Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 22 - 15 novembre 1946
362 CRITICA SOCIALE COllABORAZIOHE OD PPOSIZIONE ? I A questo argomento, e alle ragioni pro e contro, ab– biamo accennato più volte nei • nost1·i · articoli redazio– nali. Diamo ora ld parola al compagno Punzo che prende sull'argomento una recisa e risoluta posizione. Una. delle più importanti questioni su cui oggi il par,– tito è diviso è quella della opportunità o meno di con– tinuare la collaborazione nel governo presieduto da De Gasperi. I fautori del passaggio all'opposizione sono, fino a questo momento, in numero minore; ma, francamente, le ragioni che militano in favore di una rottura del fronte dei tre partiti di massa non possono essere sottovalutate. Certo la ,decisione è gravida d'incognite e la responsa– bilità di fronte al popolo, per· una tale politica, 'è im– mensa. Tuttavia io penso che, esposte le ragioni per· cui si ritiene opportuno continuare nell'attuàle coalizione, è bene fissare anche l'attenzione sugli argomenti a so– stegno della tesi opposta. funanzi tutto i fautori della coalizione sostengono che la Repubblica è nata così ane– mica· e malaticcia che occorre una veglia assidua e con– tinua alla sua culla per evitare un collasso. Ora il con– .tegno della democrazia cristiana durante la campagna elettorale è stato tale che c'è ben poco 'da fidarsi che, lasciandola ·sola alla culla della neonata, non ne pròvochi la morte,· quanto meno per ... omissione di soccorso. Occorre dunque che su quella culla veglino i repub– blicani e, dato che le forze del partito Repubblicano Ita– liano sono troppo esigue, è necessario che comunisti e socialisti facciano da mamma amorosa. Ciò, dicono i fau– tori della permanenza al Governo, non può essere fatto che restando nella compagine ministeriale. In secondo luogo essi pongono innanzi, a sostegno della loro tesi, il vecchio adagio: gli assenti hanno sempre tor– to. Se non fossimo stati nel Governo, essi dicono, chissà se avrerrimo avuto la Repubblica e la Costituente, che rappresentano un- trionfo della testarda volontà di Pie– tro Nenni? In terzo luogo essi temono che la nostra uscita dal Governo (naturalmente d'accordo ed unitamente ai co– munisti) provocherebbe subito una coalizione della de– mocrazia cristiana con le •forze di destra, il che impor– terebbe un notevole svantaggio per la tutela dei diritti dei lavoratori. Infine, e questo sembra essere l'argomento più forte, difficilmente i comunisti ci. seguirebbero sul terreno del– la rinuncia al potere nel momento attuale, il che· cree– rebbe la situazione paradossale ed imbarazzal'lte di essere noi all'opposizione ed i comunisti, legati a noi dal patto d'unità di azione, in seno al Governo. Questi, all'incirca, gli argomenti addotti dai sostenitori della continuazione della coalizione. Non vi è dubbio che non se ne possa· negare la forza a cuor leggero; tuttavia le ragioni addotte dagli avversari non sono meno valjde. . Innanzi tutto essi dicono: è verissimo che la Repubblica è nata non male, ma malissimo, e che è necessario ve– gliare attentamei:ite su di essa. Ma occorre tener presente .che tale opera di sorveglianza non sarebbe meno efficace stàndo all'opposizione, e ciò per due principali conside– razioni. In primo luogo perchè due sono i casi: o i co– munisti sarebbero con noi, ed allora si tratterebbe di un blocco di opposizione formidabile, del quale occone– rebbe tener conto; o all'opposizione saFemmo soli· e la veglia alla neonata sarebbe allora fatta . dai comunisti spronati da noi. In secondo luogo, l'essere all'opposizione ci consenti– rebbe una maggiore libertà di azione fra le masse, 'che potremmo mobilitare tutte · in vigile e possente difesa ·della loro più bella conquista. Si sveglierebbe anche De Gasperi sotto la minaccia continua del proletariato, non più addormentato per la necessità di non disturbare il lavoro dei suoi rappresentanti al Ministero. . Il che vale, sia detto per incidens, anche quale confu– tazione parziale del terzo argomento dei sostenitori della partecipazione al potere, e cioè che, uscendo noi dal Go– verno, non sarebbe più possibile tutelare efficacemente · gli interessi dei lavoratori: Pertanto il primo validissimo argomento degli avversari del passaggio all'opposizione, pur essendo di quelli che lasciano perplessi, non è inat- tacéabile. . Quanto ·al monito: « gli assenti hanno sempre torto», addotto quale secondo argomento a sostegno del man– tenimento della coalizione, si può rispondere innanzi tutto– che ormai il più importante passo: « Repubblica e Costi– tuente » è fatto, ed almeno su ciò gli assenti non avreb-. BibliotecaGino Bianco bero più nulla da perdere, ma anzi, con una' maggiore libertà ,ii mo.vimento e di critica, avrebbero da sfruttare il suc(;,_3so. Ma poi giova sempre aver prese.nte che, finchè dura in funzione la Costituente, noi siamo in una situazione politica temporanea e precaria, che deve essere vissuta solo in funzione della prossima battaglia elettorale. Il Governo attuale è un governo sui generis, non essen– do nè esecutivo nè legislativo, pur· essendo l'uno e l'altro. Vedremo più innanzi come sia proprio questa strana ed anormale situazione a fornire il più valido arg-omento a sostegno della tesi del passaggio all'opposizione .. Per ora giova notare che questo Governo può fare ben poco,· per non dire nulla, e quindi gli assenti hanno poco da perdere e molto da guadagnare a non· condividerne le responsabilità. Specie poi quando l'unico portafogli che sarebbe stato utile avere in vista della battaglia elettorale della primavera prossima, quello degli I'tlterni, non è più nostro. Quanto al terzo argomento, e cioè il pericolo di gettare definitivamente la democrazia cristiana in braccio alle destre, formando una coalizioné capitalistica che rende– rebbe più difficile la tutela degl'interessi dei lavoratori, a noi sembra che sarebbe anzi una vera fortuna poter trovare un mezzo · per togliere definitivamente la ma– schera al partito anfibio e bifronte. S'immagini che arma propagandistica formidabile avremmo in mano il giorno in cui potessimo dire alle masse: noi socialisti siamo usciti dal .Governo perchè ~ostenevamo alcune vostre ri– vendicazioni, mentre la democrazia cristiana, piuttosto che cedere alle nostre richieste, ha preferito far blocco coi nemici deì lavoratori contro di essi. Bisogna credere che anche i lavoratori cattolici non sarebbero sordi a simile voce! Che poi, stando all'opposizione, non sia possibile tute– lare gl'interessi ·dei lavoratori è un po' un'affermazione gratuita. Innanzi t,!ltto giov:a ripetere che si tratta di pochi ·mesi, ed in politica non bisogna mai pensare che sia meglio l'uovo oggi che la gallina domal).i. Ma poi, tutto ciò che prima dèl '22 avevano ottenuto i lavoratori non lo si era forse avuto stando all'opposizione? Resta l'ultimo argomento: cosa .farebbero i comuni– sti? Senza dubbio, dato il patto d'unità d'azione, la nostra situazione è imbarazzante. , Io penso che i comunisti ci dovrebbero seguire, avendo essi gli stessi interessi nostri ed essendo in fondo costretti a fare il nostro stesso .ragionamento. Ma se così non fosse, uscire dal Governo· mentre vi rimang0no i comunisti non credo che possa essere una violazione del patto d'unità d'azione, anche rammentando che ciò si è già verificato quando già vigeva il primo patto d'u. d'a., e non ha mi– nimamente influito sui nostri rapporti. Anzi credo che situazione più favorevole non potrebbe esistere per una efficace azione nell'interesse dei lavoratori, e cioè che dei due partiti di sinistra l'uno resti al Governo e l'altro lo sproni ad agire essendone fuori. ·Argomenti per il ,passaggio all'opposizione. Comunque, bisogna finalmente dir.e che, se è indispen sabile,-specie nell'ora attuale, la più salda e completa unità fra le masse lavoratrici; in un'atmosfera di reci– proca lealtà e comp~ensione, non può ammettersi che un partito dal glorioso passato come il nostro sia costan~ tem,ente impastoiato ed al rimorchio di qua1cuno. Noi siamo socialisti, solo socialisti e non ubbidiamo che ad una sola esigenza: fare l'interesse del popolo lavoratore .. Ora, purtroppo, bisogna riconoscere che finora non abbiamo fatto altro che l'anello di congiunzione fra co– munisti e democristiani, tirando un po' di qua e un po' di là, senza conten,tare completamente e rimettendoci di tasca nostra. E' tempo che si prenda ,decisamente la nostra strada, perchè in Europa è suonata l'ora .del so– cialismo e certe ore sul quadrante della storia suonano una sola -volta. Guai a non trovarsi all'appuntamento! . Ma sono solo ragionamenti ed argomenti demolitori quelli che militano in favore del passaggio all'opposizio– ne? Tutt'altro, anzi i più validi argomenti sono d'indole positiva. ' In primo luogo, nel Governo attuale noi non abbiamo avuto (e forse non abbiamo saputo ottenere) la posizione a cui la nostra forza ci dava diritto. Noi non controllia– mo nessuno di quelli che possono considerarsi ministeri chiave per quanto riguarda l'indirizzo generale della po– litica del paese. Non parliamo del Ministe,o degli Esteri che nessuno sa perchè abbiamo preso. Quello non è un acquisto: -è un debito. Infatti sulla spalle di ~enni gravePà il com– pito più odioso: dare attuazione alle clausole del trat– tato di pace, e cioè consegnare dei Piemontesi alla Fran-
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