Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1946

256 CRITICA SOCIALE nel valutare l'o,pera critica del ma.rxi~mo di Cro~e si deve tener presente la posizione da lui assunta rispe-tto all'Unio• ne sov.i.etica e allo stesso Lenin come pensatore. Per gli Europei occidentali vi è oome una barriera che impedisce di valutare esattamente tutta l'importa nza dello Stato so– cialist7t - barrietn che senza dubbio impedis.ce agli stessi socialisti dell'U.R.S.S. di oomprend-ere a fondo i problemi dell'Europa occidentale -; 1110n bisogna quindi soprava• lutare giudizi -e posizioni dettati e imposti da contingenz.e del momento. (continua,) Ricordi una . . e pens1er1 socialista MICHELE GIUA di E uscita in q·uesti giorni, presso l'editore De Luigi di Roma, la tradiizione italiana di un -volun·vedi Ange– Uca Balabanofj, Ricordi di uua socialista. Chi conosca appena som.maria1nente la -vita dell'aaltric,e e il contri– buto che ella ha dato· in q-uasi mezzo secolo di ininter– rotta ,9perosità alla propaganda e tall'azione socialista in Russia, in Italia, in iFrancia, in Germ,ania, in S-viz– zera e i'!i' altri 1minori paesi europei e fin A1nerica, può im.maginare quale interesse abbia per noi socialisti questo -vo,Z·ume,di cui consigliamo a tutti i compagni la /.ettura. Esso s'inizia con il ricordo cLell'atteggiam,ento assun. to dai partiti socialisti europei allo scoppio della guerra nel 1914 e giunge sino ai giorni nostri, /chiudendosi con una conclusione, che in parte· riproduciamo qui sotto integralmente, in parte riassumiamo. L'autrice, esi~le dnlla nati-va Russia già da 111,olti anni, -vi rientrò nel 1917, do;po La ri-voluzione. A-vendo se1npre militato all'estrenia a-lasinistra del P. S., guar- · dà con sfrnpatia il mo-vim ento b-olsce11ico,:anche dopo che questo ebbe trionfa .to; nia poi gradualn,z,ente se ne discostò, se=brandole,' sp rxial·mente dopo La morte di Lenin e l'a-v-vento al potere/ di Stalin, che l'organizza– zione rf:>olitica e sociale data alla Russia fosse ben lon– tana da un ordinamento socialista, p-er il cui a-v-vento ella a-ve-va lottato e affrontato pericoli e 1niseria con tanta fede e passione. La disfatta del movimento 9peraio• in· Italia, seguìta, dove più dove meno, dalle disfatte in tutti i paesi eu– ropei, venne inaugurata dal fallimento della Seconda 'Internazionale. Tutto il periodo dal 1914 in poi, lo chiamerei :q·uarta disfatta del proletariato. Dell'inizio di questo periodo ho parlato a lungo nella prima parte del. mio scritto; esso dura ancora mentre sto per licenziare il mio lavoro alle stampe in un momento altrettanto tragic_o per !'_umanità, quanto decisivo per il movimento operato. Un'im,meilsa responsabilità grava sui socialisti italia– ni perchè è dato açl essi - sia pure attraverso sforzi e11ormi e non minori difficoltà e sacrifici - di salvare il movimento socialista italiano dal naufragio e di-ser– vire così anche di àncora di salvezza ai socialisti, ai proletari di tutti _gli altri paesi. Oggi più che mai, il modo in cui il popolo italiano .si è comportat9 .di fronte _al f3:scismo .e nell1t liberazione del paese dal nazifascismo gli ha conferito gran prestigio agli occhi di tutti, amici e 11emici. Dicendo questo io _non intendo dare consigli od en– trare nei _particolari deUa_situazione qu<1le si presenta oggi o· potrà presentarsi nell'avvenire immediato. Non lo faccio non solo perchè a chi si trova lontano possono sfoggire alcuni elementi di natura locale e psicologica (il che non vuol dire che coloro che ,si son trovati fuori d'Itali:i• durante la tormenta nòn debbano aver voce in capitolo. La st~ssa distanza offre anz,i la possibilità' di giudicare con più obiettivit\ uomini e cose :' molti fra coloro i cui ins,egnamentì guidarono e guidano iritere generazioni, Carlo Marx, F. Engels, Rosa Luxemburg,. Leuin, Trotzky, Plechanoff, sono stati lontaui dai loro rispettivi paesi non solo, ma hanno ,in:fluemzato eventi ifi paesi in ,cui noi1 hanno mai vissuto), ma anche per– chè quel che sto per· dire abbraccia ed assorbe più di una tappa del movimento operaio in più di un paese. Bibli flf ~ru n l'B1atti'g 'tà propria e del loro movimento, devo.no ridiventare se stessi. Come l'Italia, dopo la catastrnfica distruzione iufiittale dal fascismo e dalla· guerra,· può ess~re ricostr_uita ~o~o dalJ'~r?ico sforzo della sua popolazione, così 11 socialismo italiano deve tenersi lontano da chi teuta di ridurlo strumeitto di velleità dittatoriali e di renderlo vittima delle ma– novre clemoralizzatrici degli agenti, consapevoli o meuo, del bolscevismo russo. Così facendo, voi, o compagni e proletari italiani, renderete un i11estimabile servigio al. proletariato del mondo intero, segnatamente a quello russo, a quella parte sana di esso in cui il bolscevismo non è riuscito ancora a soffocare istinti di ribellione, aspirazioni alla propria emancipazione. Voi, proletari italiani, che avete avuto il grande e generoso coraggio di aiutare con la vostra fattiva solidarietà i rivoluzionari russi quando erano pochi, miseri, perseguitati, voi che li avete fian– cheggiati nelle lotte difficili che li avevano isolati dal resto del mondo, voi dovete continuare il vostro cam– mino interrotto dalla bufera reazionaria, sem1:a farvi fuorviare da lusinghe corruttrici, da parole d'ordine in– gannatrici.· Chi pretende oggi parlarvi a nome della Russia Ri– voluzio.naria vi inganna. La Russia oggi non è più ri– voluzionaria; tanto meno sono rivoluzionari o socialisti od internazionalisti coloro che all'egemonia russa vi vorrebbero assoggettare. Purtroppo gli esponenti - ed i responsabili - della politica russa degli ultimi de– 'cenni ,sono in gran parte responsabili delle grandi scia– gure e della distruzione del movimento socialista e - quel che è molto peggio ancora - sono responsabili della distruzione negli oppressi della fede nel sociali– smo, e - nelle classi dirigenti - del rispetto e del timore ·di esso. L'autrice osser-va, eh.e se i dirigenti del mo-vimento comunista russo a-vessero mantenuto alla Russia il' suo carattere proletario e .ri-voluzionario, con il suo aiuto i proletari di tutto il mondo a-vrebbero p,otuto osta,colare le -velleità rea.zionarie e imperialiste deUa borghesia, e Lostesso nazi-fascis=o now sarebbe potuto giungere alla guerra sterminatrice. Ma i ni.etodi .dittatoriali dei bol– sce-vichi, osser-va l'autrice; hanno dem.oralizzato e di– -viso il mo-vimento, sopprimendo nei 1nilitdnti il senti– 'mento di dignità e di incorruttibilità, essenziale in chi -vuol raggiungere un ideale· sociale. I bolscevichi si sono– pr.oposti e si propongono di di-videre le file del prole– tariato, p•er f arle guidar:e da una minoranza iprescelta, comandata e stipendia. ta dai pochi ,indfoidui che reg– gono la Russia. Le armi per raggiungere quei fini sono la calunnia e la· corruzione. Si accusa1w i dirigenti di esser "traditori", "-venduti", "nemici del pròleta– riato", finchè Li si fa allontanare. Molt~ degli stessi ac– cusatori, poi, se faiUi!i.c61io all'azione, -vengono a loro -volta acciisati dci'nuo-vi emissari di Mos·ca ed "epurati". E intanto questo gio-co crea nelle masse disinganno e diffidenza. · · Così furono combattuti - dice la B. - alwni socia– listi genuini e' 'bene1neriti:- Serrati in Italia, Le-vi in Germania, Reed in Am,eriica, Bucharin, Tr9tzky, Rykoft in Russia, e tanti, ;e tanti altri'. . Non è mio propÒsito parlare qui· della politica b;l– sceviça in Russia, ma non è 'chi non vede che ogni abil).ra fatta in quel paese ha avuto - e non poteva non avere - una profonda e fatale ripercussione nel mo– vimento operaio di tutto il mondo. Quando, dopo aver, proclamata la r,eligion,e il nemico più pericoloso del proletariato ed inflitto ìn conseguenza sofferenze e per– se<èuzioni a chi nella sua credenza trovava uita guida' ed tin sollievo; quando, dopo aver creato tutta una-legi– slazione per colpire i sostenitori. della religione ed i credenti stessi, si è ristabilita la chi~sa e si ristabili– scono i privilegi 9-elle gerarchie ecclesiastiche; quando, dopo aver denunziato tutti i governi come organi es– senzialmente controrivoluzionari, s 0 i creano legami e si svolge un 'az,ione comune con loro, assoggettando le masse al proprio volere; quando, dopo aver scatenato la rivpluzione e fatto la pace separata coi tedeschi sotto la bandiera dell'internazionalismo proletario e dichia– rato ,traditore chiunque cercasse di opporsi alla fra- · ternizz~zione dei soldati, si inaugura ui1 nazionalismo osceno, facend@ passare tutto il popolo tedesco per ne– mico dell'umanità, e ciò dopo essersi alleati al caru.e– fice di questo popolo, il fascista Hitler, dichiarando per bocca del signor Molotoff che il fas<dsmo è « affare

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