Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 17 - 1 settembre 1946

CRITICA SOCIALE 281 ria e a:lla -scienza. ·La ·prima aveva reso gran brutti servizi allo stesso Hegel, ma l'ammissione dell'Engels che il ritmo dello svolgimento delle cose consista nella negazione della negazione e che questa sia, una legge naturale meno vu~ta e fo11male della, legge dell'evoluzione è stata ghidicata giu– stamente una sco!l"iadella vecchia metafisica (38 J. Ma dove l'Engels s1 dimostra :.reramente impreparato a comprendere epistemologi,camente lo sviluppo delle scienze naturali e fisico-matematiche è là o,ve tenta di applicare il principio della negazione- dellà negazione alla storia natu– rale, alle matematkhe e alla chimica l_ Non a torto Croce ha definito questi, tentativi come delle Ìln.genuità. Si può trova,re una giustificazione di tutto ciò? A bene consi,derare il pro– _blema si deve giung_ere alla conclusione che Engels fu vi!• tima del suo scientificismo, che lo condusse ad una specie d, p;.sitivismo, il quale assorbiva la filosofia nella scienza. E questo errore è da, imputare priincipalmente alla sua Weltm1&chauun1g, sulla quale è bene ferma,rn alquanto l'at• tenzione. La Weltanschauung di En.gels. La W,ei/Jt:a,,scmÌ!u'!#Vg di Engeb presenta gli stessi moonve– nienti della cosiddetta stlo-na universale, che appu,nto nella ricerca dell'universalità .è costretta a particolari:zzarsi in tante storie di, periodi, epoche, nazioni, stati, attività cul– turali, ecc. ec.c. Ora una visione generale d.ella vita è pos– si·bile solo a condizione che questa la, si ·consideri nella .sua storia · ,cioè nel suo divenill"e, e ,per questo il principio di Marx' esposto così bene nella prèfazio111e al Pl/n" /,a critica dell!a'filosofia del diriitJto di Hegel, era -suffici<inte per gui– dare , nell'impostM:ione del problema socialistico, che . è quello che interessava i fondatori della teoria del materia_– lismo stoll"ico Intesa in tal senso, la W'elltainischauung non e altro che fil,o~ofìa deTJ.a prwcis; spiegazione cioè dell'atrività . pratica dell'uomo socialmente ·considerato., in quanto ela– bora la sua storia, ,_cheè storia di tutta l'umanità. Ma per -giungere a questa spiegazione è necessario riconoscere l'au– tonomia di alcune forme dell'attività teoretica e P,.-atfoa dell'uomo, co'hsiderate non nel lòro divenire {la, dialettica hégeliana insegnava ad Engels che i,l divenire è · 10 stesso pensiero nella sua· concretezza), ma come. prodot_ti storfoi? vale a dire nella loro astraziione. Ora al ll"iconosc1mento di questa autonomia Engels non pervenne in m~do netto,! e · in ~iò consiste il lato ~duco della sua costi;uzione teorica. Ho detto 'in modo netto, perchè nell'interpretazione dello– sviluppo della vita sociale egli giunse a conferire ullla certa autonomia e ·caipacità di azione alle forme dell'attività pra– tica (39). Ma qui non si è voluto accennare a 9u6':ta, b~nsl. all'attività teoretica ossia conoscitiva. Caduca è· infatti la sua filosofia scientifica, fondata sull'assorbimento -della filo. sofia nella sciooza (40). I momenti deJI'attività teoretica e pratica che vengono distinti coi 'nomi di filosofia, l;Cienza, religione possono essere considerati autonomi o no? I fatti hanno dato una smentita ai seguaci di una W~/;t,an.sclwuung che miri all'unificazione di questi momenti. Esiste un;i dif– ferenza non solo dal punto di vista conoscititvo, ma anche da,l lato metodologico. Se la filoso.fia è la scienza del oon– aeto le scienze naturali la scienza dell'empirico-ast.-atto, la reÌigione un prodotto del sentimento, possono questi vari momenti 'dell... attività dell'uomo essere _considerati sotto un unico aspetto? Evidentemente no. Come è stata creata una scienza del concetto puro ehe è la qialett ica, così è sorta una logica naturalistica e una . epistemolog.ia che si riferi– scono al concetto empi.-i-•astratto; la re Hgione non può essere argomento di logica, m;i è un momento dell'attività, un irrazionale, che non -si ;può annullare. l'erchè il sorgere e l'affermarsi di questi e di altri momenti dell'attività uma– na? La risposta non è facile, perch_è complessa è :ta vita sociale e del resto•, non è ad una Wlieltan.schauung che la si può cbiede.-e, bensì alle singoJe scienze. Queste infatti cercano di, chiarire la funzione dei singoli' momenti dell';it– tività umana non solo nella loro concretezza, ma anche nella loro astrazione. La storia della filo•sofia ,ce ne dà• un esempio• d~i ipiù evidenti e oosì pure quella delle scienze (38)11 giudizio è di Croce, Materialismo storico ed economia marroi– stica p. 121 dell'ed. Sandron. Croce iha trattato poi estesamente la Questione nel suo Oiò che è vivo e ciò che \è morto nella fiJ,osofi,a di Heuei (1905), or-a in Sag/Jio _suUo Heuei, Bari, 1:<a~erza. Per qu~nto Antonio Labriola :-iudichi diversamente il prlnc1p10 della negazione della negazione - tanto da riprodu1·re una part~ d_elle argo~enta– , ii'oni di Engels come appendice al suo Det maten.ahsmo stanco - l'affermazione di Croce è quella che si deve accettare in sede filoso.fica. (39) Si veggano le interessanti considerazioni di R. MoNDOLFO, Op. cit., pag. 282 e segg. · (40) Per quanto riguarda l'illusione di creare una filosofia del)a scienza dotata di valore conoscitivo rimando al cap. I della m1a Metodologia scientifica e la chi.mica, in eorso di pubblicazione presso !'ed. Ohlantore di Torino. 81bl10 eca Gino Bianco naturali, per quanto essa non sempre r.iesca a distinguere ·Ja concretezza dall'astraziòne. Il materialismo stori-co offriva ad Engels un principio unificato-re per i singoli momenii dell'attività pratica, quello che l'economia dell'uomo è la causa che oo_ndi:,q.ona gli altri momel!ti. Ma ,questo ,principio ha veramente un vafo·re universale? Esso deve essere considerato non come concetto universale e concreto•, bensì come concetto empirico per spiegare· la storia dell'umanità. È appunto come .concetto empiri~o che il prii_,cipio di, Marx .non (POtrà mai '·essere ahbandonato nelle ricerche' storiche ,ed è in questo campo che esso ha dato risultati importanti (41). La visione uni-. ta~ia delle forze che conflui·scono, nella complessiva secondo Engels è stata posta in evidenza da, R. Mondolfo .{42), di · cui val la pena di d·portare le parole: « Queste conside– razioni dell'Engels... sulla impossibilità di isolare ìllcuni dei, momenti della vita sociale, fosse pur.e .H più· fondamen– tale e originario, dalla complessità ~he li collega tutti e può solo- spiegare lo sviluPIJlo di ciascuno di essi, ~on deb– bono c.ertamente farci concludere con lo Stammler o col Turgeon che .il concetto di economi_co abb1a, secondo En– gels, a -comprendere tutti, i fat_ti e Je forze sociali:. Non conviene .-innovare l'.équivoco, di scambiare, quasi fossero identificabili, i concetti •di base o sottostruttura · con quelli di causa o spiegazione: la causa e la spi:egazione non· pos– sono trovarsi fuori della to•tale concretezza, della vita •so– ciale. e della sto.ria, e devono, abbracciare tutti i momenti dell'attività umana; ma la base può ançhe esser distinta da tutto il resto, pur di· non oltrepassare certi limiti e tener presente che si tratta di astrazione operata per comodità di analisi. L'analisi può coordinare i fatti in gruppi e di– stinguere l'attività umana in for-me varie a seconda delle maggiori o 1ninori affimtà: ma la distinzione non deve far dimenticar.e che, come l'attività dell'individuo non si può dividere in un casellario•, così il (Processo della storia non si può scindere in moI_Denti o fattori assolu!amente se– parati. Anche se nello· sviluppo· del-la v.ita sociale accade una divisione del lavoro, per ,cui le varie forme di attività s.i dis-tribuiscono per gruppi diversi d.i uomini, la di~tri– •buzione non è mai separazione: l'ullità della vita sociale e delle varie forme di attività non si spezza .... Tenendo, pre– sente l'esige,nza fondamentale dell'µmtà dei vari momenti nella vita e H valore del coneetto di 1114rroeroto, si può bene compiere una gradazione dell'otriginar.ietà ,e importanza di <JUe•stevarie forme della praxis. E come nella vita indi– viduale, tra i bisogni, quello della sussi~tenza può dirsi -il più fondamentale e primitivo, rpur senza per ciò separarlo dagli altri o voler con e&so spiegare ,tutti -gli altri, c,q_!!Ì nella vita -sociale e nella storia il momento economico può esser ·detto base o sottostruttura dt tutto il resto, pur $enza tagliargli i ponti ,e .isolarlo a sè, o ammettere che possa avere oon gli altri soltanto un. rappo.-to univoco- di -càusa ad effetto•, anzichè quello scambievole di a.zione reciproca. Così, inteso quale base, il momento, ~conomiro per l'En_gels · significa il concorso comi)Jinato di: 1) forme di attività e risultati di, queste; 2) rapporti e i~tituzioni; 3) aggruppa– menti di. uomini in vista di quelle forme di attività e, in conseguen_za, di quei risultati, di, quei rapporti e di quelle ist.ituzioni, e reagenti a loro volta sulle condizioni deter– minanti. E iper concretare meglio: in prima line;i il modo di produzione e lo, sviluppo della tecnica, in seconda linea i momenti che vi sono, più immediatamente collegati,: lo scambio, l'appropriazione e la' ripartizione, le classi. Ma certamente non può ,tcattarsi di un concetto rigorosamente definito o definibile: e ciò per la rag.ione fondamentale. che dicendo: economico,, l'Engels 'non intende la legge uni– versal~ di tutta l'attività umana (principio del .minimo sfor– zo); ma una classe di fàtti, una forma particolare di atti– vità. Ora nell'unità ,della vita la classi.ficaziione delle forme di attività non può essere precisa; e questo che so~to, un aspetto si .può ascrivere ad una classe, sotto altri aspetti e 00111 ugual diritto potrebbe ascriversi ad altre; e quando ·,poi tra· i faHi da classificare domini la legge -del rovesciamento. della 11raxis, la classificazione riesce ancor più difficile >>- Ammettendo che il riassunto del Mo-ndolfo corrisponda al pensiero di Engels, preso nella sua integrità (ma non all'esposizione dell'Anlliidii.hning), il· punto b'asàlare · della questi(!ne è questo: la spiegazione unitaria dei fatti sociali è veramente la W~ltanschauung di Engels? La riduzione della filosofia alla soienza, la filosofia della natura o della scienza ·oostniita coi-~oncettj empirico-astratti (ed è il male ( 41) Per fermarsi alla storiografia italiana sono noti i contributi portati da E. Ciccotti, G. Salvemini, R. Cagg'ese, E. Loncao e altri. Cfr. Croce, Storia <Lellastoriografia italiana, vol. II, p. 217, Bari, Latérza, 1921. (42) Op, cit., IPP, 280-82. (43) A p. 22 dell'edizione _Sandron.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=