Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 23 - 1 dicembre 1946
qIUTlç~ SOCIALE 393 t@ deH'intesa ital0·au~trjaca e dello spi,-it0 democraticQ che l'ha dçttata ai dir,etti oontraenti, sc0rge sQIP. ì\ proprio tor: nacont9, nel •giu0co J).O.l.itico dei «blocchi». C?I contorno ~i nimantici accenni austrofili al Parlamento inglese, la si– tuazione alto-atesina è in fµi12 ione· del sistema delle in· iu6Jlze, della sicurezza milita.re d~lle .frontiere e costitui– sce una specie di cont rappeso à lla so'.uzione del problema di '.J.'vieste. I-J - Nulla si :PUÒ ,1neor,1 di~e circa ,i,) meccanismo della auton0mia. Prima di .tutto d0vrà cop~iderarsi se essa deve lirpitarsi àlla pr'Jvincia .di Balzano,, estendersi ai territori (Arqpezzanq, Livinallongo, val Lagarina) che vennero uni– ti nel 1925 alle provincie di Trento e Belluno, se non ad– dirittura comprendere· anche tutto il Trentino. Attualmente non esiste che un « prqgetto di statuto » re· datto dal Prefetta di Bolzano, consigliere di_ STu~ Inno– centi, li prqgetto - precedente del resto gli accordi De Ga~peri-Grueber - ha solo vajor-e di proposta e servirà come base alle discussioni che troveranno alla Costituente il loro terreno. Mi riservo di esaminarlo in altro articolo. 12- - Affascinata dalla questione di Trieste, l'opinione pubblica italiana· ha purtroppo dato P<?CO peso. alla sorte della provincia alpina. I più hanno sentito la stndente con– traddizione fra la nostra tesi e la linea di condotta politi– ca in Istria e, giunta notizia deH'accordo De Gasperi-Grue: ber· hanno tirato un sospiro di s0'.lie:vo per non pensarci più'. II problema alto-atesino merita invece maggiore inte– resse nell'opinione pubblica, nei deputati alla Costituente e nel Governo, perché esso sarà la pietra di paragone .del– la nostra maturità democratica, può costituire un prezioso precedente per una soddi,sfacente soh_1zione dell~ _questio· ne di Trieste e ha profondi addentellati con la pohtica est~– ra europea, ed a noi socialisti, specialmente, spetta susci- tare tale interesse. . ln attesa che ia Cosbtuente decida sull'autonomia tiro– lese· senti te le aspirazioni delle popolazioni ladina, ~ede– sca 'e italiana, è urgente un'opera di bonifica dell'ambiente della regione,· togliendo di mezzo gli intrusi e i mestaton, st'fstitueF1d0 funzionar-i e impiegati non all'altezza dei nuo– vi 00fllpiti; allontanando quei giornalisti che sembran~ es– sersi pF,efissi di invelenire ogni questione. I_!momen_to e fa– vorevole. Ricuperan_go il tempo perduto, si deve dimostra· re subito l'intenzione· di creare un clima nuovo. Come nel 1919 il. compito dell'Italia è meno difficile che non si pensi, solo' che si sia animati dal. desiderio di tenerP. fede agli accordi e di applicarsi con spmto sereno, scevro da preconcetti. . . . , . Ho ,ricordato Q1,1intino Sella a Udme, commissario civi– le de!l'Italia nel 1866. La storia ci offre per la seconda voi: ta l'occasione di fare onore al nostro passato e dare a, tirolesi !.'impressione che veramente l'Italia nulla ha di ~o: mune col fascismo. E' questione sopra!tutto di uomm1. Occorrono elementi capaci, onesti, an;mati dal desiderio di suscitare comprensione e tolleranza fra_ i diversi grup– pi etnici, conoscitori dei costumi_ e della l)ngua, de) _paese; che non abbiano fatto opera fascista, non Siano stati i servi della repubblica di ·salò e dei nazisti, come quel To– lomei che ho ricordato e che - incredibile ma vero! - mesi sono parve dovesse rispuntare, vero fungo mostruo– so, proprio a Bolzano! In Alto Adige. !a ~iù m~desta que- . stione locale richiede tatto quanto e pm di un p1ccolo pro– blema internazionale. Di fronte alle difficoltà non <lobbia: mo esitare. E un giorno, forse prossimo, i figli di quelh che fur.ono avvinti a noi riluttanti, saranno italiani con tanto entusiasmo da compensare la tiepidezza dei padri. Per arrivare a tanto l'Italia deve tornare ad essere fe– dele ai metodi di assimilazione che furono sempre quelli della nostra stirpe: il rispetto delle altrui coscienze, la n– nuncia ad ogni illegalità e v·iolenza.. E' l'attitudine se'.ena e paziente di chi confida nella propria for~a dt _atti:az10ne e nel fascino che emana dalla nostra stona; di ch1 nelle lotte fra i popoli attende con-calma che suoni l'ora del- 1.'unica, definitiva vittoria, quella in cui il. vinto avversario chiede al vincitore l'abbraccio del fratello. 13 -. Noi socialisti infine dobbiamo farci strada in Alto– Adige. Eccettuato qualche centr.o urbano e industriale, la popo– lazione. è fuorviata dai soliti motivi che, sfruttando un ::m– ticlericalismo di maniera che .non esiste, creano una in– giusta diffidenza. Vi sono gruppi di lavoratori italiani e gruppi di lavo– ratori tedeschi di identica fede politica dove non dovreb– bero esistere che lavoratori socialisti, indifferenti a supé– rati concetti di lingua. Dobbiamo mostrare il .vero volto del socialismo a gente che ignora quanta umanità sia nei nos.tri _prop?siti. I so– cialisti soli snideranno molte vipere dar 111<)0 tirolese, re· iblloteca 1noB1a GO Storia e funzioni della Costituent (Qontinuazi·one dal numero p11eoedente.) La 11111,ova èra pol~tica. F r<1,i c ontendenti si affermò la dottrina del Machia,velli, pe! q.ua !.e sovrano è lo Stato, rappresentato da,J Principe, · sci olto d a ogni legge; e la dottrina, meno clamorosa perchè meno paradossale, ·dell'Althusius il quale· al principio ~he esprimeva la giustizia ed il buon senso e permaneva inconfu– tato ed inconfutabile sotto ogni efflorescenza curiale o re– gale; al principio della soyranità popolare diede il suo tito– lo legittimo quando illustrò la Majestas populi. Di qui ha inizio la nuova èra politica, che non inneva nul'.a, ma torna al semplice pensi-ero classico, arricchendolo di tutta una armatura dottrinale non sempre adatta a far ri– saltare la verità. ma spesso a deformarla e talvolta a soffo– carla. Che ·1.'uomo, nato libero perchè dotato di ragione, per cui può e dev,e.'distinguere il bene dal male, il grande inteFesse suo come uomo uguale a tutti dal piccolo interesse suo co– me individuo particolare; che l'uomo si senta diverso dalle cose e degno di rispetto ,e quindi dotato del potere di svilupparsi rettamente nella sua natura spirituale, dopo es– sersi, come animale, sostentatò; che l'uomo• senta dunque il diritto ragionevole, e quindi naturale, di <lassi una costitu– zione sociale adatta e non contraria alla sua fondam entale esig.enza di sviluppo morale, è la verità inconfutabi.le e che deve essere liberata da ogni frasca dott rinale e· man tenuta nella sua freschezza e semplicità alla base della politica. Tutto il resto è appendice non necessaria o è deduzione falsificatrice, come quella che, col De Maistre, vuol sussu– mere questo diri~to nel Papa, o l'altra che, con lo Hegel vuol sussumerla nello Stato. Le modalità, l'articç:,lazione di questa sovranità fondata sul diritto natura,!.e daranno luogo alLe dottrine sulla forma del governo, in cui eccelle il pensiero inglese dal Milton al Locke, i quali seppero dar veste dottrinaria alla prassi par– lamentar.e svoltasi ed affermatasi vittoriosamente in Inghil– terra non senza essere stata da prima tentata e praticata in Italia nei gloriosi Mi~nicipia autonomi e nei Parlamenti sicu– lo ,normanni. Ii saggio Locke comprende che vano è pari.are di diritto, di uguaglianza per chi non ha mezzi per sostentarsi, e perciò vuole che ciascuno abbia diritto all'uso della terra comune ed al prodotto del suo lavoro, preparando così la dottrina del Rousseau, per cui tutti g'.i uomini nascono uguali e con uguali diritti, ma perdono tale uguaglianza e la loro libertà dopo la comparsa irosa del « mio e tuo» su questa terra. Ecco il nuovo proqlema: data la necessità di vivere in co– munione ove i .Più forti possono sfruttare i più deboli, comt costituire una Società in cui la libertà personale di ciascuno sia rispettata. Questo problema può ,ess_ererisolto solo dal popolo stesso, che, riunito in assemblea, forma un corr,u,s symbiatirnm, un organismo a sè, un iOI comune che ha una sua volontà ed è · sovrano in quanto si impone una legge che può, quando vo– glia, mutare; ma non può mai obbligarsi a qualcosa che deroghi dal suo diritto originario, non ,può quindi alienare ad altri la sua sovranità e le sue libertà fondamentali, che esso vuol·e appunto meglio tutelare con la costituzione (Con- tratto, L. I, C. 7). · Soggetto della sovranità è dunque il popolo ordinato in assemblea, ove decide della sua sorte non. in via provviso– ria, in.attesa cioè che la sua decisi<;mesia sancita retroattiva– mente da una legge positiva dello Stato, come dicono i tardi– gradi sacerdoti della statualità del diritto; ma decide in mo– do legittimo e definitivo perchè ne ha il p'Jtere e già, nel momento stesso in cui decide, è Stato, come dirà poi E. Kant: « Staat ist ein Volk das sich selbst' beherrscht »·(Idea di una storia universale). Non solo, ma il popolo adunato in funzione costituente fis- · sa pure il compito della prossima assise legislativa, poichè, come dice ancora E. Kant: « Ciò che un popo'.o non può. stituendo la regione alla sua storica funzione. Tale risul-· tato - ed è questo l'aspetto internazionale ed europeo· del problema - dimostrerà come si possa articolare nella nuo· va Europa· una• popolazione tedesca frammista ad altre genti. Si parva licet c-omponere rnagnis è questo - la con- • vivenza della German·a ne'. cuore del nostro continente - · il problema vitale per un'Europa che non intende morire. . CARLO SARTESCHI
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=