Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 19 - 15 ottobre 1946

• 314 CRITICASOCIALE Evidentemente non fu così. Anzi molto spesso si intese · fare degli Uffici del Lavoro un controaltare delle Camere del Lavoro, si provocarono interfer · ze, si suscitarono ge- . losie, si, tentarono intromissioni, ci si alienò la simpatia e la fiducia de!le masse. Naturalmente, molti casi si saranno verificati in. cui l'incomprensione fu reciproca o addirittu– ra mosse dalla parte opposta. Ma non è ciò di cui vogliamo parlare. Ciò che interessa qui precisare è se, effettiva– mente, ed entro quali limiti, le funzioni. degli Uffici del Lavoro debbano considerarsi' utili ed inalienabili. Le ·varie funzion; degli Uffici del Lavoro. ··A tal uopo converrà rifarci ad una pregiudiziale cui più sopra ho accennato. Tutto quanto concerne organizzazione e lotta dei lavoratori per là tute;a degli interessi e per la conquista di nuovi diritti di intere categorie, spetta esclu– sivamente all'iniziativa e all'opera dei sindacati. Ma per la loro stessa natura di organi collettivi di difesa e di lot– ta e per la natura dei mezzi di azione e di lotta che sono, loro propri, essi non -sono adatti ad esercitare la tutela del singolo lavoratore. Ed ecco la necessità di un organo più agile, più rapido, più pratico e meno dispendioso della normale magistratura, al quale il sindacato possa fare ap– pello per ottenere l'applicazione delle norme legislative o contrattuali in favore dei suoi associati. Questo organo non può essere fornito che ,dal pubblico potere, depositario e responsabì!e dell'applicazione dellà legge. E gli Uffici del Lavoro hànno generalmente dimostrato di essere i natu– rali organi cui la vigilania per la applicazione delle leggi sociali: deve essere oggi devoluta. · L'esplicazione di questa prima· funzione degli Uffici del Lavoro richiede l'impiego di un apposito corpo ispet– tivo, per la cui costituzione si dovrebbe tenere nel debito conto l'aus.i!io di esperienza e di competenza che può esse– re tratta dagli attuali Ispettorati del Lavoro, gli ex Ispet– torati corporativi che, come ebbi occasione di dire in altra sede, costituiscono oggi un organo avulso dalla vita del' la-· ·voro· e devono essere utilizzati in questo senso. Un'altra importante funzione degli Uffici del Lavoro è l'opera di conciliazione e, meno spesso, di mediazione e di · arbitrato nelle controversie di lavoro. Se si prescinde da alcune delle maggiori (vertenze sindacali, la cui discussione viene affidata ai Prefetti e allo stesso Ministero del Lavo– ro, la, più ~r~n parte _delle vertenze _individuaji, plurime ~ · ccilletttve, fimsce oggi col trovare 11 natura;.e terreno di discussione presso gli Uffici 'ciel Lavoro, Tuttavia, non è conveniente conservare per questo servizio un'apposita bu– rocrazia, con inutile dispendio, La discùs~ione delle verten– ze di lavoro potrebbe, e dovrebbe, essere_ ~ffidata sempre , ~ commissioni paritetiche, che dovrebbero riprendere la tra– dizione dei vecchi Collegi probivirali e alle qùali gli Uffici del Lavoro dovrebbero offrire bensì )a propri;;i assistenza tecnica,' legale, di segreteria, e magari l'elemento estraneo alle parti, nja non già sostituirsi. · ,..-, Um\ terza funzione oggi assolta dagli Uffici del Lavoro consiste nel complesso lavoro di raccolta e di elaborazione di dafi statistici relativi alla vita del lavoro e alle condizio– ni di vita dei lavoratori. Si può affermare- senz'altro che · questo compito è della massima importanza e dovrebbe e~– sere anzi tnaggiormente utilizzato, A questo scopo, il Mi– nistero del Lavoro dovrebbe avere presso la Direzione Ge– nerale del Lavoro un vero ufficio di statistiéa organizzato in modò da poter coordinare e utilizzare tµtto quanto, in questa materia, si fa alla periferia.' La determinazione dei criteri generali d'indagine, l'esame e la comparazione dei dati, l'elaborazione e l'interpretazione delle indicazioni, la sceltà e la discriminazione delle notiz~e che dalle provin– cie vengono raccolte: tutto questo l'ufficio statistico del Ministero, in stretta cooperazione con l'Istituto centrale di statistica, dovrebbe fare. · · Ai tre summenzionati servizi si potrebbe aggiungere, li– mitatamente ai centri di maggiore interesse, un · ufficio ~tudi, di due o tre persone al massimo, còsì sarebbe com– pletata la fisionomia naturale e più propria degli Uffici del Lavoro: occorre· pertanto una legge ·che disciplini, in mo– do probatorio, le loro attività nel senso sopra indicato, tol– ga loro• ogni ingerenza nel campo dell'assistenza; li allegge– risca del compito di gestione del collocamento che non si adatta alla natura e che non sono in grado di effettuare nel mod@migliore. Per quest'ultimo punto, e fino a tanto che esiste il regime di libertà sindacale, agli Uffici del Lavoro dovrebbe essere devoluto il controllo sugli Uffici territo– riali di collocamento, da effettuarsi attraverso il previsto , corpo ispettivo, e ciò per assicurare !.'assoluta imparzialità e la scrupolosa •Osservanza delle norme legislative. Ma una' legge ·che definisca, almeno proyvisotiàmente, questa ma– tuia ci vuole, anche perchè ci sono Uffi_cidel Lavoro che aetton:o il naso nèfla composizione ,delle commissioni in- BibtiotecaGino Bianco terne, che istruiscono inchieste sugli scioperi, che s1 mge– riscono nel campo altrui sino a creare corsi per organb;– zatori sindacali : tutto questo disordine, questa. confusione di attribuzioni e di competenze non potrà che ,rendere più costosi e .meno efficienti questi organi la cui utilità può de– rivare solo dalla semplicità e serietà con cui assolvono i pochi ll)a importanti compiti loro affidati,. Il Congresso di Napoli del 1944 della L. G. d. L. ha preso una posizione di netta ostilità di fronte agli Uffici del Lavoro, forse perchè nel Sud questi, anzichè mettersi al servizio delle nascenti organizzazioni, ne intralciarono la formazione e il funzionamento. Oggi la situazione è di– versa: al Nord le inter'ferenze non ebbero luogo quasi mai; anzichè collusione, ci fu spesso vera e propria· coilabora– zi.one; talvolta furono chiamate a· dirigere gli Uffici per– sone che avevano partecipato alla lotta fianco a fianco con gli organizzatori dei lavoratori : la stessa struttura degli uffici, per quanto ancora· troppo pesante, è adeguata alle loro funzioni naturali. Il collòcamento viene già effet– tuato, quasi ovunque e per quasi tutte le categorie, con cri– teri ·di n;mtua coll;;iborazione, allo scopo di conciliare le diverse esigenze di un funzionamento agile e capillare e di un controllo sereno e obiettivo Ma,' ripetiamo, occorre che questi criteri trovino la for– male sanzione in apposite disposiziol'li legislative, A queste proposito, la Delegazione Alta- Italia della Confederazione Generale del Lavoro, ha già mandato una lettera al Mini– stero del Lavoro· in cui si suggeriscono alcuni provvedi– menti di massima atti a garantire sin d'ora le organizifa– zioni sindacali da possibili interferenze dà· parte degli Uf– .fici del Lavoro e ad •iniziare sin d'ora quell'opera di al– leggerin;ten~o che valga ad ovviare ogni anche tendenziale burocratizzazione. Al -proposito, la Delegazione raccoman– da una sollecita fusione degli Uffici Regionali con gli Uf– fici Provinciali dei capoluoghi di regione : fusione che. sop, primendo gli Uffici Regionali, eliminerebbe, tra l'altro, inu– tili doppioni, causa di appesantimento burocratico e di ir– razionale dispendio di funzionari e di retribuzioni.· Quante prima il. problema potrà forse essere affrontato da,!Ja Co– stituente: non è un mistero per nessuno l'intenzione di ta- · luni gruppi di reazionari e di conservatori che fanno affi– dame·nto sugli Uffici del Lavoro per combattere l'azione \felle organizzazioni dei lavoratori, di cui si vorrebbe che essi divenissero un controaltare o, almeno, un efficace se– dativo. In questo .caso ~ evidente che non si approderebbe _che ad un risultato: quello di isterilire i nuovi oFgani ac– comunandoli ai vecchi istituti burocratici ormai' svuotati · di ogni credito· e divenuti irrimediabilmente impopolari : come a quelli, anche a questi, non resterebbe altro che at– tendere la definitiva liquidazione. MARIO Fi,;RRARI-BRAVO La casa di abit~zione Fra i molti, troppi proqlemi çhe assillano )a vita in questo travagliato dopo guerra (travaglio clìe può essere però, .co- . me le doglie· del' parto, generatore di un ordine nuovo), appare tra 1 preminenti il problema d'ella casa di abitazi~me. Urgenza del problema. . ' La casa di abitazione· rientra indubbiamente fra le neces– sità elementari, alle quali ogni uomo, per i\ sofo fatto della nasci~a! ha diritto-. così <;omeall'aria, al cibo, al vestito, Que, sto dmtto elementare ha per còritrappost.o naturalmente un dovere e)ementare, e cioè' quello del lavoro: ma è Òvvio che una qualche abitazione dev~ essere assicurata a tutti non solo nell'interesse del singolo, ma ,nell'interesse stess~ della collettività; perchè ·un uomo che non ha un ricovere diventa periGolos.oper la società. Prima questo diritto e questo bisogno venivano pratica– mente soddisfatti, in quanto, in regime capitalistico, i pri– vati detentori di capitali avevano interesse a investire i ca·– pitali stessi nella costruzione di case di abitùione. La sicu– rezza dell'investimento ripagava ·il ·minore reddito dei ca: pitali edilizi in confronto ;;ti capitali industriali, commer" ciali e mobiliari ; un altro elemento favorevole a ·tale in– vestimento era la relativamente facile e- comoda ammini– stramone .di questo particolare capitale: anche vedove, anche minori hanno potuto assicurarsi un· cespite di rendita con la proprietà edilizia, sia amministrand.o in proprio. sia serven– dosi di modesti e poco costosi amministratori fiduciari. In questo modo si è sfahilifo un ~erto equilibrio f Pa il bi– sogno e la richiesta di abitazione da un lato, e la progressi– va costruzione e offerta di case nuove dall'altro lato. Certo, anche in questo campo delle case di abitazione, il sistema capitalistico ha portato a situazioni inumane e ant4- ·

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