Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 17 - 1 settembre 1946
• 270 CRITICASOCIALE hanno visto fientrare coloro che avevano ince·ndi.ato i' pae– si vicini, A Carra,ra hanno visto rientrare coloro che aveva– n!J incendiato Vinca e Bergiula. A Spezia hanno visto rien– trare coloro che avevano incendiato i paesi che circondano il Golfo della Spezia. Attraverso queste maglie abbiamo visto uscire anche dei seviziatori. Il giudice che li ha scarcerati ha ritmiuto, nel suo apprezzamento soggettivo, che non si trattasse di sevizie efferate; ma andatelo a chie– dere a coloro che sono stati seviziati, se le sevizie patite erano o no efferate. Abbiamo visto uscire una parte dellà banda Koch, la ·Marchi. la Rivera; Bernasconi. Onorevole Presidente di questa Assemblea, il nome di Bernasconi deve ricordarvi qualche .cosa: il nostro 'arresto e la nostra consegna ai tedeschi; e se non siamo stati fucilati non è stato· per volontà del Bernascorti, ma per intervento dei patrioti di Roma, che ci fecero evadere da· Regina Coeli. Tutti sanno come ha operato questa banda a Roma, poi a Firenze e quindi a Milano. Io sono stato a Firenze duran– te il periodo cospi,rativo e durante l'insurrezione. Questa banda consumava i suoi reati e le sue sevjzie a Villa Triste. Basta andare a Firenze e pronunciare questo nome per vedere il volto di centinaia di -donne, spose, madri. coprirsi di orrore. Ebbene, in virtù dell'amnistia una parte dei com- . plici della banda Koch sono oggi in piena libertà ... Vi è di più: l'articolo 3 dichiara amnistiati anche quei reati comuni, che &onoconnessi con reati di indole politica; di modo che- si è verificata, coine si verifica, questa incon– gruenz'a..Chi durante un rastrellamento ha compiuto un rea– to comune, .solo perchè è amnistiato il rastrellamento, rea– to di indole politica, viene amnistiato anche per il reato comune; mentre un partigiano, che subito dopo la guerra di liberazione ha commesso quello stesso reato comune - e l'ha commesso in quello stato d'animo che crea sempre la guerra ed ha creato anche la gue11ra di Jiperazione ~ rimane in carcere, perc_hèil suo reato non viene-amnistiato. Quell'impiegato, che per vent'anni ha condotto vita one– sta e non ha mai commesso atti di disone·stà, ma, ·trovan– dosi di fronte -alla tragica situazione del Paese e della sua famiglia, si è visto costretto a vendere quanto di più. _caro aveva /per non veder morire di fame le sue creature, ha commesso un reato di peculato; egli deve rimanere in car– cere, mentre quel funzionario, che, collaborando coi tede- . schi e facendo il delatore, ha commesso lo stesso reato, sol- . tanto perchè ti reato principale è reato di indole politica ed ìl reato comune è stato commesso nell'occasione di questo, è stato scarcerato. Evidentemente, tutto questo non vale, onorevole Ministro della giustizia, à portare la pacificazione nel ·nostro Paese. Co1;ì si è verificato que)lci che il Ministro della giustizia del tempo aveva previsto, quando scriveva questo nella sua · relazione: « Un disconoscimento di questa esigenza, anzich'è contribuire alla pacificà:ziione, contribuirebbe a rinfocola're odi e rancori, con conseguenze certamente per tutti incre– sciose». Ed è quello che si è precisamente verificato. Tanto più che_costoro, onorevole Mjnistro della giustiizia, non hanno considerato il decreto di amnistia come un atto di clemenza, e cioè non hanno dimostrato comprensione ver– ·so questo nostro atto e non l'hanno considerato un perdono, · ma un atto -di debolezza, un attò di resipiscenza; essi pen– sano, onorevole Ministro della giustizia - questa è la real– tà, che sta qui confermata nei reclami che abbiamo rice- .vuti - che noi antifascisti ci siamo ravveduti, che siamo noi ad avere commesso un errore e che essi sono nel vero. Questi signori, rilasciati dalle carceri, rientrano nei loro paesi e vi rientr,mo arroganti, manifestando il lorn · antico animo e propositi di rivincita e di vendetta. Mi scriveva un amico che in un paese vicino a Verona, due di costoro, che avevano a su.o tempo cooperato all'incendio di villaggi vi– cini, sono rientrati ar-roganti. si sono fermati dinanzi ad una · lapide che ricorda la caduta di partigiani, ed hanno sghi– gnazzato di fronte a questa lapiçle, Questo è l'animo che di– -mostrano costor;o, che hanno beneficiàto dell'atto di cle– menza. , Vf è di più, onorevole Ministro. Costoro rientrano e rioc– cupano i posti che avevano prima di .andare in carcere; non solo, ma vogliono - ed hanno ragione, secondo il qecreto di amnistia, perchè l'amnistia estingue il reato e ne fa ces-_ sare tutte le conseguenz-e - vogliono incàssare anche le altre indennità. C'è un fascista. il quale vuole che gli siano liquidate - ed ha ragione secondo l'atto di clemenza - ben 200 mila lire. Questo si verifica quando ancora ·vi sono degli antifa– scisti i quali non vedono,accolta la loro domanda di rias– sunzione e di ricostruzione della loro carriera in base al · decreto del 6 gennajo· 1944, . E' vero che si sono create dellé commissioni paritetiche per i fer'rovieri e per i postelegrafonici, commissioni che BibliotecaGino Bianco anzi dovrebbero· essere create per tutti i settori dell'ammini– strazione statale. ma ésse non funzionano, o per' lo meno il loro.. procedere è molto lento prima di venire a qualche decisione utile: ·sicchè è ancora disoccupata una grande quantità di antifascisti, specialmente fra i postelegrafonici ed i ferrovieri. I ferrovieri, che sono stati all'avanguardia della lotta dell'antifascismo, hanno visto vuotare le loro file con la formula dello· scarso rendimento: centinaia e centinaia di essi sono disoccupati. Noi chiediamo quindi, e saremo qui a· vigilare, che il .de– creto del 6 gennaio 1944 sia senza ritardo applicato nei con– fronti di tutti gli impiegati statali e parastatali. Bisogna te– ner presente la •situazione di coloro che hanno partecipati? agli scioperi del 1922 e del 1921. Quello del 1921, che st ebbe nel compartimento ferroviario di Firenze, fu a scopo di protesta contro l'assassinio di Lavagnini, Segretario_del Sindacato ferrovieri. Nè va dimenticata la sorte di quegli insegnanti che nel 1925 firmarono una dichiarazione di protesta per l'assas– sinio di Matteotti. Molti di costoro non er:ano allora in ruolo e non sono quindi stati ria.ssunti; ·mentre i loro com– pagni che quella dichiarazione non hanno firmato ed hanno fatto atto di sottomissiope al fascismo oggi rimangono ai loro posti. Vi è anche la situ,zione di quegli ufficiali e impiegati che sotto il governo repubblichino hanno dato le dimissio– ni per non andare al Nord e non assoggettarsi al governo fascista. Costoro non possono essere riassunti, nonostante la domanda ·che all'uopo hanno ·presentata, · Tutto questo ci preoccupa. Ricordiamo che-l'epurazione è mancata: si ·disse che si doveva colpire in alto e non in basso, ma praticamente noh si è colpito nè in alto nè in bas– so. Vediamo cira lo spettacolo di questa amnistia che rag– giunge lo scopo ·ontrario a quello per cui era stata ema– nata: pensiamo, quindi, che verrà un giorno in cui dovremo vergognarci di aver combattuto contro il fascismo e costitui– rà colpa essere stati in carcere ed al confino per questo. Avremmo dovuto servirci dell'istituto della grazia ·ed ap– plicarlo caso per caso; avremmo dovuto ·stabilire la condi– zione- che il beneficiario del condono, qu_alora compisse en– tro cinque anni un nuovo reato, dovrebbe non solo risponde– .re di questo, rita subire anche la revoca de! beneficio otte– nuto . Comunque, dobbiamo trarre insegnamento dagli errori commessi per evitarli domani. Pertanto riteniamo .che ogni provvedimento legislativo - come· già è stato detto qui da un insigne giurista - ·non dovrebbe essere emanato dal po– ·tere esecutivo, ma essere soltanto l'espressione della vclon– tà popolare. Al di sopra di questa non vi sono altri poteri• e altre volontà. Quindi, ogni provvedimento legislativo de_ye e_ssere vagliato, discµsso nell'Assemblea dei rappresentanti del popolo, e soltanto da questa Assemblea emanato. (Ap- provazioni). · Voglio in'fine accennare alla situazione di .carattere obiet– tivo creata da questa àmnistia, Con questa amnistia sono usciti dalle carceri dei veri criminali tetragoni ad ogni pen– .timento. e che hanno ancora l'animo che avevano sotto il fascismo. C9storo sono per noi veri m;mid della Repubblica. Sap– piamo benissimo che la Rt_pubblica non può e non deve im– porsi con la violenza e .coi tribunali speciali come ha fatto il fascismo; ma la Repubblica si imporrà anche a coloro che hanno v,otato per la monarchia quando realizzerà se stessa, cioè quando darà vita a quelle riforme di carattere sodale ed economico che faranno apparire la Repubblica come l'espressione degli interessi e delle aspirazioni del popolo italiano. Ma perchè la Repubblic?- ·possa dar vita a queste riforme bisogna che Ìlllll sia insidiata nella sua esistenza. Noi. vogliamo essere indulgenti verso tutti colo– ro che, nerrtiti ieri, si dimostrano ravveduti oggi e veglio– ne operare nella legalità repubb'icana. ma dobbiamo esse– re inesorabili e implacabili contro tutti co)oro che ten– tassero di violare l'ordine repubblicano. (Vivi apploosi a _sinistra). · Noi non dobbiamo attendere che da questa situazione derivino conseguenze irreparabili, ma nostro dovere è quello di prevenire le cause che. potrebbero dar vita a que- ste conseguenze. , · Si crei quindi una legge che consenta al potere esecu– tivo di allontanare dalla società per un determinato tempo co_loro che tentassero di violare la legalità repubblìcana. Solo. in questo mo'do noi .potremo apprestarci ad assolvere il compito che ci è stato affidato dal popolo italiano, solo in questo modo noi potremo veramente dare solide fon– damenta· -a lla nasce nte Repubblica democratica italiana. (Vivissimi applau.si ).
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