Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1946

258 CRITICA SOCIALE La fine del sindacalismo 1n Russia Il "comtuii;•mo int·egrale" e la guerra. Il « comunismo di guerra o>, come è stato chiamato il pe– riodo dell'o·rganizzazio,ne economi.ca sovietica dalla metà del 1918 al marzo 1921 -e ch e raggiunse il suo acme nel 1920, l'anno del << comunismo integrale », è conside,rato dalla mag– gior parte degli scritt,ori sulla Russia, e ult!man_iente anche da C. Ruini (1) nella sua« piccola guida>> sm·1et1-caallo stu: dio dell'economia russa, soprallutto come un esperimento d'. attu:azione piena d-el ·-socialismo. Così, il Ruin.i rileva bens1 in linea generale j•analogia del oomunismo con l'e~onomi~ di guerra, ma accenna più partieobrme,nte al ~mur:11smo di guerra come al tentalivo di attuare un comur:11smo mtegral_e al cento per -cento, senza moneta, senza scambi, senza prezzi! senza libera iniziati,va individuale, un socialismo da attuarsi in una cceconomia naturale >>quale venivano tracciando, i ·più spinti teorici marxisti. E lo stess,o punto di vista affaccia, nel ca1Jitolo dedicato alla Russi.a della, sua o•pera recent~, M. Polanyi (2), per il quale l'attuazione di questo esp-en– mento di socialismo, integrale non veniva tentato a• causa della guerra ma, cccome -chiaramente dimostrano, Le fo.nt_i -èontempo'ranee ~>, del tutto coscientemente oo ortta della guerra. In r-ealtà il comunismo di guerra, se, per un lato, come ho dello nel precedente articolo, è il tentativo di discipli– nare l'anarchia economie.a creata dall'iniziativa spontanea delle masse d:all'altro lato è lo sfo'rzo ,diretto a fronteggiare la situazion~ di emergooza creata dalla guerra civile e dal– l'intervento straniero-; e di questo -aspetto, gio-va ripetere, deve esser toout,o il massimo -conto, come di un fatto essen– ziale, se si vuol rendersi i,agione, così di questa prima fase leninista del comunismo bolscevico, come d,ell.a seconda fase staliniarna. Tr-otzky, padando di quella prima fase, aveva detto ,essere in fondo, il comunismo di guerra niente altr-o che la disciplina del consumo· in una, fortezza assediata. E di fatto-: servizio generale obbligatorio del lavoro e arruo– lamento forzato; accentramento totale di tutte le ind_ustrie e regolamento centralizzato dell'economia; lo St~t:> ~m_co pro– duttore e anche unico distributore, con le reqms1z1om coatte dei prodotti agrari, col tesseramento -classista, CO!· salari_ e gl! stipendi per il 93 % in natura ed, eguali per tutti, qualificati e non qualificati, con le code e i borsaneristi grandi e -pic– coli di lutte 'le classi, coi profittatori, ai quali si accom~a– gnano _i « carrieristi >l e gli arri-visti; la resiste'llza passiva dei contadini, con la riduzione delle culture e .della p,ro– drizione, ancJ:ie per la svalutazione paur,os:a della m-0n-eta;. i nuo-vi e, assègnati » nei quali vengono pagati i loro prodotti; l'inflazior{e di- cui gli economisti sovi,etici fanno• l'apoJ.ogia oome ccla mitragliatrice che attacca il regime b-o-rghese alle spalle »; l'eso!io degli operai dalle città, la ,carestia e le morti pe,r fame, ia miseria inèr.edibil!) e, jmieme, il trionfo dell'incompetenza e lo svilupp,o della burocrazia e del con– trollo cart:a-ceo e il resto: tutti questi s-ono fenomeni propri di un'economia di guerra nel corso -di·una gigantesca _rivo• luzion't sociale e tro·vano per molti rispetti, come ho già d-ett-o-,i loro prece.denti nella grande Rivoluzione francese. La stessa. storiografia uffic_iale, che ri_cono_scela -situazione catastrofica dell'economia sovietica nel 1920, con la riduzio– ne dell.n produzion!J agrari-a alla :metà òel livello già misero dell'anteguerra czarista, e di quèlla industriale a urn settimo; definisce il comunismo di guerra come il 'tentativo, di prender d'assalto, c,on un ~ttacco fro•nt-ale, la fortezza capitalista delle città e delle campagne. Ma, sop,rattutto, mette in risaho che senza i prelevamenti sui- contadini, sernza la politi-ca del co– munismo .di guerra, imposto 1d,alla guerr.a. e dall'intervento àtraniero, per pro-vvedere alle esigenze della difesa del paese, non sarebbe stata possibile la vittoria 111ellaguerra civile {_3}. Conferma ~utor.evole a q-uesta t-esi è data ora da A. Bay– kov (4) nella sua molto documentata opera ~ubblicala rnella serie degli studi deJl'lstituto nazionale di ricerche econo– miche e sociali, che si aggiunge a quella già da me citata (1).0. Ruua: L'economia delt'U.R.S.S. Roma, Edizione Europa, 1946. . (2) M. PoLANYI: l!'ull employment and free tracie. Cambridge, University Press, 1945. . . (3) Sto,•ia del Partito comunista bolscevico deWD.R.S.S. Mosca, Edizioni in lingue estere, 1945. Una edizione italiana era già stata pubblicata dalla Soc. Edit. dell'Unità (Roma, 1944). - (4) A. BAYJ<ov· 'fhe dev_~inent of the So·oiet economie systern. Bibtrdì 'd • n!e1in ·e'tj' 91 CO del Prokopovicz è all'altra più particolar.e di ~iernst,o~k! Schwa,rz e Yugow sulla· direzione delle az1end~ mdustr~ah •ed agri-cole dell'U.R.S.S., della quale è annuncrn~a una_ un– minente traduzione italiana. « Durante questo per_1odo di ~: munismo di guerra, nota Baykov, i provvedimenll eoo_nom1c1 del governo sovietico, sotto la_ pressione del!~. stato d1 emer· genza (come in parecchi ca.si anche sotto 1 1~fluenz.a d,~lle teorie economiche niarxiste ) p1 rese la forma d1 un tentativo di passare direttamente a un sistema, ~i procluzione e di di– slri•buzio-ne ,diretta dal centro, a un· s1stem:a basato sul b~· ratto organizzai-o dallo Stato ». J'utti i pi.ani sono infatti m unità naturali senza oons~derazione economica ·ai ,oosli, prez• zi rendimeni'i. È per-ciò i,nesatto parlare di questo pedod~ c;me dell'inizio della produzione pianificata, e le forme ~ 1 orga 111 izzaziot;1e d•el lavoro adottate nel -.~eriodo si. sono_ di– mostrate forme transitorie non utilizzab-1l1 durante 11 penodo successivo di restaurazione dell'economia, così come, d'albra parte,le riforme wciali molto rndi~ali .e .prog~-essive d~lla legislazione del lavoro, emarnate nei pmm anm 1della_r~~o: . Juzione sono- rimaste pure ~spi,razioni, senz.a possib1bta r-cale. Ìl che non esclude -che il peri-odo del co-niunismo di guerra sia importante, soprartutto p-er gli insegnamenti ne– gativi che il governo trasse dall'esperienza dell'~I11:aceir:itrn• lizzazione nella gestione dell'industria -e nella d1str1buz10rne dei 'J)rodotti•, ,dimostratasi praticamente impo.ssibi!e. L'a,11110del comunismo di guerra è, ,comunque, anc~~ quello in cui. l'economia sovietica tocca il suo P"?nto pm basso come documentano gli indi-ci della produzione lar– game~te citati ·dal P,rokopo-viez e dal Baykov, e il paese è ormai giunto a quel caos amministrativo. e a qnella oom• pleta paralisi dell'indus tria, che •facevano dire al Ryk-ov, ali~ fine del 1920, dover.si riconoscere che il paese aveva or~ai colllSumato tutt o il ca pitale e le sco-rte tolte alla horghesia, su cui aveva vissut,o effettivamoot-e in larga pare fono- allo,ra. Lo stesso Lenin, conversando e-on la missi,one sindacale ita– li:ana, avrebbe ammesso, secondo riferisce il Bianchi, che il <e proletari-alo russ,o non aveva mai sofferto tanta fame come durarnte la propria dittaturn »_. Solo trattando~i di u,n pop~!? come il ,russo appena da due g·enerazioni uscito dalla servltu della gleba e' con debole sviluppo delle tendenze individua– listiche osserva Prokopovicz, è stato relativamente facile met– terlo a' razioni di fame, aggi-ogado al lavoro obbligatorio, e tuÙo ciò coll'appoggio delle .stesse larghe masse degli operai e' dei contadini, che si, erano, appena liberati dalla potestà dei proprietari fondiari, dei Gapitalisti e d-ei funzio– nari. Ma anche <1uesta -pazienza e di,sposizione all 'ubbiòienza del -popolo ,russo hanno avuto i loro limiti. [,a distruzione dell'economia, nazional.e ,durant•e il ·periodo della politica comunista integrale por-terà .alla fine al malcorntento-, che in molt~ luoghi si manifesterà in aperta rivolta. La ribellione dei contadini contro il -c,omunismo di guerra e le fer-0ci gueirriglie è le repressioni .spietate della fine del 1920 e della primavera del 1921 e l'ammutinamnto dei marinai di, J(ron– stadt il 1° marz-o, 1921, i quali ,chiedo-no e< i soviet senza comunisti », inducono Lenin, perduta la -~peranza nella ri– voluzione mondi-ale, al cambiamento di rotta e alla ccNep », proprio nel momento in eui pareva ,che il comunismo avesse raggiunt,o la .sua massima esp1ressione. È la vittoria defini– tiva sulle armate dei generali reazionari e la fine della guerra che conse111tirà il cambiamento ,di rotta, come, ·sarà il timore dell'cc assalto degli· Stati capitalisti o> che, pi_ù dei principi, spingerà Stalin ad abbandona,re la « Nep >l e a riprendere, su scala gigantesca e a, passo di carica, la strad·a del co– n1unis•mo,. " L' opp-o,sizione opera:Uf ". Il 10° :congresso d-el .P. C. d~l marzo 1921 segna il pas– ·saggio dal comuni.smo ,di guerra alla « _Ne,p », _per la sua natura dualistica di sistema ,di ,compromesso lr.a socialismo e capitaHsmo, variamente giudicato nelle sue cause e nei suoi mo,venti, non solo all'ester,o, ma anche in Russia, e il contrasto di idee si m.a,nifesterà anche tra gruppi idi oppo– sizione, membri del P. C. e dei .sindacati operai al Con– gresso, che sarà caratterizz,ato dalle discussioni sul ruolo dei sindacati operai e dalla condanna dei, trotzkisti, della « op– posizione opeiraia », dei cccentrali5ti1 d·emocratid » e dei « comnnisti di sinistra », i quali tendono rn fond,o, secondo Napolitano, allo stabìlimento in Russia di una democrazia, intesa come contrapposto alla dittatura, proletaria. I due im– portanti studi di Manya Gordon forniscono sul fondamentale dibattito più ·ampia documentazione di quell;i già data dal Chamberlin (5)'. (5) MANYAGo1tnoN: Wnrkers befor~ a,nd after Lenin. New York, Dutton, 1941, p. 524; Jo.: How to tell pro(Jress from r,a.ctia11. R0ttds to industria! dem.ocra,ci1. New York, Dutton. i9~~-

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