Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 24 - 15 dicembre 1946
CRITICA SOCIALE FATTI E COMMENTI ' . della stampa .estera C'YNFLAZIONE UNGHERESE. Il MatLchesler Gua~dian del 21 novembre pubblica un inte– ressante articolo di N. Kaldor suU'lnflaz ..one ungher,se, di cui dian10 un ~pio riassunto. « Per caratterizzare l'inflazione dello scorso anno In Unghe– ria, basta ri-cordare i termini divenuti di uso c001une nei con– ·teggi ordinari: quadrilioni, qulntilloni, sestilioni. La nuova unità, iJ fiorino, val~, rispetto al vecchio pengo, la somma di 400 mila quadrilioni. . Il ril~o dell'aumento dei prezzi, che nei mesi da ottobre a marzo si ~antenne nella media dell'8% al giorno, superò il 1.500% la settimana -nel mes·, di roagglo, e a luglio -la cifra di 1.500.000 la settimana, vale a dire che i prezzi venivano qufot111plicali ogni g: orno. Tutto a un tratto il fenC\!Ileno cessò. Il 1° agosto fu. intro– dotta la nuova valuta, e da allori· in poi i prezzi sono. atldati · diminuendo. L'inflazione e.dette il posto alla deflazione; s·com– puvero di colpo gli sç'a:ni di cambiavalute, speculatori e borsari neri e, in breve to::npo, Budap.st assu1ise un aspett,o da lungo tempo dLmenticato: abbondanza di roerci nelle bot– teghe e carenza di conipratori; caffè e ristoranti vuoti; circQli notturni costretti a 1..hiudere. Verso la fine del mese, la di– soccupazione div,nne minacciosa e preoccupante; il 40•% degù "peral edili rimase senza lavoro e il Di,eastero del Lavor-i ·Puh– blic) fu incaricato di elaborare nuovi progetti di. lavori. Come mai era avvenuto ciò? L'enorme inflazione di clas– sico tipo ted.sco, avvenuta in Ungheria ed in Grecia, ebbe o– rigine dal cocnplelo ·sfa-celo del controlli economici in un pe– riodo di esÌrema penuria. Lo sforzo bellico ungherese non ebbe· ma.i un carattere molto S~rlo; i controlli furono introdotti a tnaLincuore e il raz)ona,,;nento fu l'.mitato ad un piccolo nu- mero di derrate alimèntari principali. · Dopo la' liberazione. di Budapest ad opera dei russi, si vide . ohe la ~nacchina am~!n;strativa era virtualmente in~sistente; per sfuggire all'a-ffa.mamento, l'unica speranza consisteva nel CODll!Ileroio privato. Fu durique abolita quaiunque restrizione• e Instaurata per quattro mesi una politita di completa tolle– ranza. Cost la popolazione riuscl a sopravvivere, ma .il ,costo della vità superò di quindici volte il livello precedente. E lo· aumento sal'ebbe stato tinche più forte s.~ la valuta rlon fosse stata, C()fllle era, ass·al '.»carsa. Nel mese di agosto la situazione alimentare era qiigllorata e j piezzi erano note'\:oln1ente diminuiti. Ndl'autunno; tuttavia, per far fronte a forti ·•:npegni assuntj a titolo di riparazioni, il Governo dov:ette concedere larghissimi crediti all'industria, e contemporan,a•mente le organjzzazioni sindacali cercaVano d1 ottenere gli aumenti salariali éorrispondenli, sia pure· in minima misura, all'aumentato ,costo della vita. L:accelerazio– ne dell'inflazione divenne jnevltabllc. All<? s·copo di atLDlentare i proventi delle l.:;:uposte, che erano scesi ed una frazione cnin'ma delle s.p.t1e pubbliche a causa della Inflazione, fu applicalo nel mese di gennaio l'espediente del « pengo-tassa », vale a dire tutti gli onlri fi.scali veriivano automaticamente inaspriti . secondo la scala mobile, cosi da corrispondere ai mutrunenti dell'indice de_l -costo della vita. Le– banche furonò. costretto ad ap"rlre depefsjti di « pengo-tassa », che offrivano al. dèpositanti una garanzia contro il deprezza– mento delle soonme depos'tate. Il provvedimento ebbe te,npo– reneam.nte un effetto salutare roa fini per imporre alle ban– che un11 somma di lavoro schiacciante. Infatti la gente si ere abituata a tenere' In deposito i propri risparmi per la notte ed a ritirar!.! al mattino · successivo. Fra il gennaio e r'apr!le il valore r.·aJe del « pengo-tassa » rimase costante, ma nel rnes·e di maggio si concepi l'idea di &.'Ilettere banconote da' « pengo-tassa »· come muzo di scambio secondario. In breve tempo .le banconote da pengo-tassa » spaz– zarono via complel8'llent_e dalla c'rcolaz.lone le. ·bancon9te da pengO « ordinarj » e i· prezz.i dei « peµgO-tassa » cOminciarono a salire con la stessa rap'dità di prima. E cosi, nel giro di poche settimane, venne 4. consumato » un secondo sistlma di ,•aiuta. Fortunats,-;nente ere già pronta le sostituzio~ cou una altra valuta, .stabl\)ta su basi più solide, il fiorino. Qua.Il sono •!ali 1111 effetti reali sull',conom'a di quest'arino di Inflazione? Indubbiamente, durante tutto questo periodo il valore reale dei redditi - stipendi e salari - è rimasto assai ba110. · gli espedienti dell'aumento scalare automatico delle e,ntrat~ sono s1._11·efficaci soltanto In parte. Quanto più fre- quentemente •l procedeva ell'aùnttnmento dei salari e deg_li ,... --: stipendi (prima ciò avve1!lvu una volta la settlcuan~; poi due ,·olle, infine tutti i giorni) tanto più rap'd'! u-a il ritmo del– l'inflazione; 11011 si r:uscl wai a ragguagliarli al livello dei prezzi. D'altra parte, l',inflO.zione sti:nolò gli investin1enti in ~ capitalj fissj. Numerose riparazioni e. ricostruz'.oni di case, fabbriche, ferrçvie, ponti venpero compiute con, un ritmo nc– celerato. Infine l'inflaz'one fece dl,minuire fortemente la produttlvitù. generale, dato l'impulso che ,bbe da essa ogni sorta di atti– vità in1produttivn. La mano· d'opera era cosi a buon menato che i datori di lavoro l'adoperavano a profusione, senza te– ner conto delle condizioni economi-che ordinarie. ·ora la· ridu– z·on~ ùi tutte queste attività i,;np,·oduttiv~, e in modo parti– cola.re il licenziamento di numerosissimi. h.-npiegati s~perflui, è forse il più doloroso degli effetti secondarì dell'infli,zion,•. Glj stipendi vennero a perder< qualunque rapporto col va– lore effetfvo del lavoro compiuto; i guadagni consistevano, nella proporzione f1ell'80 al 90.%, nel « n1·nirno di ·calori ... » pagato p1·oporztonalmeute al ·nn:nero dei dipenderiti e pre– ~dndendo completa,.'tlente dalla quantità di lavoro compiuto, cosi che v:enlvano a mancare gli incentiv~. usuali all'efficien:ia del lavoro. l'/ELL'AUSTRI,A UCCUPATA. La ReutJ.e Socialis1e dj nove:nbrc pubblica un impQrtante ar– ticolo di Fritz Adler, -che non ha potuto essere pubblicato in AUstria, Su « Particolarismo e internazionalismo - La situazione t)ell'Austria o.cupata ». L'Adler r.=leva la mis.r:a n19rale e ma– teriaie su,cceduta alla bestiale dHtatura hitleriana, 1)1:scria che iµ Austrin è accresciuta dal fatto che un paese cosi piccolo è d:viso in quattro zone, il che fatah;nente. trascina con sè « unn terribile tenta~ionr al conformismo di fronte ~gli occupanti ». ·Contro questo nttegglamento l'opera dei socialisti· austriaci- -non rpuò essere. comp:\.tfl\mente efficace, in quanto « n Ila se– dlcentP Austria l"b ra, le leggi consacrantj"•Ja libertà e prima di tutto la libertà di stampa, sono ri-diventate illusione». L.A. cita il caso di jugulaz.'one de1l'organo · sociaJista Linzer 1'agl>latl ; nfl. febbraio 1946. - Questa j(1gulazlone è stata provocala dal portavoce letterario dei cbn1un 1 sti austriaci, Ernst Fis,her, cort la· solidarietà d~i capi militari amet·icani di Linz, col pret~sto dj un artic0lo, in cui sl co,mbatteva il nazional'smo austriaco propugnato cosl tlni comunisti co.':Tledai pnrtiti borghesi. L'art.'colo incr:minalo con– dannava nper.hvnente le colpe dei nazisti; ma· si opponeva ancl;c a}!'opportunismo che vorrebbe scoprire negli austriaci unn na– zionalità diversa da qu. 11a tedesca, secondo« una esi'genza delln· strategiu di pac~ tlei-paesj vincitori» a lUi « è fac .. le per i clr– ricali, per i rnona1,ch:ci e p'er i comunisti .sottomettersi». Ma per i socialisti, i quali sostennero, co;ne scriss~ Otto Daue1· nel 1938, che« il popolo austr·aco non poteva essere liberato per mezzo della separazione dal Reich, .n1a unican1ente dalla 1·ivoluzionc tedesca contro il fascis:no tedesco, i,l problema non Può. rsserc risolto lOSl semplicislica,-:nente, nè la comun'tà di Ungul\, di tradi– zioni, di nn1.'onalità, p~ò essere voJutam.ente .rinnegata per una opportunità motnentnnra. La soluzione non, può venire che· dal soci.al ' smo, che è contrnrio al nazionalismo, sia ridotto a un solo paese co·.:ne si fa ora, sia della ~ grande G rman:a l) come ha fatto il nnzis1no. Ma evidentamentè il s'bcialis.rrio è lontrario al piani deJ.Jc grnndi potenze, ed i loro portavoce si incRricano d •combatterlo. p. ga. Ciò che si stampa ALBERTO ALaEnT1N1, Vita di Luigi Albertini; UMDERTO Noo1Le, Posso dir,e la verità; SEM BENELL1, iSchiavilù ). EucARDIO Mo-\ MIGLIANO, Storia tragit a. e· grottesca del raz:zis1u.o fascista: tutti editi da Arnoldo Mondadori; Milano, · 1946. Parliamo con forte ritardo di questi libri editi dalla Casa· Mondadori, i quali, pur trattando argomenti assai diversi, hanno il carattere comune di accuse contro le malefatte del regime fascista. · La vita di Luigi Albertlnl ha notévole importanza come bio– grafia di un uomo che ebbe ,dotj assai notevoli e, nel campo dell'organizzazione glornalist;ca, veramente di primo piano. C1rto il libro s·arebbe stato più Interessante se anche nella prima parte l'autore, Invece che manter.ere ristretta la nar– raz·one entro l'ambito dell'azienda giornalistica che l'Alber– tinl sviluppò con tanta sapienza e fortuna e delle persone con le quali ebbe più frequenti rapporti per tale sua attività, l'a: vesse allacciata a tutto il quadro della vita nazionale di quel periodo di tecnpo.Più Interessante la I conda ,parte, che, ol– tre a mettere in luce quelle cbe furono le migliori doti deh
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