Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 19 - 15 ottobre 1946
316 CRITICASOCIALE . Alle case di abitazione per gli operai e gli impiegati do– vranno quindi provvedere gli enti pubblici (Comuni, Provin– ce, ,Stato) con la .costruzione di case per cooperative edili– zie di categoria (ferrovieri, tramvieri, impiegati pubblici, ope- · rai di singole aziende industriali, impiegati di istituti di cre– dito ecc.). Queste cooperative edilizie dovrebbero mantenere la proprietà delle case e cedere in affitto i singoli quartieri ai soci. I canoni di affitto dovrebbero essere .)imitati, in un pdmo periodo, soltanto alla copertura delle spese di am- . tI)inistrazione e all'ammortamento del capitale, sulla base ·di un piano a lunghissima scadenza, con ·rate crescenti. In un secondo momento, superata la congiuntura attuale, si potreb– be. anche esaminare la possibilità di riconoscere un piccolo interesse sul capitale investito, mentre il capitale rimborsato dovrebbe servire a proseguire .il n.ecess·ario ritmo dellt nuo- · ve costruzioni edilizie. , In questo modo si raggiunge anche il grande beneficio di portare un concreto contributo costruttivo al ristabilimento UNA RISPOSTA NON COM;J?LET A ,IJ mio '« Invito alla discussione» pubblicato sul n. 14• di · Critica ha trovato 'un oppositore tanto vivace quanto poco educato in Nino Gaeta: uno stile che esce dalle nostre abi– tudini, perciò nulla abbiamo .da replicare .al· parr.occhiale fo– glietto Compiti Nuovi. Non si meravigfierà il Gaeta che a un « riformista borghese» come me. stia ancora a cuore la borghesissima buona educazi_one. Altra serietà, altro linguaggio nella risposta di Quarto Stato (n. 14-15), anche se mi scopre giovane e .da poco ve– nuto a\ socialismo. Effettivamente è così, compagno Bas– so (che mi conosci ·di persona ed hai con me in comune più di un amico. Io penso che .non avrai faticato eccessivamen– te a... indovinare che son giovane ecc.) : ma ·ritengo. che ciò non- faccia velo ai tu·oi occhi, altrimenti dovrei ricordarti le parole·•che Carlo Rosselli diceva a Rabano: « Se un uo~· mo di una generazione che n'i>nè la vostra tenta di fare in pien;i indipendenza i conti col passato in vista di un a"'C_e-. nire pel quale attivamente s'adopera, v.oi 19 bandite come erètico e quasi nemico·». · Basso ha risposto ripetendo- i motivi noti della sua .con– cezione: .Saragat non 'è marxista, bens_ì propugna « un so– cialismo piccolo-borghese, fatto di retorica vuota e di de• mocrazia formale>; se si ritiene che tra noi e i comunisti èi sia differenza, noi i;iamo - per coerenza -:- anticomuni- - sti; è un· .errore piccolo-borghese distinguere fra una de– mocrazia _polif.ica e ·una democrazia economica e far derh. vare la seconda dallo sviluppo della prima, perchè la. de– mocrazia• socialista ·è la negazione della democrazia forma– le borghese; nei nuclei c'è vera democrazia, perchè i com– pagni deliberano su cose di cui hanno completa conoscenza. Dov'è l'autentÌlco- Marx? Che cosa occor're ad un socialista pei: rientrare nella linea del marxismo? Io penso che bastino semplicemente gli stes– si requisiti che caratterizzano il socialista compiuto e lo di– stinguono da colui she ha un'a_ltra convinzione politica. e ci.oè : la coscienza che il proletariato .è portatore di valori universali, il classismo, la volontà di attuare una società socialista nella quale non sia. più .possibile che un uomo sfrutti un altro uomo. E' proprio necessario, per .misurare il marxismo di qualcuno, ricominciare a separare l'« auten• tico » Marx dal Marx delle glosse a Feuerbach o dal Marx . divulgato da Engèls? Il Marx ucimo dal Marx teorico, il Marx fat~lista dal Marx volontarista, e via dicendo?•E d9v!è 'l'autentico. Marx? Riprendiamole pure. queste questio– ni, ritorniamo pure alle vecchie discussioni sui cui romi da molti anni si va accumulando abbondante la polvere, rispun– tino. fuori i Labriola. i. Graziadei, i Leoni, i Loria: forse questa ripresa di dispute scolastiche, anche nella noia che ci darà, servirà. a qualche cosa, perchè ~sarà pure necessa– rio che · il socialismo italiano "7 che conta (non diinenti· chiamolo e .preoccupiamocene) troppo pochi giovani nelle -su~file - si decida a trovare il tempo per una cora 1 miosa chiarificazione ideologica. Ma io penso· e mi auguro, com– p;i.gno Basso,. che da u'na ehiarificazio,ne_del genere :non sai~ tera fuori .la bolla della ,scomunica per il nostro Saragat ·o per i) vostro Lenin, ma una più libera - e per questo più fedele - accettazione dei « sacri testi >, una più larga ispi- Biblioteca Gino Bianco -----------------~---- •di condizioni sociali .di vita più tranquille, perchè non c'è nulla di più pericoloso e di più esplosivo che una massa ti gente e di famiglie senza lavoro e senza casa. La destinazione finale delle abitazioni dovrebbe essere la– sciata· ai futuri sviluppi della economia sociale. Si andrà ver– so il socialismo? e allora queste coopera-tive edilizie costi– tuiranno il nucleo centrale delle nuove forme di proprietà, Si resterà sul pianerottolo della piccola proprietà? e allora le cooperative edilizie potranno consentire ai propri soci– inquilini il riscatto e l'acquisto delle singole abitazioni; rr steremo attaccati all'attuale sistema economico-sociale capi- · talistico? e, in ogni caso, il capitale resterà assicurate ed .è prevedibile, sia pure in un· periodo lungo, un modesto pro- fitto e il rimborso. '- · Fuori da questo quad_ro, io non vedo come si potrà risol.– vere il problema della ripresa adeguata della ricostruzione edilizia / 'ARTURO DETASSIS razione a Marx senza lo spavento che ancora coglie chi per avventura sente, dentro di sè, di allontana-rsi <;liun ette dal conformismo di certi bonzi del marxismo. E' necessario li· berare i marxisti dalla pa,ura di certo marxismq, e propri• per salvare il_vero ma.rxismo: -Voi, a. proposito di Saragat, continuate a parlare di « neosocialismo », e ponete nel pro– lisso neo· tutto il sarcasmo e tutte le accuse -che hanno at· compagnato la. dura vita del revisionismo. ·E dimenticate, tra l'altro,_ che ai suoj tempi Lenin era urt « neosocialista > anche lui, e che per molti il leninismo ·costitùisce anche og– gi una deviazione dal vero marxismo. · ' Io pi:nso (e· mi auguro) che da questa chiarificazione ideologica non verrà fuori, dunque, là .condanna di Sàragat o di Lenin o magari di Basso: ne verrà fuori un socialismo, più comprensivo che. ispirandosi ad un marxismo meno ri· gido e semplicistico di quello delle origini - che pur ebbe una funzione importantissima nel primo dirozzamento ,del– le plebi ~,·permetta la convivenza nel proprio seno di tutte le differenziazioni ideologiche proletarie, affidando al par– tito -politico (e· mi richiamo alla- tesi sostenuta da Mar zali sul_f'Ava.nti(. del 4 agosto) il co,npito di condurre s11 una linea politica comune· le tendenze .distinte e diversa che si manifestano nella classe lavoratrice, il compito cioè · di essere il prisma che· in sè riflette tutte le tendenze so-· cialiste. . F9rse, compagno Basso, non c'è altra via che possa ve– ramente ricondurci a quell'unità delle forze proletarie cht giustamente ti sta a cuore: la strada della sce!ta del mar– xismo «autentico» e della eliminazione delle altre correnti ' depaupererebbe il partito di energie sane e intelligenti, riem· pirebbe di dubbi molti sinceri compagni, sciuperebbe· in ima feroce lott?- religiusa le nostre -possibilità. E' questo, · del resto, . il significato del passo, secondo me più importante, del recente famoso artico!o di Saragat sulla Tribuna:.« Que-. sto errore (comunista) è la coti.segùenza del principio lenì· nista, per cui i partiti proletari non comunisti vengone considerati come ostacoli che debbono essere eliminàti Noi socialisti, invece, pur essendo appassionatamente· leg~ti al nostro partito, collocandoci come sempre dal pu11to di vi– sta degli interessi generali della .cla.sse lavoratrice, conside– riamo i partiti proletari non· socialisti come fratelli». Sa• ragat parla di « partit\ », ma il cjis.corso vale evidentemente anche per le « correnti » -che sono in seno ai partiti. · Alla luce di questi concetti .cade anche l'accusa di antico– munismo che Basso ci rivolge, E' strano il ragionament• di Basso: se riteniamo. che tra noi e i comunisti ci sfa dif– ferenza profonda, è chiar.o che per coerenza dobbiamo es– sere anticomunisti. In un certo senso (dando all'anti. un si; gnificato particolare e niente affatto ostile) è vero, ma i anche _lapalissiano .e non c'è affatto da meravigliarsene, Forse· che· -Basso è convinto che tra noi e i comunisti non ci siano differenze profonde? E allora -p.erch~- non è c<r . munista? Chiami pure anticomunismo, se crede, il nostro additare· gli errori c;he si annidano nel comunismo, a patto che non trascuri di dire che per. noi il partito comunista, che ~ partito .della classe lavoratrice, rest11p'ur' sempre par tito fratello~ la .cui.piattaforma ideologica, pur non essendo identica alla nost_ra, è per mille cubiti più coincidente. éo11 la nostra di quella 4i qualsivoglia altro partito non pro- letario. ' - \ · Il prabltma t!tlld d,m_ocl'azia .. . . « E' un errore - scrive Quarto; Stato ~ ·comune a tutli i piccolo-borghesi che fanno i socialisti - quello di distio,.
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