Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 21 - 1 novembre 1946

344 CRITICA.;.S0€IALE RICOSTITUIRE. LtINTERNAZIONALE? Sicmv.o l-ieti di ·pubblicare q'U!e'sto, a,rticolo manda.– taci dal_ comp1(11gn o Brake (A. M. Desroussearu.x). Brake - norn è c-er~ oneces.ro> rio pres,entarlo ai còm– pagwi, d'Ita:lia 7 ha .compiwto il 23 settembre scorso 85 a:nni, festeggiato da tutti i socialisti francesi e nion soltanto francesi. Brake, vènuto prestissimo al socialismo, fu, 00111, Guesde il fondatore del Partito s.olCÌalista frainces..e, e ne è oggi, per la sua azione -continua, instarncabile, coerente, la-« coscienza», ·se– colndo l'espressione ormai consacrata. Uomo di profonda· cultura, ellenista, e ·,,.sieme foicoso comb(J)ftente, B-rake è un vero umanista, poi– chè per lui l'umonisnio si identifica con - il sociali– smo. E nel P01Ytito egli rappresenta la corrente di sinistrra, egl-v.,che fu wno•degli anwn'altori diella Ba– taille Socialiste, nemica così dei Cl()mpromessi·come delle ~oncessio111,i, dei revisionismi, delle degenera– zioni . · · Attivissimo ancl(Jtra, la sua attività egli d.edìca oYa soprattutto aì_giovwni e a quelli che vengono nuovi'. al Partitio, scrivendo o traducendo per loro artiCQlli sulla dortfrina e sulla,·protic,a del socialismo.·· A lwi è stata data, nel recente Convegno interna– ziìmale della gvoventù so·cialista, la Presidenza d' o– n,orr:e. E Guy Mollet, dalla tribuna del Convegno, ha. aff e~mato : « Una cosa· è ce,:ta. Dando la Présiden- sa», i11 mi sp,erano di formarsi uno ~gabello per il soddisfa– cimento delle loro ambizioni o di altre più basse passioni, 'velli.cando le tendenze meno nobili dell'animo popolare, ma anche da tiomini che avevano una fed,e p"urae per essa ave– vano lungamente combattuto senza chiedere _compensi di · nessun genere. -Ricordiamo, come es.empio per tutti,· la f,– gura adamantina di Alfredo Casati, uno dei fondatori .del Partit~ Operaio insieme con Costantino Lazzari ,ed Ettore Croce; il quale, durante parecchi anni, e specialmente nel periodo della· prima guerra tn'ondiale, condusse una cam~. pagna aspra e inisistente per dimo.stràre che Turati, Treves, Caldara, e · tutti gli_altri che ,erano- con lo_ro, tradivano if Partito e la causa del pre>letariatoe del socialismo; e trovo wnch'egli molti che dredettero alla, verità di quanto ,egli di– uva e1J'erano- dis,p'osti ad espellere dal Partito• quei com– pagni, Turati per il primo; e da quello •stato d'animo sboc– ciò poi quella situazione che condusse alla duplice scissione che il nostro Partito subì tra il- 1921 e il ·1922. Poi gli av– venimenti dimostrarono agli stéssi accusatori in buona fede l'errore che essi avevano commesso e fecero ved.ere Tlfl'ati e j suoi amici inflessibilmente fermi nella fed.e che· avevano 's'èmpre asserita e forti anche della lucidità con la quale. ave– vano preveduto il corso d.egli avvenimenti, con la stessa d,i– sperazione ,di Cassandra che non vedeva mai ascoltati i suoi vaticini. Allòrn molti riconobbero• la pontà del metodo .che Turati aveva additato e f'a cui adozione 'avrebbe potuto sal– vare il Partito e il Paese dalla catastrofe in mi piombaròn-o; ma era troppo tardi. · · · · Senza nessuna rièticòla iattanza, perchè nessuno -meglio di noi sente quanta distanza separi no11dal/a altezza di pen– siero cui assurgeva la mente di uomini come Turati ,e Tre– ves e dalta lucidità di anime come qù.elle di Prampolini e di Zibordi senz a nes suna,'·iattanza - ·ripètiamo -, ma con la certez~a 'di av.er convertito in nostru 'precetto di vùa l'insegnamento che ·ci vie,iç eia Turati, '11oi chieiliamo -ai compagni di valutare con circospezione· e· con vigile coseien– za quello- che noi facciamo e diciamo ,l quello che essi d_i– cdno e fanno e 'di pensare se, cercando di scre·ditàre i no– stri propo,siti•e l'opera nostra e auviando /'azione•del prole– tariato p,er altre vfr. ·da quelle che noi suggeriamo, essi non -assumano" la respo'nsabitità che· si• ripetano le scissioni e gli err.ori ro~o9i aell'altro · do·po-guerra. C'è ormai· un cumttlo troppo gr(Jfl}f! di" circostanze che ci richiama alla situazione d'alfora. La responsabilità è terribile. Bis0011a verament,e far tacere og~ P;e'giudiiio seYtarfo. LA CRITICA .SoclAL!s ' BibliotecaGino Bianco zo ·al compagrno Brake voi avete ·scelt.o il più rµova– ne di voi». A noi noin,resta che assio:ciarci ai campagni fran- · cesi e 'rimgrazi(J/reBrake di questo scriitto. LA CR~TICA SOCIALE Pare a tutti una necessità. Ma è realizzabile? Pro– blema inquietante. Problema che si· è posto anche ultimamente ai socialisti dei diciotto partiti d'Euro– pa e d'America,- riuniti nel maggio scorso a Clacton on Sea per una conferenza d'informazione. Certo a parecchi esso non riusciva nuovo. Chi di noi non si è chiesto in qual modo risolverlo?. Non vi è un socialista che non ripeta a se stesso, con rammarico o con speranza, quello che· aveva detto Amsterdam: non c'è che un proletar_iato in– ternazionale, non dev(: esservi che una organizza– zione. Ma esaminiamo .il problema nei suoi termi– ni attuali. Comunque esse vengano espresse, le parole : « Ri– costituzione dell'internazionale operaia sodalista >:, esprimono qualéosa che s'impone come una necessi– tà a tutte le coscienze socialiste con tanta forza che la sola obbiezione possibile è : sì, ma come? - Qui cominciano le difficoltà. L'internazionale del 1889 si era costituita grazie all'accordo dei partiti operai socialisti nati o rifar- · mafi successivamente nei diversi paesi verso l'ottan– ta. Ve ne erano spesso più di uno per paese, e l'or– ganizzazione internazionale aveva dovuto adattarsi a· questa situazione, pròfittando delle circostanze, co– ·me ·nel 1904 ad Amsterdam, per favorire il ritorno dalla dissidenza -afl\mità. Non mettiamoci-ora a rac– contare la storia. Storia che sarebbe gloriosa anche se quella_internazionale non avesse lasciato altra e- -redità ,che la creazione e l'adozione pressochè uni– vérsale del 1° maggio, manifestazione che il prole– tariato internazionale ha saputo rendere altrettanto fissa· e più importante di. qualsiasi altra festa· stagio– nale o religiosa. Ma l'Internazionale.- non ha potuto sopravvivere alla guerra mondiale 1914-1:8. .E' forse necessario ·-ricordare gli sforzi; le esitazioni, i ma_lintesi, i ten– tativi di ricostituzione che han finito per mettere l'Internazionale Soçialista Operaia di fronte ad un'altra Internazionale? Non ne vale la pena: trop- ' po vivi sono ancora i ricordi e troppo profonde re– stano le tracce dei rivolgimenti, nel tempo stesso sociali. e politici, che hanno orientato, attraver'so ad una fessura aperta dovunque, Ja marcia· del prole– tariato politicamente organizzato su due distinti cammini. Durante un perioclo in cui-.pressoGhè in ognì· paese la classe operaia giunse vicinissima al potere, se addirittura non arrivò a detenerlo, l'In– .ternaziona)e_.2J2._eraia si trovò impegnata a dover rea-_ gire contro ·le conseguenze debilitanti di ·questa per– manente divisione. Profondamente disorganizzata ne -risultò la sua. lotta contro il progredire, sotto. forme diverse., del ·fascismo e dei suoi effetti, che hanno condotto a quest'ultima terribile guerra. L'aspirazio– ne possente ·che essa seppe,personifi.care, e i:lpr:ofon– do rammarico che essa non potesse rimaneri una Internazionale d'azione, ftrono -sentiti ben' sovente e da molti. L'Internazionale operaia •non risusciterà, qNando

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