Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 23 - 1 dicembre 1946

386 CRITièA SOCIALE di comprendere· innan.zi tempo come gli alleati ci avrebbero -trattati al tavolo della pace. . ·. Quantp ai loro sentimenti verso il fascismo occorre sta: re bene attenti a non travisarli. Essi hanno compreso tutti .gli errori e le colpe di Mussolini, di cui hanno subìto più d_i ogni altro italiano le conseguenze, ma non trovano onesto e bello che a giudicare i .fascisti dei tempi 'difficili si;mo proprio coloro· che lo hanno esaltato e lo hanno servito, per– cependo lautissime prebende, nell'anteguerra; come pure non trovano opportuno e intelligente criticare il fascismo cqn gli stessi metodi con cui il fascismo intendeva critica– r·e e seppellire la democrazia: con la retorica e in evidente malafede. In_ altre parole, il loro atteggiamento verso il fa– ·scismo non è un atteggiamento che porta alla sua rivalu– ·tazione_, ma a una· _sua critica .più seria e _più onesta. Questo, in breve, lo stato d'aninjo ·dei. reduci in genere e in particolare modo .degli « anziani di prigionia », dei quali intendo trattar~ più per esteso. Gli a,nziani d-i pri_q-ionia, Chi sono· gli << anziani di png1onia », -e perchè intendono distinguersi ·dagli altri _redµci? Risponderò subito a questa domanda. Gli « anziani di prigionia» sono tutti coloro che sono stati catturati nel '40 o nel '41, di cùi il rimpatrio è cominciato soltanto nel secondo semestre dell'anno scorso e dovrebb.e .essere ultimato tra alcuni mesi. Uomini che ·hanno trascorso circa cinque anni della loro vita tra i reticolati e che si sentono ,uniti da un comune vincolo: -dall'apparte– nere alla generazione di coloro che' non hanno partç;cipato 'alla guerra 'r5-'r8, a'.l'impresa di· Fiume o alla marcia su Rcima, che hanno creduto che il fascismo potesse rendere grande e. felice l'Italia, che lo hanno servito « senia servir– sene» e che sono partitì pe_r questa guerra senza discuter– la, per alto senso del dovere più che per essere convinti della sua ineluttabile necessità. · Rimpatriati· con precedenza assoluta.- nei pnm1 mesi d-d '45 gli amma'ati e gli ultra-cinquantenni, sono rimasti in– fatti tra i reticolati in prevalenza coloro che avevano dai 26 ai 40 anni", combattenti partiti giovani per il fronte e in– vecchiatisi nei campi di concentramento; i. quali, com\! non vogliono che il loro sacrificio venga confuso con quello de– gli altri reduci rimasti menò tempo 1 lontani da casa .e dai propri affari, così non vogliono ascoltare, ·al ritorno; da · partigiani ,veri o pretesi, gli stessi discorsi che essi si sono sentiti fafe dagli squadristi, da quando hanno avuto l'età . della ragione al giorno in cui sono partiti per il fronte: « Voi, cari amici, non avete contribuito alla rinascita della patria. Ascoltate i nostri consigli, state a vedere: vi diremo noi cosa dovete fare» ,eccetera, eccetera. · . · · Discorsi che a loro, che hanno conosciuto a fondo il va– lore dell'umanità e che sanno bene. qùanto sia difficilé ·tro– vare in uoa stessa persona le" ·doti del'.'intelligenza, del co– raggio e dell'onestà, fanno quasi schifo, specie se chi• li fa non partì a suo tempo per il fronre :. dato che per loro pàrtire per il fronte non significò soltanto adempiere al pro– prio· dovere, ma acquistarsi un titqlo ·per poter al ritorno promuovere cjuella \rivoluzione che il fascismo av~va pre– dicato in un primo tempd, ma che non aveva ma,i saputo at-· . tuare, per incapacità o per malvo'ere di gerarchi, i quali· - trovarono più com'.)do e facile asservirsi ai capitalisti. Gli « anziani di pr;gionia » sono quindi i reduci più esa– sperati e più rivoluzionari, non soltanto perchè al ritorno sono costretti a vivere più deg'i altri in cond_iz·oni di disa– gio, avendo i loro cari negli ultimi anni svenduto il vendi– bile, contratto deb;ti o fatto la fame, ma anche perchè rton -riconoscono alcuna &_erarchia di valori che non sia basafa ~u'l'onestà e la competenza, dat·o che non ammettono che, dopo il malgoverno fascista, con la miseri~ che ha colpito il paese dopo la sconfitta,· si debba in~taurare uri peggiore gov(!rno ,e s:i debba to 1 lerare ancora· 1a -presenza di .mesta- tori o di parassiti politici. _ · Il fascismo per loro è superato: n\!ssuno pensa a restau-· ·rarlo. S'.lno per principio ostili. al liberalismo e al comuni– smo, simpatizzano per il · socia!ismo, ma non si accostano ad esso per la sfiducia che· ]{anrio verso alcuni capi più in· Ti sta, i quali, sé non faranno nei loro cgnfronti ( e nei ri– guardi della loro ~enerazione ili !l"~nere) una· polit\ca. più ,intelligente, li costringeranno a m1lttare senza ·convmz10ne ·· nel qualunqwismo o a organizzarsi in un nuovo partito, !che - aderisca· di più alle loro aspirazioni, aggiornando le idee vitali del soc;alism.o. · Quest'.l in breve. il pensiero degli « anziani di prigionia», vale a _dirè dei reduci che hanno maggiormente sofferto e che hanno più ..a lungo med·tato- sulle sventure de"la pa- . tria, i quali, per l'età che hanno e per i fermi propositi che– li .animano, sono più idonei a riprendere la lotta politica -~l BibliotecaGino Bianeo loro ritorno in patria, e a riprenderla eon cor_aggio, poten– .do presentarsi in pubblico a testa alta, non avendo nulla da perdere e tutto da pretendere. · .' èerite sobria, attiva e volitiva, la quale avverte anche la necessità che le classi medie partécipino più attivamentè alla vita della nazione, perchè senza un'attiva partecipazio– ne dei ceti medi al processo rivoluzionari-o 1 c'è ben poco da sperare da: qualsiasi moviménto che pretenda di instaurare un ordine civile che sia espressione dei nuovi tempi e pe" netti profondamente nelle coscienze G, S. SPINETTI. Il.C01\1GRESSO- l\TilZIOl\1ll . . della-cooperaztone agri eolaa Bologna r . . Come i lettori sanno,. recentemente ha avuto luogo a Bologna, indetto dalla Lega nazionale delle Cooperative, il « Primo ·Congr-esso nazionale "tiella Cooperazione agri- colai». · I temi· all_'ordine del giorno era tre: 1) « La r·iforma agrC11ria », relatore lo scrivente; 2) « La ca-operazione agri– c-ola » (organizzazione e sviluppo), re~atore .il prof. Mario Casalini; 3) « Il :ct1~dito alla cooperaizione agricola,», rela· tore il dott, Otello· Dal Fiore. Un breve riassunto delle tre relazioni. Io ho prospet– tato, sommariamente, i prol;>lemi essenziali per l'avviamen– to ad una riforma agraria nei rapp·orti colla cooperazione agricola.· Si trattava di- stabilire tre· punti, a mio avvis-◊ fondamentali: a) la riforma agraria deve adattarsi alle ne·– cessità locali; b) non può esservi una so'a ricetta buona per tutte le località, per tutti gli ambienti; c) occorre as– sicurare alla cooperazi-◊ne agricola la disponibilità delle ~~ . ' . Da tali premesse deriva ·la proposta della:- costituzione di - «Comunità,· ad,rarie provinciali»,- alle quali devono ·es– sere àssegnate tetre appartenenti ad Enti pubblici ed a· privati e çhe 'si trovin<11in· .determinate condizioni. Tutto .ciò devè essere co~p,letato con una migl,ior~ organizza– zione de'.le --piccole proprietà rurali, in modo da -portarle a produrre di più, megJio e al minor costo. Mario Casalini ha esamipato l'aspetto organizzativo del· la cooperazione agricola ed ha mess·o in evidenza le· due vie. da seguire per arrivare all'organizzazione:· la prima consiste nella creazione di consorzi aziendali fra piccole aziende agricole, rivolti . ad •assicurare aUe aziende stesse la direzione teçnica e l'organizzazione in com4ne cji tutti i servizi. necessari ·ed utili all'eserçizio dell'agricoltura (cre– dito agrario, acquisti in comm:ie, trasformazi'.lne e vendite collettive dei prodotti, ecc. ecc.). La piccola proprietà può, deve esse·re rispettata, in quanto sia organizzata in. orga– nismi cooperativi atti ad assicurare it massimo contributo alla produzione. La seconda via è quel'.a delle cosidette « affittanze collettive»,- quando si tratti di· grandi aziend·e e· di colture richiedenti largo impiego di mezzi strumentali, di bestiame, ecc., ecc. · Mario Casalini ·si è largamente soffermato sull'esame dei due _no_tiprovv'ecjimenti Gullo .e Segni sulla « conces– sioné delle terre», ed ha insistito su questo puntq: la -sem– plice concessione di terre, senza assistenza tec_nica -e senza i mezzi ne_cessari e in rriisurà adeguata, minaccia di_ danneg– giare la produzione e di sc.redit;ne la coopèrazione agricola. · Ii terzo relatore, Dal Fiore, ha. illustrato quale sia il bisogno di credito delle Cooperative agricole, (mettendo in rilievo le soluzioni pratiche date al problema dalle Coope– rative mediante trattenute -sui"salari, ecc.) e prospettando la necessità di un'organizzazione creditizia_ da parte dello Stato, _adeguata ai -bisogni e alle caratteristiche della ceo- ·perazione. · _ , · Le due prime relazioni nòm hanno soddisfatto. i rappre– sentanti .della Federterra, e taluni congressisti" di parte comunista. Non ·intendo 'fare _nomi, ma mettere in rilievo– soltanto le critièhe, ·che furono- essenzialmente due: fu, làmentato çhe io, ne!la m;.a' relazione, n:<:mavessi tenuto• presenti i voti della Feder"terra: sL voleva cioè -'un\1cèen– tuazione della parte rigùardante la piccola proprietà -e -uria:. _netta presa di posizione corntro le grandi aziende. E' in– fatti noto come i" <:onùinisti ritengano che non possano sus·sistere' azi,ende al di là: di una data superficie· e che cje~ ba essere favorita al massimo. grado la formazione della piccola proprietà. · E' mia opinione invece - e lo dissi al ·congresso -=– che,• ai fini de'la • prodùzione, -e specialmente nel cas0 di çooperative fra lavoratori delt:a terra, la superficie tnag- /'

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=