Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 17 - 1 settembre 1946

CRITICA SOCIALE 275 indegni della fiducia loro dimostrata dovranno essere com– minate pene gravissime, anche limitatrici della libertà per– sonale. Non ci illudiamo che a tali proposte possa esser fatto buon viso, per quanto in sostanza non si tratti che di ri– produrre da noi quanto già si pratica in paesi fiscalmente più progrediti. A noi interessa di agitare la questione e di dare l'allarme; se non si provvede e presto, tutta la vita finanziaria dello Stato è seriamente minacciata. . · ENZO MASSARANI Problemi • • marinari La ricostruzione della marina mercan– tile e la gente di mare Un grande Partito come il ~ostro non può tl'ascu– ,rare di occuparsi an,che di problemi marinari. Trat– terò questi problemi dividendoli in due, per quanto connessi fra di foro: uno riguardante il programma di Cl'eazione di .una nuova e migliore marin·a mer– ca"lltile e l'altro riguardante la gente di mare. La marina mercantile, che in .tutti i tempi è stata· f(?nte di vita e di benessere di questa nostra Italia, oggi praticamente non esiste più: oltre tre quarti di essa sono scomparsi durante la guerra. Il ton– nellaggio marittimo per un paese marinaro come il nostro è come l'ossigeno .per le persone: se non se ne ha a sufficienza non si respira bene. Per cui la ric9struzione della marina mercantile dev'essere considerata un primario problema nazionale, dal punto di vista economico e da quello del lavoro. Nessuno oserà certo contestarci il diritto -delle vie del mare, che è vita per ..noi, nè nella forma in cui dobbiamo sòlcare gli Oceani nè nella libertà di essi; altrimenti si butterebbe proprio nell'Atlantico la fa– mosa « Carta », insieme coi tanto proclamati fini di libertà e·di democrazia che continuamente abbiamo sentito e sentiamo. · Un grande pr.ogramma di ,costruzioni navali s'im– pone a noi come una necessità basilare ed improro– gabile. Indubbiamente esso è difficile e merita pro– fondi 5tudi, date -anche le precarie condizioni in cui ci troviamo. Ma decisione, buona volontà e prov– vedimenti di carattere straordinario possono dare all'Italia navi in una quantità superiore e più pre– sto. di quello che si può immaginare. Per -anni abbiamo sentito parlare di corazzate, di sottomarini, di cannoni ecc., -che solo hanno contri– buito a portarci in rovina; adesso, invece, si dovreb– be parlare di" navi.mercantili, e tutta l'Italia dovreb– be essere, nel sensò eùforico- della parola. un can– tiere pulsante di costruzioni. Ma la realtà è tutt'altra: i C'antieri navali esisten– ti, insieme a molte fabbriche di motori o materiali di bordo, sono nella quasi generalità poco attivi. Per l'Italia, che ba numerosi cantieri tali da fare invidia a quelli stranieri, le costruzioni navali sono principalmente questione di ferro, di lavoro, e di fi– nanziamenti. Per quanto è nostra abitudine conside– rarci sempre privi di tuUo, il ferro non è mai man- . cato, anche quando si levavano le inferriate, ·e adesso le possibilità di ricuperi e d'importazione ce Io pos– sono fornire. Riguardo al lavoro ne abbiamo in esu– beranza e dobbiamo cercare che sia .operoso. Rima– ne la dif.ficoltà dei finanziamenti. , Ricostruire adesso una nuova· marina mercantile richiede capitali ingenti: molte diecine di miliardi. Tali icapitali, nella loro maggioranza, possono, nel– l'attuale situazione finanziaria italiana, essere for– niti solo con ,l'intervento dir.etto o indiretto dello Stato, poichè gli ambienti capitalistici marinari di un tempo, cioè gli ex armatori, che sentono l'attra– zione degli investimenti in 'imprese marinare, nella generalità hanno scarsi e limitati mezzi, e poco, · quindi, c'è da attendersi da loro isolatamente, men– tre nel retroterra, dove veramente esistono forti ca– pitali, diffici.lmente si potrebbero ottenere finanzia– menti necessari, secondo i sistemi ordinariamente praticati, data ]a· scarsa ,conoscenza delle cose· ma– rinare. Bibliote"Ca Gino-Bianco Lo Stato, quindi, potrebbe finanziare nella forma più opportuna;· diretta o indiretta, re costruzioni 'o l'acquisto di naviglio. Ne r-i_sulterehbe, come inevita– bilmente avverrà, che Io Stato sarebbe il reale pro– prietario, in forma totale o parziale (a seconda delle sovvenzioni .fatte), di tutto il tonnellaggio -costruito coi suoi finanziamenti. E ne conseguirebbe, per equi– tà, che il miglior modo di amministrarlo sarebbe quello di nazionalizzarlo, trattandosi di danaro. del– }:a nazione. Considero· opportuno fare una pausa e richiàma– re l'attenzione dei compagni socialisti su una par– ticolare realtà economica e politica che attraversia– mo: il capitale ~ in crisi, .ed è incapace da solo di risollevarsi, ,ed i socialisti. specialmente in Europa, sono chiamati quasi ovunque alla direzione dei GÒ– verni delle nazioni, come un'àncora di .salvezza Il. capitale in- crisi spesso è obbligato, per· so– pravvivere. a farsi aiutare, in un modo o in un altro, dallo Stato. Il Governo, al quale si trovino dei so– cialisti, ha il dovere, particolarmente in questi tem– •Pi, di dare aiuto al capitale per ,contingenti neces– sità sociali, ma sarebbe la più grande beffa al socia– lismo se i socialisti al potere favorissero il capita– .lismo in modo da farlo diventare nuovamente po– tente. Ad ,evitare ta.Je pericolo c'·è una sola via: la nazionalizzazione di tutto ciò che il capitale non può fare da sè, ,senza- l'aiuto dello Stato, e che è di gran– de interesse nazionale. Nel -campo marinaro questo ✓bisogno d'aiuto (che anche in passato hanno avuto, molté ditte armatrici, in partkolar modo le società sovvenzionate, che sono state finanziate per oltre iJ. 50:% del loro capitale dalla Fin-mare). è oggi diven– tato .gene-raie. ìPer nazionalizzazione intendo un sistemà indu– striale-economico in cui la gestione delle imprese sia fatta da un ente pubblico e abbia come fine il benessere generale della nazione •e non quello par– tico.Jare di alcuni determinati gruppi d'individui, a qualsiasi· categoria essi appartengano. . . -ili funzionamento degli organismi nazionalizzati dov,rà essere basato sul -concetto che tutte ,le parti interessate siano rappresentate alla direzione di essi, ,con larga partecipazione del lavoro (dal tecnico-di– rige·nte all'operaio), e le aziende nazionalizzate do– vranno funzionare secondo i sistemi di quelle pri– vate, evitando cioè nel modo più assoluto, di creare org.anismi burocrati~i con funzionari o impiegati inamovibili, che è la piaga delle cose italiane NeJ campo marinaro la nazionalizzazione ha le maggiori poi,sibilità di sue-cesso, poichè non . può· essere classificata un «esperimento», in quanto l'e– sperimento può dirsi già fatto, dato che la «· nave » ,costituisce la maggiore attività di un'azienda marit– tima ed agisce quasi da sè, pèr principale opera di chi vive a bordo, dal comandante al mozzo, mentre, -per quanto ,riguarda il carico e la parte ammini– strativa, dipende dalla richiesta del tonnellaggio e dal mercato internazionale dei noli, praticamente indi pendenti dall'abilità dei proprietari. In ogni mo– do !lbbia.mo il magnifico esempio della, Cooperativa Gar 1bald1. · . Con un grande programma di costruzioni navali anche i cantieri di un11,certa importanza, che fossero nelle condizioni di assumere ordini finanziati dal Governo, do:vrebbero essere nazionalizzati, almeno per il periodo dei lavori, cioè requisiti per una ge– stione nazionalizzata, anche allo scopo di evitare ec– cessi·vi profitti che creerebbero un tonnellaggio co– stoso in ,partenza. Le attività dovrebbero essere ri– volte di preferenza alla creazione di una nostra ma– rina,. per quanto convenga favorir.e anche ordina– zioni dall'estero; per ragioni • di compe nsazioni ,com– merciali e di affermazione industria.le. . · : Per gli arsenali, oramai inoperos:, paichè legati alla prevedibile sorte della flotta, dovrà adottarsi lo stesso criterio dei cantieri, affidandone la gestione ad organismi •naz iooalizz·ati. Anche la marina mercanti.le superstite, cioè quella facente parte del « pool » o che ci verrà restituita dall'estero, ,ritengo che dÒvrebbe ugualmente essere nazio nalizz ata, per l'agioni di equità. Infatti, al p_rin– ciplo d.el conflitto tutto il naviglio fu r_equisito ed affid ato a lla sorte deUa guerra; la maggior parte di esso fu distrutto, mentre una .piccola parte ritorna.• Ora che merito o colpa ha un armatore, che .viveva a· ter,ra, se una· data nave ritorna, mentre .un'altra ·

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