Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1946

242 CRITICA SOCIALE quiudicina di giugno in sostituzione della vecchia çonfederazrione sciolta l!e1 1940 dal ·gover11Odi Vichy - esprnsse l'opiuione che le rivendicazioni della C.G.T. dimostrano « il fallimento della politica de.i salari e dei prezzi :eromossa dalla Liberazione :in poi », che « i1 pro- .blema dci salao:i non deve esser, trattato isolatamente, presci;ndendo dai prob1'emi economici e politici », che, infine, il problema deve esser esamipa,to in comune da tutte le forz.e 'rappresentative della nazione per otte– nere finalmente « il mig1iorameuto dei 1salari, lo svi– luppo della ,procluzùone e la -stabilit~ della moneta e dei prezzi ». Una proposta padronale, formulata poi in seno ~lla Commissione Nazionale dei .Sa'lari che fun– zioiia in .seuo al .Ministero del Lavoro, tende ·ad una riduzione dei •pirezzied a una rivalorizzazione dei salani, attraverso una riduzione temporanea dei contributi as– sicurativi, del! 'imposta sui salari e della tassa sulla produzione. L' attegg•ia1ne.11.todei Partiti po.litici. Vario fu poi l'atteggiamento dei partiti politici. ·.~Imeno in un primo tempo, il Partito Comunis,ta op– poggiò .senza rils•erva le rivendicazioni della C.G.T., mentre ~il Partito ..Socialista si te.neva prudentem.ente sull'aspettativa·, limitandosi a cloman,dan:el'aumento del va1ore cli acquisto delle rimunerazioni cou una politica che -leghi. i problemi della rno.,neta, dei -prezzi, della pro– duzione e dei salari, posizione -che fu definita come 1a condizione della partecipazione socialista al governo , Bidault e che .i comm:iisti stessi accettarono dopo che il presidehte del ,Co11siglio ebbe preso l'impegno di concedere immediatamente un'indennità di caroviveri e l 'apmento degli as<segni familiarÌ. · Infatti, ,èon fa :prima riunione del Con,siglio dei Mi- nistri, tenutasi il 2 luglio, venne deciso uu primo au– me.nto gen,eo:ale del 5%, da ripartirsi proporzionalmeute fra le diverse categorie, ed un aumento degli assegni familiari che ragg~ung,erà probabilmente la 'puopoJJzio– ne del 48o/c,. Il 6 luglio, fofine, si è riunita la Commissione eco– nomica proposfa ·dalla C.G.T. E0eetto i delegati padro– nali e quel1i delle ;'!SSociazioni .familiari :..- i primi' es– sendosi opposti ed i ,;econcli astenuti - ,i membri della conferenza hail, deciso di ·prè11cl.erecome base cli di- Léli · libe~tà della scuola· Nell'articolo -,:edazionale pubbl-icato nel, fascicolo del 16 luglio face-vam.o -voti che la Democrazia Cristiana sapesse astenersi dall'abusare deUa sua -vittotia, anche per e-vitare che do-vesse risorgere il -vecchio anticlerica– /-ismo. Da più segni ci pare .putroppo ragion,e-vole tie- 1nere che la D. C. non sappia com1prenàere i limiti. en-· tro i quali le è lecito sfru.ttare il suq sucoesiso eJettorale, che del resto non è tutto successo d.elle sue idee, i; in gran partè è stato effetto della paura. Il pericolo più gra-ve che si delinea è quello che m.i– naccia la sci.a-la, p-ericolo che è chiara1ne-nte additato, con accorata preocq1.pazione,nell'art-icolo che segue, da un -vero apostolo della scuola; il· quale, nas cpndendosi sotto l'appella,ti·Jo di ~agi'ster, ha e-vidèn.te- riientei?iteso ,significare che la preoccupaziqne c he lo t,iirba non niuo– -ve dallo spirito di parte, nw dalla c.osrienzq che gli deri'Va. da.Ila sua professione e rnissione; la coscienza cioè, che· solo se non è asser-vita alle finalità. di nessun' partit o e di nessuna particolare confessione, la scuola p1.iò -veràme1:iteadempiere alla sua funzione educatrice. . '· LA <'.;RITICA SOCIALE Illazioni dei democristiani. ' Dicono i democratici cristiani : scelta democratica, mente la fo~ma di -~tato, ogni popolo H.a il diritto di mettervi il contenuto che più gli aggrada; il popolo italiano è. nella quasi sua totalità cattolico: lo Stato - italiano non può essere dunque che cattolico, aposto– liè'o, 10rnano. ,,.'!?, un sillogismo che ha ·un'aJ?'parenza convincente, ma che contrasta coh la - sostanza della esperienza politica fatta d~l nostro paese .. Anche nel 18fa il popolo dell'appena proclamato re- B ·, b 0'1 'I~ .a ff'!!,' e a ' 'U.a i U . o~lità cattolic0; tut– (<Jèl\""1~L'-ll.'-'"""""i:µ0 s nz !il-• t a , gg10ranza, potè affer- scuisione la proposta. di ,aumento del 25% mossa dalla C.G.T. e di « ricercare i mezzi di darle soddisfazione senza ·aumento del costo della vita». Un compito difficile . Il compito de1la C0mmissione si rivela dunque asrsai arduo. Se, effettivamente, 'l!l.11 aum·ento della produzione si è verificato .dall'aprile 1945, e cioè da quando fu. deciso .l'ultimo adeguamento dei salari, la ,percentuale del 100% indicata dalla C.G. T. sembra esatta solta11to per certi settori come quello della produzione mi1ieraria ed elettrica. Le statistiche uffidali, pure· ottimistiche, indicano un aumento globale del 75%. 'Esse indicano inoltre che la capacità produttiva di ~ran pa.rte delle industrie è ancoo:a inferiore, di circa il 50%, a quella del 1938 che va pur considerata come un 'a11nata cli scar-sa produzio!\e. Tuttavia, molteplici ragioni fan sì che l'aumento ri– sco11tr.ato non ha avute su1 mercato interno effetto rile– vante. In ptimQ luogo, la politica seguita finora e che tende a~ uno sviluppo massimo delle esportazioni - con assai scarso profitto, .del resto, poichè pei soli quat– tro primi mesi del 1946 la bifancia commerciale rivela uu deficit di' 40 miliardi di franchi - mantiene uno stato di penuria sul mercato interno, conttibuel'ldo così all'aumento •dei prezzi. È quiiidi tutto il piano del com– mercio cou l'elstero che dovrebbe es·ser basato su a1tri criteri. In l5econclo luogo, le diverse esperi,enze tentate in questi ulti,mi anni dimostrano che il blocco dei prez– zi è praticamente- impossibile. Si potrà bensì procedere ad una revisiene d elle t ariffe ufficialmente ammesse _ed una politica che te.nd· a ad orientare l'evoluzione 'dei prezzi co.n misure adeguate di sviluppo della produzio– ne e ·rdegli s-cambi in determinati settori e verso deter– minati mer.oati potrebbe ·essere efficace. Ma un'azione simile 1 suppone che i1 governo dispong,a effettivamente di mezzi legali sufficienti. . È.dubbio,.,quindi, c.h~_l'e~perienza che sta per esser m1ziata abbia probab1hta d1 successo. O le orO'atlizza– zioni sindacali dovranno lhnitare le loro rivendicazioni e la _situazjone della classe operaia non verrà pertant~ modificata; oppure si tenterà di soddisfarle, ed allora I 'economia francese subirà 1gravi disisesti, che non man– cheranno di aver ripercussioni nt.-0. campo politico. ·P. BoNuzzi: mare.- i.n risposta.all'interpe!la'nza Audinot.- che \a quest10ne romana s1 sarebbe nsolta co11, l'111d1pendenza reciproca dello Sta.to e della Chiesa. Fu in conseguenza di questo principio che la wolitica dei successori del Cavour preparò•ecl attuò l'occupazioue di Roma e tutto quel che ne seguì. L'art. 1° dello Statuto continuava aà affermare che religione dello Stato era la cattolfoa, apostolica, roma– na, nia lo -Stato ,agiva con assoluta indipendenza dalla Chiesa cattolica·., ,Certo lo Stato italiano, quale fu sino all'n febbraio 1929, non era lo .Stato cattolico che po– stulano ora i democratici cristiatii. Ci si potrà obbiettare che il reino d'lta1ia non fu mai unò Stato veraineute democratico : ·certo non lo fu prima del '.1!929, ma lo fu ancor meno dopo il ;929, quan– do ebbe stretto i famosi patti che diedero il crisma della religione catt0lica ad -akuui istituti del regime. Perchè llillazione dei democratici, cristiani abbia va– lore logico e politico bisogna dimostrare che lo Stato cattolico, così come lo intendono i democratici cristiani, s_ill;vol~to da tutti i, cattolici italiani. ~ne elezioni po– litiche 11 problema e stato pesto con ·msistenza darla stampa e dagli onatori della democrazia cristiana e il respo1.1sodelle urne è stato avverso: su oltre 23 milion1 di votanti soltanto poco più di 8 milioni si sono dichia– rati favorevoli al programma contrassegnato dallo sC'Udo crociato: 8 rnilioni soiJO molti, ma non sono la mag– gioranza. La maggioranza dei cattoliei italiani pensa, dunque, che politica e religione sia110 due attività distinte, e debbano con\5eryarsi distiut,e nell'interess-e reciproco. Questa distinzione è, del resto,· affermata categol'ica– mente anche dai ·dem0cra.tici cristiani ; ciò che hon ha impedito i ·noti abusi da pai:te di molti, di troppi ~àr– rod .e prelati, che h.anno voluitameute trascmato la Chi,esa e la l'eligione nella mischia poMtì,ca. Il sillogismo dei democratici cristiani l'!a poi un suG

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