Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 20 - 15 ottobre 1946
CRITICA SOCIALE 331 tlereccia di certo popolo grasso ·che pan ha un solo pen– .iero - sia pure ipocrita ....:.per le sofferenze del popolo magro. li problema degli apprqvvigionamfnti. D'altra parte vi è un imperativo al quale non possiamo sfuggire : quello di contrarre drasticamente i consumi non lindispensabili allo scopo di incrementàre al massimo le oostre esportazioni. In proposito sarà bene riflettere che, se noi non provve– àiamo subito a potenziarle, siamo condannati. Privi di va– luta aurea, senza afflusso di turisti per un lungo periodo a Yenire, con scarse rimesse da parte deg'._iemigranti, senza prospettive immediate di ampi crediti esteri, come faremo ad assicurarci· le materie prime indispensabili i combusti– llil_i, tutto ciò che serve al, processo produtti;o del Paese,- 111uando cesserà l'apporto dell'UNRRA, il cui progràmma. ài aiuto si concluderà a fine d'anno? Si sono fatti dei calcoli preventivi, in base ai quali è con– statabile come da). 1946 al 1949 il nostro fabbisogno per im– portazioni si aggiri su una media di n50 milioni di dol– lari annui e cioè circa 4 miliardi e mezzo di dollari per il 111uadriennio. Si tolgano pure le forniture UNRRA (dicia– mo in cifra tonda 500 milioni di dollari) e si vedrà come, per dare pane e lavoro al popolo italiano, sia necessario importare in quattro anni materie prime e materiali per 4 miliardi di do!lari. Si può sperare di ottenere a tempo debito un importo eomplessivo di prestiti esteri, a breve e lunga scadenza, di 111ualcosa ttorno ai 1500 milioni di dollari od altre valute 11quivalenti. ma per poter colmare gli altri 2500 milioni di tlollari per il quadriennio occorre provvedere mediante· e– sportazioni in tutti i Paesi del mondo. Orbene, se saremo saggi e fortunati, si può prevedere che ,asseremo, in fatto di esportazioni, dai 150 milioni di dol– klri per il 1946, ai 550 per il 1947, agli 8oo per il 1948, ai IOOO per il 1949_ Sono curioso di sapere come l'onorevole collega, che sosteneva la possibilità di ricostruire l'Italia col solo ap– porto degli italiani a;restero (per quanto generosi ed attac– eati al Paese natìo essi siano) pensi che la ·cosa sia fat– kbile, q,uando ,si rifletta che, oltre a:la ricostruzione, vi è l,a vita quotidiana di 45 milioni di italiani che impongono h1 cifre astronomiche che ho citato Per questo occorre mettersi subito all'opera da oggi, aon da domani, con una selvaggia vnlontà di riuscire nel– fintento, perchè la posta è troppo grossa per falli re: com– primete disperatamente i consumi, da quelli voluttuari giù ciù sino a quelli non indispensabili; ridurre all'osso. i costi ed i profitti, per affrontare la concorrenza, non più molto lontana, sui mercati internazionali; razionalizzare la nostra produzione e potenziare quella che - tenuto conto del'.e ri– <1hieste dei mercati stranieri - implichi il massimo impic– co di mano d'opera e il più ridotto impiego di· materie prime. . Il 'potenziamento dell'apparato produttivo ed esportativo si impone anche per assorbire quanto più possibile la ma– ■o d'opera disoccupata. éln altro problema assillante: la disoccupazione. I lavori pubblici, Questo è un problema angoscioso, il problema che deve assillare continuamente gli uomini di Governo, i partiti, la rente che ha senso di responsabilità. Se non debelliamo la tlisoccupazione, noi avremo fatto fallimento. La disoccupazione è infatti l'altro nostro terribile cancro roditore, anzi il più grave. Essa è acutissima ovunque, ma osasperata nel Mezzogiorno. a beneficio del quale bisogna tiare. se non la esc'usività (come sosteneva µn onorevole eollega), certo la precedenza ed amplissima parte del pro– rramma di lavori pubblici. A questo solo non può naturalmente limitarsi il contri– buto a benefici.o delle masse affamate ·e disoccupate del Mezzogiorno, Occorre ·agire nel campo delle riforme agra· rie, de:la ricostruzione edilizia, di quella industriale (la do– ve essa non sia antieconomica superfetazione), dello sti– ll)olo ad installare industrie connaturate e compatibili con l'economia locale: ma per far ciò non bisogna perdere tempo. L'azione di Governo deve essere efficace e rapidissima; '8.gliando nel vivo delle complicazioni burocratiche <lelìa le– iislazione re'.ativa, impedendo che ogni decisionè e prov– vedimento isterilisca a causa della lentezza con cui gJ; or– pni centrali e periferici affrontano e risolvono ·problemi eosì scottanti. E' tempo che gli organi competenti finiscano di conside– rare ògni problema, contemplandolo « sub specie aettrni– atis ». lioeca Gino Bianco Ai disoccupati, e questi naturalmente includono i reduci, occorre dare subito modo di non disperare. Mentre una parte potrà man mano. essere assorbita nel ciclo produttivo, stimolato e potenziato, ed altra parte do– vrà essere riassorbita in ).avori pubblici,. occorrerà· provve_-. dere a far sì che su un vasto piano nazionale venga i in1,osta– to il problema della istituzione di corsi di qualificazione e di riqualificazione per man.o d'opera non specializzata e ma– novalanza, nonchè scuole di addestramento per personale destinato all'amministrazione. · , Il diritto al lavoro, e, quando•,non ve ne sia a sufficienza per tutti. a/meno la garanzia contro la fame, è problema primordiale dello Stato.- Esso deve provvedere ai bisogni minimi indispensabili di ogni cittadino_ Il Partito socialista italiano chiede al Governo di rive· dere, quanto prossimamente possibile, gli attuali' sussidi per avvicinarli a'.la dolorosa realtà del costo della vita. Natu~ ralmente, poiché lo sforzo dello Stato, cioè della colletti· vità, non può essere consacrazione di una preferenza per l'ozio, il sussidio dovrà venire negato a coloro che - es– send.o in buone condizioni fisiche - rifiutassero il lavorn loro offerto, L'enorme sforzo da fare in fatto di lavori pubblici ha un campo vastissimo. Noi sosteniamo anzitutto che essi non debbono essere antieconomici. ma debbono a loro vo'.ta co– stituire il presupposto di produrre altra ricchezza, creand• cioè altre possibilità di lavoro. I programmi relativi do– vranno essere fondati sulla effettiva disponibilità dei ma- teriali e dei trasporti. · Se verranno resi rapidamente efficienti gli organi tecnici statali che .si debbono occupare dei problemi e se verrà av– viata UP.apiù stretta cooperazione tra essi ed i comuni e le regioni, purché non vengano lesi però i diritti del la– voro, il. b'eneficio ·degli stanziamenti opportuni di bilanci• si renderà tosto palese. Il Governo nel suo programma ne dà.assicurazione e n.0i invochiamo solamente che si studi subito tutto quanto si può e si deve fare. Vi sono progetti pronti in larghissima copia; alcuni anzi dormono da· anni un ingiusto sonno tra lè scartoffie in numerevoli. Il campo è· vastissi.mo : ricostruzioni e potenziamento• di attrezzature p ortuali; c ompletamento, di opere idrauliche e di irrigazione già in corsoi ricostruzione di case, scuole, ospedali; sminamento di campi minati; bonifica agraria là dove è già in corso la bonifica idraulica; sistemazioni r1n:1- tane; rimboschimento; rifacimento dei ponti, riattamei:ti di strade, escavaiioné di canali e sistemazione di argini: un lavar.o co'.ossale. Provvedimenti finanziari d'eccezione, Salvare e 11<0struire l'Italia, Naturalmente esigenze così vaste esigono provvedimenti finanziari d'eccezione: il Governo si propone di emettere un gran prestito interno facendo. appello alla solidarietà di tmti i cittadini. Tutti dovranno rispondere; non vi pu0 essere nessun disertore. Dopo tutto. chi desse saggio della solita miope furberia, darebbe prova di scarsa intelligen– za. Ciascuno dovrà seriamente riflettere che non si può sfuggire aJJ'obb'igo che ciascuno faccia il proprio dovere e che chiunque sfugge a tale imperativo è colpevole al cospetto di tutti; ma è soprattutto responsabile, per la par– te che lo concerne, del disastro che può incombere suJla Naùone O ci ~i salva tutti, o si perisce tutti ! Il prestito interno non è sufficiente da solo, Occorrerà procedere aJJe misure fiscali di eccezione, ap– plicando l'imposta straordinaria su1. patrimonio preannun– ziata dal Governo. Il gettito di questa, unitamente alla confi– sca dei profitti di regime, dovrà costituire il nerb:., del bi.. lancio straordinario E' una riparatri~e opera di giustizia che impone tale provvedimento. Non si potrebbero chieder· più alle cla·ssi lavoratrici i sacrifici necessari se non si desse loro la cer- · tezza assoluta che ·1a ricchezza contribuisce in laqrh's,ima misura all'opera di ricostruzione. · Ancora una volta non si può far ricac!ere sulìe cla·;~i ope– raie e medie gli oneri derivanti dalla guerra. Non esse si sono impinguate nella preparazione e nella conRiuntura bellica. ' ' Il bilancio ordinario dovrà essere pareggiato quanto pri– ma possibile con le 'entrate ordinarie_ Si dovranno solleci– tamente potenziare i sistemi di accertamento e di imposi· zione; si dovrà ripristinare la moralità del contribuente, caduta tanto in basso, e colp;re spietatamente la corruzione e l'inefficienza troppo spesso dilagante in alcuni servizi. · Occorrerà guarnire con elementi scelti della guardia di finanza le· -frontiere, e specialmente quelle terrestri, e i11
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