Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 23 - 1 dicembre 1946
390 CRl'.ffCASOCIALE II L'aspettò morale educativo. Il c-ompagno Cicero· di Lentini riprende un aspetto della questione me.ridionale chi{ è stato già preso in esame sulle nostre colonne &al compagno Punzo. . Noi p,ersistiamo a credere ·che il tono d'i vita! morale del proletarriato meridion,ale è strettam,ente congiurnto· con la struttitra economica della sua regione e, eh.e la trasforma– z~one di qu.esta struttura avrà per st; stessa grande impor– tànza per eleva,~e qu,el t,ono _oggi dolorosamente assai basso. Non iin:porta eh.e il senso della persona.lità e della dignità manchi anche a persone che, comie · osserva il Cicero; si trovano -iii una discuta condizione econ,omica. E' tutto l'in– sieme dell'ambiente, è ti,tto il sistema di rapporti tra le di– vers,e classi che per esso si è veriuto a crea11e, çhe deter– mina certe abitiùlini di prepotenza .e di arro,,ganza da una parte e• di s,ervil·ità dall'altra, anche se qiialcuno de·i « galan- . tuom·ini » sia caduto in miseria, dal cui morso,invece qualche lworatore sia rii.scito a liberarsi. • ' Siamo peraltro ben lontanì dal negare l'impo'rtan,za del– l'a,,rpetto mmrale ed educativo del problema mer·idiona,te: il quale am~ette .. è r,eclama rimedi anche affatto indipendenti dalle ri:forme economiche. Cr,ediamo che urn'azione de-/ Par– tito socù;ilista diretta a' far risentire l'effirn::ia educatrice che è 1-1ell"umcmesimo della nostra dottrina p(}ssa avere un effetto altamente benefico. I contadini di molti luoghi de.l– l'Emilfo, ch,e a/cimi decenni a,ddietro· mancavano a,nche· essi d·i im vigile senso della lor,o dignità di uomini, sono saliti al gra,d(} di coscienza mnana ,e s oc•ialista c he hizllmo oggi appivnto per la propaganda che· dell 'intrinse.co contenuto mo– ra:/e della nostra dottrina hanno fatto uomini conie Pram– polini e Massarenti. . . • . . . Non crediamo invece molto a/l'efficacia di un'altra pro– p.osta fatta dal compagno Cicero. L'op,era del Maestro :n.eUa scuola pi,ò c.ertamente esser benefica, ma ha -cburata troppo breve per poter vine.ere l'influsso di un 'sistema di vita e di atteggiamentl spirit1~ali che i ragazzi a,pprendoni:i dall'esem.– pio famigliare e dì tutte le persone che li circondano. Il fatto poi che il· diverso insegnamento venga da un fore– stiero (imo «straniero>>) potrebbe in-.,enerar,e. diffidenza ed wversione-. Più accortamente, a parer nostro, il compagno Punzo fac.eva assegnamento su/ fati.o-. che l'incitamen_to a scuoter,e cert-e abit1Jdini di passivo oss-equio venrsse cki per– s-one .che· il proletariato del Mezzogiorno s.entisse come gente del proprio sangue. . · Ad ogni modo è bene che anche -questo aspetto- del pro– blema sia posto e che i compagni del Mezzogiorno medi– tino quale p,uò ess ,e.re su questo punti) il compito loro. LA C. s. Il problema meridionale in generale, e quello siciliano in particolare. è stato an;ipiamente trattato e dibattuto. Tut– tavia vorrei anch'io_ dire una parola modesta e semplice, che sgorga dal mio cuore, per contribuire modestamente alla comprensione e alla soluzione dell'annoso problema. Credo_ che una voce assolutamente rispondente· alia realtà sia stata detta dal compagno ·Avv. Punzo, nel suo scritto apparso sul n. 19 d i Criti ca Sociale; da siciliano, che'crede di conoscere la sua ter.ra, e da socialis,ta, a cui sta a cuore la soluzione del pr oblema in senso socialista, non esito ad associarmi toto. corde alle sue. osservazioni e a confermare che la triste verità éhe · grava pesantemente sulla grande massa dei lavoratori meridionali e isolani, _specie di quella agricola·, è proprio l'ignoranza diffusa in una maniera ve- . ramente paurosa, Non tanto la miseria rende servili i ·nostri lavoratori, quanto la mancanza di un_a personalità e di una cosciente consapevolezza della loro dignità di uomini Eberi e della !pro forza. Non è sempre vero che i nostri cortta:dini siano più miseri degli oper:.ai del Nord. Ma quello che manca al nostro contadino è là coscienza del proprio valore, del pro– prio io ; il che lo rende succube della volbnJà altrui, e spesso lo assoggetta supinamente al padrone. Da noi, ad esempio, è assai frequente e, direi quasi. generale che un socialista o comunista, magari «attivista». riverisca il pro– prio padrone col famoso « vos,cenza - be1'l!edica », e con un semso di sottomissione assolutamente non- confacente alla dignità umana. E se a volte qualcuno vuol dimostrare la sua indipendenza o la presunta coscienza della sua· dignità di uomo e di lavoratore, si comporta quasi sempre in ma– niera inurbana e poco educata. I\ problema è dunque educativo o.Itre che economico. Per risolvere quest'ultimo aspetto occorre propugnare .con BibliotecaGino Bianco tutte le forze ed attuare' gradatamente, ma ri_soluta~e_nte, quella riforma agraria organica che da· anm costitmsce una aspirazione legittima dei nostri lavoratori della terra, creando le premesse necessarie perchè essa conduca eff_et– frvamente alla socializzazione dellà terra, -che è parte m– tegrale del programma socialista. Fer risolvere il pro– blema educativo occorre creare scuole, ... scuole,... e scuole per bambini e per adulti, che indirizzino bene i primi e trasformino la coscienza, la personalità e la mentalità dei secondi. Scuole. ·che abbiano maestri « non di quelli che imbottiscono il cranio degli allievi con date storiche, .po.e– sie a memoria ed altro, ma di quelli che sanno formare il loro carattere e la Idro coscienza»·. Maestri .che non insegnino negli s'tessi centri ove son nati, come avviene purtroppo dovunque da noi, con gli inconvenienti' che re– puto superfluo •enumeràre, e siano giovani selezionati, pos– sibilmente continentali, e in numero tale che in prosieguo di tempo possano far sentire l'influsso delle loro abitu– dini e della lo·ro mentalità,· apportando benefiche trasfor– mazioni d'ambiente che sono assai utili alle ·conseguenti trasformazioni di carattere, di temperamento e .di. vita . Il provv~dimento, a cui accenno solo di volo, ma che a mio avviso. va studiato ed esaminato ponderatamente, attuato nel tempo con gradualità e · con ordine, potrebbe forse creare malcontento nella classe degli insegnanti, ma dovrebbe essere perseguìto egualmente e decisamente, sino alla: totale sostituzione degli insegnanti locali con quelli forestieri. La scuola, l'ambiente, gli allievi e, quindi, i. cit– ·tadini ne .risentirebbero un sicuro e decisivo im1ovamento, · Educare, istruire e renderè economicamente libero il nostr:o contadino 'è dunque il problema fondamentale. il prob 1 ema base. La più triste .realtà della nostra terra è proprio « la vocazione alla miseria»,. a cui quasi per istinto sono inclini i nostri contadini; rea'ltà che bisogna c.orreg– gere' con ogni mezzo ed estirpare dall'animo dei più, so– spingendoli, con l'insegnamento · e con l'educazione, ve~so. forme di vita; di pensiero 'et di azione che li rendano sem- . pre più consapevoli dei diritti e dei doveri umani, e su– _scitino in loro quella .« vacazione alla prosperità-», che· _è segno· di civiltà. di maturità e di forza volitiva e co- ~~~ ' . ' Anche il Partito ha trascurato non poco presso di noi l'educazione politica delle masse-.dei layorato(Ì agricoli, la quale richiede una particolare dedizione. Il nostro .l',ar– tito ha in parte, cu-rato 1' òrg'aniii:aziorìe dei' lavoratori,' ri– tenendola da sola tinà 'palestra educativa di· solidarietà, ma ha· trascurato non poco·-la--diffusione della cultura so– cialista fra le masse, la conoscenza della nostra ·dottrina, che spesse vol1;e è stata ed è ancora oggi deformata e travisata. · . --~ . • · J Il nostro contadino ha rare volté -ascoltato propagan~ disti del Partito che gli abbiano spiegato con continuità e con ordine le },inee fondame'ntali defla dottrina socia· · lista. Viene al socialismo solo per istinto, senza averne conoscenza e senza avere una fede, e ci viene forse per speranza di avere l,i. terra a cui aspira con tutto l'ane·– lito del suo cuore, e invano ha aspettato e aspetta che gli si formi la consapevolezza del fine chè vuole raggiun– .gere e dei 11\ezzi ·çhe deve usare per raggiungerlo. Ha acquistato, _è vero, una coscienza « ribellista », ma ·11011 ha ancora acquistato (e se si persiste nel sistema- attuale non· potrà certo acquistare) quella coscienza rivoluzionaria che può imprimergli 11na personalità, un carattere e una 'di– gnità· di uomo libero fra eguali. Anche ·questa è una triste realtà che ocçorre ,modificare. Il compagno on. Saragat, iniziando in Sièilia il suo cic_lo di propaganda ·elettorale per la Costituente, nel di– scorso tenuto all'Anfiteatro Greco di Siracusa, in una sma– gliante cornice di civiltà antica ebbe a dirci che « il probl.ema· meridionale in genere, ~ quello siciliano in ispe– cie, non è solo un problema politico ed e.conomico, ma è principalmente un fatto di coscienza» La nostra società capitalistica agraria non può sentire, .co·mt non ha mai sen– tito, l'imperativo categorico della coscienza, e non può ri– solvere nemmeno il problema politico- ed economico, ma tende ad intorbidarlo ·sempre più per trarne i suoi van– taggi. Il Partito Socialista Italiano che. per bocca di un suo autorevole esponente, lo ha sentito e fatto suo, non pùò e non •deve- più trascurare questo . « fatto di coscienza», ma affrontarlo decisamente e risolverlo. Tanto più che i nostri maestri ci hanno insegnato che la .saldatura della massa .operaia del Norci con la massa dei contadini del Sud è la çondizione sine qua non perchè il socialismo trionfi· in Italia. CARI.OCrcERo
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