Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 19 - 15 ottobre 1946
. CRITICASOCIALE 311 Pane e istruzione In un articolo, apparso tèmpo addietro sul « Sempre Avanti!», ,i) compagno Silvio Biscaro ha trattato, con par– ticolare competenza e conoscenza di cose, il problema eco– nomico del Mezzogiorno,' giungendo alla logica e marxi– stica conclusione che la miseria è alla base dell'attuale 1m.: maturità politica delle masse dell'Italia meridionale. Riten– go di interpretare il pensiero dell'autore affermando che, secondo lui, il voto 'monarchico e reazionario del mezzo– giorno d'Italia è uguale a: miseria + propagar,da, cos1c– chè, disintossicando fe menti dalla ·fonesta azione sep'ara– tista ed antiriord svolta dai gruppi monarchici e· neota– scisti, e procurando pane e lavoro alle masse operaie e con– tadine, si dovrebbe finalmente poter portare· il Sud allo stesso livello di maturità politica del Nord. Tutto ciò è senza dubbio esatto. ma io penso, però, che vi sia un altro fattore di cui bisogna tener conto nell'opera di redenzione e di affrancamento del proletariato meridio– nale, la cui situazione, nel momento attuale, sovrasta qual– siasi altro problema dell'ora, se è vero. come è vero, che il compito principale .della nascente Repubblica deve essere quello di unire gli lta._liani e portare, finalmente, questo rio~ stra sventurato paese al livelJ.9 di civiltà e di maturità cti1 gli dà diritto la sua storia millenaria. - . A nessurio ·più che a me, meridionale, è lecito esporre senza veJ.i la situazione dél Mezzogiorno, parl;mdo franca mente e sinceramente, ·senza ·tema di essere accusato di campanilismo se qualche verità amara, su tale situazione, apparirà, crudamente, più oltre .. La triste verità La triste verità è presto detta: bisogna liberare il Mez– zogiorno dall'ignoranza paurosa in cui ancora vivon6 quel– le masse, il cui stadio sociale è tuttora quello di plebi! Pa– ne sì, ma anche, e· forse soprattutto, maestri. Maestri, però, non di quelli che imbottiscono il cranio, pr_etendendo di sa– pere ·dai bambini centinaia di date storiche e decine di poesie' a memorie, ·ma .di quelli ~he sarino formare il ca– ratter~ e la· coscienza degli allievi. · . Perchè è, un carattete ed una coscienza che bis0gna da– re all'operaio, al contadino, al lavoratore in genere dell'Ita– lia meridional,e. Bisogna che il lavoratore del Sud abbia finalmente il desideriò e la volontà di pretendere il rispetto · àella propria persona e la gioia che pi;ocura la sensazrone ~i sentirsi libero fra uguali. Ecco il vero problema educati– vo che bisogna risolvere nel Mezzogiorno: estirpare il ser– vilismo di marca spagnolà. che ancora esiste così sviluppa- te fra quelle popolazioni_, · Occorrono dei maestri che insegnino una buona volta al popolo che il {<signore» non è diverso dall'operaio, se non - perchè possiede -più di quanto l'operaio non possegga, e che spetta proprio alle masse dei paria della società il com– p ito di ev olversi per far sì che l'abisso esistente fra ricco e pover.ci , fa padrone e· servo, fra élites della società e p lebe tenu ta a distanza si attenui fino a scomparire. Scuole, dunque, di educazione morale e civile, che at· traverso l'istruzione inculchino nell'animo del popolo il concetto della propria forza e la -coscienza dei propri di– ritti. Non propagandà da comizi _elettorali, ma lenta e me– todica formazione. del carattere attraverso lo. studio dei grandi esempi della storia. la conoscenza delle arti e delle scienze, non come mezzo per otfenere un pezzo di carta in cui si attesti una pwmozione, ma come cura per il consoli– damento della spina dorsale. E' necessario che uri giorno vi siano a Napoli meno << pu– lizza stivali», che il vetturino di piazza non chiami più « Ec– cellenza» qualsiasi imbecille che possa permettersi il lusso di spendere qualche lira per fare la passeggiata in car– rozza a Via Caracciolo, che la d.onnetta non dia più del e brigadiere» al vigile urbano che sta per elevarle una con– travvenzione e che il tranviere non promuova _più « mag– giore » il tenente dell'esercito di cui vuol cattivarsi la sim– patia. Occorre estirpare la mala piantà del «cavalierato», distruggere per sempre il culto della «commenda». In che modo ottenere tutto ciò'f In primo luogo è -indispensabile risolvere la questione economica che, certa,mente, è alla base di una tale situazio– ae, Però, se nel nord d'Italia il problema dell'affrancamen– to del proletariato è quasi esclusivamente economico. nel mezzogiorno d'Italia il lato economico non è tutto. Mentre, infatti, nell'Italia settentrionale è sufficientemente sviluppata ciò che Calosso chiama « la vocazione della pro– sperità», per cui oggi. anche un modesto operaio aspira ad ibliotecaGinoBianco un maggior benessere e desidera, ad esempio, una casetta col..bagno ed un po' di conf.ort moderno, a Napoli, per ci- . tare un. grande centro del Mezzogiorno, non è stato possi– bile risolvere il problema dei « bassi ». gli immondi tuguri in cui il popolo vive in modo che offende la stessa civilt~; e ciò non tanto -per mala voglia delle autorità, quanto per la resistenza offerta dagli· stessi abitanti delle luride spe– lonche. Il giorno in cui i vigili urbani si recarono, pèr· in– carico del comune, a visitare alcune case popolari del rio– ne Vasto, in cui, quasi a viva forza, erano stati all9ggiati alcuni-ex abitanti dei «bassi», tro;varono i. pomodori colti– vati ... nel~ vasche da bagno! Ora, fin quando ).e popolazioni del Mezzogiorno conser-_ veranno questa spaventosa « vocazione della miseria». fin quando tutto il benesseré consisterà per esse nel mangiare un abbondante piatto di maccheroni, nel giocare al lotto fin l'ultimo bottone e nel riempirsi di debiti per partecipare alla festa di Piedigrotta, è inutile sperare .ih progressi so– ciali. La uo,cazio,;e dell(]Jprosperità . , Bisogna dare alle popolazioni dell'Italia ·meridionale « la v,ocazionè della prosperità», incitandole a seppellire. il mot-' to « lassa sta, chi t'o fa fà », insegnando ad esse come si vive altrove, organizzando una nobile gara verso il benes– sere fra Piemonte e Campania, Lombardia e Sicilia · Non odio fra Nord e Sud, non linee Hitler. G~stav o Gotica, no - basta con le divisioni fra Italiani! - ma .una santa emulazione per il progresso civile della nostra Italia. , , ' ' - E se nel Nord è opportuno che l'insegnamento obbligato– rio duri, ad esempio, 8 anni, è ·nacessario che nel Sud tale termine sia prolungato. _ Si tolga qualche cosa agli inutili bilanci militari· e !o si trasferisca alla pubblica istruzione al fine di estirpare l'i– gnoranza che è piaga di tutto il nostro paese, ma addirit- tura cancrena. dell'Italia meridionale, · E venga lì inviato il fior fiore dei maestri, non quelli/ che– sanpo parlare correttamente greco e latino o che sanno come era vestito Dante quando incontrò la prima volta Beatrice. ma che abbiano fede nell'avvenire d'Italia, culto della libertà, amore per il popolo. E insegnino questi maestri ai nostri fratelli del Sud che gli uomini sono tutti uguali, che la libertà e )a digni– tà umana sono beni supremi che non si possono eliminare senza ridursi al livello delle bestie, che non esistono più padroni, che è finito il ·regno della camorra della mafia e dei mazzieri. ' Sappiano però, questi maestri, c.;head essi sono affidati i figli del popolo più buono, più sentimentale, più generoso del mondo, perchè, dopo aver messo a nudo le piaghe del~ , le mia terra; mi sia anche consentito di dire· che- l'Italia ha, laggiù, una riserva inesauribile di energie e di cuori, che bisogna saper sfruttare, dopo aver insegnato a quelle po– polazioni. per settant'anni abbandonate nella miseria e nel– l'ignoranza, che la civiltà·, oggi, è in marcia a grandi gior- nate al di là del Vesuvio. · E, facendo leva su tali sentimenti nobili, di cui è ulti– ma prova gloriosa l'insurrezione degli « scugnizzi » scalzi e disarmati contro i_carri armati -tedeschi, seppelliscano per sempre i ranéori fra Nord e Sùd, insegnino che non esisto– no più « polentoni « e « terroni », ma solo italiani, tutti fi– gli della stessa madre, che di tutti ha ugùalmente bisogno per risanare .I.e ·sue ferite. E spieghino bene che, .se l'Italia meridionale è stata finora mantenuta nello stato -di miseria e di inferiorità in cui vive, la colpa è proprio di quelle_ for– ze della reazione che il Mezzogiorno ancora sostieìfe e che di esso si servono come dell'ultima massa di manovra con– tro le avanzanti forze del proletariato che aspira al!.a dire- -zione del paese, cui ha diritto per la lotta condotta duran- te 25 anrii contro il fascismo. · Soltanto maestri nelle scuole? No: questo compito di elevazione morale e di educazio– ne so6ale e politica del Mezzogiorno deve esser svolto· da tutti gli Italiani degni di questo nome. Fra essi un posto preminente spetta a noi socialisti, il cui scopo principale nella vita deve essere appunto quello-,di condurre le masse al benessere e alla civiltà. Ecco per~hè, sicuro. d'interpretare il pensiero di tutti i meridionali che vivono nel Nord, faccio appello al Partito perchè iscriva il problema del Mezzogiorno al primo com– ma dell'ordine del giorno delle rivendicazioni socia'i~te. Oc– corre conquistare per noi la riserva .di caccia delle {orze reazion~rie. occorre che, fra qua'che anno; i deputati so– cialisti meridionali siano numerosi come quelli settentrioo - nali, occorre che l'Uomo qualunque non trovi più larga
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=