Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 22 - 15 novembre 1946

.. CRITICA SOCIALE 373 Storià e funzioni dèlla Costit_uente tempi ed è anche il compito che la natura stessa affida al- 1.'uomo; il quale, munito dell.:: ragione, è per ciò. st~sso do– tato del mezzo ,migliore per potersi r_e~gere e m1ghor~re. Aristotele nel libro III della Politica avverte senz.altro Le co;tituzioni ne_ll'antichità greco-romana. che la buona Costituzione è quella che risulta dalla « funzio– ne politica del pop·olo » '-e Costituzione cattiva è quella ove Nell'atto stesso in cui ci poniamo la-questione del.la Costi- _nonsi convocano le adunanze popolari, nè per fissare le leggi tuente, noi stabiliamo un principio di diritto n aturale: sta- nè per fissare l'ordinamento nuovo. biliamo la nostra capacità giuridica di darti l'ordinamen- Quando, dunque. la Costituzione non provvede come d~- to più conforme ali~ nostre aspirazioni e per ciò stesso af- vrebbe al benessere dei cittadini, ma solo a quello di pochi, fermiamo la nostra sovranità: , - non cioè a quello dei governati ma a quello dei governanti, E' questo, forse, il più assillante problema_ che l'U~anità quando sia offesa l'uguaglianza- dei cittadini e le leggi siano cercò di risolve 1 e nel ~uo dramma stor_ico. sia ~o~ fatic_ose, fondate su privilegi di fazione o di classe, quando nelle stesse sottili - ma non inutili - e serene d1scuss1om ftlosof1che democrazie si dia maggior valore all'uguaglianza numerica e giu;idiéhe e sia, talvolta, con subitanei, decisivi, ma ammo- aniichè a quella di merito, quando la vita politica è. avvele- . .nitori e tragici interventi di popolo. _- nata dalla sete di guadagno e turbata o dalle contese -o dalle L'arte del comandare è, secondo Platone, da ritenersi arte prepotenze delle fazioni che contravvengono alle leggi a van- divina e ad essa -l'uomo, facilmente prono alla· sua natura taggio di chi è al potere, quando la maggioranza oppressa egoista è poco adatto perchè può abusarne a danno altrui, e ha la coscienza di essere uguale in valore .agli oppressori perciò 'commenta ironicamente- il filosofo greco. il Dio Cro- e sente quindi in' sè la gra-ve offesa alla giustizia, al!ora no. pr~vvide che a capo delle pri~e ci~~àfossero_ ~ei sei:ni~ei. « le rivoluzioni• avvengono di nec-essità » (r). Ma essendo essi -ormai tramontati, Anstotele, p1u realistico, Il popolo rompe quell'incrostazione che la classe domi- si accinse a studiare la Società non solo come essa sorge nante ha lasciato .come sedimento legale soffocante la vita ed è ma anche essa vive e si trasforma, non solo nel cittadina,. e si aduna per ridarsi nuova forma politica. Chi suo· ;spetto statico, ma anche in quello dinamico. e, così, ci può fare questo? Aristotele non h a dubbi: « L"a inaggioran- , lasciò uno studio delle crisi sociali, delle rivoluz10ni. -tanto 'za, ciascun singolo membro del.la quale può non essere un completo da essere la fonte da .clli ogni studioso poi ha po- uomo superiore_ ma che ne lla sua totalità vede più giusta- tuto e può trarre indicazioni e consigli, che prendono- aspet- mente _che ciascuno degli uomini superiori». · to di novità ·solo per la forma e per il particolare adatta- Aristotele, sintesi del pensiero greco, dunque non aveva mento alla effettualità. · nessun 'dubbio sulla sovran,ita del popolo e sulla sua capa- Uno -dei primi meriti di Aristotele è stato qùello di par- cità a darsi o a modificare, sia pure attraverso intuizioni tire ·dalle condizioni economiche per capire il formarsi e lo errate o giuste, cdrsi •e ricorsi, un ordin;i.J'!ìento politico. svolgersi della Società, ma a questo meritò, che parve I Romani seguirono la stessa linea dottrinale, con la dif- vanto di teorie moderne, egli aggiunse an_che quello di ferenza che, per il .(oro intuito giuridico,_ diedero ,maggiore vedere l'uomo come un ·fattore unico della storia, fattore valore al _momento- statico, alla legge, che deve reggere i po- visto nella piènezza delle sue facoltà, sia. quindi, come uomo poli. , . economico che cerca i mezzi di sostentamento, e sia come La preoccupazione di questo popolo era di dare stabilità al- uomo mo;ale che ansiosàmente aspira ad un regime in cui lo Stato. evitare perturbazioni e guerre intestine, e perciò coi possa vivere in quel rispetto di cui ùn essere libero è degno. suoi giurisperiti si sforzò di precisare il senso ed il valore E l'uomo,-in quanto ha la ragione. simile in ciò e solo per della legge. che, per essere vincolo unitivo-efficace, deve at- ciò a Dio, non è una cosa, oggetto di scambio, non è uno stru- tuaie il diritto natura'.e, la giustizia, che è la ragione stessa, mento animale incorisàpevole; è un essere autonomo, che è la· vita della. legge, tanto che cessante ratione le_q.is, cessat non ha prezzo ma digni~ìi e come ta!e deve ris!)ettarsi ed es- ipsa /ex. II cittadino di.Roma così ha insegnato al mondo la sere rispettato. _ necessità e la natura dell'ordine civile, che deve essere ordi- Dato questo concetto dell'uoino, occorre attenersi alla ne di ·diritto e non di arbitrio, poichè la violenza è Juri ma- realtà e vedere quale sia appunto l'ordinamento in cui _e xime adversaria e perciò demolitrice di ogni consenso civile. ,er cui l'uomo possa vivere da uomo. E' l'ansia di tutti Ma in questa triste parentesi in cui l'Italia pare menomata prima della ricchezza; gli obblighi di chi sfa' In alto di as– si,stere chi sta in basso» (7). éoone raggiungere quella giustizia s·ociale_ contar.do soltanto sulla carità cristiana degli abbienti-, sulla collaborazione con essi mercé ·l'organizzazione di classe e te· corporazioni, che abhiam visto fin qui i frutti _che han dato? . - Opportunàmehte un mio contraddittore cita i « Santi Laici » Paolo Pini, Augusto Osimo, ai quali si potrebbero aggiun– gere Filippo Turati •ed altri socialisti morti in p_overtà; ma essi stanno a testimoniare che anche senza avere una fede fondata . s~lla « rivelazione» e praticando la religione del bene, si può -essere benefatto 1 ri dell'umanità, e attestano che, sie la bontà di un'idea si misura dagli eroi che essa ispira, dai · màrtiri che ',Uscita, anche l'ateiS6Jllo lia avuto, ha ed Rvrà i suoi eroi, i suoi m·àrtiri ed i suoi « isanti '>. E non par dunque giustificata la condanna marxistica della proprietà pri,vata, quando, proprio adesso, assistiaimo a una spaventosa lotta per arraffare beni terreni con tutti i mezzi, fl.no all'omicidio più efferato, sol perchè nelle secolari con– cezioni economiche soltanto la proprietà è considerata come l'an.cora di salvezza contro le èalamità fino alla morte? E come .conciliare ti richiamo al ,conetfivi ,s.mo pred.jcato dai Santi Padri coll'idea della « proprietà possibilmente per tutti (non già t:itt, proletari, ma tutti proprietari); il podere come ·s·pazio vitale per la famiglia?» (8). E se non è utopia questa spartizione del globo in tante. particelle quanti sono i capi famiglia, che cos'è utopia? Il risparmio!. certo, ·sarà invece Pànco·ra di ,salvezza cer– cata per il futuro, quando sia concretato in una forma di assicurazione che protegga ogni essere umano dalla <:Ullà alla tomba. o·accordo, · infine, che allo ,scioglimen°to del >!!latrimonio si d.ebba ricorrere ·solo eccezionalmente, e ciò mediante l'edu– cazione precipuamente rellgios·a, morale, psicologica e ·fisio– logica, come speriamo di potere esaminare e discutere altra Tolta. A. s. (7) l01No GIORDANI nella prefazione all'o1,>era citata, p. XX. (8) loINo G10N>oo, op.' e p. citate. nella sua dignità, è nostro dovere ricordare agli italiani, in– vasi dalla mania autodenigratoria e agli stranieri dimentichi dell~ nostre tradizioni, çhe negli scrittori italiani. da Cice– rone a Seneca, a Tacito, a Boezio; nella prassi pubblica del– l'età repubblicana di Roma, noi leggiamo ed ammiriamo quei. pensieri sulla dignità dell'uomo e quegli atti in difesa della libertà civica che poi saranno lo spirito delle dottrine politi– che libertarie del secolo XVIII e saranno non solo il fecon– do lievito del costituzio'nalismo angloamericano e de~l'opera liberatrice compiuta dalla Rivoluzione francese, ma saranno _ ppre l'essenz;i. della nuova cultura politica che la grande Ri– voluzione diffuse in tutto il mond.o. Si ricordi che ,l'Italia ha dato a quasi tutte le lingue la parola che sintetizza le libertà civiche: Parlamento! Era così semplice e chiaro_ per i Romani l'idea che solo . il popolo fosse sovrano nel darsi una legge fundamentu,n li- - blWtatis che, per Cicerone, sotto_ Silla la repubblica fu rovi– nata :mio perchè i rostri del F-oro erano rimasti d_eserti . e fu salva solo quando risorse la voce di chi riconc!uceva il .popolo alle antiche libertà. Per Cicerone il male pegg-iore era che tutti non fossero sottoposti ugualmente alla legge; quan– do la Società è in crisi occorrono nuove leggi, ma non in ple– bem, bensì pro. plebe; e, fatti! la' legge_ ogni saggio magi– strato deve ricordarsi che i suoi poteri vanno fin dove •il popolo li ha concessi. · - Nè si creda che tale principio della sovranità sia stato in·_ terrotto sotto l'Impero, perchè nel diritto giustinianeo restò la traccia di questo potere del popolo, tanto in Caio, per il quale l'imperatore poteva legiferare perchè aveva ottenuto, il comando per legge; quanto in Giustiniano, per il quale il principe poteva convertire in norme legali il suo arbitrio solo perchè mediante la /ex de imperio a lui era stata tra-_ sferita questa . facol~à (miperiitm et potestas) dal popolo. cui legittimamente e naturalmente appartiene. L'azione del papato. Era sorta fratfanto un'altra autorità accanto a quella im– periale, la quale ai mali, alle iniquità, al).e ingiustizie del· re· (1) ARISTOTELE, La politica libr-0. 111 - ed." Laterza - pag. 170.

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