Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 19 - 15 ottobre 1946
318 CRITICASOCIALE se non si sa che cosa si •vfiol salvare. che cosa si vuol ar– monizzare Ii n. 12 · di Quarto Stato conteneva finalmente un impor– tante articolo sull'argomento: « Democrazia e non demo· crazia del partito comunista» di Cerilo Spinelli, ma, pur pubblicandolo, la rivista si è affrettata a dire che non con– divide esattamente tutte le opinioni esposte dallo Spinelli. Anèora una volta Quarto Stato ha evitato di prendere una posizione impegnativa, ancora una volta non ha trovato· il tempo di dire quali affermazioni condivideva e ,quali no, e perchè. . Noi chiediamo a Quart.o Stato di prendere in esame gli elementi psicologici, organizzativi, ideo;ogici. tattici del co– munismo e di darci, nei confronti di tali elementi, un giu· dizio preciso. Solo così il suo socialismo (ed anche la que– stione dei nuclei) uscirà dalle ombre che ora lo circondano: so!o così potrà opporsi alla concezione della Cristiw Socia- . /e, che su questo punto ha avuto il coraggio di non la– sciare ombre di sorta. UGOB]l:RTO Ar,FASSIO GRIMAI,DI Origine e diffusi one del marxismo teorico ·in Italia Anch0 in Italia, oome ,in altri paesi, il nuzrxismo ha avut'a un'efficacia notevole .sul progresso, ,delle scienze sociali .. Ma gl'lta.Jiani, hanno inofa.-e dato un oontributo diretto all'elabo. razione e allo svilu,wo délle .stesse teori{,' sociali.tiche .in generale, e di quelle marxistiche in particolare. Si ipuò dire ,che il nostro paese, occupato nella lotta pe~ l'indipendenza e l'unità, nulla seppe di Cado, Marx e dell.e sue dott11ine fino al 1870. Da noi, per l'arrel.-atezza dell'eco– nomia industriale e della struttura sociale, le prime istanze socialistiche, anche se presenti ,in alcuni dei maggiori espo– nenti d.el pensiero repubblicano•, compaiono assai tardi. Non · desta quindi alcuna meraviglia il fabto che ~ primi g.-uppi ' internazionalisti . italiani abbiano risentito• più facilmente !',influenza di Bakunin, vissuto vari anni in ltaJ.ia, anzichè quella ,di Marx. lu un ,terreno sodale come il nostro in quei tempi, era più facHe attecchisse un sovversivismo· inmrrezio– nistico, vago ed incerto neI fini, che una ooncyeta azione . politica, rampohlante senzialmente dalla forza effettiva di una classe lavoratrice, anco,ra assai modesta iper numero e per .ooscienza di classe. Furono appunto 1 suoi avversari, Mazzini e Bakunin, che presentarono·, nel-le lo,ro, polemiche, Marx agl'ltalian'i, e solo con l'andare·degli anni si diffus.ero il suo• nome e. la sua fama. . . È noto un ·giudizio di Marx molto• spregiatiivo nei· confron– ti dei p.-imi internazionalisti 'italiani. Questi, l'abbiamo g-ià detto, erano ~otto. l'influsso b.akuninista, e Marx, violento polemista, nei suoi attacchi c-0ntro· gli avversari passava spesso il segno; Oggi, giustizia vuole che non si p,ossano più considerare con dispregio ·oome « spostati e ambiziosi pro– fessionistii senza clienti >>,gli animatori delle prime fotte so– cialiste in ll'!lia. Tra loro vi erano idealisti pnri e disinte– ressati •C-OmeCarlo Cafiero, Emilio Covelli, Enruco Malate,· sta, Andera Costa e tanti altri, che alle nuove idee avevano generosamente dedicato la vitll e sacrificato la· libertà, gli averi. Ora, ,per una ·curiòsa· .ooincidenza, la diffusione d.el pen– siero di Ma.-x in Italia fu propriio opera cli questi suoi anta_. gonisti in seno all'lntiernazionale, cioè gli « anarchici », ad·erenti a quell'Alleanza dellJa derrnocrazia socia/Jisu, di ten-, denza. bakuninista. Va pur-e ricordato eh.e lo stesso Bakunin a-ceeHava completamente e senza. riserve le teorie economiche ma,·xiste, F,urono appunto gli avversari d.ell'i<autoritarismo>> di Marx a fare •conoscere per primi il suo pensiero, mal– grado i dissensi teorici e le violenze polemiche. A Carlo Ca.fi.ero, .che a Londra aveva· conosciuto personalmente Marx e il suo• fraterno ami-oo Eingels, ,;petta il merito di avere per primo pubblicato, nel 1879, con U111'i,ntroduzfone, la ltradu– zione in compendio ,del Capitale, limitatamente alla parte re– lativa allo sviluppo dell'economia- capitalistica. Nel 1883 viè– ne pubblicata .la prima ltraduzione ,dell'opusoolo d.i Engels su Socialismo utopis,JJico e socialismo. scientifico, acl op:era di Pasquale Martinetti. Nel 1891 quella .1~1 MIJJfli.je.sto del partito comunista, a .cura e ,oon prefazione di Pietro "Go.,i. . QuMto noh deve far meraviglia, perchè allora le differenze tra le diverse scuole socialiste non erano rosì profonde come in sèguito. Gli attriti si maitifostavano quasi unicamenlte nel campo ·o.-ganizzativo, .perchè, ànche per quanto riguarda la BibliotecaGino Bianco concezione dello Stato, che è ora uno degli elementi• di disco-r,dia tra la correll!lè « autoritaria >>e quella e< libertaria » del so.cialismo, vi era in quel tempo una certa oon{ormità di vedute. Nello •stesso sistema maritistico•, è bene riool'darlo, lo « Stato >>era destinato a sèomparire con la fine del re• gime di classe, in oonsiderazione pure che nella futura sb– cietà sooiaiista le funzioni di governo si sarebbero ridotte a semplici funzioni amministrative. · Nel ventennio dal 1870 al 1890, la •conoscenza <le! pen· sie.-o {narxisti,co• si. diffonde, oon lentezza ma sempre con una certa costanza, non soltanto tra gli adepti dell'« Interna– zionale », ma anche tra quegli sci-enzialli borghesi, non estra– niati dalla realtà sociafo e attenti osservatori del movimento sciooti,fico europeo. Alcuni noti studiosi italiani di economia politica e di sociolog.ia mostrarono un notevole interessa. mento per le teo.-ie socialistiche. Riooidiamo, t.-a. i tanti, Ellero, Puviani. Cu.sumano, e soprattutto Achille Loria·, il quale .io,.al,cuni suoi lavori, assai diffusi, aveva elaborato un suo de,iermmismo economlico, che agli occhi del ve.:chio En– gels sembrò quasi un plagio, ma che in r.ealtà era cosa ben diversa del materialismo stodoo, e dialettico di C. Marx. ' Ma intanto l'lneremento dello sviluppo industriale; la tra– sformazione dell'agriooltura da estensiva in int.ensiva, •l'aJ- . largarsi dei cÒmmerci e dei traffici determinarono, anche nel uostro pal\Se, la formazione, di una numerosa classe di pro– letari ala.--iati, oon bisogni pro.pri e rivendicazioni distinte da quelle delle altre formazioni politiche popolari e demo, cratiche. Da queste esigenze nacque appunto iJ Partit-0 Ope. raivo, con tendenze strettamente operaistiche e classi.ste, il quale- essendo, trascorso ormai il ,tempo per ogni romantioo e qua.-anlottesco tentativo insurrezionale, per un buon de– cennio, agitò le masse ·proletarie, promovendone l'organizza• zione. Molti •Si avvicinarono al marxismo, per ,cercirvi un'o.– rientamento per l'.interpretazione e la soluzione dei proble– mi ·presentati dalla. nuova situazione ·sociale. Con ritmo co– stante si diffusero i .principali scritti di Marx, di Engels, di Lassalle. Il socialismo umanitaristico di B. Malon, il comu· naroo fra·ncese profugo in Ltalia, esercitò anch'esso, in quec sto· periodo, .qualche influenza e incontrò, ~impatie, specie ad opera ,di Enrico. Bignami, direttorn della Plebe, e di Osvaldo Gno,cchi-Viani, primo organizzatore delle Camere del La. voro. Presto le necessità partioolarmente ·,politiche della classe operaia divennero più impellenti è nel 1892, sul ceppo del C< Partito Operaio», con la separazione dagli an·archici, nac– que il Partiro Socia,f)i,sm. Il marxismo trovò oo,sì nel gio.rnale del :nuovo partito, La lioua di classe (1894), diretto da Camil– lo. Pramipolini, e, dopò, nell'Avanti! (1896), diretto da Leo– .nida Bissofati, i suoi ,princiipali organi di diffusio•ne. · Ad introdurre pel'Ò· .il marxismo in Italia fu soprattutto una donna di gran mente e di gran cuore: A:nna Kuliscioff. Questa ,profuga russa, diventata italiana di adozione, si era ad,operata p~r dar vita, nel 1891, ,oon Filippo Turati, a quella Critica Sociak, che fu il semenzaio degli studi ma.-xi. stici nel nostro paese e che attrasse al .socialisma i più belli ingegni, e le più- •belle speranze ddl'intellettualità italiana, tenendo viva per trentacinque anni, e fino al fascismo, fa fiac,cola •delle idealità sociali.ate. Accanto alla num,èrosa letteratura spicciola so-cialista oo, minciarono a diffondersi i più sign'ificativi- ;;cri-tti del marxi– smo e no,tevoli o,pere di ocitica·o di. rpiù seria d•i,vulgazio•ne. _ S'lniziò ipoi (1899), sotto• la dit.ezione di Ettore Ciccotti, la traduzione dèi, clas~ici del socialismo, che ,ool temipo forma– rono una silloge di otto• densi volumi, oomprendenti anche la Storia dJeUa- soci,,al,democmziia bedesca di F. Mehring. Non mancarono inoltre .traduzioni ,di op.ere impoàanti di, nìarxi: sii stranieri, come Kautsky, Bebel, Plekanov ed altri. Ma a~ .socialismo italiano•, in questo periodo•, capitò la non ~ieta ventura ,di sviluipparsi, oome esigenza teor.ica e come movimento sociale, proprio .durante il piredominio, nel mondo della ,cultura, della filo.sofia positivista. Furono tentati perciò perioolosi avvicinamenti, deformazioni òdi'. . cole, interpretazioni aroitrarie. Enrico, Ferri, nel suo libro Sooidismo e scienza positivà (1894) e in altr.i suoi scritti, si pro ,po.se addirittura di mettere d'acoor3o Marx col gra– dualismo di Da.-win, l'individualismo d,i Spencer e l'agno– sticjsmo di .Comte. Una do.urina eminentemente attiva come quella marxista -diventò ,oosì una specie di determinismo o, peggio ancora, di fatalismo eoonomioo·. A· reagire fortemente~ contro questi angusti snaturamenti ed a far penetrare veramente nel sangue vìvo della cultura italiana la concezione materialistica della storia fÙ Antoniq Labriola, un erudito filosofo, dòtato di vivo senso sto– rico e di mirabile acutezza critica. So~o meritamcnte fa– mosi i suoi tre sagg,i: In memor~1 del Manifesto dei comu,
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