Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 24 - 15 dicembre 1946
412 CRITICA SOCIALE · L_line! tonf amentali. e preiuppnni i~eoiogi[i dellapoliticaesterasovietica · La politka estera della Unione Sovietica si determina oggi non più soltanto in base ai principi della cl\lssica dot– trina marxista, ma anche, e principalmente, aderendo, con senso rea.listico, ai dati conc.,reti della situaziorie inter nazionale, la quale si svolge e muta di momento in· mo- mento. . Alla formazione delle linee direttive della· politica este– ra sovietica durante il periodo staliniano hanno contribui– to vari elementi di· carattere teorico e pratico. Anzitutto la politica estera dell'U.R.S.S. è connessa co~ principi rivoluzionari del leninismo. j quali affermal)o non' essere più possibile oggi, nella fase imperialistica del ca– pitalismo, considerare se in questo o quel paese capitalista esistono o meQo le condizioni oggettive per la rivoluzione proletaria ed agire soltanto quando tali condizioni si siano · maturate 'completamente. La teoria leninista afferma che l'azione rivoluzionaria deve svolgersi in base a una consi– derazione più generale, e cioè se' esistano o meno le con; dizioni oggettive per l'avvento del comunismo nel comples- pronta capacità realizzatrice dei regimi totalitari nei con– fronti della democrazia, ed a cercare invano la formula che sa:vaguardi i valori democratici s)!nza rinunciare alla superiocità org;inizzativa di quelli totalitari. Ha risolta Quarto Sta,to questa quadratura del circolo? E come imposterà il rapporto tra la classe e i suòi capi?" (A nostro avviso, i criteri cui socialisti e comunisti obbedi– scono pei- stabilire quel rapporto sono antitetici, e in nessun modo « sinte'tizzabjli »). . t * * Noi chiediamo a Quarto Stato ~e accanto o in mezzo ai. due socialismi tradizionali sia possibile un terzo socialismo, e qua:e sia; se la critica che esso muove alla posizione della Critica So•;~al,e parta da un punto di vista differ,énte da quello cotnunista, e da quale; se, accettando il leninismo co– rno sola vera interpretazione del marxismo, sia possibile co– struire un socialismo che non sia comunismo; e non lo sia, non 'per differenze di ·politica contingente, ma per sostan– ziali ragioni ideologiche e di metodo. Noi vogliamo sapere se sia possibile una :terza· via la. quale, pur cond_annando il socialismo tradizionale con gli stessi argomenti che da Li– .vorno in poi vengono por.lati in campo dai .comunisti, _re– sti una via socialista. Il resto non serve a chiarire la posi– zione : non serve nemmeno la proclamata e lodevole inten– zione di ricondurre ad unità i due tronconi politici del pro– letariato, perchè pensiamo che tale intenzione debb~ esiste– re nel c_uore di ogni sincero proletario, sia esso socialista o comunista. Ma allo stato attuale delle cose, è possibile al– tro metodo che quello della conversione? Tutto ·questo noi chiediamo a Quarto Stato, per un biso– gno di sincerità, di lealtà, di chiarezza. E' immmente un Congresso d'importanza eccezionale, dove ogni compagno dovrà impegnarsi., dove il non volersi compromettere sarà· viltà. Questa non è l'ora delle abili mozioni e dei discorsi mascherati; è l'ora delle parole fuori dai denti. I compagni sanno quàl'è il socialismo di Critica e qual'è il suo domani, così come sanno altrettanto chiaramente qual'è il sociali– smo, e quale \J suo domani, per Compiti nuovi, che ha scel– to l'altra strada senza finzioni. E- di ciò gli va data lode. (1) . Ma la terza strada, compagni, è possibild E: qual'è? I compagni di Iniziqt·iva sembrano voler impostar~ il pro– blema, ma ne precludono la soluzione cercando di indivi– duare il terzo so.cialismo sul piano della politica contingen– te (restare o- no al potere,· ecc.): dove· tlicono cose anche in– teressanti e praticamente utili, impegnati in uno sforzo cri– tico notevol e, ·ma resta no sempre su un piano che non può condurre o suggeri.re uno sbocco nuovo alla vecchia anti– tesi dei due socialismi. Quarto StaDa continua intanto a combattere la sua bat– taglia contro le pretese «deviazioni» dal « vero » socialismo, come se ignorasse che esiste già, accanto al nostro, un par tito proletario .che è nato nel fuoco di questa battaglia, e che da questa battaglia ha saputo trarre tutte le conseguenze: Per la terza volta vi chiediamo, amici di Quarto Stato: 1p · che c osa si differenzia il vostro socialismo dalla· posizio– ne d.el comunismo? UGoBERTO AU'ASSIO GRIMALDI . Ol..11 motivo della -lode è distrutto_ dal fàtto che Compiti Nuovi ha, per il .Congresso, ade~ito p,eventivament~ alla mo– zi.one di. Qua_rto Stato, (N_ota di C.. S.). BibliotecaGrnoBianco so di tutti i paesi appartenenti al sistema capitalistico. Da ciò deriva una conseguenza di grande importanza, atta ad illuminare tutto il dinamismo della politica estera odier– na della ·Russia e cioè che la probabilità d'una rivoluzione non è maggiore, come sosteneva la dottrina marxista ·tr..- dizionale. in quei paesi dove l'industria si è sviluppata sino al punto di massima maturazione e dove la democrazia di origine ·cal)italist' ca è giunta al più alto grado di perfezione e di interna contraddizione, ma invece, sempre secondo la teoria leninista, in quei paesi in cui il capitalismo non ha ancora quasi attecchito, o nei quali non è giunto alla sua piena espansione, nei paesi che sono s_ovrapopolati, c~e mancano di colonie. che posseggono ancora una economia -a base agraria latifondista, e le cui popolazioni hanno as– similato soltanto in parte, e superficialmente, i principi democratici. Dovremo tenere nell.a massima considerazione questi prin– cipi teorico-pratici del leninismo quando esamineremo le ·zone in cui la politica estera sovietica ha più probabilità di espandersi con successo. ·. · . Un altro elemento· determinante la politica estera del– Ì'U.R.S.S. ha -carattere eminentemente pratico e consiste nella posizione geografica del paese. Durante l'ultima guer– ra è stato palese il contra,_stofra l'ideologia comunista e tale posizione geografico-stràtegica, che doveva spingere neces– sariamente i dirigenti politici della Russia ad ·allearsi con le det:r)ocrazie cosiddette capitalistiche, per fronteggiare in– sieme il pericolo dell'aggressione µazista. Dopo il conflitto. la situazione politica è, sotto questo __ri– guardo,. mutata, ma soltanto in parte. E' mutata perchè la Russia, eliminato il pericoto dell'espansione tedesca e giap– ponese e inebriata dal successo delle sue armi, è tratta a continuare la diffusione politica e ideologica dei princ;pi co– munisti, avvantaggiandosi anche delle condizioni di disa– gio e tli. instabilità economica e politica che sono tipici di ogni dopoguerra; naturalmente la sua zona di influenza non può oggi allargarsi che a danno delle potenze anglo- - sassoni, un tempo alleate. Ciò- clie è assolutamente originale della politica estera so– vietica è che la Russia si pone· come la sociefà statuale per . eccellenza destinata a ricomprendere e a reggere, presto o tardi, l'intero genere umano. I capi sovietici considerano il mondo come un tutto unico e la pace possibile soltanto. me– diante la eliminazione di quelle. strutture politiche che han– no carattere capitalistico e quindi, in atto, o almenò in po- - tenza, imperialistico. Ma sotto un altro aspetto la politica estera della Russia è rimasta simile a quella del periodo bellico; essa ha ancora cioè ·per scopo di non giungere all'urto completo con le potei:ize anglosassoni. La forza economica dell'America e dell'Inghilterra riunite, la difficolt;à di scindere il blocco po– litico· che esse costituiscono specialmente nei momenti di maggior gravjtà. e infine la necessità di impedire che la .Germania e il Giappone risorgano consigliano i ditigenti so– vietici a nori urtarsi eccessivamente con. gli anglosassoni. E' per ciò che, mentre agli inizi del regime comunista la politica estera russa aveva )a sua giustificazione nel compi– mento della rivoluzione sovietica nel mondo, oggi essa pre– ferisce ·giustificarsi,.•come la politica estera di qualsiasi"·Sta– to, _mostrando d'agire principaltpente per ·Ja pace e la si– curezza del proprio paese .· Da quando i dirigenti sovietici hanno ammesso, contro la te.si di Trotzky, che il comunism• non deve .di necessità affermarsi in tutto il mondo, ma può nascere, ~vivere e prosperare anche in un solo Paese, cioè · nell'Unione Sovietica, essi hanno dovuto occuparsi non sol– tanto genericamente dell'intera umanità lavoratrice ma, in primo luogo, di una pa{te .di essa:, e cioè di quella dell'U– nione S-ovietica.--stessa e dei paesi di razza slava, afferman-. done i diritti e le esigenze psicologiche e culturali di fron– te al mondo. Ecco perchè la politica estera russa deriva oltrechè dal programma di ~spansione della ideologia maF– xista internaz!onalistic;a. a~che da quello della sicurezza di tutti i .popoli che per vicinanza, affinità di razza e tradizio– ne,· sono attualmepte,. o ·debbono necessariamente essere, ri– compresi nella grande Unione delle repubbl-iche sovietiche. In alcune parti del mondo la politica estera sovietica pre– ferisce adottare il priocipio della sicurezza, in altre quello dell'espansione ideologica. · Vi è tutta una immensa estensione in cui il principio del·. la sicurezza riceve integrale ed esclusiva applkazione e dove può affermarsi che la politica panslavistica, baltica e occidentale, che fu già il sogno di Pietro il Grande, ha ri– cevuto, sotto il. governo di Stalin, il. suo pieno coronamenro. Essa comprende, oltre al territorio dell'U.R,S.S. quale era nel 1917, i territori incorporati durante l'ultima guerra, e cioè il Nord e le basi strategiche del• Sud della Finlandi4 che controllano l'aèces~o al ·Baltico, 1 1 Estonia, la Letto~
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