Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 17 - 1 settembre 1946
CRITICASOCIALE 277 stabilire rèlazioni culturali e commerèiali ·fra i due paesi, incluso lo scambio. di trasmissioni radiofoniche settimanali, ed a respingere le proposte di Churchill di rendere l'Jnghil– terra un satellite del capita'1ismo monopolistico americano. li dibattito sulla politica estera. • Il dibattìto sulla politica estera ha avuto inizio con il .di– scorso di Noel Baker, ministro .di Stato, che parlava a no- me dell'esecutivo nazionale. 1 Pur esponendo chiaramente gli obbiettivi della politici!: estera governativa (formulati nei seguenti cinque pu.nti: 1° - riorganizzazione e potenziamento del corpo diplomati– co; -;!'· - soluzione dei vari problemi nazionali; 3• • stipula zione dei trattati di pace; 4• - riparazione delle. distruzioni economiche causate dalla guerra; S"'- creazione ed organiz– zazi·one della nuova istituzione permanente delle Nazioni Unite), Noel Baker si è evidentemente preoccupato di rispondere -anticipatamente alle critiche contenute nelle mo- zioni. · · Quanto al primo punto i laburisti si trovano evidentemen– te di fronte ad ·un problema analogo a quello che incontrano i nuovi governi democratici europei nella politica interna. Come l'apparato amministrativo degli Stati nazionali rappre– senta l'ostacolò più forte per l'instaurazione di un ordi– namento democratico dello Stato, così l'apparàto del Fo• reign Office e del · Corpo diplomatico, traçlizionalmente legato alla .politica cònservatrice, non è certo uno stru– mento adatto per l'attuazione di una politica di-amicizia con le forze democratichè e progressiste europee. La mo– zione n. 3 esprime chiaramente questo punto di vista, la.d– dove afferma che le informazioni sulla situazione politica dei paesi esteri sono necessariamente· influenzate ed alte– rate dagli ambienti nei quali operano i rappresentanti in– glesi. e che del resto i vecchi circoli dirigenti hanno perso in gran parte il controllo degli avvenimenti. D'altra parte si capisce che non è facile sostituire i di– plomatici e fare a meno della loro rete di relazioni personali. « Il nostro compito, dice Noel Baker, è quello di organiz– zare un efficiente Corpo diplomatico .capace di operare in un mondo ,cambiato, ma immediati e radicali mutamenti• av.ebliero potuto ·mandare tutto in rovina». « Alcuni parlano delle ambasciate estere, ha aggiunto Be. vin nella sua replica, come se fossero luoghi ove si tratta soltanto di materie e di argomenti politici. Le ambasciate so– no invece come delle imprese ed io sono deciso' a fame imprese efficienti prima di andarmene via. Ho già introdot– to in ess.e degli attachés per le questioni del lavoro e segui– terò ad introdurne ... Prima di fare 'Un mutamento io desi– dero assicurarmi che sia vantaggioso. Non interrompo •re– lazioni a meno che non sappia di avere altre persone in gra~ do di .mantenerle ». In relazione al secondo punto Noel Baker ha fatto un breve giro di orizzonte parlando dell'Indonesia, della Spa– gna, dell'Italia, della Germania. In quanto alla Spagna,· per cui i congressisti hanno ripetutamente'chiesto l'inizio di una decisa e fattiva politica di appoggio delle forze repubblica– ne, Noel Bake'r ha giustificato il cauto atteggiamento gover– nativo affermando che « l'intento di tutti è di aiutare la Spa– gna a rovesciare il Governo attuale senza mandarla incon– tro alla catastrofe di una seconda guerra civile, e senza far– le correre il pericolo di cadere nelle mani di un Governo non migliore di quello esistente}>. Bevin ha rincarato la do– se, afferma·ndo' che se le potenze estere non fossero interve– nute in Spagna Franco sa_rebbegià stato cacciato via, e che gli Spagnoli non desiderano una seconda .guerra civile es– sendo la prima costata loro perdite maggiori di auelle su– bite dagli Ing'esi' nel corso di questa guerra. Egli si è di– chiarato contrario alle sanzioni economiche, che colpiscono l'uomo ordinario e suscitano il risentimento popolare, non– chè ai gesti che non sono espressione di una politica, come il ritiro dell'ambasciatore. Nè Noel Baker, nè iÌ Ministro degli Esteri hanno tuttavia risposto in modo soddisfacente alle domande dei ·congres 0 sisti sulla azione del Governo in lspag'lla ed a favore delle forze repubblicane. Quanto alla Germania, Noel Baker ha riaffermato i prin– cipi ché guidano l'azione laburista. « Noi vogliamo una Germania che non sia più una minaccia per il mondo, una Germania economicamenté unificata, non smembrata con la violenza, condotta alla vera detnoctazia con i suoi propri sforzi e distolta per sempre dalla barbarie s.elvaggia del pas– sato>>. Bevin ha ricordato in proposito il desiderio della Francia di separare la Ruhr dalla Gerrpania, mentre egli cre– de ,che si debba tentare di fare de)'la Ruhr una industria europea- sotto il controllo internazionale, « usando delle sue grandi risorse per elevare il livello di vita dell'Europa in– tera> BibliotecaGino Bianco Sul punto ,3 Noel Baker· si è limitato a ricordare che non è colpa di Bevin, il quale è andato viaggiando per' tutto il mondo, se i trattati di pace non ci sono. mentre sul punto 4 egli ha parlato dell'azione svolta dall'Inghilterra rielle or– ganizzazioni internazionali riguardanti i trasporti, .il carbo- · ne, i soccorsi, gli alimenti • Relativamente al quinto punto il relatore ha illustrato il lento,. faticoso lavorio necessario per costruire gli Istituti lnternationali permanenti dell'ONU e ha mostrato· i suoi primi frutti incoraggianti, esprimendosi assai fiduciosamen– te nei confronti del Consiglio economico e sociale sul quale. a suo avviso, riposa il grandioso futuro dell'ONU. « Come socialisti, egli ha detto, noi crediamo che affrontando e ri– solvendo le cause economiche del disordine· e del malcon– tento ci poni,imo sulla strada della pace». Con molta maggiore energia e rudezza Bevin ha sostenu– to, replicando alle critiche, g)i stessi punti di vista di Noel Baker; ma nel suo discorso si è occupato. in modo parti– colare, del problema dei rapporti con la Russia. « Il riassetto del mondo, ha detto Bevin, npn è compito da poco. E' un problema pieno di ansietà specialmente per– chè abbiamo coscienza che gli uomini per i quali stiamo la– vora,,do non sono ancora nati ... I frutti del nostro lavoro, · per la pace o per ,la guerra. si riveleranno fra 20, 30, 40 e magari 50 anni. Io vorrei dire a coloro che si occupano di problemi esteri di non essere ossessionati dai fatti momen– tanei, ma di esaminare le ripercussioni future della nostra azione e della nostra politica. Fra quattro o cinque anni vedremo quali risultati avremo raggiunto». . Dopo aver decisamente protestato contro l'accusa mos– sagli di perseguJre una politica estera conservatrice e chie– sto ai delegati~di respingere la mozione di Hendon, « sul cui· significato di sfiducia verso la politica del Gabinetto i paesi esteri non avrebberò alcun dubbio, ove essa fosse approvata», Bevin ha replicato alle critiche mosse alla po– litica del Govers9. verso l.'U.R.S.S. Il suo discorso, più che in una sistematica esposizione del problema dei rappor– ti con l'U.R.S.S. è consistito in una serie di briose battute per sottolineare le proposte volta a volta avanzate alla Russia e le risposte ottenute. Una sola idea è continuamen– .te riaffiorata nel sÙo discorso: la necessità· di non di– videre l'Europa, « Confesso di essere responsabile verso il Cancelliere del– lo Scacchiere per una spesa di 8o milioni di sterline annue (1) e perchè? Per combattere contro la divisi·one dell'Euro– pa_ Io la temo e cpntinuo a combatterla» ... « E' stato detto che noi stiamo tentando di costituire un blocco occidentale, ma io vi faccio notare che esisté già un blocco orientale. ·1o · non ho fatto alcuna seria pressione per una alleanza con la Francia e con le potenze occidentali; perchè mi sono ap– plicato in ogni modo a non dividere l'Europa.» ... « Sarebbe una terribile cosa la costituzi.one di una barriera dall'Alba– nia, a Stettino e la formazione dietro di essa di una posi– zione cristallizzata. Se, Dio non voglia, ciò accadesse, noi avremmo inevitabilmente in Europa due campi opp·osti,. e questa sarebbe la via che conduce ad un altro conflitto. Io dico !I generalissimo Stalin ed a Molotov: « Noi non vogliamo dividere l'Europa». « Ho discusso a Mosca il trattato con la Russia e la mia offerta di prorogarlo per 50 anni. Stalin mi disse che avrei dovuto farvi alcuni emendamenti. Ho discusso i punti in cui gli interessi russi e quelli inglesi concordavano; ho det– to·« noi non possiamo accordarci su tutto, e quello che dob– biamo fare è di mantenere ben lubrificate le superfici di contatto per evitare gli attriti quando ci incontriamo. Che posso fare di più?»... « Nell'intento di migliorare le rela– zioni commerciali con la Russia, ho avuto conversazioni cou Molotov, e Sir Stafford. Cripps si era offerto di andare a Mosca in aereo per discuterne. Se non abbiamo ricevuto ri– sposta, perchè ce ne fate una colpa?·»... Bevin ha infine ·energicamente dichiarato che il governo laburista non vuole prender parte ad alcuna stategia difen– siva nello schieramento di forze o alla predisposizione di difese per attaccare la Russia. · . · .. Riferendosi alla situazione in Germania Bevin ha dichia– rato: « Con Byrnes ho detto ai Russi: Venite nella nostra· zona. esaminate ciò che sta accadendo, guardate ciò che è stato fatto. Non accusateci di non applicare il trattato senza citare i fatti. Ma. lasciateci venire nella vostra zona. Sta– biliamo una reciprocità di rapporti. Lasciate funiionare la commissione dei quattro. Lasciatele vedere cosa accade nel– l'industria, lasciateci approfondire la nostra conoscenza. E poi, quando avremo. fatto tutto ciò, lasciate riunire le no– stre deputazioni affinchè cerchino una sistemazione ptr l'Eu- (1) Bevin si riferisce alle spese sostenute per la zona bri– tannica in Genmania.
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