Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 21 - 1 novembre 1946
356 ORitf.lCA SQC:BALE • Anche la Ga.zette de Lausanne critica il processo,. rileyando come esso sia stato condotto in maniera poco profonda. ~ Fra i 24 person1;1ggi citati a comparire, scrive H giornale, v•i erano, oltre alcuni grandi capi, anche delle comparse: fra > .crimini degli uni ed i ,misfatti degli altri nQn è'era una ·co– mune misura. Fra un Goering che ha approvato ed anche or– din11to orrori innominabili ed un' Fritsche vi è tutta la distan– za clie passa tra un cri.minale che commette seriamente e ci– nicamente atti contrarii alla legge ed un volgare malfattore . privo di morale che si mette al servizio di una cattiva causa». Il giornale rileva poi che molti, condannati per delitti simili, -hanno subito pene diverse a seconda dei tribunali sovietici, cecoslovacchi, polacchi, che li hanno giudicati « in b~se a leggi differenti che si sono messe co:r:itemporaneamente in azione». CoSl, molti, che hanno commesso errori irreparabili, ma « le cui cattive intenzioni sOno a~cora da dimostrare, 1 hanno pa– gato con la vita o con la libertà, mentre un van Papen, uno Schacht ed un Fritsche possono già accordare interv)ste ..... ». « Questo, aggiunge la Gazette de Lausannc, è dovuto essenzial– mente al fat_to che - contrariamente ad un principio di diritto penale considerato sacro - i processi son~ stati istruiti .ba– sandosi su leggi che s·ono state promulgate per le nece,ssità della causa ed alle quali è ·stato dato effetto retroattivo». Rilevato poi che il fondamento giuridico della· sentenza di Nori.mberga è basato soltanto sul .patto 0 Bria~d-l{ellog, che. pre– vedeva sanzioni contro coloro, che avrebbero contravvenuto al– l'obbligo di n~n ricorrere alla guerra-ed era già stato :mpunemen– te violato da altri («Nessuno, scrive il giornale, ha chiesto ~a- , gione liel loro comportame-Ìlto a -coloro cpe nell'autunno 1939 attaccavano la Finlandia») l'articolista conclude· criticando la mancanza di un « terreno giuridico realmente· solido» del pro– cesso stesso, « Mancando -ciò, non si potrà togliere dallo spirito del vinti l'idea che essi subis_cono la legge del vincitore e che questa obbedisce più alle esigenze delle opportunità politiche che a quelle della equità». COMMENTI AMERICA]S'I ALLA CONFERENZA J:?l PARIGI. La stampa degli Stati Uniti ha commentato ·ampiamente l'o– pera svolta dalla conferenza di Parigi nell'esaminare \n seduta plenaria gli schemi di trattati di pace.· Il New York Times commentando ;,ell'editoriale del Ì4 · ot– , tobre le conclusioni raggiunt~ dalla cònferenza cir-ca il trattato di pace con l'Italia, scriveva: « E' stata la violazione· dei principii. contenuti. negli accordi del tempo di guerra, .perpetrata a favore della politica basata sulla potenza, per volontà della Russia ed accondiscendenza degli Stati Uniti e deUa Gran Bretagna, che .ha portato per forza di cose alla fonmazione di quei blocchi di potenze che attualmente dividono .in mondo in due'. parli. · « Se cl si fosse attenuti agli_ accordi d;Ì tempo di guerra, i. -confini_ dell'Italia e di tutti gli altri paesi •sarebbero stati fis– sati in con_formità delle volontà liberamente espresse dalle po– polazioni int.eres·sate, secondo quanto era contemplato nella Car– ta Atlantica, e tanto i vincitori che i vinti sarebbero stàti- posti in grado· di contribuir~ alla ricostruziqne del mondo attraver– so la libertà di accesso ,a pari condizioni, alle fonti del com– mercio e delle materie prime necessarie per la loro prosperità econ·omica ·». Il New York Herald Tribun'e scriveva: « Per dirla in breve, si può affernnare che l'occidente ha volu– to la conferenza· come mezzo per mobilitare le maggioranze nelle votazioni e l'opinione., pubblica m01,diale - entr9:mbe pra,ticamente pitì <i meno prive di significato _: contro le.mire della Russia; la' Russia ha accettato la conferenza come un .mezzo altrettanto ·utile per accentrare le sue armi di propagan– da: la disciplina del Partito Comunista· e la tattica di infiltra- zione contro l'occidente. « La grande importanza del risultato è che entrambi questi ten– tat~Vi sono praticamente falliti, come era inevitabile_. Le siste– :nazioni, nella misura nella quale sono state compiute,. non han-• no seguito nè i dettami dei sistemi di •votazione occidentali nè quelli della « democrazia» totalitaria russa; essi hanno di fat– to coinciso con la politiéa di equilibrio di carattere politico– militare già in precedenza stabilita, I Iproblemi che non hanno potuto esser_e ri<lolti sono stati dnvi11ti, ... ». I;.E· ELEZIONI TEDESCHE. · · Tra i primi com(lllenti alle -•l~zioni tedesche nella ~ona oc– cupala dai russi e a Berlino è degno di nota quello di Charles Dumàs. (RQ~son d'un echec, raisons ·d'un succés, sul Populairt del 22 ottobre). Seri ve il Dumas : « L_e elezioni al -consigii comunali e alle diete provinciali hanno avuto luogo nelle regioni che sono interamente :sotto il controllo sovietico. J;,e elezioni municipali di Berlino si s·ono fatte in quattro settori.: francese, inglese, alllericano e ·russo. ' . Biblioteca Gino Bianco Qui dunque nessuna egemonia da parte cli una sola, potenza: i quattro si sorvegliano reciprocame1,1te e ciò assicura· l'indjpen .." .denza e la libertà del voto nella più larga misu~a possibile, Cosi, sono le elezioni di Be·r1ino quelle che consentono di in– tr,avvedere il vero pensiero degli elettori _q1:1ando la pressione . esercitata su di essi ,è ridotta al minimo ». ,L'articolista ricorda poi ·come nella. zona russa sia stato co– stituito un partito, detto socialista unitario, cioè comprendente, · o che dovrebbe comprendere, i partiti socialista e comunista, Ma questa fusione, per.riuscire, ayrebbe richiesto che, "se non tutti i socialisti almeno una maggioranza sostanziale di essi avessero aderito', al nuovo partilo. Cosa che· invece non fu e « salvo nella zona sovietica, la socialdecµocrazia si affermò co– -;;,e ,_;na forza indipendente, risoluta a .restar fedele alla tra– dizione storica del socialismo ». Ora « il successo ha riconfermato questo atteggaimento chiaro e leale. Ovunque, un numero considerevole di elettori ,si è por– tato verso i candidati spcialdeonocratici che hanno distanziato ò.i molto i candidati ~OI]lunisti. Berlino doveva essere una prova decisiva perchè là gli elettori tedeschi· avevano la possibilità di pronunciarsi con piena conoscenza di causa. E il risµltato è stata una ,schiacciante vittoria della socialdemocrazia indi– pendente» . Ricordati, poi i risultati; già noti, delle vo~azioni (947.440 vo– ti, cioè il 48,~•% ai socialdemocratici, 3l!9.783 voti, cioè circa_· il ,20% ai socialisti unitari), il Du_mas· o,sserva: « E ciò che ~ particolarmente significativo è che queste ultime cifre, che do– vrebbero rappresentare i voti riuniti dei socialisti e dei CO·· munisti, sono inferio·ri a quelle cui arrivavano anteriorm·ente i ·COl!IlUnisti soli, Cosi dunque là· dove l'U.R,S.S.- è presente, ma do've, a causa de)la prese~·za degli altri alleati, ess·a non ·è dominante, il -çomunismo è in sensibile regresso». · · Riportate pòi le dichiarazioni del capo del Partito social- democratico' di Berlino, secondo il quale « la vittoria socialista può essere interpretata cotine una protesta .dell:a class·e operaia contro la politica di fusione del P.artito comunista il Duqias conclude: «-Poe!> importa, dopo ciò, .che nei circo!;' puramente sovietici gli unitari abbiano riportato dei successi. La prova della libertà che è stata fatta a Berlino ne sottolinea· il carattere . illnsorio. « L'avvenimento non è piccojo. Esso prova che là dove domina sol_a la forla militare rllssa i suc~essi comunisti ~on ·corri– spondono al pensiero· reale delle popolazioni occupate e. che alla prima occasione queste scuoteranno il giogo. « La conclusione è che l'U.R.S.S. ,;on può eondurre ~ un tem- po una politica di ricostruzione. aH'inttrno, che. esige f~rze so- . vi:umane, e una politica -di potenza all'estero, cpe ne esige a~– -trettante. VI sono dei limiti alle tensioni -che i P?POII possono · sopportare.- Il ·giorno in cui ciò_ sarà stato ben _compreso· u Mosca, un grande passo sarà stato fatto. verso la pace~- p. ga. Ciò che , si stampa ' . . CORRADOBAlU!AGAr,w, Lett.ere· a J ohn° (che cosa fu il fasci– smo) - Mari.o Fiorentino Edit, - N:apo)i - pp. 290, L. 28o. A rileggere questo libro oggi, a distanza di un ·anno dalla sua pubblicazione, esso ci appare ancora più di attualità che un anno fa. ·E questo perchè i recenti avvenimènti che - .al.tri dirà a torfo, noi· sosteniamo con. ragio11e·-, ci fanno .tssere, non .già pessimisti ma, sostenitori della .necess~tà di una lotta .intensa per la salvaguardia dèlla. re_pubblica e della democr_azia, fanno, in un certo senso,, tornare ad esse– re di attualità le vicende dell'aHro dopoguerra. Perciò con- . sigliamo specialmente ai .compagni la lettura di Ci!Uesto li– bro, che unisce ai pregi .di una ricca ed agile scrittura, cui giova la forma epistolare, la serietà storica. In qualche giu– dizio particola,e si. potrà .non essere d'acçordo con l' A.. Per ~empio, noi non crediamo che sia stato un bene, anche se allora lo potè. sembrare,.il risultato delle elezioni khaki in lngh"ilterra e bleu horizon in Francia dopo- la prima guerra .mondiale, in quaqto furono indice non già di forzà di coe– sion,e, ma di mancanza di forza di rinnovamento, mancai;iza i- cui effetti si fecero sentire poi anche in campo internazio– nale. Ma, a parte questi ,dissensi che sarebbe trpppo,.Jungo di-=– scutere, rimane la validità del giudizio sul fascismo, con l'a~ · cmta, analisi· d el suo formarsi, del suo s1<iluppa,si, del suo incancrenir.si, e anche, -insieme, degli. errori che questi svi- . lup pi permisero, . · p, ga. ,Dlrettpre: UGO GUIDOr MONDOLFO Redattore i,espons.: ANTONIO GREPPI Autorizz.: Allied Publicatll)ns _B. C. N.. 288 - 10-8-1945 Tlppgratlia. Plnelli - Milano - Via Farnetl 8
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