Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 24 - 15 dicembre 1946
400 CRITICASOCIALE , VERSO IL CONGR.ESSO La deliberazione, presa dalla Direzione del -Partito, con 5 voti contro 4 e un astenuto, di affrettare. di oltre due mesi la convocazione del Congresso Naz~onale è stato un atto di ·vera sopraffazione e non può certamente ave– re la nostra approvazione. Se anche è vero che i clamori polemici. suscitati dalle interviste Saragat e· Zagari, le qua– li erano state precedute dall'intervista Basso con un re– dattore dello· stesso «borghese» Giornale d'Italia,, avevano destato un certo fermento, era però evidente a tutti gli osservatori sere~i e in buona fede che, per placare questo fermento, sarebbe bastato. un lieve trascorrere di tempo e non era neçessario l'annunzio dell'anticipata convocazio– ne del Congresso, la quale non poteva avere, anzi, altro 'ri– risultato che di manteneve vivo e render stabil-e per alcune settimane quel fermento. E se si pensa poi che questo era stato generato soprattutto dalle polemiche intonio al mo– do di interpretare e 'di a,pp'.icare il patto di unità d'azione, che, nei' discorsi pronunziati a Catania e a _La Spezia dal Presidente, · non corrispondeva certamente alle intenzioni con le quali Saragat, §imonini, Lombardo avev.ano dato il loro voto favorevole alld stipulazione di quel patto, tanto meno apparirà opportuna l'anticipata convocazione, perchè bisognava invece attendere che il Partito avesse fatto l'esperienza di alcuni· mesi del modo in cui il patto era fatto funzionare e degli effetti che la sua applicazione produceva, perchè il Congresso potesse dare un ponderato :indizio e assumere un netto e consapevole atteggiamento. E' vero che il Partito attende da parecchi mesi il suo nuovo statuto definitivo, la cui approvazione urge per dare .una vita più regolart"alle Sezioni, alle Feder~zioni, ,al Par– tito nel suo complesso; ma è altrettanto vero che il de- . side~io di una pronta app~ovazione dello Statuto non ha avuto nessuna parte ne.Ua deliberazione di affrettare la con– vocazione del Congresso, il quale d'altra parte, anche su questo punto, avrebbe potuto prendere meditate delibera– zioni solo se lo schema di statuto, che nessuno ancora co– nosce fosse stato dis·tribuito da tempo per dar modo -alle. Sezio~i e ai Congressi Provinciali di discuterne per dare ·un mandato preciso ai loro rappresentanti al_ Congres~o Na,- ·,zionale. E' evidente pertanto - ed è doloroso d?verlo confessa– re -· che· l'anticipazione ·del Congresso non è stata vo'.uta nell'interesse del_ Partito, ma nell'interesse di una fazione, che ha pensato così di -sorprendére alla sprovvista le altre tendenze e di toglier loro la possibilità di compiere quella ·preparazione che essa aveva già in ·parte compiu_ta e per la- qµale conta di trovarsi, rispetto a queste, in .condizioni di privilegio per. conseguire la vittoria.· Ma noi speriamo cqe, nonostante il tristp costume, che costoro hanno· dif- . fuso, di arrogante dominio da una parte, di ossequio ser– vile dall'jdtra contro questi sistemi ~che ncin fanno onore ad un Pl!rtit~ ricco di una tradizione ,di onestà -e di leaÙà, sorga u~a sada e vigorosa reazione. · · Noi frattanto al Congresso ·andiamo preparandoci con tantissimo che sul suo nome ·si siano raccolti 575 su 590 votanti. ,E' forse un ufficio di mediazione a ctJi il no,stro Partito deve assoggettarsi in Francia? No;. è un còmpito di arbitro e di guida; è i_lsegno che in esso si vede la sola forza .capace .di raceo– gliere intorno a sè, nelle difficoltà dell'azione, tu_tte le ·energie risolute a salvare la Quarta Repubblica e ad attuare gli sviluppi della ricostituita democra– •zia. E questo è certamente il risultato della tenacia con cui il Partito Socialista ha difeso la sua auto– nomia e salvato· da ogni contaminazione di destra o .di pseudosinistra la ·sua -fisionomia di socialismo schiettamente de111ocratirn. U, G. M_. BibliotecaGino Bianco serenità e con Ìa nostra consueta dirittura, dalla quale non riuscirà a rimuoverci neppure la necessità di sventare le manovre con cui qualche altra corrente va cercando di otte– nere il sopravvepto Noi assistiamo con dolore a questa azione che si conduce in nome del nostro Partito per smi– nuirne giorno per giorno l'indipendenza dell'inizialiva e l'effibcia dell'azione; che si conduce in nome dei nostro ideale per rendere ogni giorno più difficile e lontano quel successo che le congiunture del tempo e l'aspettazione di tanti animi desi.derosi di libertà e di giustizia gli promet– tevano· pochi mesi addietro. Noi speriamo, noi vogliam" sperare ch_e la possibilità di questo successo non sia an– cora tramontata, se anche per conseguirlo dovremo supe– rare difficoltà più gravi e sostenere lotte· più aspre di quel– le che ,avremmo dovuto un anno addietro. Nel mondo di– sorie~tato, nella ineffici.enza cli tutti i partiti, una aspetta– zione è ·sempre viva in quegli spiriti che non vogliono ri– tenere spenta per sempre ogni speranza di avvenire; e a questa speranza - 1~ senti'amo e crediamo cli poterlo af- . fermare con ogni vigore - solo il nostro Partito e l'idea– lità che esso impersona e il metodo che esso segue posson• corrispondere. -Anche se entro il nostro Partito continue– •ranno, come è purtroppo, a operare ten,icemente, ·e con tut•. te le• armi anche meno leali, forze che al nostrç, Par;tite cercano di impedire l'adempimento cieli.i sua funzione e il succe~so che queste, certamente gli schiuderebbe, noi ri– marremo fermi a lottaré·. Noi abbiamo ancora una speranza che -gli avvenimenti stessi cli questi giorni, e la· reazione con cui ,si è già manifestata la delusione del Paese per gli er– rori commessi nei mesi aclclietrò dai dirigenti ciel nostre Partito, servano ad aprire gli occhi a molti -che fin qui si scino rifiutati di guardare in faccia la realtà e portino quin- , cli nel prossimo Congresso ad un chiarimento più preciso •e che abbia una conclusione più definitiva di quel ·hiari– mento embrionale che sembrò verificarsi nel Congress• cli Firenze, .Ma se anche questo, per dolorosa ipotesi, doves- se non avvenire, noi non abl?andoneremo il- nostro poste, di battaglia, entro il Partito; purchè ci sia lasciata libertà di continuàre a lottare, indiviçlualmente e collettivamente, con tutti i mezzi leali che ia nostra fede, può· suggerirci ed ispirarci, per il trionfo della nostre idee, che vuol dire dello schietto ideale di democrazia socialista, per il bene cfel- proletariato, e, possiamo dirlo $enza iattanza, per 'il ·bene di tutta la Nazione. Avvertiamo soltanto tutti i compagni - contro le mene c1egli scissionisti che si ammantano del nome di unitari - che ogni limitazione che in forma aperta o ipocrita si vo– lesse far.e contro la' libertà di propaganda delle nostre· ìdee, in nome di• una disciplina 'che proprio coloro cne !':nvc;ca– no sono stati i primi a violare, noi la consideren'!mo come una forma larvata di. _espulsione nostra da-I Partito, dove dovremmo altrimenti restare privi di anima e di dignita, esclusi dal diritto, di cittadinanza, *'* * Pubblichiamo qui avanti: la mozione che i nostri am1c1 presenteranno al prossimo Congresso nazionale; l'articolo col quale sull'Avanti! ·(edizione milanese) del 6 corrente esso ha nettamente, ma con ponderato equilibrio, precisa- . to la sua posizione nel dibattito che si è svolto •n' giorni ' scorsi e dovrà avere l'epilogo nel prossimo Congresso; e pubblichiamo infine alcuni articoli che intorno al r•roblema in discussione çi hanno mandato amici che vivono lontani da noi, ma seguono con comprensione e con simpatia l'o– pera nostra. · LA' CRITICA Soc rALE I LA NOSTRA -MOZIONE Il .Congresso, deplora che la Dir.ezvone del, Partito, sJ>recialmente per– l'azione perisonaLedel Presidente e degli esponenti dPll'à stia f,razicne, n·on ·abbia tenuto fede «i ,tklibtra4i de:/ Congres-.t:
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