Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 22 - 15 novembre 1946
364 CRITICA SOCIALE ca l'intenzione del Governo di istituire l'arbitrato obbli– gatorio _almeno in alcuni settori dell'industria; credo quin– di mio dovere di buon cittadino dire il mio pensiero, 1 per quel. che può valere, su' tale questi'one. Prernetto che io non chiamo reazionari coloro ;' ·quali ritengono in buona· fede di ·p·oter salvaguardare gli interessi dei lavoratori insieme con quelli della società mediante l'arbitrato ob– bligatorio; conosco molte persone, anche fuòri dai' partito democristiano, di sicura fede democratica, le· quali aderi– scono con slancio al progetto gov~rnativo e citano l'esem– pio dell'Australia e della Nuova Zelanda, paesi di alta ci– viltà e democraticissimi, nei quali l'arbitrato' obbligatorio è in vigore da -oltre mezzo secolo, a dimostrazione che- non può essere dannoso per gli operai. Scartiamo dunque i giu– dizi temerari ed esaminiamo· il problema con la mente sgombra da prevenzioni. Per parte mia respingo l'arbitrato obbligatorio, non :perchè sia reazionario ma perchè in Ita– lia è utopistico. Sono io per caso un fautore di scioperi a getto continuo? Non credo di avere questa fama. I socia– listi' ed i sindacalisti della mia generazione hanno sempre predicato e predicano ancora çhe l'arma dello sciopero è , un'arma a doppio taglio e che deve essere adoperata ·sol– tanto come -extrema ratio, ossia dopo che si sono esperiti tutti ·i mezzi per comporre pacificamente le vertenze; e i sindacati liberi del tempo prefascista non solo non si sono mai opposti alle procedure remoratric.i, ma hanno invoca– to per anni ed anni la riforma della legge sui probiviri, nel senso di estenderne la coinpe.tenza ·ai conflitti. colletti– vi, ma inutilmente. ·Quindi possiamo ancora oggi essere d'accordo con coloro che vogliono l'arbitrato facoltativo ed una politica sindacale volta ad inutilizzare gli scioperi, ma' ridn pìù in là: • Impossibilità di attuare l'arbitrato L'idea di sopprimere legalmente g)i scioperi senza at– tentàre alla libertà di associazione. sindacale ha trovato, come. sopra si è detto, un campo d'applic;azione 'in Austra– lia, limitatamente a talune grandi industrie ed ai trasporti ferroviari e marrttimi; ma, a parte il fatto che l'esperi– mento non -ha dato tutti quei benefici risultati, che se ne spe– ravano, ciò si è potuto fare grazie alle specialissime c·ondi– zioni di quel paese. ·Nulla di simile s.i è potuto tentare, che valga la pena di essere segnalato, in Europa ed in Ameri– ca, nemmeno negli Stati angl:osassoni_ Che l'idea si ripre– senti in un'epo_ca di profonda: crisi sociale e di straordina– ria attività scioperistica è ·comprensibile, ma è altrè!tanto sicuro che l'arbitrato obbligatorio non è realizzaliile in un · paese come il. nostro che è agli antipodi ·della Confedera– zione Australiana. non soltanto ge_ograficamente, e w di essa in ritardo.· · · \, L'unionismo apolitico "e lo sciopero astrattamente corpo– rativistico, che giustificano dialetticamente la presenza del– le Corti arbitrali, sono già; dovunque, lontani nel tempo. Anche le forme delle lotte delle classi si evolvono. Cin– .quant'anni fa gli scioperi . si facevano soltanto per. niotivi economici ed ·erano un monopolio di fatto degli operai e dei contadini. Oggi invece- abbiamo anche gli sçioperi po– litici. gli scioperi_ di solidarietà, gli scioperi di protesta, e in questo genere di scioperi, ·ai' quali non rimangono estra– nei, natura~mente, gli addetti· ai servizi pubblici; gli Italia– ni tengono il primo -posto C'è di più. La cosidetta auto– difesa non è più esercitata col solo modo classico dell'ab– bandono del lavoro; la strategia moderna consiglia .gli o– perai a rimanere sul luogo del lavoro, e dentro lo stabi– limento. si può fare l'ostruzionismo o lo sciopero .bianco sécondo i casi. Nei servi'zi pubblici - l'esperienza lo inse– gna - l'ostrù~ionismo può essere un'arma più potl"nte del-, lo sciopero. · E' presumibile che la legge sull'arbitrato obbligatorio di-· sporrà che ·1•autodifesa, dentro e fuori lo stabilimento ed in qualunque modo esercitata, sia proibita, e sta bene; ma ccime si regolerà il legislatore di fronte agli ·scioperi poli– tici, che non sono materia di mediazione? I tranvieri o i gasisti che si uniscÒno ad ùno. sciopero generale di prote– sta non contravvengono al divieto di farsi giustizia da: sè, pérchè non portano la lotta contro le ditte da cui dipendo– no; quindi, a rigor di logica, dovrebbero andare esenti da· BibliotecaGino Bianco pumz1one. Ma, allora, a eh~ servirebbe l'arbitrato se ,non raggiungesse il fine della continuità dei servizi? Chi ha ùn po' di pratica dei moderni conflitti sociali non ha certo 0 bisogno · che i.o esponga una casistìca per dirim– strare quanto sia difficile· in pratica distinguere gli scioperi economici dagli scioperi politici, e a quali disastrose conse– guenze può condurre la politica dei divieti. Mi basta l'a– ver dimostrato che l'arbitràto obbligatorio come ·rimedio contra gli scioperi· non è più d'attualità e passo a parlare delle difficoltà ·materiali che ne ostacolano, oggi come og– gi, la realizzazione. Ognuno ·sa che i Collegi arbitrali sono composti di una rappres entanza paritetica di datori e di prenditori di la·· v.oro e presiedu.ti da un Presidente neutrale, preferibilmen– te da un magistrato di, carriera. Orbene, se l'arbitrato è facoltativo, il Collegio arbitrale può essere costituito in qualunque momento senza ·nulla mutare nello stato attuale de-Ila nostra legislazione in -materia di libertà sindacale; ma se invece l'arbitrato è obbligatorio, fa d'uopo che gli ope' rai acquistino la capacità di stare· in giudizio. Non basta che siano uniti in si!!dacato, bisogna ancora che il sinda– cato abbia un nome, sia riconosciuto dallo Stato. Biagio e Martino sono due persone fisiche o giuridiche. Quindi lo Stato deve· preliminarmepte mettere gli operai in condi– zioni di far riconoscere la toro organizzazione, il che è fa' cile .a farsi \anta più che gli- operai italiani non sono più contrari al riconoscimento giuddico delle loro organizza– zioni. Ma si badi, il rfconoscimento giuridico è facoltati– vo, come è facoltativa, del resto, l'adesione al sindacatCi>. Il che vuo,l 'dire che, se le categorie soggette all'arbitrato obbligatorio. non si organizzanò o non chiedono il ricono– scimento giuridico, il collegio arbitrare non funzionerà in loro confronto. n.· che vuol dire ancora - caso più frc– .quente - .che, se gli organizzati non costituiranno la mag– gioranza, saranni> · dolori. Che farà 10 Stato? Farà una- legge sul sindacato obbli– gatorio per tutte le categorie cui è tolto il diritto dell'au– todifesa? In questo caso ruzzolerà nel sindacalismo di Stato, cio~ fascista. Ecco la prima grossa diffrcoltà da su- perare. . . Altra gr·ossa difficoltà è quello delle sanzioni. Come pu– nirà lo Stato coloro che disobbediscono al divieto di scio-. pero? Imprigionando e processando i m:eneurs, come al tempo in cui io sciopero era un reato previsto dal Co– dice Penale? Forse no; forse si atterrà al concetto più civile delle comminatorie pecuniarie. ·Questo infatti è. il cri· terio adottato dai paesi in -cui vige l'arbitrato obbligatorio. Le penalità possono essere applicate in due' moçli: o col– pendo con una multa il sindacato, oppure multando indivi– dualmente gli operai che partecipano ad uno sciopero. Que– sto secondo sistema è il più generalmente adottato e<;lè anche il più razionale., pe,chè non colpisce soltanto gli or– ganizzati; ma a tuttd.'ijuesto c'è una pregiudiziale. in Italia, ed è che i lavoratori non sono disposti ad accettare san– zioni di nessuna ·specie.· Motivo di più perchè . io termini proponendo il passag– gio all'ordine del. giorno. · RINAI,00 RIGOJ,A . Abbiamo . pubblicato: HAROLD J. LASKI 11·Battaglione segreto (Un esame dell'atteggiamento ·comunista verso il par– tito laburista) - Prezzo L. 20,- · - GIUSEPPE FARAVELLI La Democrazia Socialista Prezzo. L.; 15. Valgono pu- enlr<Jfllbi lei facilit02ioni, già disposte per ·_gli altri llJOStri opuscoli, di un.o sconto ·del 2S% per ordiryuioni di oltre 10 copie.
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