Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 23 - 1 dicembre 1946
382 CRITICASOCIALE Postilla Il sistema elettorale progettato dal compagno avv. Punzo non è un sistema paragonabile a quelli che tendono a sal– vare il principio della proporzionale contemporaneamente al collegio uninominale, ma· è un sistema che tende effetti-.· vamente ad avere una Camera di rappresentanti eletti in parte con lo scrutinio maggioritario, in parte con lo scruti– nio proporzionale. Egli pensa, dividendo il male a metà, di poter radunare i pregi dei due fondamentali sistemi antite– tiçi ed eliminarne i difetti. Secondo il mio avviso, il !)regio magg.iore del· sistema a còllegio uninominale (scrutinio uninominale con rappresen– tanza maggioritaria) è quello di lasciar sperare la costitu– zione di un governo che non sia di coa,Jizione, mentre il pre– gio maggiore dei sistemi a R. P. (scrutinio di lista con· rap– presentanza proporzionale) è quello di permetter,e una ade– guata rappresentanza a tutte le minoranze. Col sistema del Punzo la speranza che deriva dalla rappr-esentanza maggio– ritaria perd-erà la maggior parte della sua base, mentre le minoranze otterranno una rappresentanza adeguata so.lo par– zialmente. Se la· situazione po:litica d'un Paese - come appunto ap– pare la 'nòstra e qu.ella della vicina Repubblica Francese - è tale per çui col sistema proporzionale è impossibile _spe– rare risùltati che generino governi che non siano di coali– zione, e se tali ·prevedibili coalizioni si temono tanto etero– genee da non consentire un'azione di governo efficiente, non vi può essere salvezza all'infuori della rappresentanza mag– gioritaria, indipenr!Jentemerntedallo scrutinio• uninominale o d'i lista: non si può quindi sperare saJvezza che da un ab– bandono coraggioso e com·pleto della R. P. Il sistema Pun– zo potrebbe soltanto migliorare un poco la situazione, non certo risolverla Vi sono perb altri vantaggi non indifferenti nei ·due fon– damentali sistemi di rappresentanza. La R. P'. '(non lo scru– tinio di. lista) 'Offre la possibilità che tutti gli elettori ven– gano rappresentati, mentre lo scrutinio uninòminale (non la rappresentanza maggioritaria) offre la garanzia di .una selezione assai migliore e ben più cosciente degli eligendi. Ammessa pertanto çome tollerabile la R. P. - formata– si cioè nei legislatori· la convinzione che il Paese anche a mezz'O della ·R. ·P. potrà esprimersi in modo da consentire la formazione di un governo funzionante - è certo oppor– tuno ricercare un sistema che fondi lo scrukn'io ·uninomi– nale (cioè .il collegio uninominale) con la R. P., un sistema cioè che garantisca. una proporzionale rappresentanza di tutte le correnti politiche, contemporaneamente ad una sana . e cosciente selezione dei rappresentanti, sistema che avreb– be l'altro irnporta11tissimo vantaggio di eliminare la indeco– rosa lotta fratricida fra i compagni clello stesso partito. A questo scopo il progetto Punzo, opportunamente modifica– to in alcune sue parti, potrebbe, a mio avviso, essere pro-. ficuamente adottato. come sana, base di riforma elettorale. * * * Si può infatti a grandi linee immaginare un sistema elet– torale per cui il Paese venga suddiviso in un numero di collegi uninominali, di popolazione pressochè uguale, pari alla metà dei seggi necessari. Potrebbe, ad esempio; l'Italia, che avrà un'Assemblea Legislativa di circa 56o rappreslfo– tanti, venire divisa in 280 collegi uninominali di circa 150 mila abitanti l'uno, in ognuno dei· quali ogni partito potrà. presentare un suo unico candidato .. Avvenuta J'elezione a scrutinio uninominale, con rappresentanza maggioritaria, per la metà dell'Assemblea (naturalmente senza ballottaggio, che ' in questo caso sarebbe fortunatamente inutile), si somme– ranno i voti raccolti da ogni partito in tutti i .28o collegi uni– nominali e si stabilirà la percentuale spettante ad ognuno _di essi. Moltiplicando· tale percentuale per 56o si otterrà i,l nu– mero dei seggi spettanti ad 'Ogni partito. Si dedurrà da que– sto numero il numero degli eletti che ogni partito ha già otténuti mediante l'elezione a scrutinio uninominale con rappresentanza ·maggioritaria, e la differenza dei seggi per ogni partito' sarà coperta dichiarando eletti tutti i candidati rimasti soccombenti che hanno raccolte le votazioni mag- ~ri. . . In tal inodo si avrà una camera riflettente esattamente le fprze politiche del Paese; ·1a medesima sarà composta da uomini personalmente noti agli elettori -e perciò cosciente- · mente scelti ed eletti, ed infine verrà evitata l'avvilente e vergognosa gara familiare co11nessa al sistema delle pre– ferenze. -Unica- imperfezione: ogni collegio dovrebbe avere in media- due rappresentanze; viceversa- qualcun.o ne avrà una sola ed altri più <li due; m~ tutti i col.Jegi avranno al- B i bI iOteCaGi'noBianco menq un rappresentante ed ogni collegio avrà la possibi,lità di avere più rappresentanti in ragione diretta al maggior numero dei votanti. Si potrebbe forse obiettare che l'ele– zione pu_ò riuscire tanto favorevole ad un partito da dargli subito più rappresentanti che proporzionalmente non gli spetterebbero secondo il successivo calcolo. Ma questa pos– sibilità può preoccupare soltanto coloro che esigono una proporzionalità assoluta e la c;onsiderano'-adunque un dog– .ma intangibile; in reaJtà è una eventualità ben remota e, comimque, insignificante, perchè si ridurrebbe alla necessità di distribuire fra gli a'.tri partiti un numero di seggi leg– germente minore di q1.1elliche proporzionalmente spettereb– be loro; si avrà cioè una proporzion'alità meno esatta, ma a tal uopo occorre avvertire che non è i-Jcaso di confonde-· re la matematica çon la politica. Inutile pertanto ,;icorrere, come propone. il Punzo, ai col– legi regiona,li ed- al collegio unico nazionale per"'usufruire dei resti di que'.li. Inutile pertanto affidare l'elezione a gra– duatorie fatte arbitrariamente in via preventiva dai partiti, dal momento che la graduatoria la possono fare natural– mente e sacrosantamente gli. stessi elettor ·, Il sistema del Punzo così modificato verrebbe ad asso– migliare forterrien te a un sistema escogitato prima dell'al– tra guerra mondi; i.le da!Jo studioso austriaco Geyerhahan e patrocinato caldamente, e con lodevole perseveranza, dal. Prof. Siotto Pintor nel n. r della Rivista d'i Diritto Pubbli~ co del 1925, Nè molto si discosterebbe dal sistema elettor,t le a collegio uninominale con R. P. da me stesso pubblicato l'anno scorso. Confesso però che iJ p-rogetto P'unzo, con le modifiche su esposte, lo riterrei sistema ancora più perfe– zionato,' ancor più rispondente, cioè, à.llo scopo di ottenere - senza inconvenienti di rilievo - una R. P. che non esau– tori gli elettori, che migliori I.a selezione degli eligendi, che impedisca la inevitabile lotta tra i candidati di uno stesso partito, lotta che non può di regola· terminare che col vantaggio dei più spudorati, dei più sleali, cioè dei peggiori. LUDOVICO TARtETTI Rag'ioni· dtun i succes (Le elezioni lrancesi) I risultati delle elezioni francesi. del IO novembre, segnan– do, come è noto, un insuccesso del Partito Socialista, pro– prio nel mom('..nto in cui nel:e elezioni amministrative italia– ne il nostro Partito doveva accusare una notevole perdita di voti, hanno offerto màtçria a varie argomentazioni, pes– simistìche su una crisi del socialismo mondiale, da parte di chi avrebbe interesse a che una tale crisi ci fosse. La crisi sarebbe, secondo questi critici, dovuta al for– marsi ed -al sempre maggior potenziarsi di due blocchi op– uosti: uno di estrema· sinistra ed un altro di estrema de– stra. ,I quali due blocchi, presentandosi c·on programmi più risoluti, impegnandosi nell'azione con metodi più energici, ossia senza trascuvare ;ikun mezzo pur di raggiungere il loro fine, potrebbero eserçitare una maggiore attrazione o comunque procacciarsi. un numero -di voti maggi.ore di quel- . lo di partiti più sincer.amente democratici. Ora, le elezioni . trancesi, e in minor parte le elezioni amministrative ita– liane, sembrerebbero confermare un simile punto di vista. -Senonchè, a parte le elezioni italiane i cui 'risultati sono scar- ~samenté' probanti e, ad ogni. modo, troppo parziali, i ri– sultati francesi vanno çonsiderati nel,la loro giusta luce, per quel che sono, e soprattutto nelle cause che li_hanno -determinati, poichè sarebbe assurdo trarre da ragioni do-· vute acl una situazi'One contingente, illazioni di carattere ge– nerale e permanente. Così, è certamente vero ché in Fran– cia, come ianch~·in 1talia, la democrazia è in· crisi. Ed è ve-· ror che gli errori e I.e incertezze dei· governi tripartitici, che· le lotte troppo spesso negative tra i partiti stessi, e, infine, che le consei::1;1enzedella ~uerra, con tutte le deviazioni di carattere politico, econ'Omico, morale che essa ha prodotto e che finora non si son potute o sapute raddrizzare, hanno ingenerato una sorta di sfiducia nelle istituzioni democra– tiche. Ed è anche vero che il fascismo da noi, e in Fran– cia quella forma <li fascismo che si sviluppò specialmente durante il regime di Vichy, sono forze tuttora operanti: Ma questo non significa che si siano già veramente forma– ti i due blocchi· suddetti. (Gli estremisti· di sinistra .che si lasci-assero attirare da questa prospettiva dovrebbero tene– .re presente, del resto, che, se l'attrazione a sinistra· venis– se esercitata dal solo Partito comunista, la foFmazione dei blocchi ·sarebbe a tutto ,vantaggio delle destre, come ap-
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