Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 23 - 1 dicembre 1946
CRITICASOCIALE 391 I Socialisti e l'alto Adige 1 - Avrei preferito - anche le paròle hanno il i?ro peso - sc;rivere « I sociaNsti e il Tirolo ». Sarebbe infatti tempo di togliere di mezzo l'infausta de– nominazione che. tratta dalla polvere degli archivi napo– leonici nell'àltro dopo-guerra. mentre è _un'offesa alla _sto– ria e alla geografia, ricorda il triste pe_nodo .della domina– zione franco-bavarese, per 'nulla dimenticata in T1rolo, pur dopo centotrentacinque anni. . Senza scomodare Dante, riesumare quel· • Tira lii» . « ~ piè dell'Alpe che bagna Lamagna » e _com pulsare testi di storia, ognuno sa che il. nome alla regione a caval!o dell~ Retiche venne da Caste] Tirolo, presso Merano. Alto-Adi-_ ge, nomenclatura da dipa.timento francese du_rata dal' 1809 al 1814, non trova alcuna aderenza nei luoglu e· nella sto– ria Nel 1866 Garibaldi risalendo va.\ di Ledro e puntando su · Trento, avanzava '......secondo i bollettini militari di. allora - in Tirolo·! 2 - Nel volge;~ la loro attenzione alla beli.a regione al– pina i socialisti non devono temere la verità e possono ben prendere a modelLo quel .Peter Mayr, oste nei pressi ?i Bressanone che è"·una· delle più belle figure della stona della libertà e della verità. Condannato a morte in contu– macia per aver continuato a combattere, dopo la. cessazio– ne delle ostilità, contrò i francesi. tradito e catturato, il Mayr Qttenne - per le suppliche della moglie -. la rinno– vazione de] processq. Dinanzi _al tribunale di guerra, Peter Mayr avrebbe dovuto dichiarare che, ritiratosi sui monti a guerreggiare,- aveva ignorato l'esisten~a di _un cert? ~ando che imponeva la consegna delle armi. Eglt prefen mvece la. condanna e la fucilazione, rispondendò agli al.libiti giu– dici militari che sapeva del bando non- intendeva riscatta– re la propria vita al prezz_o di una menzogna! Agevole dei resto per noi socialisti essere fedeli asser– tori di verità nel considerare la politica italiana in Alto– Adige. Noi soli fumm?, 'Il<;ll'immediato _dop~-guerra ~el 1919 a resistere in Italia a!l ebbrezza naz1onahsta: a chie– dere' che l'Italia - fedele a quei principi di rispetto di tut– te le nazionalità che l'avevano fatta grand_e ed amata da tutti i popoli oppressi - garantisse la più ,larga autono– mia alle genti di razza e di lingua tedesche a sud del Brennero. 3 - Anche prescindendo daU'infai:n_e politica fasci~ta, dobbiamo riconosc·ere che anche la po.\1tlca del governo ita– liano dal 1919 al 1922 fu intessuta di er.rori. Pe_r bocca del re e dei Ministro degli- Esteri del tempo - Tittom - si era promesso ai nuovi. cittadini, che _!lOienti entravano a far parte della compagine_ nazionale, spontanea ~ larga tu– tela dei loro diritti storici, linguistici e culturali. Le pro– messe rimasero tali Fino al 1922 la politica italiana in Al– to Adige fu incerta e .slegata. I 1?uo~i suddi\i, del_usi' e scontenti arrivarono al punto di nmpiangere t mesi del– l'ocçupa;ionè .italiana del periodo d'atmistizio ! Eppure i\ compito dell'Italia 'era tutt'altro che di~cile in rapporto alla situazione creata in Eur.opa dalla yitto– ria. L'Austria - cui per tante ragioni dinastiche, sentimen– tali e materiali, il Tirolo si sentiva da secoli profondamen– te legato - aveva cessato di esistere. Invece de_ll'Impero sopravviveva una piccola repubblica in istato falhment_are, che nessun fascino· poteva• esercitare su u~~ popolazi~ne montanara conservatrice, profondamente rehg10sa. Il· Reich - per il quale non esisteva in Tirolo alcuna simpa~ia fr~ le masse contadine, mentre la tendenza pangermamsta di alcuni intellettuali aristocratici, che farneticavano di con– quiste fino a Verona e al G~rda, si limitava a sp_aruti sfo– ghi letterarii - era pure diventato una repubblica demo– cratica Nulla quiiidi poteva attiz'zare il modesto fuoco tirolese. Facilitava il compito i-1 dileguarsi degli ·effetti di quella grossolana p~opaganda di guerra che anche nel Tirolo aveva agitato i soliti temi: dal Papa prigioniero all'anti– clericalismo italiano; dall'analfabetismo a un complesso di inferiorità della, nostra .amministrazione. Era basta_to in– fatti che alcuni tirolesi fossero discesi nelle « vecchie pr.o– vincie » per ragioni di commercio o di studio, perchè l'I– talia trovasse in loro dei disinteressati propagandisti. Una nazione cattolica di quaranta milioni di abitanti do– veva infine intendersi facilmente con gente profondamen– te credente. Sarebbe stato agev1ole trovare appoggio e aiu: to nel clero e soprattutto nel Vescovo di Bressanone, cui sono legati tanti interessi locali. 4 - Niente ditutto questo. Aggravò le cose una specie di invasione di elementi ·disonesti. Sui passi dei soldati, iblioteca Gino Bianco risalirono la valle Lagarina giornaiisti senza sc_rupoli, af– faristi, speculatori, Le prime impr_essioni non. si'_cancellano_ facilmente .. ~'I– talia che nel 1866 aveva inviato a Udine, come pnmo com~issa~io civile;' un Quintino ~ella,. nel 192.0 a!fidò ).a amministrazione del Tirolo a funzionari scadenti o rnesper- ti, ignari sem_1?redelle condizioni, della _regione.. . Non servì l'esempio della P_russia che, anness;,i una regio– ne squisitamente tedesca come. ·l'fdsa;zia nel 18~0, vi aveva inviato funzionari prussiani (anz1chè. del ;F'alatrnato o del Wuertemberg, tanto affini per indole e cultur,t), co.1-bel_ ri– sultato di non essere riuscita, in quarantaquattro anm, a « prussiawizzare » l'Alsazia. Le direttive delle autorità centrali brillarono per la loro, mànchevolezza . e discontinuità. Una popolazione avvezza alla disciplina e al ri-spetto dell;autorità del ._Più mo?~sto gendarme subì le violenze del· nascente squad~1sm<?,Si 1m– brattar.ono i muri, si decapitarono le statue, si uccise. Il 24 aprile 19;a1, in occasione di una festa in costume che coro: nava la settimana della Fiera di Bolzano, indetta sotto gh auspici del gov,erno. per attivare i traffici della reg:one, fu µcciso dai fascisti il maestro di scuola Franz Innerhofer. Era la bancarotta dell'autorità statale di fronte a gente che aveva un concetto profondo dell'autorità. · Ma che vale riesumare eventi tanto vivi nel nostro ri– cordo? A quanti di noi ebbimo amore per il Tirolo e co_n– siderammo fratelli gli abitanti di quelle vallate, fu facile dimostrare che anche nelle « vecchie provincie» si abbatt~ va l'identica violenza. 5 ··_ Con l'avvento d_el fascis~o la .p_olitica funesta no~ ebbe che il pregio di diventare sistematica. Magna pars di un metodo che non risparmiava le lapidi dei cimiteri, mu• tava nome a paesi, vallate e montagne, premeva perchè gli abitanti cambiassero il loro cognome con criteri di fan– tasia, fu quel senatore Ettore Tolomei. c~~. senza attende– re la « marçia su Roma>>, aveva dato tmzio ad opera set– taria quale presidente del!o « Istituto di studi per l'Alto Adige» e che, anche prima dell'avvento ~I poter~ di Hitler, era corso a Monaco a offrirgli la propna ammirata colla- borazione. ·· L'obbligatorietà dell'italiano nelle scuole portò al risul– tato che i giovani, dopo pochi anni dalla licenza elementa– re, si presentavano alle armi o ai corsi premilitari senza sapere una parola d'italiano e di tedesco, non conoscendo che que.I.loro dialetto tirolese che riesce incomprensibile a· un.... berlinese! . Per noi socialisti animati da quel sentimento di umani– tà che non conosce' confi·nf e razze, è motivo di commossa solidarietà ricordare con i nostri compagni spentisi in esi– lio o nelle galere. quei tirolesi che, per non aver ceduto a lusinghe e minacce, non riutarono il martirio. E, sempre in omaggio alla verità, no_!1 ·deve _ripugnarci ricordare che molti italiani - anche non fascisti - usarono rn Alto Adige metodi oppressivi e arbitrarii. Il più mòdesto impiegato, appena posto- piede nel villag- . gio tirolese, si scoprì l'anima del signorotto· mcdieva~e alla stessa stregua di quei villeggianti che, fatte le debite ec– cezioni, visitarono la regione quasi fosse colonia o terra di conquista. 6 - Che il malanno .fosse stato endemico lo si vide al– lorchè venne posto ai timlesi il tragico dilemma della op– zione. Non serve negarlo o fingere di dimenticarlo oggi, per comodità politica: molti italiani, anche di quelli che furono antifascisti e oggi militano in partiti democratici, videro nell'odiosa misura una specie di toccasana. A chi, essendo a contatto per motivi sentimentali o di lavoro con i tiro)esi afferrava tutta la gravità di un provvedimento ' che avr~bbe coperto di vergogna l'Italia, essi replicavano che se i tirolesi non si sentivano di diventare italiani, po– tev~no ben andarsene in Germania. Eresia, specie sulla boc– ca di chi esalta ed esaspera i concetti di patria é nazione. Basta interrogare quei modesti maestri d.i scuola che, fa-. sèisti per necessità, vissero le ansie ·di una popolazione co– stretta a così duro dilemma, per comprenderne la disuma- na natura. · Troppo lungo sarebbe ricordare quali sviluppi presero i _provvedimenti riguardanti l'opzione dei cittadini dell'Alto– Adige. Si erano accodati al. fascismo imperante. per va– nità ed ambizione, molti tirolesi, e la situazione era caoti– ca. Tirolesi non fa!;cisti, sperando di restare nel loro pae– se, optavano per l'Italia; tirolesi fascisti, che si sentivano «prepotentemente» italiani, desideravano restare in Alto– Adige per continuare là loro ·propaganda; tirolesi nazisti optavano per la Germania ma dr fatto restavano in Tiro- . lo, ..sperando che il Reich un -giorno o l'altro si sarebbe an– nessa la· provincia; tirolesi non nazisti optavano per la
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