Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 22 - 15 novembre 1946

CRITICA SOCIALE 367 L'ALTRA CAMERA. Non sembra che la· stampa quotidiana si interessi dei lavori delle .Comtnissfoni per la Costituente; di quando in quandò compare qualche notizia senza commenti, coìne co– sa di poco conto !. Così, recentemente, abbiamo appreso che, in relazione all'elezione della seconda Camera, la Commissione si era affermata in maggioranza (coll'astensione dei socialisti e dei comunisti) sul prinçipio della formazione di un corpo elettorale costituito dai membr-i delle assemblee regionali e dai consiglieri comunali di tutti i Coniuni della regione. Successivamente si è detto che gli eleggibili sarebbero sta– ti scelti fra categorie che non sembrano molto ·diverse <la quelle che costit)llvanè> il Senato, con qualche posto per i rappresentanti dell.e organizzazioni sindacali Tanto valeva _ (e, forse. çon maggiore profitto) convocare· di quando in quando, in Assemblea nazionale straordinaria, tutti i rap- presentanti regionali. , A prescindere_.da ·ciò, un'osservazione elementare sorge spontanea: o la. maggioranza degli eletti della seconda Ca– mera è ancora in funzione presso i singoli Istituti, e allora i suoi componenti, con la nuova nomina,. verrannp distolti dal primitiv.o mandato; o non sono stati ·.rieletti per evi- ' dente cessata_fiducia~. e viene assegnato loro un mandato più importante di quello per il quale la fiducia dei primi elettori è presumibilmente mancata. Bisogna quindi segui– re altra via; per la quale si possa bensì provvedere alla _ tutela anche di interessi parficolari, fusi però e coordinati in ima visione <li interessi generali. · · Nel febbraio· di quest'anno, rispondendo ad un questio– nario delJ'lstituto di Studi Socialisti, suggerivo .che il Par– tito promovesse l'istituzione del Sindàcato giu-ridico ·unita– rio dj categoria e, accanto _alla Camera dei Deputati. di una Camera Nazionale del Lavar.o e dell'Economia, eletta a scrutinio -segreto da.gli iscritti e fra gli iscritti ai Sindacati di categoria di imprenditori (dell.'indastria, del -commercio,· dell'agricoltura), lavoratori, professionisti, ecc. · La prima proposta sembra superata da una decisione del– la terza Commissione per la· Costituente. Quanto alla se– conda, l'idea. non è del~tutto nuoya nell'impostazione di principio. E' utile richiamarne i precedenti. • N eJ manifesto del r• maggio 1919 della Confederazione del Lavoro, come in.un proclama del Gruppo Parlamenta– re socialista. si chiede va una riforma dell'allora vigente costituzione. attraverso la rappresentanza diretta delle or– ganizzazioni sindacali. Possiamo, altresì, ricordare-•che la minoranza della Commissione 'parlamentare che aveva in - esame il progetto di leggè per lo scrutinio di lista, propo– se che .cento d·eputati fosser.o eletti col sistema del voto unico dalle organizzazioni rappresentanti i lavoratori, le categorie, culturali, le istituzioni e i sindacati dell'industria, del commerciò, dell'agricoltura. La maggioranza della stes– sa Commissione si riservava- di prendere in esame le even– tuali proposte, riconoscendo « la particolare gravità ed im, portanza del riconoscimento giuridico delle çlassi agli ef- fetti della rappresentanza elettorale ... ». · Nel convegno confederale dello stesso, màggio 1919, di– scutendosi della trasformazione del Consig_lio Superiore, del Lavoro, si era prospettata la èostituzione di· un Parla– mento professionale in sostituzi:orie del Senato. Anche la Confederazone dei lavoratori italiani (cattoli– ca) pubblicò nello stesso torno di tempo il testo di un di– segno di legge di iniziàtiva parlamentare circa la « istitu– zione di un elettorato professionale insieme a quello po– litiço propriamente detto». Seguendo l'ordine di data, tròviamo che !'on. Abbiate, 1 parlando al Senato.,_nel!a seduta del 13 novembre 1923, con– tro la proposta ri.forma elettorale-, propugnava l'avvicina– mento del Parlamento al Sindacato per trarre da questo le competenze tecniche del lavoro e le• forze politiche neces– ~;,.rie a bilanciare le forze plutocratiche; per organizzare, athaverso i sindacati, il suffragio universale, e per smor– zare nel Parlamento gli-egoismi di classe e di -categorie, fondendoli nell;interesse supremo della- collettività e ddla nazione. Potreìnmo àncora ricordare, per restare nel ·campo delle iniziative del nostro Paese, che nel 1923 è st;;.to redatto da Rigola, De Ambris ed altri, -un progetto di• « Costituente del Lavoro». Le idee così espresse si sono andate concretando, e nel éoogresso del 1924 della Confederazione del Lavoro .due teii sono state svolte: l'una dall'on. D'Aragona, il quale BibliotecaGino Bianco propugnava una rappresentanza· diretta del.la ·Confederazio– ne del lavoro presso la Camera dei De putati; l'altra dell'on. Baldesi, che auspic,va una Confederaziorie del Lavor.o cen– tro di attrazione dei partiti politici che accettavano di col– laborare alla realizzazione dei più urgeRti postulati della classe lavoratrice. Ma, purtroppo_ la d;scussione si è po– larizzata sui rapporti fra ·confederazione e partiti politici, e nella mozione votata ai Congresso circa !"attività dell'or: ganizzazione non s'è tenuto conto di' nessuna delle due proposte. Sc-opi della proposta. Questi. a grandi linee, _i precedenti relativi alla' costµu· zione di una diretta rappresentanza dei Sindacati nel Par– lamento, che io ho co·ncretizzato nella proposta all'Istituto di studi socialisti circa la elezione di una Camera professio– nale da eleggersi dagli iscritti e fra gli iscritti ai Sindacati di categoria giuridicamente riconosciuti. Questa Camera, ·con un numero limitato di componenti, sarebbe- certamente più unitaria di quella proposta dalla· seconda Commissione della Costituente; unitaria nel senso che rappresenterebbe sicuramente il complesso dei bisogni del Paese, coordinati ad un fine non particolare ed egoisti– co; eviterebbe. nello stesso tempo, che nell'ambiente came– rale possano· formarsi cari:tarille regionalistiche a tutto dan-. no della generalità. ' · · Quanto a:la sua attività, dovrebbe ad essa preminente– mente essere assegnata ogni irfaiativa circa le disposi– zioni che regolano p_iùdirettamente la vita del Paese, esclu– si gli affari esteri (ma non i rapporti commerciali coll'este– J'.O), la giustizià, la difesa, l'istruzione. I lavori delle. due Camere sarebbero opportunamente coo.rdinati. . Coll'auspicata· elezione della nuova Camera, nella forma proposta, cade ogni preoccupazione che il Sindacato, chia– mato dalla· sua stessa costituzione à risolvere questioni 'tec– ni che limitate agli interessi della speciale categoria, non pos– sa assume.re funzioni politiche, e cioè di carattere genera– le. Qui, infat ti, non si tratta di immettere il Sindacato, co– me tale, nella amministrazione dello Stato. 'assegnandogli una particolare rappresentanza. Il Sindacato ci ,dà solo la· garanzia che tutti gli elettori. e gli eletti .della nuov.a Ca· mera appartengono àd una categoria di. lavoro - dagli im– prenditori ai lavoratori, .ai professionisti, ag_:i agricoltori, a tutti coloro che èol lavoro si rendono utili al Paese ~. Co– sì gli iscritti 4 i Sindacati ~vrebbero diritto ad un doppio voto: il voto, dirò così, -professionale, per la seconda Ca– mera, ed il voto politico per la Camrra dei Deputati. - Questa· proposta, se attuata, non risolverà certamente al– cuno dei problemi che stanno oggi su). piano della vita na– zionale; ma, attuata colle modificazioni. che una maggiore esperienza e lo studio suggeriranno, darà alle forze pro– duttive del capitale e del lavoro una più esatta visione del !oro compito. Con questa forma di immissioµe del lavoro in tutte le sue manifestazioni ne!la vita· politica, si riusci– rà, dal punto di vista dell'educazi.one politica, a dare uno scopo· ed un significato al. suffragio universale, e dal ·punto di vista morale a dare il sentimento del dovere da compie– re non solo verso Se stessi, ma verso le generazioni future, per le quali effettj_vamente noi oggi lavoriamo. così come hanno lavorato per noi i nostri antenati, che ci hanno ap– prestato immensi benefici· attrave(so il lavoro, la scienza, le arti. E se pur questo avviene indipendentemente dai nostri propositi, senza çioè che, effettivamente, a quel fine tenda– no i nostri sforzi personali. è però. importànte çhe l'uomo abbia coscienza di tal fatto, l'unico che renda immortale, apportando ,ai futuri i beni che sono frutto dell'attività dei · lontani predecessori. · Con questi sentimenti la vita non· sarà .più egoismo;. non sarà nèppure sofferenza; sarà bella perchè si proietta nel futuro, nell'infinito, in una solidarietà che non conosce li– miti di·tempo e di spazio e la rende perciò immortale .. MAZZINI Ar,A'l'I LEQQETE E DIFFONDETE L'~/ organo del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria

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