Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 24 - 15 dicembre 1946

CRITICASOCIALE 411 ff') L'uomo libero deve rispettare la dignità umana in sè · e negli altri. Chi offende la Jibe, tà o il' d;ritto altrui offende la libertà e il diritto della Socìetà intera; '/") L'uomo libero deve essere rispettato dallo Stato .c~me fine e mai trattato come strumento; 8°) Lo Smto deve tutelare l'uomo libero come essere ragionevole e quindi ,ispettare le sue man;festazioni spi– rituali (libertà di pensiero, di religione, di .riunione, di stu- dio scientifico); · 9"') Non lo - Stato per l'individuo (individualismo) nè l'individuo pei:_lo Stato (totalitarismo), ma individuo e Sta- to per la persona. umana (socialismo). ' La Cnsti tuente, fissate le libertà fondamentali dovrà sta– bili I e la fornia dello Stato (Repubblica: unitaria J federa· le o mista çon auton,om;a regionale); indi la forma. di go– verno e dedurre le garanzie conseguenti per tutelare il la– voro, lo stato giuridico e la responsabilità dei funzionari, i limiti del pqtere esecutivo, lè guarentigie del potere giu– diziario stabilendo che nessuno possa essere arrestato se non è reo e nessuno possa essere ritenuto reo senza previa legge che fissi ir reato. Il reo doy_rà essere punito, ma non vilipeso ed in carcere dovrà esser trattato in modo da potersi redimere, ma non da dover essere ridotto a scarto umanò. La prima Costituente italiana fra i suoi compiti essenzia'.i dovrà fissare i rapporti fra Stato e Chiesa, rior– dinare il diritto familiare. il diritto scolastico, che nella Repubblica de~ lavoro dovrà aprire la via -a tutti i ·giovani intelligenti e poveri e chiuderla· a tutti i giovani incapaci e ricchi. · La Costituente p-reparerà un. regime di pace all'interno; ma siccome il lavoro vuol tranquillità e fiducia nell'avve~ nire, mentre la guerra è disordine, distruttrice materiale e morale, interruttrice di. ogni previdibilità feconda, la Co– stituente non potrà costit{!ire una vera Repubblica del la– voro se -non la fonder,à come Repubblica di pace. Non c'è paçe senza Federazione· europea e pe·rciò la nuo– va Costituzione, accogliendo le recenti conclusioni del'a dottrina, dovrà attenuare .il rigido concetto di sovranità, afferm;:mdo che questa. come la personalità, non è negata, ma è avvalorata· dalla e nella comunanza internazionale. L'Italia per la sua secolare cu:tùra, per lo strazio che il suo bel corpo ha sempre subito dalle guerre per l'altrui vantaggio, la nostra Italia, specchio d\ miseria e di dolore ·ma anche di sacrificio per la giustizia e la libertà, ha oggi · più che non avesse all'epoèa del Mazzini i titoli. e l'espe- rienza per poter predicare la pace agli uomini di buona vo lontà. Essa quasi disincarnata dal dolore e dalla sconfitta può mostrare al mondo lé sue piaghe come ammonimento a chi attendeva ·benefizio dalla -guerra, può ricordare vi suo concorso alla vittoria per dare autorità ·alla sua debole voce ed invitare così tutte le nazioni vincitrici o vinte, tµtte redente dal rimorso nell'universale miseria che.·oggi non· s'arresta a nessun confine, può efficacemente invjtarle a costituire una seria ed efficiente Società ·democratica di. ·popoli liberi che finalmente renda- possibile all'Umanità dilaniata, una vita feconda di, lav·oro nella pace e nella giu- stiizia. . ALl/l®Jo POGGI Te;rtium non datùr Al mio « Una risposta non completa» (Critica Sociale 11. 19) risponde sul n. 19 di QitarttJ Stato la compagna Ugo– lina Magrini con l'articòlo « Chiarificazione e risposta;» doye, prendendo spunto da poche frasi da me citate, sca– glia i suoi strali contro il .pensiero di Giuseppe Saragat e vi contrappone il leninismo, cui la compagna Magrini vuol ridurre tutto il socialismo.. . Un duello all'arma bianca tra, Saragat e Lenin, insomma, pèr decidere sul terreno chi dei· ·due abbia peccato di fel– lonia nei confronti di Marx, Duello strano, perchè Lenin e Saragat hanno operato in ambienti -ed iri tempi divérsi e ciascuno, a modo suo e con quell'interpretazione che le cir– costanze dettavano, è convinto di essere rimasto fedele agli quale s;a, tra le moltep'ic'i strade possibili, quella più giu– sta o più rapida o più sgombra. . . E' un d;sc0rso, ·dunque, che riprenderemo volentieri coti la compagna Magrini. Ma oggi maiorai prl/'J1mnt, perchè i·J Congresso è alle ·porte ed a noi interessa chiarire prima di ogni altro un punto, quel punto essenziale sul quale chie-– demmo fin da!Ìa prima volta, spiegazione a Quarto Stato, e sul quale non abbiamo mai ricevuto risposta. L'articolo della compagna ,Magrini ·è utile ed interessante, ma nell'e- · conomia della polemica rimane una. digressione evasiva. Ed oggi non è tempo di evasioni. Pertanto ci perdoni la compagna Magrini se non a lei; ina alla rivistà su cui scrive rivolgiamo un breve discorso. * * * Il discorso che rivolgiamo a Quarto Stato è questo. Livorno è stata ne'.Ja storia del proletariato italiano una pagina :dolorosa certò, ma anche inevitabi 1 e. Non fu una bega di fazioni soltanto, ma fu qualcosa di- ben più pro– fondo. Livorno mise in luce definitivamente l'èsisténza di due anime nel S-ocial:smo: due anime che non potevano più coabitare pacificamente nello stesso cnrpo. Livorno fu la faccia italiana· _diun fatto universale, reso più acuto dal grande avvenimento rivoluzionario d'Oriente.- ' Dà allora, con chiarezza ma anche con asprezza, due con– cezioni diverse si .arrogano il diritto di rappresentare il «vero» Socialismo. Quale delle due ha ragione? La que– stione, ad un quarto di secolo di distanza, rimane ancora aperta e le due concezioni, in maniera più intelligente e meno ingenua di allora, ma sostanzialmente· facendo leva · sugli stessi motivi, si scambiano ancor oggi le stesse accu– se. Non vogliamo risolvere noi qui, in poche righe, un pro– b'ema che venticinque anni di storia non hanno ancora nemmeno avviato ad un principio di soluzione. A noi inte– ressa stabilire chiaro che socialismo e comunismo hànno ormai una fisionomia ben differente, con una propria con– cezione dell'uomo e della storia, da cui .discendono una di– versa ideologia, diversi principi o~ganizzativi, diversi cri– teri cui ispirar-e la tattica. Gli appunti che Quart-o Stato muove a.I socialismo di , Critica Social.e non sono sostanzialmente di 1 versi da quelli che a Livorno l'ala uscente muoveva a co'·oro che rima– sero nel partito: cambiano le parole e le formule, pe"rchè i problemi e i tempi sono mutati,,,ma le ·preoccupazioni che: suggeriscono tali appunti restano quelle· di allora. E noi non neghiamo che siano preoccupazioni di grande fondamento. Ma a questo punto è legittimo domandare a Quarto Sta– to : ammettèndo, per pura, ipotesi, che le accuse che tu muovi siano giuste, ammettendo che la vera interpretazio:– ne di Marx sia quella dat a da Lenin, dando per .dimostrato · che la strada imbocca.ta dalla Critica So•::·iale, conduca a risultati deleteri per il proletariato, ci vuoi dire se l'altra strada, quella che indichi tu, è diversa da quella imboccata dai comunisti? Nessuno vieta di sottolineare questo o que– st'altro vizio della posizione di Critica e di porre come sola· aHe rnativa possibile la pòsizione comunista; ma il lettore che seg.ue con diligente coscienza la critica fatta da Quarto Stato ha il di-r-itto di sapere che cosa lo aspetta, al di là: deiropera di negazione. Chè se la strada di Quarto Stato è quel!a del comunismo, la polemica diventa oziosa, essendo inutile ripetere dentro al partito ciò che ben più .chiaramen– te si vanno rinfacciando da anni, in tutto il mondo, i due partiti· proletari. ' Per la verità, Quc,rto Stato una risposta l'ha già data, dicendo che non vu·ole· arrivare al comunismo, ma ad una sintesi,. che faccia tesoro ed assommi le caratteristiche po– sitive dei due partiti e lasci c·adere le incrostazioni super– flue che una tradizione di parte ha• fissato. Ma è chiaro che una risposta di questo gei:iere non -può considerarsi esau– riente, non soltanto perchè è necessario che chi sostiene questa tesi sceveri fin d'ora e ci dica quali sono gli ele– menti positivi e utilizzabili delle due esperienze, se non vuol restare nel. generico e, quindi, nell'equivoco,. ma perchè noi sappiamo a priori che. certi elementi ·positivi dell'uno e dèl- . l'artro partito sono caratteristici della Welt<mschau~ing d'a cui derivano, e il volerli fondere assieme è cosa impossi– bile, è ingenuo ecclettismo. La maggiore capacità organiz– zativa ~ di funzionamento dei comunisti, per esempio, va. certo presa a modello da noi che - come dice Nenni ---, · insegnamenti del Maestro. E forse Hanno ragione tutti e due, a patto di _non voler ricavare a tutti i costi dalle loro esperienze politiche, necessariamente contingenti e legate ai problemi che hfc et mmc andavano affrontati, significa– zi·oni universali e verità dogmatiche. Duello strano, ma non inutile, perchè serve a quella chia– rìficazione che noi ponevamo come obbiettivo unico di que-· sta discussione; perchè è chiaro .che, anche ammessa· la pos– ·sibilità di comprendere sotto il nome di Socialismo. fatti– cb_eed interprlltazioni ideologicamente differenti,-bisognerà pur· decidersi a -dire che èosa convenga· scegliere oggi, cioè ~ siamo ancora nella preistoria in fatto di organizzaziot\e ;, . ma è indubbio che non arriveremo mai al livello di fune zionamento del partito comunista, perchè democrazia e di• sciplina sono elementi che è agevole accordare in astratto; ma assai arduo in concreto, .e in un partito dove il gioco delle tendenze e delle opinioni (cioè l'istanza democratica; l)a tutto il suo peso, la volontà è più cosciente, l'azione può; riuscire più duratura negli effetti, ma è senza dubbio meno pronta. E' questo, del resto, l'eter_no _problema della scienza politica, còstret-ta a spiegare ·la maggior sveltezza e la più· ibliotecaGinò Bianco

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