Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 22 - 15 novembre 1946

374 CRITICA SOCIALE gime imperiale abusante deU-a facoltà concessagli contro lo stesso popolo concedente, accolse in sè il grido di dolore di tutte le vittime straziate nelle strade, nelle carceri, nei cir– chi e denunziò l'autorità imperiale come autorità illegittima se non s'adoperava ad instaurare in terra la /ex aeterna di Dio, la «giustizia», se cioè noq riconosceva di dover rendere· conto a Dio, fonte di tutti i valori morali che la· coscienza umana deve, come suo proprio compito, attuare nella vita. Lo Stato apparve allora una restrizioqe necessaria dovuta alla natura egoistica deU'uomo, fu detto Civiias H ominis e ad esso fu opposta la Civitas Dei; in• cui tutti gli uomini erano uguali perchè ad essa erano iscritti come cittadini di natura spirituale. . · Si ebbe così -la lotta fra le due sovranità - imperiale · e papale -· che agitò le coscienze del medioevo e preparò la conclusione moderna. · La Chiesa entrò nel teatro politico tutrice dei diritti indi-' viduali, ma svolse una dottrina di così delicata trama giu– ridica che, purtroppo, ben presto si tramutò in nuovo giu· stificativo argomento dell'assolutismo. La frase paolina omnis potestas a Deo significava che nessun uomo, nemme'– no il principe, ha tale sovranità da poter turbare od offendere i diritti impressi da Dio nello spirito delle sue creature; si– gnificava che, per comando di Dio, la Società doveva essere qrdinata al bène ·materiale e spirìtuale della comunità, non avallava ogµi potestà umana, non giustificava ogni forma di Stato, ogni arbitrio di principe, sia pure investito dal Pa– pa. La- potestas rimessa a Dio è perciò stesso tolta all'arbitrio degli uomini, i quali debbono usarla solo secondo l'ordine morale e debbono rispondere a Dio delle trasgressioni com– piute, sia nel campo nazionale che in quello internazionale. poichè, per la sua fonte divina, il Diritto è antecedente e su– periore al;.o Stato ed esige un ordine di giustizia all'interno delle Nazioni e un altrettale ordine di giustizia all'estet'no: nella Società umana nazionale e nella società dei popoli in– ternazionale. S. Tomaso, il quale seppe trasfondere nel pensiero poli– tico moderno tutto lo spirito della viva dottrina aristotelica, perfezionò la concezione ascetica di S. Agostino, già corretta del resto dalla p-o.l.itica della Chiesa; e riaffermò che lo Stato non è opera del diavolo o del. peccato ma è voluto (la Dio perchè anche iinJ statu innocentia,e, cioè nello stato naturale, vi è sempre un certo ordine prodotto dalla natu ra ragio– nante dell'uomo (S. Th., I - qti 96 - a. 4); ordine natura.le, quindi imperf,etto come imperfetti siamo noi. ma frutto dell'impetus naturalis dell'uomo e momento necessari-o per tendere alla perfezione, a quell'ordine sopra naturale ,d mo– rale che rappresenta il completamento ideale dell'ordine na– turale stesso. Ed allora la sovranità come impulso all'ordine è comando di Dio, ma questo comando è voce della coscienza degli up– mini, i. quali .hanno così il dovere di scegliere il proprio principe, cui essi debbono obbedire in qi\anto egli es.erciti tale sovranità a beneficio di tutti e non contro la legge eterna sancita da Dio, la legge della giustizia. P.otestas in qiiantum talis a Deo•; llld ,populum pertinet electio principitm. Chi usurpa il principato è tiranno e può essere detronizzato; è sedizioso lui e non chi gli si oppone (Comm. in II sent., dist .. 44, a. 2). Ma, come già dicèm– .mo, nel corso della storia, accadde che il Papato, senten· dosi investito della rappresentanza della volontà divina, in-. tervenisse negli affari dello Stato, o che qualche Principe, sentendosi direttamente -investito di sovranità solo per aver– ne avuto l'investitura dal Papa, rendesse lecito in sua legge ciò che a lui piaceva, ed allora s'ebbe qùella famosa coi.tesa fra giuristi papali ed imperiali, attraverso cui ~i venne ela– borando e concrdando il. profilo de·llo Stato moderno come ente autonomo. Il lato notevole è che tanto i giuristi rega– listi, i quali volevano sottrarre il Principe alla soggezione papale, quanto i giuristi curialisti. i quali volevano affer– mare tale subordinazione, si appellavano àl popolo, cui ri– con·oscevano il diritto di delegare la sovranità a chi fosse da lui scelto. . · . Marsilio da Padova fonda -lo Stato sulla Universitas i:i– vium, poichè la formazione dell'ordine statale, se proviene da Dio come causa remota, tuttavia è istituita immediata– mente ab humana mente, la quale solo può formulare le leggi reggitrici· della Società. L'imperatore quindi riceve l'investitura direttamente dal popolo e non solo non dipende dalla Chiesa, ma può regolare le manifestazioni della Chiesa come istituzione storica. · I;a tesi contraria insegnava al popolo di non dover ~op– nortare il dominio assoluto· dell_'imperatore ed essa -giunse nei monarcomachi fino al punto da ricon.os.cere ai cittadini il diritto di spodestare con la violenz-a i Principi offensori del diritto divino ed umano Per il ·suarez è n~cessària la potestà per aversi una com– mùnitas p.e.r,fecta, ma la fonte di questo ·potere non risiede Biblioteca Gino Bianco in uomini singoli, bensì in hominum collectione (De Leg. Libr. III, C.). Nessuna società può reggersi senza il con– sensus volon-tarius populi. « Ex natura rei onines nascuntur liberi et ideo nullus habet iurisdictionem politicam in alium sicut nec dominium » (De Le'[J. 3, C. 3).. La potestà temporale ha origine in Dio, da Ltii trasmessa all'uomo, media ratione naturoli, quindi - il Suarez con– clude - il popolo deve eleggersi i suoi magistrati; costoro debbono attuare la giustizia, e la Chiesa può intervenire a difesa dei diritti spirituali dei cittadini (Defensio Fide.i: Libr. III, C.). (continua) ALFREDO Pocci .FATTI E COMMENTI della stampa ,estera LA SITUAZIONE INTERNA IN RUSSIA. L'atteggiamento della R'\lssia in fatto di politica estera, at– teggiamento che giornalmente occupa tanta parte della stam– pa di tutto~il mondo non fa tul;tavia passare in secondo pia– no, anzi accentua Pl~teres-se pèr quanto nvviene iD! Russia. E,'-– sebbene le notizie che !}alla _Rus•sia -&i hannò siano quasi sem– pre indirette, tuttavia il fatto· che tutti gli osservatori stra– nieri si trovino concorai nel rilevare ,le caratteristiche prin• cipali della politici! internà del paese e le influenze che la guerra ha avuto su di essa, non lascia dubbi in proposito. Pare chiaro che, di fronte alla guerra, proprio in• conse– guenza del duro -colraudo che es-sa ha imposto all'attrezzatura sovietica, molla parte della -dis'Ciplina imposta -a tutta l'or– gan izzazione non abbia retto, e la corruzioDe si sia venuta estendendo. Particolarmente interessa·r~ te, in questo senso, un articolo di Nikolaus Basseches, esperto di cose russe, appar– so sul settimanale zurighese Weltwoche del 4i ottobre, col titolo « Corruzione in Russia 1>. Attraverso una acuta analjsi uelle condizioni di. produzi_one jn Russia, condizioni non floride malgrado gli sforzi de.' bolscevichi, il Bas·seches parla di numerosi casi di corruzione che si sona verifi, cé.ti in Rus– sia, approfittando -del rilas·samento causato dalÌa · guerra, spe– cialmente attraverso Ja burgcrazia statale e in conseguenza dei privilegi che si sono venuti' stabilendo nel paese. Dello stessò argomento sj è occupata la TrWune de Lau– sanne (.« Cm.'llbiameiiti in Russia») del 6 ottobre. Il _giornale rileva ,la crisi che la Russia sti! attravers·ando e osserva -che per prepararsi· ai sacrifici della guerra i governaIJ,ti russi ave– vano allentato le briglie, sì che nel 1940 e '41, specialmente .Ja vita russ·a conobbe aspetti -del tutto nuovi: ristoranti aper! ti feste, e indipendenza personàle. (lnd.ipendenza che deve es– s~re intesa _dal punto di vista economico). Ma dopo la fine della guerra, mentre molti osservatori avevano notato che la Russia ·.stava diventando liberale il· governo ha stretto nuo– vamente i freni e numerose mis.:ire repressive sono già s1ate p_rese, ,specialmente in Vcl"airia, contro «Jo spirito separatista e i·ndipendente dei •contadini». Contemporaneamente, la repres– sione si esercita 11nche nel crumpo della politica e della cul– tura. Alcuni funziohari del partito comunista soilo stati ac– cusati di debolezza, e. di incapacità per non aVere abbastanza .sorvegliato alcuni letterati che· avevano dimenticati i precetti di Lenin e di Stalin, s·econdo cui la letteratura è u~•attività del partito e dello Stato_. Intanto « nell'esercito l'uguaglianza fra soldati e ufficiali è diventata un mito». Di questa stessa crisi •si occupa anche il Manchester Guardian del 7 ottobr_e, .con un .articolo di Max Beloff. Il -giornale cita un articolo della Pravda dell'-8 agosto, in cui è affermata la necessità di un più severo controllo .still'ammissione di nuo-, vi membri. ·nel partito .comµnista, che durante la guerra ave– va, per ràgioni contingenti, spalancate le porte cosi da giun– gere a 6.000.000 di membri contro 1,600.000 del 1939. In •e– guito, s! è inizia~ Ìa campagna per una revisione del siste– ma educativo del pariito, nel quale « si teme il diffondersi di idee non completàmente jn armonia con ,l'ortodossia cor– rente». E si teme soprattutto l'accentuarsi di tèndenze autono– miste da parte delle minori nazion8lità sovietiche, per ese.m– pio dell'Ucraina. A questi timori sarebbe dovuto, secondo il Manchester Guardian, · 10 scioglimento della Repubblica cri– meo-tartara. Ino_ltre un più rigido controllo è annunciato in Rus.sia sugli intellettuali,. e questo ,controllo si estende oltre alla letteratura, « al teatro, al cinematografo ... Persino l'lllmori– Smo deve essere controllato». Per quanto riguardà l'educazio– ne, un editoriale della lsvestia lamentava che « troppi in•e– gnanti ·e direttori insegnano tuttora varie materie senza pen– sare al loro ,significa~o politieo ». :E la Pravda. ,sottol!neaTa ohe

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