Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 23 - 1 dicembre 1946
CRITICA •SOCIALE 383 punto - e Io vedremo - i risultati delle elezioni francesi insegnano). Nè, tanto meno, ciò significa che i,J. socialismo democratico sia sul punto di veder affievolita la sua fun– zione autonom_a, _che anzi appare più che mai necessaria, n_on come mediazione o cerniera fra gli opposti estremismi che in. realtà non sono ancora le so!e forze notevoli; m~ , come centro di forze indipendenti. Fatte queste considera2ioni generali, .opportune per por– re nel loro giusto. limite le deduzioni di ordine generale che si possono fare dopo le elezioni di cui parliamo (r), bi– sogna tener presente che sui risultati delle elezioni francesi hanno influito varie cause, prodotte dalla situazione della Francia di oggi, che sarebbe erroneo considerare come lo specchio o il simbolo della situazione mondiale. · Vediamo, anzitutto, i risultati delle elezioni del IO no-· · vembre, paragonandoli a quelli delle elezioni precedenti. Il 21 ottobre 1945 i comunisti :ottennero 4.771.041 · voti, i so– cìalisti -3-454.383. _In totale, i· due Partiti ebbero così 2g6 seggi su 500 a\l'A,semblea Costituente, che davano loro la maggioranza assoluta più 7 seggi. Il 2 giugno 1946 i s_pcia– listi ottennero 128 seggi, i comunisti 152, cioè, in tota'.e, t280 _su 583, ossia 8 meno della maggioranza assoluta, che pote– va però essere ottenuta dalle sinistre, quando fosse neces– sario far blocco, c0n l'apporto degli 11 «Amici. del Mani– festo algerino». Dopo queste ultime elezioni, i -deputati dei due Partiti. saranno complessivamente 270 su 619 (quanti sono ora i seggi all'Assemblea Costituente), cioè ne man– cheranno una quarantina ad ottenere la maggioran-za as– soluta. Considerando, poi, che i socialisti hanno perso, ri– spett.o alle ultime elezioni, 750.000 voti e 30 seggi, mentre i comuni'sti ne hanno guadagnati 272.000 e 20 seggi (la spro– porzione fr2. il numero dei voti e quello dei seggi è do– vuta al criticatissimo sistema elettorale adottato, che è an-. datò a fotto svantaggio dei socialisti; .. il numero delle asten– sioni poi non è, stato ta,Je da infirmare le nostre .conside– razioni), è facile dedurre che .i voti persi dai socialisti so– no andati in buona parte a favori re altri partiti, primi tra tutti i radicali ed i moderati : e si è prodotto così uno spez– zettamento, e non un accentramento dei vari gruppi,· con un titorno offensivo della reazione borghese. Cerchiamo .ora di vedere le cause, che abbiamo detto ti– picamente franeesi, del regresso -socialista. . A parer nostro queste èause sono da ricercarsi, da un lato, nella situazione interna del Partito Socia'.ista francese, dall'a,ltro, ben più importante, negli sviluppi della situa– zione politica inte"rna· e soprattutto estera, e quindi nell'in– dirizzo dell'opinione pubb'.ica francese ris•petto al prògram– ma ed all'atteggiamento fin qui tenuto dai socialisti. ·Quanto alla situazione interna del Partito che è, secon– do noi, una causa non essenziale dell'insuccesso, è noto l'indirizzo datò da11a Direzione uscita dal XXXVIII Con– gresso, indirizzo che si può definire autonomo di s·inistra, e che, insieme ad una chiarificazione ideologica e pratica certamente opportuna, ha contribuito ad a'.i'ontanare tanto i filocomunisti,,.quanto' i fautori di compromessi, senza aver avuto il tempo di svolgere appieno quel programma .di lavoro nelle orga'nizzazioni operaie e contadine e nei sin– dacati, che avrebbe potuto già dare dei frutti e compens<!_re le perdite. · Ma, ripetiamo, questa è secondo-noi una causa seconda– ria deJl'insuccesso socialista. ' Più importante, invece, è .il fatto che il Partito sociali– sta è stato sempre quello che ha fatto meno promesse, sa– pendo quanto sia diffici'e mantenerle. Ma, soprattutto, deve aver influito sulla psicologia dei francesi l'atteggiamento tenutQ dai socialisti nelle questioni internazionali ; in modo particolare sulla questione tedesca. E' noto, é già ne ab– biamo · padato sulla « Critica Sociale», che in. Francia lo spirito naziona'.istico è in piena rinascita, e specialmente è in piena rinascita lo spirito antitedesco. Orbene, i socialisti. sono stati in Francia i soli• che si siano dimostrati favo– revoli a rinunciare al distacco politico dalla Germania del– la Ruhr e della Renania, e che in una dichiarazione uffi– cialç hanno annunciato come mèta della loro po'.itica nei riguardi dei tedeschi « l,i. trasformazione della struttura po• litico-economica della Germania nella speranza che questa possa riprendere un giorno il suo posto nella çomunità de- gli Stati ». - E' anche noto l'atteggiamento dei so.cialisti nei rigaardi dell'Italia. Essi si dichiararono contrari all'annessione di Briga e Tenda e proptignarono una politica di comprensio– ne e di amicizia verso la giovane _Repubblica italiana. Per contro, in entrambe queste questioni ed in altre minori, i comunisti ed i partiti di destra hanno tenuto sempre un at- (1) ·Le elezl,oni di domenica 24 nov. in Fran-cia non recano eloo:ien.ti nuovi capaci di modificare il nostro· giudizio. 'blioteçaGino Bianco Le critiche Degaulliste alla Costituzione francese r. - La nuova Costituzione della Francia è stata ormai approvata dal popolo, sia pure. con una debole maggioran– za e con un numero imponente di astensioni. Nessuno dubita che sull'esito del referendum, non cer– tamente confortante, abbiano influito le critiche de.I gen. De Gaulle, che sono state aspre e ripetute, dal· discorso di Bayeux del r6 giugno al comunicato alla stampa del 27 . agosto, all'intervista France-Press.e del 19 settembre, fino al discorso di Epina.l pronunciato il 29 settembre, poche ore dopo l'approvazione del progetto di costituzione da parte dell'Assemblea. · L'a\to prestigio, di cui gode il Gener~le della' Resistenza ed al quale hanno reso omaggio anche gli avversari della sua politica, è suffieiente a spiegare il disorientamento della pubblica opinione francese, chiamata per la seconda volta, nel breve volgere di pochi mesi, a pronunziarsi sopra il progetto di Costituzione. Le critiche del Generale, però, non sono nè originali ne persuas\ve. Mette conto di esaminarle in breve, per le ri– percusswni che possono avere anche fra noi, in questo mo– mento storico nel. quale si stanno preparando .le istituzioni della nuova Italia Repubblicana. D'altronde dalla Rivolu– . zione francese in 'poi, tutto il nostro diritto pubblico ha su- bito, come ~ noto, l'influenza decisiva delle correnti 1,oliti-' che e di pensiero del popolo francese. 2. - De Gaulle è partito dalla solita premessa che oc– corre garantire una netta separazione dei tre poteri:. ltgi– slativo, esecutivo· e _giudiziario. « Ci sembra necessario, egli ha dett.o, che lo Stato democratico sià veramente Stato de– mocrati'co, cioè che ognuno dei tre poteri pubblici sia un potere, ma uno solo, che il suo compito sia limitato e se– parato da quello degli altri e che sia solo, ma pienamente responsabile. Ciò al fine di impedire che regni nell'eserci– zio dei poteri dello Stato quella confu.sione che li degrada e li paralizza, e che l'equilibrio stabilito fra loro non per– metta ad alcun potere' di sch;acciarne alcun altro, poichè ciò condurrebbe prima aLl'anarchia e poi alla tirannide, sia d'un uomo, sia d'un gruppo di uomini, sia d'un partito o d'un raggruppamento, di partiti». · 3. - Con ciò il Generale sembra tornatò alle fonti Le prime leggi della Rivoluzione Francese erano talmente ·ispi– rate al principio della meccanica divisione dei poteri, che arrivavano a punire di fellonia i giudici che invadessero la sfera riservata al potere esecutivo Tuttavia, dal· t.empo di Montesquieu ad oggi, molte idee si sono chiarite e molto cammino è stato percorso. Si è compreso anzitutto. che ,la divisione dei poteri può ess·ere un'aspir·azione, una. tendenza, un principio informativo, ma non un dogma. Le interferenze fra un potere e• l'a'tr·o · sono . inevitabili ed anche opportune,' perchè, data l'unità fonda– mentale dello Stato, non è possibile pretendere che un po· tere ignori l'altro, ma è necessario invece che ciascuno di teggiamento decisamente naziona,Jistico - ben -più dei de· mocristiani :__ e questo atteggiamento non può essere stato senza influenza sul successo riportato proprio da . questi partiti. (2) · . • Possiamo quindi· concludere che l'insuccesso socialista in Francia coincide con una érisi di « spirito europeo», che può essere conseguema ·sia di un difetto tipico dei francesi, sia della politica svolta, con risultati fallimentari, da. De Gaulle prima, per fare del suo Paese 'uno dei Grandi a · tutti i costi, poi· da Bidault, per tenere un ruolo di mediac tore, che si è dimostrato politicamente inutile, e non è valso ad accrescere il prestigio della Francia. Ora, non importa. tanto fare altre considerazioni su quel– lo che potrà essere il futuro governo francese. Una ·consi– derazione, ·invece, ci sembra ovvia. Che su!la strada del nazionalismo non· ci saranno per i francesi molte gioie da raccogliere, e che forse il Partito socialista guadagnerà nel futuro proprio iil ·conseguenza· di quelle che sono ·state le cause del suo insuccesso attuale. PIERO GALLARDO (2) Sulle ragioni che spingono il P. C. francese al naziona– lismo riportiamo in altra parte. della rivista il pensiero del co.mpagnò Léon Boutbien.
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