Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1946

238 CRITICA SOCIALE Le due urne cinerarie attendono ora di essere ricon– giunte a Reggio, per ricevervi l'omaggio reve~ente dei compagni e di tutto un popol?, che non h~ ob_hato,.che non può obliare, fì.n che gentilezza e grahtudme vibre- ranno nel cuore dell'uomo. . . RENATO MARMIROLl .... Co11iprendo la gioia che Le dà il saper vivo nella 1nente e nel ciiore di tanti il Papà; comprendo, anche, la preoccupazione sua che tante gem,rne, ch'Egli lasciò sparse, e 1.lnome stesso possa cadere in oblìo. Ma fer– nw.mente penso che ciò a,cca,drà, per Lui, meno che per ouni altro, pur nell'inevifobile desUno che in genere t:avol,ge tutte le cose, e in ispecie, per particolari even– t-i, può oggi ron'1J)ere la catena del ricordo fra una gene– razione e l'altra. I soli politici, i soli organizzatori e creatori di cose materiali possono pa.ssar.e. Ma i gra ndi Edu.catori, i maestri e diffusori di "Jalori mora.li, re– stano, e risorgono arnche dai passeggeri o blii, pe rch1\ quei valori sono eterni, sem.pre necessa'ri, vitali e pieni di capacità di .risorgere, in quanto sono alla base della vita, sono inseparabili dall'umanità. Per parte mia, vorrei vivere solo per poter tener viva quella memoria, .. I (Da una )ettera di Giovanni Zibordi alla figlia di Ca- millo Ptampolini, del 27 aprile 1932). Battisti è qui con . noi (Parole dette dal compagno Greppi il 17 luglio alla Costituente) c>noi'evoli Colleghi, cade in questi giorni il 30° i;.nno.dalla morte eroica di Cesare Battisti. Egli è stato un grande Italiano e un so-cialista ispi– rato. Ed è con purissima e comprensibile commozione che noi lo evochiamo e invochiamo oggi, nel Parla– mento che non lo ebbe partecipe, nuz del quale fu - fra altra gente e vn altra terra, con 'tanto pericolo e con estremo coraggio - uno dei messaggeri più ar– denti e fedeli. Uomo politico e combattente, cospiratore e partigia– no: non lo abbiamo mai sentito più nostro e più· attuale. Lo catturarono tra i suoi monti, · che , erano ad un tempo la sua· patria e il suo esilio; lo giudicarono come un fuori legge, /.o fecero salire .alla gloria· del patibolo. · E nell'ucciderlo - com,e sempre è accaq.uto e dovrà accadere per i giusti - lo hanno immortalato. ' Ora -egli è qui con noi, con quella sua fronte 1nira– bil1nente eretta, che la nwrte ~ .invece di piegari!' - se1nbrò fissare ùn una più granitica fierezza. È qui re– stituito, rivendicato, dopo il tentativo ingeniio e vano d-el fascismo di usurparlo, di farne il postumo asser_ tare di una parte sola e della meno degna. · Si è ribellato ancora una volta, ha combattuto con noi, ci ha 'ispirati, ci ha guidati: era morto per l'Italia, voleva essere di tutti gli Italiani. Rivendicato, restituito; ma il· suo spirito . ancora non si dà pace. Se è vero che gli eroi sopravvivono nei loro sogni e non disarmano fino a quando questi non siano realiz– zati - e tra noi c'è qualGuno, l'erede natura'le, che · megUo di tutti lo sa - Cesare Battisti chiede di essere un capo anche qui, il più ascoltato, e· certo le sue pa- 1:ole ci suoneranno più a.tte·e incoraggianti che mai. Esse ci dicono, col sigillo della verità testimoniata dal mttrtirio, che la patria è una cosa sola col nostro onore, con la nostra libertà, coi nostri sacrifi-ci; che non è una sonima di creatiire e nemmeno una misura ter– restre, ma la storia, la passione, la speranza di tutta u,na gente; che è nieschino cercare la concordia tra i popoli nella geografia o nella strategia, e che s0/.tanto in un re.cip-rocointransigente rispetto,' in una profonda, vissiita confidenza morale potrà essere effettiva1nente raggiitnta e conservata. • E nel siio accento aspro e accorato noi sentiamo rie-– cheggiar:e con la voce di Trento e della valle dell'Adi .. ~•f., quella di Trieste, del/,'lstria e di_,tiitte i? terre mi- BilJ18recaGinoBiancò Ma non i soltanto una raccomandaziDme o· "Mna pre-· ghiera.,· è -un monito, un imperativo. . . "Non lasC'iate11iumiliare, non abbandonate i vostmi jrateiU. .R'e'sistete umtro ogni ingiustizia che vi s~i voglia fare:- le ùngiu$tizie ricadono solidalmente s1;. chi: le subisce e· su chi le· c·0m111iette.Nel difendere l inte• grità,. l'unità deHa Patr'iia,. 7)'@i difendete la stessa soti-. darietà umana e la pace. E fatevi strenui banditori - ma con qu ella fede _ch et . non dovrebbe muovere so/tante. le montagne allegona.he: - di una intesa ragionevole e civile c~e spezzi_ fin1a_ z:... mente il sinistro i.ncantesi-mo dell'egoismo nazion<rlie;. fonte di i/.lusorie fortune per pochi e di effettive cate,,- strofi per t,utti ". , . . . . Per rip·eterci questo, dopo oltre vent anni di silenzio' e di rinnovato esilio, Cesare BattisM è ancora qui con: noi. E le sue parole hanno la potenza irresistibile della' sua fede e del suo esempio. I grandi Italiani tornano all'Italia: possrJJD'ltalia tor– nare, con loro - per loro - al suo postO' me-ritato e dignitoso tra gli Stati d'Europa e del mondio>. . ANTONIO, Gm!FPI L' in4ipendenza della magistratura Che /'.indipendenza deUa Magis·tràtwra costituisca un,o dei problemi urgenti della nostra vtita pubblica è fuori di dubbio. 'Credi.amo qu, inai sia ne cessario agitarlo, pe1r richiamare su di esso l 'attenzio.ne dei partiti e degli uomini politici e di tu.tt o il p·aese . Con questo intento, pubblichiamo /'(ll'1'ticoloche segue, inviatoci dal campa_. gno a·uv. Punzo, pur non concordando oon lui su tutte: Le proposte che egli avanza e r~tenendo che su più am– pio quadro debba esser prospettata la· q1ustione pres·IJJ in esame. Ci auguriamo che sull'argomento altri intervengamo a,! portare i lum.i della loro esperienza e dello studio che: hanno fatto del ,problema. LA c. s. Senza dubbio uno dei problemi più gravi che 1a Costi- . tuente sarà chiamata a risolvere è quello dell'indipen– denza del potere giudiziario, sia dall'esecutivo rsia dal legislativo. Il progetto di Costituzione francese testè respinto. dal p~ese non raggiupse tale obbiettivo : pen– siamo, anzi, che causà non ultima del voto contrarfo emesso dal popolo .francese il s maggio 1946 sia stato, l'asservimento quasi totale della magi.;tratura al potere • legislativo, cioè, in pratica, al partito dominante. Bi-' sogna evitare ,che in Italia .possa riprodursi un'analoga1 situazione. , Di solito il problema '<iell'indipe.ndenza della magi– stratura vieue prospettato sotto un duplke aspetto: economico e politko. I1 trattamento ec.:bnomico dei magistr.i,ti ~10n è mai stato invidiabile, ma, oggi, è addirittura umiiìante : un Sostituto Procuratore percepisce uno stipendio inferiore a quello del •prnprio. uisciere ! Ciò .pone il magistrato nella poco Heta situazione di essere continuamente as– silfato dal bisogno è, quindi, espos,to ad ogni tenta- zione. . . . E se la nostra magistratura, nella stragrande mag-· gioranza dei casi, si· è mostrata sorda agli a.llettamentii della corruzione, ciò è argomento d,i conforto nella lotta per il risanaménto morale della nazioi1e, rma non ,esi.me lo Stat o d all'obbligo di retribuire meglio chi dev e :am– ministr ;i.re la giulstizia. · Com unq ue non, intendiamo qt1:idfr,cutere dell'indipe11- denza dei giudici sotto l'aspetto -economico e tanto meno proporre rimedi alla loro situazione, davvero intolle– rabile; d manca ogni concreto elemento per poter pro– porre soluzio11i ·e, d'altra parte, t'ale question,e 11011 rientra nella. competenza dell'Assemblea Costituente. Additiamo solo il problema ai n<;>stri .compagni del Go– verno, perchè l'affrontino decisamente. L'altro aspetto del problema, e cioè l'indipendenza politica della magistratura, interessa trattare, propo– nendo -soluzio11i radicali. A ,i1essunq più che a noi sociali_sti deve stare a ct1ore l'indipendenza assoluta dei giudici dal potere politico. Guai per l'Italia se aneora una volta potessero ripro– cj11r§i&li epi-sodi di ~rinaccia~a 111e!!1Qfia 1 pt;r çui una

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