Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 22 - 15 novembre 1946

CRITICASOCIA.LE 361 Noi alobiamo anche motivo di cQJilpiacerci che un al– tro dei principìi proposti da noi sia stato accolto quel-' lo per, cui il patto di unità si risolve in un 'impegno, ·tra i due partiti, di 'c0nsultazjòne reciproca prima che sia · intrapresa qualsiasi forma di azione. Questo,-·mentre se– gna i limiti degli impegni reciproci, limiti meglio fissati _da· altra clausola di éui. diremo tra poco, rappresenta -an– che una garanzia per il nostro partito contro il rinno.: varsi di situ11zioni più volte presentatesi recentemente, per- cui l'iniziativa unilaterale' del Partito comunista po– neva noi nell'alternativa, o di lasciarci .ximorchiare s·enza convinzione (talora anzi con la: convinzione di seguire una via: . sbagliata),' oppure di rompere quell'unità che . tutti dobbiamo desiderare di mantenere quando sono in giuoco gli interessi della classe lavoratrice, della . demo- érazia, della civiltà. ' La clausola cui aHudevamo e che era staj;a anche essa enunciata nella ,mozione votata dal convegno nazionale -degli Amici di Critica Sociale, tenuto a Roma il 22-23 settembre, è che, nel caso che la reciproca -consultazione dimostri. che tra i due partiti l'accordo sopra una deter-· minata questione non è possibile, èiascùno dei due ri-: prenda - (su quella questione) la piena sua libertà di azione. Il valore _di questa clausola ci sembra così tassativo agli effetti dell'autonomia del nostro partito che vale anche più che urta ripetuta, esplicita èriuncia'zione, la quale potrebbe anche ;avere un yalore puramente verba– le. E del resto c'è un ,fondo di verità nell'osservazione, fatta ·da qualcuno, _che il patto è per se -stesso umi im– plicita affermazione di autonoi:nia, perchè 'due non pòs– .sono stringere tra "ior.o un patto se ·~on in quanto ·ab– biano coscienza della loro «alterità», pér dirla_ con pa– rola della filosofia scolastica. E questo resta vero anche se nelle premesse del patto si è voluto, almeno in ap- .parenza, · calcare un po' la mano, parlando di « unifica– zione»,' oltrechè di «concentrazione», giacchè i due vo– caboli "si riferiscono no~ -alle forzè, çome ha stampàto·, -· per evidente errore tipografico, l'Unità,' ma agli sforzi. -, (che è cosa ben diversa) dei due partiti; su di che pos'– siamo essere d'accordo sem:a riserve, tutte le volte che sia comune il fine da; raggiungere. La sua_ applicazio1U! L'importante è or.a · vedere come sarà _applicato, dal– l'una parte e dall'altra, questo patto. _Un pericolo grave può esistere -nel ·funzionamento· delle giunte di intesa, il · solo punto nel quale il patto noh segua i principii .infor– mativi che noi avevamo propugnati e le indicazioni date dallo stesso Congresso di Firenze, ·nel quale da nessuna parte si era accennato alla necessità eµ una simile ge– i:archia. Questo nuovo congegno potrebbe infatti -inge– nerare ·il dubbio che si sia lasciata entrare dàlla finestra quélla proposta di feder~zione fra i due partiti, presen– tata dal Longo ,al Congresso· del F'. C. e non· accolta dalla Direzione: del nostro partito. Nella mozione da noi votata riel nostro cònvegno nazionale tenuto a Roma noi avevamo richiesto che « il compito di crea~, di condurre e di · esplicare l'intesa debba essere unica– ,mente riservàto àlle direzioni dei due partiti » e questo concetto, a quanto ci risulta, fu propugnatò da qualche compagno anch~ nella dis~ussione fatta in seno alla Di– rezion.e del "iiostròl partito. La ragione di questa clausola che noi chiedevamo è nella situazione che si è formata -. in pareccJi.i luoghi, fn cu.i f coIXlùnisti, per un compleS'so di ragioni che in gran parte cQttituiscono per essi un titolo _di lode, animati da· un se~o -religioso, ·quasi f;ma~ tico, della loro missione, pretendono spesso di interférire _ nelle cose interne del nostro partito, ed esercitano sui nostri compagni ·una pressione a cui questi non sempre sanno resistere, perchè ·la lunga ripetizione del propo– sito di fusione ha ·tolto a molti di essi, entrati nelle nostre file senza sufficiente preparazione, la capacità di inten– dere in chf cosa il riostro metodo e la nostra dottrina differiscano da -quelli èlel partito comunista, e quale si.i la specifica funzione .che il nostro partito ha in questo BibliotecaGino Bianco , periodo di jaticosa elaborazione del ,nuovo -assetto poli– tici>·e· sociale del nostro paese. Tale pericolo è stato del resto unanimemente inteso da tutta la- Direzione del no– stro partito, la quale, pur accogliendo la proposta di costituzione di giunte d'intesa anche provinciali e ·comu– nali, ha · tuttavia assegnato a queste 1m carattere ben diverso da quello della giunta centrale, A questa sola è infatti delegato « lo studio, il coordinamJ,?nto e la deci– sione ·su tutti i problemi», mentre le giunte comunaH e· provinciali hanno soltanto una funzione esecutiva, .come è esplicitamente detto. Spetta alla Direzione del nostro partito di, vigilare per– chè questa norma sia rispettata e non si_prendano local– ment~ deliberazioni che poss'lno alterare _lo ~pirito del patto e rappresentare una menomazione di quella schietta fisionomia che oggi più che mai il nostro ·partito_ ha bisognò di difendere, se vuole· assolvere, nel vantaggio del proletariato, h funzione che il presente momento sto– rico gli· asseg~à. E noi speriamo che anche la Direzione del I'artito Comunista si renda conto di- questa neces– sità e sappia frenare certe tendenze che qua e là si manifestano tra i suoi gregari- e che sono nella loro · estrinsecazione .veri · atti -di sopraffazione, anche se è l'ardore della· fede che li determina e li giustifica. Il Partito" Comunista 4ovrebbe sentire,_ e speriamo davvero lo senta,, che l'efficienza del patto di unità dipende dal prestigio clie entrarribi i contraenti' hanno nel paese. Ogni lesione fatta o tentata alla piena indipendenza _e, co9-se– guentemente, alla dignità cl.el nostro partito si risolvereb– be in un danno certamente per noi, ma anche per l'effi– cacia-del patto e perciò' anche· per il partito comunista e, sç>prattutto, ·per gli· interessi del proletariato; della demo– crazia, del ·paese, per l'a cui difesa il patto è stato sti– pulato. È un'altra cosa è da aggiungere. Il fatto che· l'art. 6 del paragrafo relativo agli « organi del patto » stabilisce uha gerarchia tra le giunte d'intesa, con una dipendenza .di quelle comunali da quella della rispettiva provincia e di _quelle provinciali dalla' c~trale, non deve lasciar credere che l'opera ~oro sia sottratta al giudiziò del Par– tito. No. La Direzione non può- aver voluto in nessun mo– do, come anchè il Mazzali attestava in un suo discorso a Milano poche sere fa, ledere il principio di democrazia da ·cui deve essere~ retta la vita interna del Partito. ·Non ci debbono esseré' argomenti riservati a ristrette com– missioni e sottratte alla critica e alla delibera delle se-· zioni, dei Congressi provinciali, del Congresso Nazionale. La cosa è così -Ovvia che ci pare persino superfluo un chiarimento iri proposito; ma ,forse non sarà male che la Direzione eviti possibili malintesi ed arbitri. Aél accrescere la forza con cui potremo cooperare ·al raggiungiment~ del fine che il patto si propone incombe a tutti noi il compito di acquistare e infondere nella coscienza dei nostri compagni sempre più vivo il senso della nostra missione, l'amore per la nostra fede demo– cratica, il rispetto di noi stessi, la risoluta, volontà di difendere .la nostra dignità e la nostra unità. E a _questo non 'èontribuiscono certo coloro che, per facilitare- ·n trion._ fo della loro meschina fazione. e della }oro. anche più meschina ambizione, non esitano a diffondere in mezzo al proletariato consapute menzogne· sul conto nostro, at– tribuendoci _ atteggiamenti e fini che noi non abbiamo maf avuti. Anche contro questo pericolo la Direzio~e del Partito deve prendere posizione tempestivamente. La Critica Sociale 1 Ricordiamo di aver sospeso l'invio dellà Rivista a colorò che -non hanno ancora rinnov.ato l'Òbboliamento

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