Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 20 - 15 ottobre 1946

338 CRITICA SOCIALE che lo circondava, riconoscendolo quale organismo comunista per la preparazione della gioventù. Per quanto riguarda l'atteggiamento del nostro Partito è da rilevare che fin dal luglio 1945 il Con– siglio Naz. della Gioventù Socialista discuteva della nostra appartenenza al Fronte. Ed i compagni del centro-sud, non conoscendolo bene, o forse cono– scendolo troppo, erano dell'avviso di uscirne im– mediatamente, ma furono contrastati dai compagni del nord. Pertanto il Consiglio delib 0 erava che la ·F. G. S. sarebbe uscita· se il Fronte en'tro tre mesi non fosse divenuto Fronte Repubblicano della Gio– ventù u, comunque, se non avesse assunto una de– cisa tinta repubblicana. Non essendosi verificati que– sti mutamenti, la F. G. S. deliberava, -alla scadenza del termine, di togliere la sua adesione al Fronte, · ma per l'intervento di alcuni esponenti della mag– gioranza di allora nella Direzione del Partito. l'usci-– .ta veniva revocata con arbitrario e del tutto perso– nale provvedimento, in quantochè il Partito non si è mai dichiarato su questo argomento. Tracciata così brevemente l'evoluzione del F.d.G. passiamo ora ad esaminare il concetto di organizza– zione di massa. E' chiaro che con il termine « orga– nismo di massa» si intende un organismo. che com– prende •uh considerevole numero di iscritti, una mol– titudine. che venga gradatamente conquistata alla vita politica ed elevata su un piano sociale superiore. De– ve essere un organismo che tenda alla consapevole e libera partecipazione alla vita associata di sempre più larghi strati di popolo, e che li «politicizzi» sempre meglio, indirizzandosi specialmente verso gli agnosti<!i. Questo avrebbe quindi dovuto fare il F.d.G. nell'ambito giovanile, ma tutto ciò non è stato fatto, perchè il Fronte nei circoli di base non fa politica, o, meglio, non cerca di educare, di animare discus– sioni, di chiarificare le idee. Nel Fronte si fa di tutto, dai balli alle manifestazioni sportive e all'assi– stenza, per _distrarre la gioventù, ma non si pensa ad e,levare culturalmente la gioventù, a plasmarla per -la vita sociale di domani. Il Fronte distrae e diverte, ma non prepara delle coscienze. Ad onor del vero, si deve rkonoscere che tentativi di dare al E. d. G.. un determinato fine, nel senso so– pra esposto; fur-ono iniziati, ma le buone volontà nau– fragarono a causa delJe ostilità suscitate dall'attuale organizzazione. Lo scopo che i dirigenti del Fronte si propongono di raggiungere nel boicottare i sosteni– tori della precisazione del Fronte è évidente. Uffi– cialmente il F. d. G. deve essere apolitico, deve esse– re un qualcosa di imprecisato per attrarre molti gio– vani, il cui. affiusso non deve essere limitato da di– chiarazioni' programmatiche; poi la Direzione, con opportuni colpi di timone, potr'à far. assumere alla .massa l'atteggiamento ,c·he, a suo giudizio, reputa più conveniente. Una bmma e concreta. iniziativa _presa dal F. d. G. fu quella che richiedeva il diritto di voto· ai giovani di diciotto anni. Il problema, discutibile forse dal punto di vista giuridico; aveva l'indiscutibile merito di porre i giovani sul piano della discussione e d,ella . partecipazione alla v'ita sociale. L'attenzione della gioventù fu attirata, ma_ purtroppo, passata l'attua– lità del pr-oblema e fallito il tentativo, tutto si ac– quetò. Del resto la situazione del F. d. G.. è quella -di tutti gli organismi di massa apolitici: la mancanza di fini sp.ecifici e l'impotenza a dare una coscienza so– ciale e classista caratterizza queste organizzazioni. Se esammiamo poi la quéstione dei cosidetti pro– blemi dei giovani, possiamo affermare che essi non esistono. Difatti tali problemi riguardano la scuola, il lavoro, l'educazione. lo sport, e rientrano quindi nei problemi che interessano tutti gli individui di qualunque età, anche se dai giovani sono più sentiti. Ne è prova che alla Camera del Lavoro esiste una commissione consultiva giovanile. non la commis– sione sindacale del Fronte della Gioventù.· Il Fronte, ormai, dovrebbe dichiararsi program– maticamente ciò che l'opinione pubblica lo conside– ra, affermando la propria ideologia comunista, P,er– éhè, se ai suoi inizi e secondo il proprio programma di origine avrebbe potuto, con sana e schietta de– mocrazia, con liberi dibattiti, conferenze, studi e le– zioni impartire .una sana. e n'eoessaria .educazione politica ai giovani, pr°t,parando)i alla vita sociale e f:;ieertdoli consapevoli delle dottrine politiche dei di~ BibliotecaGino Bianco versi Pa~titi ora che in questo programma è fallito, iJ Fronte dovrebbe svolgere~ precisamente funzione di Federazione Giovanile del Partito Comunista. Di– cevo che la preparazione politica senza preponderan– za di alcun partito era il suo primWvo scopo; faccia ora in modo di imprimere, sotto il suo punto di vi– sta come fa la nostra Fed. Giovanile, una democrati– ca ·e chiara educazione ai giovani che seguono fidu– ciosi l'ideale comunista, contribuendo così alla ri– presa della coscienza politica della nostra travagliata gioventù. Il Fronte aiuterebbe i giovani nel loro sfor– zo di preparazione politica e morale. avendo chiari esso stesso i propri fini-. Ma soprattutto eviti di appropriarsi il nominativ111 e le prerogative di .unico organismo rappresentante tutti i giovani d'Italia, perchè, sorto per questo, i• questo è mancato. (1). PAOLO BRUSA:v!ONTI FAl'TI E COMMENTI della stampa estera LE NAZIONALIZZAZI°oNI IN CECOSLOVACCHIA. La situazion_e in Cecoslovacchia d-opo la guura. La Cecoslovacchia, tra tutti i paesi dell'Europa cenh:ale, t stato quello che si è risollevato per primo dopo la recente guer– ra, come aveva fatto dopo la prima guerra mondiale. Le ra• gioni di questa rapida ripresa sono da ricercare, scrive Bilan~ Hebdo•mad.aires del 6 sett8"'.Ilbre, nel carattere degli abitanti·. « sobri, lavoratori e realisti », e nella savia politica geGerale -e, più ancora, monetaria e coc:nmerciale svolta dal governe. Come, nel 1918, la repubblica cecoslovacca, proclamata con la unione della Boemia, della Moravia e della Slesia, già austria– che, della Slovacchia, già ungherese, cui si aggiunse allora - spontaneamente la Russia subcarpatica (che nel 1945 fu ce– duta 11lla Rus·sia, perèhè la sua popolazione è rutena, cioè u– craina) si salvò dall'inflazione con una politica monetarla riso– luta (e il sishm>a fece scuola), cosl essa ha già fatto anche ora. « I biglietti di banca sono stati cambiati, ·ma solo una piccohL.parte di essi è stata ridata al pubblico e il resto ·è stato trattenuto e· bloccato; cosi come i conti in banca. Sarà prelevata un'imposta sul _capitale. Cosi il potere d'acquista della moneta ha potuto essere padroneggiato e controllato, rea– lizzando un cquilibrjo tra i prezzi ed i salari ». Quanto alla situazione dell'industria cecoslovacca, essa è og– gi relativamente florida. Infatti « dopo la depressione provocata dall'unior.e doganale dei Sudeti con la Germania nel 1938, a mano a ml.no che, durante la guerra, gli attacchi aerei sulla Germania venivano intensificati, l'industria dei Sudeti· stesat e del Protellol'ato (Boemia e ~oravia) veniva potenziata». Cosi che, malgrado ·i bombardamenti degli ultimi ,mesi di guerra, « il potenziale economico cecoslovacco è oggi anche più forte di quello prebellico ». Gravi problemi so.rio derivati dalla espulsione dei Tedesclù e degli Ungheresi ;soprattutto quello della sostituzione della mano d'opera specializzata e quello della colonizzazione agri– cola delle regioni di frontiera; ma le difficoltà sono state ca– pidamente affrontate, in modo che non hanno prodo"tto note– voli diminuzioni della produzione. Malgrado però queste condizioni favorevoli, la Cecoslovac- . chia s'i venne a ·trovai-e, subito dopo la liberazione, in una situazione pressochè caotica, provocata da tre elementi pri•– cipali, secondo quanto scriveva nel maggio scorso JaCques Char– rière (Capitalismo e Socialismo nell'ecimomia céca, in Revue lnternationale): 1)« la necessità politica di sanzionare con la cotifisca del beni gli atti di collaborazione di un gran numere di capitalisti; 2) l'impossibilità di ritro·vare. con certezza l proprietari delle antiche industrie, che, in sette anni di oc– cupazione nazista, si eran9 tras_forJIIl\te, ingrandite, conce■- trate; 3) l'attribuzione allo Stato _dei beni Jedesçhi ed uq– gheresi. Risultato, la cr~azi.one di una. ,!nassa considerevole di beni senza proprietari, essendo questi. ultimi indegni, incertil o nemici». Di più « l'isol~mento dell'economia céca > ha im- . ~osto una politica di c~nt_~oÙo·«per evit~r.e il predomin_i~ C,et (1) Questa· affermazione è confermata da un o. d. g. prèsen– tato· dalla Fed. Giov. di - Bologna ·in occasione del I Cong. N&1:. del F. d. G. tenutosi in quella città l'ulth:;1a settimana di set– teIIlbre. L'o. d. g. dichiara di non riconoscere al F. d .. G. it ·diritto di rappresentare tutti i giovani d'Italia; che· questo 5; era avocato.

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