dei lavoratori e di. intervenire contro « le distorsioni burocraticlie » dell'apparato statale e contro « le. corte vedute e lo zelo eccessivo» dèlla dire– zione delle imprese twppo. preoc·cupate di sanare i deficit. Lo sciopero non è dichiarato ,espressamente delitto, ma si afferma che in un paese che ha un governo proletario il ricorso allo sciopero non può considerarsi che un assalto burocratiso al governo pro'.etario e una so·pravvivenza del passato capitalista e delle sue istituzioni da un lato e la dimostrazionè della ma.ncanza di maturità politica e della retrività culturale degli operai dall'altro. Di fatto, non soltanto lo sciopero, ma anche. ·la piu mite protesta da parte degli operai 11elle fabbriche era bollata come .controrivoluzionaria. E di ciò si erano ben resi conto i sindacati operai, e specialmente il Presidente del Cdns.i– glio centrale dei sindacati, il '.Comsky, il quale cerca di e– vitare il più possibile .conflitti ,tra operai e governo, ricor– rendo ad a'.tre vie per la protezione degli operai, quali i comitati dei re.clami e gli uffici di coociliazione. Secondo il nuovo orientamento della Confederazione dei sindacati, questi erano infat,ti sollecitati a concentrare la propria at- . (4) Se ne' veda 11 :lesto nell'opera• d,i BJKNSTOCK·- ScHWARZ - Yu– GOW: •La direzione ci'eue 8.ziende industriali e agrico1e nel-· l'U.R!.S.S,, (Todno, Einaudi, 1946), che è fra ·1e più istrut– tive su tu~a questa mate~ia.

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