Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 23 - 1 dicembre 1946
C'RIT'ICA SOCIALE Genpania per iTigenuità, .avendo çreduto alla· pnopa_ganda tedesca, ~ ' • 7 - ,A. ,cpmp'leta,e ,il ijUadro y;i,nno ric0rda:ti quei fascisti clii!, iu:ipi,egati, f,µpzj·onari, maestri, segret<1,Pi comunali e pode– stà, y0stituivano, i:ol maresciallo dei cara:biniel"i, la cl~ss~ elt:Pt!l degli qpcupanti. Sempre fatte le debite el!oez10rn, questi piccoli feudatari nop avevano ch·e un bersaglio: il tjf!Qlese che bada ài fatti suoi e nop si cwa che dei pro· pr.i interessi. ln Alto-Adige ,ipsomma si ripeteva )a situa– zione di tutta la Penis.o,la Solo che la divisione fra servi è padroni, non fascisti e· fascisti, era complicata dall'anti– ca ruggine di razza e di lingua. Allorchè fascismo e nazismo strinser6 quel pactum sce– leris che;, coqc)uso ·qua~i sul corpo ciel Tir~lo, dovev;i por– t<1,re!'Itali;~ e la Germania alla guerra .e alla sconfitta, mol– ti ,ritenner.o chiarite )e cose. Dall;i provincia se ne sareb– bero ;mdati .i tedeschi e il sacro confine del Brennero sa– rebpe diventato ij .punto c\i incontro dei due graqdi popoli upiti nella conquista del mondo. Nel!,i, « co11giur;i » delle opzioni i due com.pari si divi– sero le parti e non so se la meno ignobile toccasse al fa– scism. o. Ai nazisti e ai loro organi di propaganda (e fu una a, zi.op: eperfida e sottile che non risparmiò i segreti più geJosi e intimi delle .cas,e e delle famiglie) fu concessa la massima libertà, abdicando quei diritti sovrani che do– vrebbero essete sçmc(a sanctorum di un governo autorita– rio. Si l;isciò ·diffondere la voce che gli optanti per l'Italia sarebbero stati trasferiti in... Abissinia, convinti çhe, pur di dare carattere italiano al:a regione, conv-eniva che que– sta fosse trasformata in un... deserto La guerra troncò gli sviluppi della politica combinata dei nazisti ·e dei fascrsti. E' quindi impossibi.l.e valutare qua· li disastrose conseguenze ne sarebbero derivate, per eseµi– pio, all'ecoqomia della provincia. Di certo gli avvenimen– ti del sett.embre 1943 confermarono che in Alto-Adige era– no rimasti i nazisti. futuri aguzzini dei callìpi di concentra– mepto. Tn quei tristi giorni l'ibrido connubio fra nazisti e fascisti parve spezzato. Se soldati, carabinieri, lavoratori trovarono- .(anche questo va detto a chiare note) dalla per polazione tirdlese asilo e assistenza, non fu certo fra gli optanti per la Germania ma fra i contadini 'che avevano preferito r'estare abbarbicati alle loro cas.e. 8 - Nel periodo settembre 1943-aprile 1945 la situazio· ne della provincia divenne paradossale. Fra i nazisti, ,di- • ventati i padroni della regione, e i fascisti trasformatisi in « repubblicani » si ristabilì w1' modus vivenid~. Una volta ancora il pacifico abitante f~ce le spese del com1u~io._.C~l pretesto di mantenere l'ordine fu costituito un Po-lizeiregi· men,1 Bozen e vi furono arruolati tirolesi di classi anziane. I giovani rimasero alle loro case! Il reggimento, impiega– to 'fuori del.l.a regione, fu inviato in Piemonte e nel Vene· to a dare, 'la caccia ai «partigiani». Scarsi i risultati e· modesto \'-entusiasmo di questi tirolesi diventati poliziotti per frode.· Quanti, al mornento defl'insur.rez,one dell'apri– le 1945, tornarono ai loro casolari, vi portarono dispr~z– zo per le brigate nere, per )e S. S. tedesche è calda am– mirazione per i «ribelli». Tanto può nell'animo della gen– te tirolese' il fascino di chi combatte per la prop,ria li~ bertà! . 9 - Gli strani aspetti della fine della guerra (a Balza– .no le colonne dei reduci dalle deportazioni incrociavan0 i soldati tedeschi, prigionieri con... armi e automezzi !) ; l'es– ser diventato il Tiro!.o una specie di refugium p,eccatorum di 'nazisti e fascisti. in fuga; l'incompreTISione di alcuni uf– ficiali alleati, più sensibili. aHe m,tuose genuflessioTii dei nazisti di ieri che al dignitoso contegno dell'.antifascista di sempre, lasciarono in Alto-Adige nuovi sediinenti e altro torbido Se materiai.mente il Tirolo è stato più risparmiato dalla guerra· di ·tante altre regioni italiane e ha sofferto assai meno del Reich e cieli'Austria, la situazione vi è oscura. ·subito dopo la liberazione, i vecchi rancori ebbero libero sfogo. Non mancarono le esecuzioni di qualche collabora– zionista e riprese~o le polemiche, nel giuoco della ripri– stinata libertà di stampa, fra i giornali di lit1gua italiana, il quotidiano del Comitato di Liberazione di Bolza]i]@,i giornali tedeschi e· i settimanali italiani di partito. Per gli italiani della provincia. tutti i tirolesi furono tacciati di na– zismo; per converso gli italiani accusati di essere ancora fascisti. Esagerazioni e incomprensione da entrambe !e parti. · I :ti,rolesi, in genera,le, non furono nazisti, anche se mol– ti spera.ron.o di ricuperare, la loro indipende]i]za attraverso la vittoria tedesca. Ohè gli italiani della r,egione fossern poi tutti dei fascisti· è· un non senso, anche se in territorio di· c0mHne sia facile passare dall'amoFe ti>erla· propria na- zione al ,nazionalism@. ' BibliotecaGino Bianco Ad a;vvalorare il giudizio che italiano fosse sinonimo di fascista contribuì, purtroppo, \'.aver lasciato ai '\ore posti persone compromesse politicamente e· moralmente. In . at– tesa del!e dec;sioni della Conferenza di Parigi, il .governo di Roma, cui gli alleati trasferirono 1'amministrazi.one del– la regione nell'autunno del..1945, poco o nulla fece per mo– dificare uno stato di cose deleterio. Va. anzi detto che si aggravò la situaz;one sostituendo, ,:on elementi ita'iani, in– visi alla pop.olazione per' il loro passato, funzionari e im– piegati nominati da'I governo militare alleato. Inveoe di dichiarare nu'.lo il mostruoso patto dei due. dittatori, il prob:.ema delle opzioni fu lasciato in sospeso, cqnfondendo le idee e favorendo intollerabili abusi. Casì gli optanti per l'Italia vennero considerati dei... fascisti; quelli che avevano optato per la Germania. na2listi ! 'I'>é~ gli optanti erano in realtà emigrati piccoli proprietari, con– tad;ni, braccianti; i ricchi, i «signori», erano rimasti al !orci postò. Questi aon sentivano la necessità di ljn .radi– cale provvedimento di giustizia; quelli premevano al Br.en– nero ansiosi di ritornare al'le loro case. In attesa che fosse deciso il destino dell'alto Adige si doveva purificare l'ambiente, consentendo il ritorno dei pover,i emigrati delusi e obbligando una strana fo'.la di im– mig'rati del peri-odo bellico a mostrare -le loro carte, a giu– stificare fa lorn presenza. Nella regione a!to-ates·na sono an11idati tedesc-hi ed• austriaci (ex militari, ex funzioTiari nazisti e loro famig;ie) che, rifugiatisi nella provincia, non si. sa donde attingano i mezzi per vivere.· Non lo si sa, ma lo si suppone. Beni sottratti ,in Italia dar tedeschi, ma– teriale bellico, miliardi di. lire del1Iecasse militari tedesche e fasoiste non sono finiti in Alto-Adige? 1 tirolesi che hanno dato il sangue di ,tanfi ).oro -figli per i campi dI bat– taglia d'Africa e d'Europa, sono giustamente indignati ;ve– dendo aggirarsi .:.... magari in automobile! - per le loro vallate gli ultimi resti di quel nazismo che ha portato ·an– che al Tirolo lutti e sangue e ohe ancora gavazza, specu• lando sulle ruberie e sulle mah,ersazioni. rn ·- A ridare. speranza a chi - italiano o ·tedesco - V1JoleiI bene della regione alto-atesina, sono venuti gli ac– cordi De Gasperi-Grueber. L'aµtonomia più ampia, internazicmalmente garantita, sa– rà acQordata all'Alto-Adige, L'Austria rinuncia definitiva· mente alle sue aspirazi.oni ·su). Tirolo; l'Italia si impegna a conservare alla regi·one il suo carattere etniço e a dare alla lingua tedesca la parità con quella italiana. Scuole te– desche, uguali diritti ai pubblici impieghi con gli italiani, sono garantiti ai tirolesi. L'accordo, che sarà completato da successive_ intese fra i governi di Roma 'e di Vienna, per quanto nguarda il problema delle opzioni, il ricono– scimento di certi titoli di studio e i trasp.orti di persone e merci fra 1\lto-Adige e Tirolo dei nord, ha avuto largà , eco di consensi nel mondo. A Roma e a Vienna non sono rpancate · J.e critiche, che si son fatte più accese e violente· ai margini della regione. , , E' interessante osservare le reazioni s'i.1scitate dagli ac– cordi di Parigi, i,tJ.ser~tine\ trattato di pace çhe çi riguar:.. pa. In Alto-Adige è fiduciosa attesa. Non mancano le di– scussioni çirca la portata e l'applicaziòne pratica degli ac– ~ordi; ma la gral).de maggioranza della popolazione, che layora e produce, desidera veder tornar.e la provincia alle sue floride condizioni di centro agricolo, in9ustriale e turi– stico. Pochi e sparuti i gruppi che, sia in campo tedesco che italiano, hanno interesse a intorpidire le acque. La Vo/– kspart,ei, che non aveva mancato di agitare il p'rogramma di un ritorno all'Austri<1, attraverso un plebiscito, cerca di persuadere i propri aderenti a valutare al lume della· si· tuazione internazionale e delle possi!ÌiliÙ. che la conferen– za di Parigi poteva offrire alle aspirazioni itirolesi i van- taggi dell'accordo. ' A Innsbruck, capitale del Tirolo e punto nevralgico sen– sibile alle sorti dell'Alto Adige, non sono mancate prote– ste e rl ministro Grueber, artefice austriaco della transa– zione parigina, ha avuto accoglienze piuttosto vivaci. ·Quel– la. specie ~i focolaio inedentista che. per motivi storici e culturali, s, annida a Innsbruck, si estinguerà alla leale at– tuazione. degli accordi italo-austriaci. A Vienna e a Roma, alcuni parlamentari, anzichè esami– nare l'intrinseca bontà dell'avvenuta intesa, si sono J'mitati a dep_'._orare,rispettivamente, e )a rinuncia austriaca alle aspirazioni sulla regione e la· limitazione italiana a!Ja so– vranità dello Stato. per esser stata l'autonomia garantita interrtazionalmetite_ Questioni di prestig' 0 che sanno di nazionalismo, non giovano alla popolazione· tirolese e ddle quali dobbiamo occuparci solo per condannarle. Da– _gli efituslasmi internazionali - specie nel campo anglo-ame– rican0 - è giust© invece trarre motivo d1 compiacimento, senza perde,r di vista che la diplomazia, dietro ·il paraven-
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