Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1946
B CRITICA SOCÌALE 249 Perciò oggi sorgono e si fanno seutire qua e_là v?Ci faziose ed allarmanti che, speculando sui seuttmenti e conviucimenti del'le popolazioni meridio11ali, seminano nei cuori e nelle coscienze un veleno, che la risor,gente . democrazia italiana riuscirà con molta fatica a com- battere e distruggere. . Premessa uecessaria ad ogni azione è una esatta com– prensione del, problema che si deve risolvere. Non è giusto .che il Nord parli, nei riguardi del Sud, di vau– dea cli « marocchinismo », di « terroni ». Occorre stu– dia;e a fondo la questione con volontà ferrea_ d~ ,risol-. verla. Se ciò non si farà, allora le tendenze scissiomste e separatiste diventeranno movime11to di uri popolo stanco ed irritato, diventeranno violenta presa di posi– zione, e quindi insurrezioue, con danno incalcolabile per l'intera nazione. · Il problema deU' in.du, stria e della riforma agraria. Il problema del Mezzogio rno è u n problema di indu– strie, del quale però sarebbe va.no ed ingannevole parla– re qualora il governo centrale nou iuterveuisse diretta– mente a sostenere le iniziative locali ed individua,li, e se non prendesse esso stesso, direttamente, alcune iniziati– ve e non provvedesse a dife11dere l'iudustria nasceute dall'invadenza degli apparati industriali del Noi;d, più preparati e meglio organizzati, e dalla concorrenza ac– canita c)le questi, senza dubbio, scatenerebbero. Cosi, e solamente cosi, noi potremo risolvere la crisi gravis– sima in· cui vengono travolte le popolazioni meridio– uali; solo cosi si metterebbe un freuo concreto ed ef– fettivo al grave fenomeno della disoccupazione stagio– nale e si apporterebbe un sollievo alle tristissime con– dizioni morali e materiali del bracciantato agricolo, piaga diversame11te ineliminabile; condizioni di persi– stente miseria, che· opprime ed uccide, da cui si ori– ginano le insutrezioni violente, fortunatamente, fin qui, sporadiche e localizzate. Le industrie che quaggiù devono essere sostenute ed incoraggiate sono le industrie collegate con l'àgt,icol– tura, che è la forma prevalente di economia del Mezzo– giorno : le i11dustrie del caseificio, della canapa, della carta, del lino, dei vini, del leguo. Chi può misurare e calcolare gli innumerevoli tentativi compiuti e mi~e– ramente falliti di avauguardie coraggiose ep, intrapren– denti? Chi può misurare i dolori e le disillusioni? Non è questione dì abulia, d'incapacità e d'indolenza. È questione, invece, di dolorosa inferiorità nella lotta di concorrenza, nella quale perciò la parte soccombente è sempre il Mezzogiorno. Ma, a questo punto, il problema acquista un aspetto più vasto ed importante. Il·problema meridioiJa,le si col-. lega col problema della riforma agra.ria. Quanto v'è di sincero nelle affermazioni e nelle promesse fatte ? Noi ehe viviamo quaggiù abbiamo inteso tutte le· im– mense di'fficoltà c·he sorgeranno non appena si scenderà dal terreno delle affermazioni teoriche alle pratiche e concrete realizzazioni. La riforma agraria non ·consiste soltanto nella espropriazione del latifondo, ma anche in una successiva e più equa ripartizion.e delle terre, in una migliore distribu2!Ìone delle ricchezze del suolo a chi il suolo lavora; è, inoltre, un problema di tecnica, di strade, di case rurali, di canali d'irrigazione, di mac– chine e di mezzi. È un problema gravissimo che ri– chiederà lunghi anni 1 ma che bisogna ben presto affron– tare e cominciare a risolvere. Il governo democratico, pur sprovvisto di mezzi e fra difficoltà di ogni sorta, non deve essere impari al compito grave e difficile. Il primo passo da compiere dovrà certo essere l'e– SJ?ropriazione del latifq.ndista, con la distruzione di ogni traccia di proprietà assenteistica e l'assegnazione della terra a chi la lavora, favoreiJdo la costituzi.one di cooperative e di consorzi che aiutino e sosteno-ano i nostri contadini, fornendo loro strumenti e concimi, isti– tuendo mutue che li garantiscano in opportuna misura dai malanni della grandibe, dalle malattie delle piante, della mortalità del bestiame, e nel contempo propu: gnando la sus sisten za di aziende in privata proprietà, naturalmente p.ei limiti consentiti dal superiore inte- resse nazionale. ' Il governo deve però abche, attraverso la stampa e gli organi più competenti, far ·opera di persuasione • sugli a~ric0ltori affi.nchè mutino sostaiwialment~ l.a forma di cultura, da estensiva ad intènsiva · con che ìl pròblema diviene u~ problema di acque, ai' condotte e di canali, giacchè è chiaro che altrimenti i nostri ao-ri- l,°lt ri llon po_trno ssaneréf> concorrenza est:ra. che dovranno invece affrontare, dato che la situazione internazionale non consente l'applicazione di dogane e dazi protettivi intesi a difeuctere dalla coucorrenza estera uiJa produzione granaria nazionale, tratta da una coltura estensiva. Elevazione spirituale .. Ma, oltre che di questi provvedimenti economici, il Mezzogiorno ba bisogno di sollevarsi dallo stato di igno– ranza, di superstizione, di abbrutimeuto e di avvili– me.nto morale in cui vive, di scarso senso di dignità, di trascuranza d'ogni norma igienica. Il Mezzogiorno ha bisoguo di scuole, di ospedali, di case! Chi non rimane sconvolto e disorientato, sol che si fermi un istante ad osservare, .cou occhio ed animo uma– ni, le coudizioni tristissime in cui vivono e vegeta110 i nostri contadini, in luride e scomode catapecchie, che sono nel contempo dormitori per gli iudividui della famiglia e stàlle per il bestiame domestico e da lavoro? Chi non sa che nelle nostre aziende agrico1e i salariati ed i braccianti, dopo una rgiornata di inteuso· ed este– nuante lavoro, sfamati malamente con un tozzo di arido pane ed un piatto di lenticchie, sono per la :qiaggior parte costretti a riposare sopra giacigli di •paglia, .puù– gente,. talora. adagiati alla men .peggio nelle mangiatoie dei cavalli e dei muli? Tristissimo è pure il' tenore di vità dei'nòstri artigiani,· impiegati, professionisti. Que– sto, e non solamente questo, è necessaro considerare per una esatta valutazioue del problema meridionale. Ma ecco che, a questo punto, fattori politici interven– gouo, da un lato ad ammonirci e dall'altro ad aprire i uostri cuori all'attesa e alla spera'nzq, Si dice, quag– giù, che nessuno dei governi sucq:dutisi alla direzione della cosa pubblica in oltre settanta anni' di vita uni– taria nazio11ale ha affrontato radicalmente il problema col proposito di risolverlo, e da questa constatazione d,i fatto si trae l'illazione separatista, illazione quanto mai pericolosa percbè comprometterebbe definitivamente le pur scarse possibilità di ripresa e lascerebbe la situa– zioue locale in balia, di spàrute', ma f;lmeliche e insi– diose cricche .di affaristi e di avventurieri senza scru– poli, g1c'ttando il Mezzogiorno in un peggiore oscuran– tismo, in un più aspro indirizzo di conservatorismo e di reazione. La questioiJe è invece diversa : è questione, in realtà, di classi dirigenti e di mentalità· politiche! Come potevano i governi liberali dell'ultimo ottocento e dei primi dec~nni del secolo sJorso, risolvere i pro– blemi del. Sud, animati com 'erano dalla mentalità li– berista dell'economia di mercato, ed asserviti alle esi– gen.ze dell'industrialismo settentrionale? Come poteva il_f ascis_I?o ~isolvere il ·prob~ema, ~sso che era la espres– sione piu violenta delle cncche mteressate del capita– lismo industriale e del latifondismo agrario? Le vie della ripresa e della salvezza sono indubbia– mente diverse e con diverso animo, ·e con metodi• di– versi noi dobbiamo ricercarle ,e ritrovarle .. Non certo i partiti. a sfondo meri~iona~ista, com~ quello auspicato d_a Gmdo Dorso e dai suoi compagm del Partito d'A– zione, saranno in grado di guidarci nel cammino fati– coso e durissimo. Soltanto i grandi partiti a base na- . z~o;1~le_hanno iu se stessi. le effettive e co11crete possi– bihta di affrontare .le tragiche e dolorose necessità del momento . .Soltanto un governo popolare, un o-overno delle classi lavor,atrici, potrà risolvere il probl~ma af– fannoso, poichè l contrasti esistenti non sono tra i co11- tadini ed i braccianti agricoli del Sud e le tnasse ope– raie del Nord, ma tra i gruppi. monopolistici- del Nord ed i grossi proprietari terrieri e gli industriali del Sud. Ponga il Partito Socialista il problema meridionale fra i punti f?ndamentali del suo progi;amma di rinno– vamento radicale della società italiana. Ne faccia· suoi i postulati e ne studi tùtti crli aspetti fondamentali · da quel!o tecnico-scien_tifico a quello politico, da quell~ econotmco a quello etico-sociale. Cosi, e solamente co– si, il J'.artito Socialista potrà, interpretando i bisoo-ni ,e le esigenze delle popolazioni meridionali, sanàre 0 un contrasto _che llon è più latente, nel superiore interesse della nazione. MICHELEANTONIO ]:lRUNE'.I'.TI Avvertianio gli a,bbonati che abbiamo incaricato la Socie~à (!.R.[!.E. di ra.cc9gliere gli abb9namernti alla nostra Rivista .e l-e Prrmotazioni deglt opuscoli da ·noi pubblicati f ( i.ei libri che prossimq.mente pubblicheremo e d.i risp1otc1·e il re,l.ativo prezzo... · L' AMMINISTRAZIONF,
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