Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1946
r I CRITICA SOCIALE 243 immediato corollario, che ci interessa particolarmente : il popolo italiano è cattolico; deve avere, quiudi, con lo Stato cattolico, anche una .scuola cattolica. Anche qui ricorderemo che il popolo italiano, benchè cattolico, ha sempre avuto una scuola acatt0lica o laica (che non vuol dire anticattolica!), la ,quale non ha mai tratto a perdiziolle la gioventù, nè ha precipitato in rovina lo Stato. La legge Casati del 13 novembre rS59 avè'°·a posto la religione tra le materie obbligatorie da insegnarsi nelle scuole elementari; ma 'la legge del 15 luglio 1877 sosti– ,tuiva alla religione le nozioiii sui diritti e doveri del– l'uomo e. del cittadino. Dalla discussione della legge era risultato chiaramente il proposito di abolire l'.inse– gnamento della religione; tuttavia, per la indetenuina– tezza del testo, si sostellne che l'insegnamento della religione era ancora 9bbligatorio per i Co1nuni anche se solo un esiguo uumero di genitòri ne avesse fatto ri– chiesta. I successivi regolamenti d-el 1888 e del 1895 stabilirono che tale insegnamento doveva essere impar– tito in. ore fuori del periodo ordinario delle leziom,i. Ne\ regolameuto 6 febbraio 1908 si stabiliva che la di– sposizione di çui sopra vak,;a solamente per il corso elementare; il corso popolare (classe 5" e 6•), istituito c;oi1legge 1904, non compre11deva l'insegnamento della religione. Fu proprio iì fascismo, rnn la « più fascista delle· ri– _forme ,,, che ancor prima del Concordato, istituiva la scuola confessionale. L'art. 25 del R. Decreto 1° 6ttobre 1923 stabilisce infatti: « A fondamento e coronamento " dell'istruzione elemelltare i11 ogni suo grado è posto « l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la for_ • ma ricevuta nella traclizione cattolica ». Se volessimo servirci di certi sistemi polemid usati dai democratici cristiani nei confronti della, scuola lai– ca, potremmo rilevare che i frutti della scuola confes– sionale non furono quelli che i suoi fanatici faut0ri pro– nosticavano e continuano a pronosticare. Ma preferia– mo passar oltre, a qualcosa di ancor pii;t interessante. rPer quanto .ig11·arda l'insegnamento religioso nulla è stato mutato nella scuola statale italiana dopo la Fi– forma Gentile. La religione cattolica continua ad es– sere insegnata da docei1ti regolarmente aJDprovati dal– !' A'.utorità ecclesiastica, sottoposti a visita di controllo di sacerdoti a èiò autorizzati e gli scolari studiallo su libri di reHgione che devono portare l'imprim,atur della Curia romanà. I cattolici, dunque, e per essi i democri– stiani, hanno la scuola che vogliono! QueUo che vogliono i democristiani. Macchè ! I democratici cristiaui vogliono di meglio : vogliono che lo St'.1to abdichi, alla scuola.· Vi prego di cTede:e che non ,invento, ile esagero. È un refrain che ncorre continuamente nelle loro· riviste scolastiche e nei loro couvegni pedagogici e politici. « I genitori hanno raramente il tempo e la compe– tenza per alimentare spiritualmente e intellettualme11te il' figlio. Da ciò nasce la scuola ». ccIl maest110 è un ~andatario !1ei genitori». Ma a questo prncrrtointer– viene la Cl11esa : « Accanto a una pateruità e mater,– ni~à natural~· vi è quella spfrituale, una seconda fam.i– gha: la Ch,tesa ». « l',a paternità e maternità dànno @dgine al diritto cli educazione-». ccPerciò la Chiesa h.a il clir~tto di ~ve_rn :5c~ol~ proprie, di fondare quin'di• s~uole dt, quals13:s1 d1sc1plma ». .Son0 parole pronun~ · c1ate dall on. Guido Gonella al·Cono-resso dell'Unione cattolica degli insegnanti mecli. "' · Voi osserverete : ma la leg,ge vigente o-ià concede alla g~11~e ~i. C!t,ie~a con gar3:uzie più for~ali che sostan– ziali, dt istituire scu?le d1 ogn_i ordine e grado,. e tutti san1;1Oc~e scuole pr~vate, pan:ficate e pareggiate con– !essionali i;>u_llul'.1fl? i~ tutt!l Italia. Dunque? Dunque 1 democratici ensha~i ".0g1ion0 a1ltro.. È àncora il pro– fessor Gonella c-he dichiara, nelila r.elaz.ione arl I'o Con- , gresso naziouale della democtsazi.a cristiaua : « Ricono– sciuti i di-ritti naturali della famio-Ha' e clella Chiesa· affermiamo che lo Stato ha uilila "f.unzi0ne ausi,liari~ fil corsivo è :5uo) nel camp<? della scuola"· E sapete 1ll che modo st dovrebbe esplicare la fallzi0ne ausiliaria de-llo St_ato ne[ campo della scuola? ir:na.oraggiando· e s-~vvenzionando 1~ s<?uolaprivata, i:n modo che·la scuola 01 Stato non eost;1tuisc.à... « ~n monorPolio ... dte avvili– sce la_ cuHuFa (sic!) •· (Tutti sannb eme la scuola pri- vata la eleva e come!). · · BIb ~~Te 9 ~a è GÌ riètsYan e~· fa pensare ~ qual- cosa di opprimente e di vessatorio, come poteva essere la scuola fascista, che pure aveva per « base e corona– mento » l 'inseg11amento religio$o; ma ora il fascismo 'se n'è andato anche dalla s<mola pubblica, nella quale invece è rimasta la dottrina cristiana-cattolica. E allo– ra? Allora è vero che, anche cosi com'è,. la s'Cuola pub- 1:ilica costituisce una concorrente che. danneggia co– spicui interessi economici e po-litici. Se - aiutando la fortuna elettorale - si potesse levarla di mezzo (o al– meno indebolirla), sarebbe Ulla cuccagna per tante be– nemerite confrateriiite care alla democrazia cristiana, alle quali passerebbe quel mouopolio ,colastico che ora è dello Stato, 'cioè della società che rappresenta tutti. E un'altra consegue11za potrebbe avere l'attuazione di questo progetto democristi[!no : che potrebbei:o sor– gere, e certamente sorgerebbero in regime protezioni– stico (semprechè questo rimanga imparziale), sc~ole laiche, magari scuole socialiste, comuniste libertarie. '!3 così la scuola elementar,e pubblica, cli'e ora acco– glie fraternamente fanciulli d'ogni ceto, figli di genitori dell~ più diverse tendenze politiche, e li accomuua in una sola disciplina e li educa a quella solidarietà uma– na ~he s~r_à il fondamento della società migliore a cui tutti asp1namo, la scuola elementare diverrebbe il ter– reno conteso in cui si coltiverebbero i o-ermi delle fu– ture divi 9ioni. E questo iii 11òme dell~ libertà della scuola! di ùna delle. 20 (venti!) libertà che l'on. Go– nella illustr,a nella relazione già citata. E badate all'ironia delle situazioni politiche in cui va_dil:iattendosi questo nostro disgraziato paese : è pro– prio all'on. Gonella, ad uno dei più accaniti fautori della scuola p.rivata che si affida 11 Ministero della pubblica _istruzim1e, quel ministero• che dovrebbe Jilresi– dtare e difendere la scuola ài Stato! Dopo l'infelice boutade cou la quale ha cercato di evadere dalla precisa rjchiesta del ·nostro D'Ara;,.ona il Presidente del Consiglio ha dovuto impegna~si ; ·mantenere lo ,stat1.1;s quo nel settore della scuola . .Sarà ·bene però che il iParti,to Socialista vi o-ili · sarà a11 cor meglio se la Direzio11e del Partito pro1-:::uo~eFàun con– vegno_ di_ esperti soc.ial~sti che elaborino un program– ma di nforma scola~ttca da pr0pugnare alla Costi– tuente; e su quello s'11ripeg1Ji.cou decisione il Gruppo Parlamentare .. MAGISTER. Per la stabilità del· Governo Che la 'stabilità del governo sia eondizione i:ndispen– sabile P·er la sta•bilitèt della democrazia •il cui consoli,. da,rsi r~chiede _una contimuità. d'azion-,e '.che non si può aver~ ba dove il _potere e~ecutivo sia soggetto a troppo fa.citi i; frequenti trapassi, è cosa s1t cu,i ness1m dubbio ci pare possibile. Ma bisogna evitare che lo sforzo di creare -queU'a stabilità• faccia incorrere nel p,erivolo dii assegnare al governo un potere praticaniente sottrati:o a quelle sanzioni senza cui il controno de-Ila rappre– sentanza popolare perderebbe ogni efficacia. Si tratta p~rtanto di tro7:are quella giusta via intermedia., che sa./– v~ l_ademocra,zia dai due opposti pericoli che possono in– sidiare la sua vitalità. Questo Gerca appunto il nostro collaboratore n.ell'a.rticolo che segue. · . Non in tutte I e proposte ci troviamo concordi: co'n lui: nòn ci pa11e,ad es. necessario ch·e. la seconda- Caniera debba avere u~ia ~urata supe1-io11ea quella deU'altra.; n-è _rit~nu~1,n?pra_tic~menbe. p_ossibile se1nprc che, nel caso di diniissioni di un Ministero, quello che o·li suc– cede non die,bba comprendere nessuno d,éi miniftri c.hc facevano p_art_e del Gabinetto -dimissionario; 1na le preoccu.pa; ,;wni che muovono· il nostro collaboratore ad avanzare queste e altre proposte ci sembra debba110 e~se11epresenti alla mente d:.icoloro che han.no incarico di formulare la nuova costituzione. Perciò riteniamo optortu!ia la pu_bblicazione di questo scritto, che pone nei suoi termini precisi un problema. che va studiato con 1nolta attenzione. LA CRITICA. SOCIALE Sistema presidenziale e sistema parla.m,entare. In un' articolo apparso in « Critica Sociale·» il com– pa,gn? Alessandro Levi ha affrontato richiaman'dosi alla relazione_ di Giannini, il problema' della stabilità del gover:no. Su quest0 problema vorrei ·,ioffermarmi artch 'io.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=