Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 14 - 16 luglio 1946

230 CRITICA SOCIALE una sec.essione da parte degli elementi più attivi del movi– mento operaio. Un compromesso .si imponeva agli, occhi de– .gli stessi sindacati, ma il progetto di Lenin sembrava lo Do facess·e troppo grossa parte al Con.sigli di fabbrica. Lenin dovette alla fine accettare il pro,getto della commissione ap– posita e, dopo due settimane di discussioni e per l'arbitrato dei delegati del Comitat,o centrale del Partito bolscevico, fu possibile concretare il testo definilli-vo, del decreto sul cont,ro.Jlo operaio del 14 novembre 1917, accettato e ratificato dagli organi politici -centrali e pubblicato il 16, nel quale è prevista la costituzione d,j. un'organizzazione nazionale del controllo operaio, di cui i Consigli di fabbrica costituiscono il gradino inferio-re, .coord•inato, a Consigli regionali e a un Consiglio superiore pa,nrusso·, nei quali i delegati d·ei Con• sigli di fabbrica dovevano div,idere i poteri coi rappresen– tanti dei ~ind'acati. Il decreto accoglieva però anche nel Con.siglio superiore i r_appresentan1i del « Comitato panrusso dei Consigli di fabb.-ica o>, con che si permetteva la. coesi– stenza di una organi:ozazione centrale pDopria dei Consigli di fabbrica e dell'organizzazione ufficiale del controllo ope– raio e ,si .c.reava così uno stato di dualismo vlÌ-rluale. Anche questo compromesso scontentò le due parti: i rappresentanti dei sindacati, pc.- i quali il oontrollo o1>eraio non doveva essei-e affare esclusivo degli operai d,i, ciascuna fabbrica, ma degli operai di tutto il ramo d'.industria, e i ,capi del movi– mento dei Co nsigli d i fabhrioo, allora veni•padroni del cam– po, secondo i qua.li erano i Consigli dhe dovevano avere il domini,o pieno di tuuo quanto rigua,rdava àl controllo. Un « Manuale pratico per l'esecuzione del controllo- operaio », redatto dai membri non bolscevichi del Comitato -panrusso dei Consigli di fabhru,ca e largamente diffuso, con.fonde con– trollo e gestione e trasforma il controllo sulle imp.-ese se– condo il decreto in una gestione delle imprese, interpretando il contro Ho nel senso più largo •di gestione· tecnica, finanzà•a– ria, econo-mica. Le di·v,erse corre111tidel " oon11rollo operaio ". È questa, dice Limon, la tragica e inevitabile antinomia insita nella ,concezi,one leniniJsta del con~rollo operaio, il cui fine doveva esser quello di permettere agli- operai il tirocinio · alla gestione presso i tecnici borghesi, pur esercita.ndo sulla loro ll'ltività la -più attenta e, nello stesso tempo, la più istruttiva vigilanza; c-0ncezione che doveva urtarsi contro l'ideologia reazionaria dei padroni e l'ideale ri voluziornlrio degli operai. Tre sono le .oorrenti che Lenin deve fronteg– giare: gli « op,eraisti » compilatori del cc Manuale », un certo ,numero di ,capi' sindacalisti e, in fine, entro lo stesso .comi– tato centrale holscev,ico·, l'importante frazione dei e< comu- nisti di sinistra ». ' ILe idee <della corrente « operaista », ridotte a catechismo nel « Manuaie », si tradurranno, in pratica in un sistema di gestione ·collegiale e paritaria in una 'diarchia dell'impren– ditore e ·degli operai per far posto alla gestione diretta delle maestranze e, ipoc,o appresso, in maniera, no.n meno anar– chica, alla famosa « nazionalizzazione dal !1:iassò ». I Consigli di fabbrica, agend,o di, propria i,niziativa, non vedono, del resto, della gestione che il pro,cesso tecnico, 'non si preoc– cupano -di risolvere che quei soli problemi di produzione e di distr-ihuzione che loro sembrano• i più urgenti in quel dato momento e nel loro· settore immediato, e le imprese si trasfonn,ano, p·er •così dire, in « comunità anarchiche », in una specie di dittatura discent.-ata .. I holscevtlchi d'ogni tendenz» non avevano mancato di rea– gire contro questa interpreta·zione del controllo operaio e soprattutto i bolscevichi che er.ano alla testa dei sindacati i quali, avendo una vi,sione più concreta ·e più ohiettiv~ delle possibilità di organizzazione diretta ddla · vita econo,. mica da parte degli o.pera:i, -come il Lozovski, non si face– vano illus'ìon., sui risultati pratici di una socializzazione ge– nerale a oolpi di decreto, ma consideravano• il controllo un indispensabile stadio transito>rio sulla via della socializza– zione della pr,oduziol)e. Un.a specie di contro--manu.ale soHo forma di « istruzi,oni genernli sul controllo operaio»· venne pubblicato infatti il 13 dicembre 1917 nell'/sveSttia e apprn• v~to_da~ Consiglio panrusso del oo•nlrollo operaio. Le istru– z1om, riprodotte anche dal Bianchi ,nella sua Russia sindacale, che .contenevano, nota Limon, }e tesi più elaborate di Lenin sul pr~b_kma,. specificano i compiti· del controllo o,per-a:io nelle s10gole imprese, che, per l'art. 1 del decreto 14 µo– vem~re, d~·veva es_te,ndersi alla produmone,' alla compra •e vend1ta dei prodo-111e delle materie prime, ai depositi ., alla parte finanziaria delle imprese, affermand-o oerò esoressa-· mente -che il diritto di dar ordini nella gestion·e dell'-~~ienda e sull'andamento •e il funzionamento della medesima resta al proprietario. La commissione di contro!J.o ,non parte- BibliotecaGino Bianco cipa alla gestione dell'azienda e non è r~sponsabile del suo andamento e del suo funzionamento, la responsabilità re– ,stando al prop,rietario. Così pure la commissione di con– trollo 1110nsi oecupa dei problemi finanziari dell'azienda e, se può, per mezw dell'organo superiore del .controllo ope– raio, -sollevare .Ja questione del sequestro dell'azienda, non ha però diritto di impadronirsi essa stessa dell'azienda nè di gestirla. Le commissioni di oontrollo d'azienda diventano l'or,gano esecutivo delle commissioni• di controllo istituite presso le unioni sindacali del ramo d'industria al quale l'impresa appartiene, che diventeranno, alla loro volta, !'-or– gano esecutivo per eccellenza del Consiglio superiore del– l'economia nazionale istitui,to una settimana pr-ima. Le istru– zi,oni, nella parte relativa alle funzioni delle commissioni isti– tuite da ogrni unione, offrono anche la prima indicazione del ruolo dei sindacati nella o·rganizzazione della vita eco– nomica nazionale nella fase .di transizione dal capitalismo al socialismo. Così si tro,va avv-iata quella rifusione del mo– vimento sindacale, desiderata dai capi sindacalisti, diretta a fare dei Consigli di ·fabh.-ica la eellu.Ja pr,imaria della or– gainizzazione sindacale; 1>rohlema che sarà al centro dei di– battiti del I Co,ngresso panrusso dei sindacati del gennaio- 1918, nel quale vengono tracciate quelle -linee direttive della politica sindacale, che serviranno di guida alla politica po,. steri·ore in materia. L'ord-ine del gio.-no, riprodotto· me! già citato rapporto del Bianchi, afferma che i Sindacati, più -che organi di com– petizione corporativa, devono diventare gli organi della ri– costruzione economica, assumere il compito• dell'organizza. zione della produzione e della messa in valore di- tutte le riso.-se d.i-sporubili-, organizzare il con.tro.Jlo operaio, indurre gli operai alla scrupo.Josa osservanza dei lo•ro, d,overi, trasfor– marsi insomma in organi dello ,Stato socialista, operan'ti in stretta alleanza col Partito. Ma nello stesso tempo il) Con– gresso si dichiara per la più rigida subo·rdinazione dei Con– sigli <difabbrica. af Sindacati 1 oonstatata l'inoarpacità dei Co,n– s1glt ad adempier;? le funzioni che -in un primo tempo -si presu-n1eva potessero e sapessero esercitare. I due soogli dei Consigli di impresa. La rivalità tra Sindacati e Consigli di fabbrica, alta quale si voleva così mettere fine, è del" .-esto, come rileva il pro– fessor James nel suo sintetioo studio comparato sui- Comi,tati di imipresa (2), uno dei due scogli che l'istituto dei Consi– gli di fabbrica ha sempre incontrato, ,in Occidente, l'altro scoglio essendo costituito dalla necessità di assicurare il man– tenimento dell'autor-i,tà del capo d'impresa. Il conffitt,o po– tenziale è infatti insito nella stessa diversa natura dei due o.-ganismi, per il duplice pericolo che una pura rappresen– tanza di fahihrica, indipendente dai sindacati, possa essere sfrutta·ta, o come mezzo reazionario per rompere 1a so.Jida– rietà di classe del proletariato, ,o -00me organo di azione rivolµzionaria autonoma oon~o i sindacati, come dim:ostra I.a stqria del movimento, sindacale. Basterà ricordare sotto il primo aspetto·, quell~ « leghe- gialle », organi dell; lotta pad.-onale, secondo la classi-fica di A. Weher nel suo trattato che fa testo .in materia, feg touwws des patrons, nate in Fra n– cia nel 1899 e c'he si sono diffuse dopo, il 1905 anc.he in Germania, con;ie unioni « socialpa-cifiste » e <opatri,ottiche » ed. ebbero una ·certa diffusio,ne intorno, al 1920 anéhe agli Sta.ti Uniti, col movimento dell'open shop e delle company unions co-Vegate con l'altro movimento concomitante del- 1'« ~zio.n~riato operaio », un iistituto•, colla partecipazione agli ut1h, caro•, salvo qualche eccezione autorevole alla de– mo·?razi.a oci.stia,na, che n,on vuole fotta di classe 'ma pace sociale. « Pace e gioia sia con v,oi•!o> (3). . Gli st~si so~o. i per~co!i ~ote~ziali che presentano per i smdacat! 01:'era1. 1 ~ons1glt d1 azienda non a loro ,collegati e ooord1nat1. Il pericolo, da un lato, di essere sfruttati essi pure quali strumenti. docili degli interessi degli industriali ~ome il_ Lozo-vski asseriva essersi verificato nei' pr-imi mesi I•~ Russia, ove « la :Pratica dei Consigli ci ha ànsegnato, egli di•ceva., eh~ ~perai e_padroni giungono talora a- Gompromessi nefastJ agh mt?ress1 generali del proletariato ». Quel peri– colo dell'ope~a1smo e del sezionalismo, al quale ,h.a fatto cenno anche 1! nostro Sara-ceno nella sua bella relazione sui ~o.nsigli di gestion-e, e ohe era già stato messo in parti,co.Jare rihe".o da Max Adler a proposito dei -Consigl,i di azienda creati dalla legge in Germania e <in Austria nel primo d,opo. guerra: la. possibilità cioè di far.ne, anzichè orga,ni di con- (~) E. JA~IE~: « Les comités d'enlrepri~es », Paris, Lib. g6n. d,e drçit et de JW1ts.pr1ulence, 1945. (3) S1. vedano per quest.i movimenti agli ,Stati ùniti la receute opera d1 H. M. FAUL~NER P M. STARR: Labour i,n America, New York, Ha!'per, 1944 e il documentato libro di HAJ;tfSTO'i: L'ipwrgn6 des travailleurs, Paris, Giard, 1982,

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