Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1946

CB.IT! CASOCtALE 235 L' enore inizùile. Ma insieme con questi ed altri particolari incon– wenienti ed errori, e alla base di essi, c'è un fatto <davvero sconfortante. Nessuno dei partiti ha mo– :strato consapevolezza del compito che l'ora gli im– jponeva. Bisognava sentire la gravità del momento, rendersi conto ,delle difficoltà contro cui si deve lot– tare. Bisognava studiare a fondo e seriamente i prov– vedimenti resi necessari da assillanti problemi, come quelli degli approvvigionamenti, della casa, d~lla ripresa della produzione e degli scambi, del cambio della moneta, dell'imposta sul capitale, ecc.; e, fa– cendo giustizia di tutte le ambizioni, bisognava sce– gliere gli uomini meglio preparati. Purtroppo, tutti ,preoccupati di soddisìare ambizioni di singoli e inte– ;ressi di gruppi, poco avevano curato i singoli partiti «l.iporre quegli uomini meglio preparati nelle loro li– ste di candidati e di far convergere su di essi il voto degli elettori; ma tra i pochi ,di essi entrati nella Co– stituente qualche scelta migliore si poteva fare. Oc– correva anche tener conto che in tutti i dicasteri i vertici della burocrazia sono tenuti da gente che il regime fascista ha corrotto e che, per timore di ve– der minacciato dal controllo democratico il suo po– tere, ci è risolutamente ostile. Ma se alla Giustizia, alle Finanze e in altri Ministeri ci sono uomini privi di adeguata preparazione è competenw, come po– tranno essi controllare l'opera della burocrazia e impedire il male che una parte di essa può fare? Abbiamo già risentito, nei quindici mesi trascorsi, _gli effetti di tale stato di cose. L'opera di epura– .,j:ione è stata ostacolata e ha avuto lo sbocco nel de– creto d,i amnistia; contro il mercato nero, apertamen– te esercitato - e a Roma, sotto gli ocd1,i del gover– no, più sfacciatamente che altrove - nessun efficace provvedimento è stato preso (speriamo che ora qual– cuno si muova sotto la sferzante bonarietà degli in– citamenti di Fiorello La Guardia); le confische dei ·profitti di regime e di guerra, molto sonoramente preannunciate in modo da spronare gli interessati a tempestivi occultamenti, sono state tardi e male at– .tuate e con meschini risultati; e mentre si provvede con tanta rapidità a metter fuori i Gray e gli Ap– pelius e i loro degni amici e amicucci, e a richia– mare in servizio Ì funzionari generosamente pro– sciolti .dalle accuse di collaborazionismo, molti di coloro che furono c0lpiti dalla persecuzione fascista aspettano ancora le riparazioni sancite a loro giust~ vantaggio da provvedimenti legislativi di due anni addietro e più. Il do-vere che ci incombe. Non ci si dica che con questa dipintura noi re– chiamo acqua al molino qualunquista e fascista. No. · Anzitutto sia ben chiaro che di tutti i mali lamen– tati la responsabilità prima risale al fascismo : è sta– to lui che ha disorganizzato e inquinato in Italia la vita pubblica e privata; è stato lui che ha impedito quella preparazione e quegli avvicendamenti di uo– mini e di partiti mediante cui si .attua la continuità dello Stato e della vita nazionale. Noi soffriamo oggi dei mali che esso ha prodotto e dobbiamo cercare di porvi riparo. Qualcosa si è fatto, come dimostra la rrraduale e soddisfacente riorganizzazione di al– cuni pubblici servizi, quali le 1Poste e le Ferrovie, e un crescente risveglio di sensibilità morale anche nei o-iovani a cui pare fu spettacolo quotidiano, nel– l'età della '1oro formazione spirituale, il cinico. di– sprezzo di ogni norma etica. E anche in altri cam– pi qualcosa si vien facendo. Si comincia a ricostrui– re, si rio1:ganizza_, sia pur lentamente, la funzione scolastica; il notevole conferimento di grano agli .ammassi palesa un senso di dovere che vince l'e- goismo sordo ed opaco che pareva divenuto norma generale di condotta. · a Gino Bianco Questi segni devono esser sprone a noi tutti : a spogliarci di· egoismi e di vanità, a scuotere l'agno– stica indifferenza e l'inerzia; a meditare e ad ope– rare; a crearci mature convinzioni e· a proclamarle con sincerità immune da timidezze vili e da bassi demagogismi. Dobbiamo renderci e render gli altri migliori; vendicarci dell'ingiustizia fattaci dalle po– tenze straniere con l'elevare la nostra dignità di vita e preparar con le nostre forze quell'avvenire che non possiamo attendere dalla generosità altrui. La fede nella democrazia, la sete di libertà e di giusti– zia deve darci forza di affrontare e attuare questo compito. LA CRITICA SOCIALE Il decreto di amnistia Il decreto di amnistia continua a suscitare in ogni parte espressioni di sorpresa e di indignazione. In multe Sezioni del nostro lJartito parecchi compagni hanno di– chiarato di -voler restituire la tessera, se il f'a,rtito non prende una decisa posizione di condanna dell'inconce– pibile decreta. Tra gli ordini del giorno numerosissimi che sono stati emessi dalle sezioni trascegliamo quello -votato dalla Sezione di Udine, che pone il problema di responsabilità dei nostri rappresentanti nel go-venia in termini molta precisi. Noi speriamo che la Direzione del Partito, nell'adu– nanza che sta tenendo in questi giorni, sa.ppia acco– gliere ed interpretare il richiamo contenuto nelle -voci di tanti compagrni. Non possiamo e-videntemente ap– paiarci, di fronte a questo problema, ai compagni del P. C., che tacciono ed in-v-itanoal silenzio, e tanto meno possiamo dare una sanatoria sul genere di quella che ha chiesto per sè alla Ca111-era Pal11~i-ro Togliatti, attri– buendo a so-verchia larghezza della Magistratura la troppo generosa. applicazione che è stata fatta del de– creto, dopo che egli stesso personalmente a-ve-vaaffer– mato la opportunità di usdre larghezza. Pubblichiamo qui sotto la prima parte di un articolo in-viatoci, a nostra richiesta, dal co111,pagnoGonza/es, il quale esprim,e la pacata riflessione di un giurista che, essendo stato colpito dolorosam.ente da alcuni atti di inutile e sel-vaggia -violenza compiuta nei primi giorni dopo la liberazione da alcuni che si 111,ascheraronoda liberatori e da partigiani per sfogare la loro personale -ve,ndetta, afferma che era necessaria una legge ripara– trice e discute la questione dell'amnistia con animo sce-vro da ogni passione: tanto più quindi è significa– ti-v.oil giudizio di condanna del decreto che egl-i ritiene di do-ver pronunziare. LA CRITICA SOCIALE e,La Federazione Provinciale Socialista di Udine, ren– dendosi interprete della profonda indig,nazione popolare per l'inaudito decreto di amnistia, .:be offende le vittime in– nocenti di un ventennio di delitti e di infamie e getta il ridicolo sulla 1 Giustizia e sull'intera nàzione italiana di fronte all'estero, mentre sono ancora· sanguinanti le piaghe e fumanti le rovine provocate da un regime di tradimento che fere lo scempio più indegno delle libertà popola,ri; del– l'onestà e della rettitudine nella cosa pubblica: eleva . fieri-ssima protesta e chiede che cosa abbia fallo la Direzione del Partito per evitare simile enormità e quale posizfone intenda prendere di fronte ai ministri socialisti che l'hanno approvata ». * * * Eccovi, amici di Critica Sociale, alcuue note sul fa– migerato decreto presidenziale di amn_istia 22 giuguo 1946 che avete richieste ad un co11ipag110a-v-vocato: uomo di fede politica e collaboratore di giustizia. * * * Reati comuni e rea ti poli tic-i. Il decreto è del Presidente <lei Ministri De Gasperi, in quanto egli esercitava, nella data, le funzioni di Capo dello Stato; è a firma dei Miuistri intenssati al provvedimento (Romita, Brosio, De Courten, Cevolotto Gullo), su proposta del guardasigilli Togliatti. · '

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=