Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 21 - 1 novembre 1946

' CRITICASOCIALE 355 L'ARBITRATO OBBLIGATORIO In sèguito alle discussioni suscitat-e in una delle sotto- 1ommissioni della ,Cg_stituente dalla proposta di arbitrato obbligatorio, abbiamo· pregato, l'amico Ri,gola di esporci il suo pensiero- in un articolo che· egli ha promesso di-man.dar– ti ,e che speriamo- di poter pubblicare nel prossimo fasci– eolo Intanto diamo, posto ben volontiet·i a questo• scritto• in– viatoci dal nostro amico prof_ Fabio Lu-zzatto. L'argomen– to ha tale interesse e l'opinione pubblica se n'è sin qui così poco interessata che non è male che sulla questione- molte 1,1oci si facciano udire. LA C. S, Molti anni fa usciva un librj:1 in lingua inglese, tosto· tradotto in italiano, intitolato « Un paese senza scioperi». -Questo paese era l'Australia, dove era staio intr.odotto, co– me rimedio allo sciopero, l'arbitralo obbligatorio, E' passa· to un po' di tempo: ·il libro fu dimenticato; ma intanto, deluse le speranze, era stata sperimentalmente dimostrata la vanità del ri~edio. Facile è istituire per legge l'arbitrato obbligatorio; me· no facile, ma non impossibile, è persuadere le parti a addive– nire ad un arbitrato: impossibile è l'esecuzione coattiva del- - la sentenza arbitrale; e quando manèhi la possibilità -del– l'esecuzione forzata della sentenza, tutti sanno che la sen· tenza è una carta senza valore: chiffon ~e papier, Questo si pensava {!ualche giorno fa, quando è stato so– lennemente annunciato dai giornali che il Ministero aveva posto allo studio la questione, e che un'apposita commis– sione, sotto la presidenza di Lodovico- d'Aragona, doveva predisporre l'apposito disegno di legge:· non senza che l'an– tica simpatia per il..vecchio d'Aragona destasse nel cuor no– stro· la preoccupazione che egli non fosse per diventare un personaggio siinìle al Viard della· Chute de Paris di Ylia Elirenburg, * *·* çhe lo sciopero, ultima ratio dei !av.oratori per far vale- re 'la pretesa ad un aumento di salario, sia un fatto natu– rale, ·necessario, legittimo, nelle :;ittuali condizioni sociali, non si può negare da nessuna persona ragionevole e spre– giudicata. Non si può nemmen·o nègare che lo sci.opero sia immune da inconvenienti e danni gravissimi. Jack London ha dimostrato con l'esperienza ciel paese di maggior sviluppo èapit11listico - gli Stati Uniti d'Ameri– ca - come !o scioperò troppe volte vada a finire con lo schiacciamento degli sciqperanti. Ma anche senza pensare ad uno schiacciamento materiale, ottenuto con la violenza privata, restando neutrale il governo, è facile pensare al possibile_ probabi;_e, frequente insuccesso degli scioperanti. La lotta infatti è vittoriosa pet la parte che _può resistere di più e si capisce che le riserve permettano all'imprendito– re di_ resistere più a lungo, mentre le riserve_ accumulate dai sindacati si esauriscono più presto: ed è eccezione il caso nel quale le o,rdinazioni a cui far fronte (specialmen– te dall'estero) de-terminino l'imprenditore a .cedere; men– tre d'altra parte non sempre il governo, e non sempre _e– quamente, per amore dell'ordine pubblico, interviene a l!re– mere sull'imprenditore perchè accolga le richieste degli scioperanti_ Nu;Ja di meglio, dunque, dell'arbitrato: dell'ar– bitrato obbligatorio, nel senso che le parti rimettar:o ad un terzo imparziale il giudizio della controversia: _ ..-. * E qui sorge una prima questione. Deve l'arbitrato pro– porsi prima dello sciopèro, o dopo che lo sciopero è scop– piato? E' evidente che l'arbitrato preventivo è da preferir– si, perchè- evita i danni dello sciopero (danni alle parti, danni ai terzi) e previene quell'inasprimento degli animi che, a prescindere dai patimenti, consegue al)_.o sciopero. Ma è evidente che, ricorrendo all'arbitrato e rinunciai;ido allo sciopero, i lavoratori si mettono in condìzioni di in– feriorità. Vi è a' questo un solo ridtedio, al quale non si è pensat0 ed al quale sarebbe indispensabile ricorrere: e cioè che all'atto cli minaccia dello .sciopero, o appena scoppiato e nel momento stesso· in cui le parti obb!_igatoriament!l si sottopongon9 a giudizio'arbitrale, .J'impresa venga sottopo– sta a sequestro, e cioè, ferma l'organizzazione e la direzio– ne tecnica, l'impresa continui sotto la direzione di un se– questratario: continuato il lavoro, ·continuato il. pàgamento del salario, continuato l'adempimento degli impegni, le con· segne, i pagamenti, gli incassi, ricorrendo al)'occorrenza ad un istituto di credito, garantito con privilegio sulle attività dell'azienda, · L'esercizio provvisorio, senza che questo leda in alcun BibliotecaGino B1anco modo gli interessi delle parti, elimina i danni dello sciopero -e ·nel tempo stesso non profitta all'imprenditore, ed anzi con– sente che l'esperimento illumini sulle condizioni dell'impre– sa e sulle possibilità per l'impresa di aderire o meno alle richieste dei lavoratori. Pronunciato il lodo, cessa l'esercizio_ provvis_orio, e l'im~ prenditore che ne accetta la decisione rientra nei suoi po– teri, con l'obbligo di dare esecuzione al· lodo arbitrale. Que– sto risolverebbe il p oblema d'el danno delle parti e dei terzi per l'interruzione dell'attività dell'impresa. Questo rap: presenterebbe un passo avanti per risolvere le diffic-:>ltà crea– te dai conflitti nel campo del lavoro. Questo però non to– glierebbe la difficoltà dell'esecuzione del'_a sentenza arbitra– le. Nemo potest cogi ad factum, insegna l'antico diritto ro– mano. Nemmeno con la schiavitù si può costringere al la· voro l'uomo che abbia il coraggio di preferire di morir ]ii fame o di sopportare le battiture. Esecuzione forzata di sentenza che c6stringa. al lavor.o non è possibile, quanto meno non è umano. Mezzi coercitivi indi1'etti sono possibili: è da sperare che siano efficaçi: più efficaci di· tutti è Io spettro della fame che- lo scìoperante vede innanzi a sè. · Tali sono i limiti dell'efficacia dell'arbitrato obbligatorio: e così sarà finchè al regime del salariato (non importa se privato o pubblico) il progresso civile e strumentale non surroghérà un'era diversa: quella della produzione effet·_ tuata da liberi lavoratori associati (r). , · . FABIOLuzzATTO ·FATTI E COMMENTI della stampa estera LA· SENTENZA DI NORIMBERGA , Fra i numerosissimi commenti" dedicati al proces·so e alla sentenza di Norimberga da tutta la stampa mondiale, degni di particolare rilievo'· ci se,:nbrano quelli della stampa sv!zzèra, la quale, in conseguenza della neutralità del paese, giudica con un'obbiettività quale non è facile riscontrare nella stam– pa di altri paesi. Il bernese Der Bund del 4 ottobre, col titolo « La sentenza di Norimberga», .scrive: « Un,'istanza, u~a compe,tenza, un diritto penale ed una pro– cedura che vengono istituite subito dopo che sono avvenuti i fatti da espia,re, so11o delle bB.si insolite per un giUdizio pe– nale. Il tribun~le di Norimberga basa la sua competenia sul diritto· delle genti. E' vero che, secondo le convenzioni del– l'Aja sul diritto di guerra, soD.o proibite quelle azioni che ' furono -poste a carico degli accusati dl Norimberga e che fra di esse vanno annoverati anche· i delitti « coptr_o l' umani– tà» . .In quanto ai delittl contro la pace, essi s·ono stati « mes– si t°uori legge» mediante altri atti internazionali, mai formal– mente abrogati (patto della Società delle Nazioni e patto Kel– log). Ciò che è nuovo invece è il fatto che sono state stabilite - e applicate delle pene per que~ti delitti. Con ciò, nel momen– to in cui lo Statuto di San Francisco riconosce il dfritto di veto ponendo ·in tal modo nuova.mente la sovranità nazionale al di sopra dell'ordine internazionale il diritto delle genti vie– ne per un caso determinato, tolto fu~ri d~llo stato di iex i~– pe;fecta .e trasformato in « diritto ottenibile con la forza ». « Per un caso, e -;alo contro Un vinto. Giudici sono soltanto 1e grandi petenze vinc:trici. Il torto condannabile può essere commesso solamente dagli sconfitti·, Cosi la guerra d'aggressio– ne del 1939 contro la Polonia è st~ta giudicata unicamente come un attacco dall'Occidente ·e non anche come un· attacco dall'Orlente. E non -ci fu pure una guerra d'aggressione con– trn la Finlandia, per la 4uale oggi mancano l'accusatore e il giudice? « Del resto è esattissimo che il diritto delle ·genti si fomna dalla pratica e che ,si sviluppa con l'uso effettivo >, « Fra le più grandi difficoltà di natura legale, oggettiva ed anche tecnica, la cart~ internazionale ha svolto il suo c0t;npito in modo tale che merita riconoscimento. Malgrado le mancanze costruttive di cui soffriva questa giustizia speciale, si trattava dj pronunciare un ·giudiz!o che venisse riconoSciuto giusto_ dal– la coscienza. dei migliori o almeno non venisse considerato come Una ipocrita giustizia, 'apparente e spettacolare, simile a ben noti modelli ». '(1) Inutile fermarsi a notare la parziale differenza che è su quest'ultimo punto, fra il pensiero del Luzzatto e la dott~ina nostra (Nota di C. S.). •

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