Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 14 - 16 luglio 1946
228 c'RITICA SOCIALE classe borghese la classe prole~aria, di aver fiducia in essa e nella sua funzione dirigente. Anche per H socialismo rivo• Juzionario l'alleanz,t coi ceti med~ è o-ggi in Italia neces– saria, ma solo il proletari,ato è una classe intrinsecamente ,rivo-luzionaria, e al proletariato deve restare la direzi_one della lotta. Alleanza dunque tattica e contingente, in •vista di obbiettivi immediati. · Il riformismo di Crvtica, Socicile, al ,contrario, mancherebbe di fiducia n-ella capaèità direttiva del TH'Olet,ariat,o,e 111inac– cerebbe di slittare verso un libernlismo ammodernato, attra– verso l'immissione indiscriminata nel partito di ceti, ancora borghesi e la elimi,nazione progressiva, dai quadri dirigenti; dell'elemento oper.aio. È ll<Ila posizi,one ideologica che so• 1>ravvive dalla ipr,ima fase del socialismo, quando il prole– tariato doveva pi·ender coscienza di essere una classe in lotta contro altre classi: in questa fase iniziale e inooerente il proletariato ancora immaturo si 1 .. ovò automaticamente al-' leato a quei -cet-imedi che, pur-e in lotta contro la borghesia, posero l'atleam,a sotto il sigillo di un'ideologia piocoJò ..bor-. ghese, il riformismo. È la fase della II Internazionale, finita con la prima guel'ra moµdiale. Oggi viviamo una seconda fase: il prolet•ariato ha ormai acquistato .coscienZà non solo di 'essere una clas e, ìna' una classe •che può e deve prendere il poter,e. È la fase 'rivolm,ionada :eui s'addice una nuova icleologia! ' ·' • ·, Deleterio è poi per Basso il mantenimento,- nell'organi-z– zazione 'clel Pa,rtitò, di una formula democratica, che è in realtà una falsa demo,crazia, dove trionfano costantemente l'oralori!a e la rettorica. Di qui la sua riforma statutaria, • che sostituisce l'organizzazione sezionale tradizionale con l'o-rganizzazione nucleare, la quale si .-ifà paleseménte all'or– ganizzazione cellulare comunislla. ' Errori ie 11uzlitttesi nelfo critica di "Quarto SDato". Q-u'al'i idunque i punti di. dissenso tra le due .posizioni? Stando alla lettera dell'enunciazione, non troviamo, fonda– mentali punti d\ contrasto; 1 :perchè l'interpretil2itone che Bas– so -dà 8el sod•alismò' è, nelle sue linee generali, accettabile. Pàci'fìcà è l'acceziòrie « rivoluzionaria >>del socialismo una volta che, parlando di .-ivoluzione', si badi non al mezzo ma al fine, alla· profondità e alfa natura del risultato. E quale socialista vuole l'alleanza coi ceti medi in modo clìe questa oomporti l'assoggeltamento del •proletariato a ideologie pic– colo-borghesi? Quale soci,alista vuol fare del Partito la rap– presentanza politica di una classe diversa da quella prole– taria? Sono accuse a vuoto, queste, che andrebbero corre– date. Non è sufficiente scandalizzarsi per « il fatto che circa metà dei congressisti .potesse applaudire Jl disoorso del com• pag,no Saragat, che ra.ppresenta 1 la più patente deviazione dal· pensiero socialista >>( Quarto Stato, n. 6-7) per 'ritenere di– mos~rata tale deviazij>ne, e in fond,o Basso, anche nel suo discorso al Congresso, nori ha condotto la sua critica' al so• cialismo di Saragat più in là' di questo gridare allo scandalo. Il porre l'accento fortemente sul teina della democrazia, come fanno Critica Socilale e Saragat, o fo.rtemen~e su quello dell'unità di tutti i lavoratod, come fa Qua,rro Stal'-0., può es– sere, alla lettera, una mera questione di convenienza, dal momento che tanto l'una che l'altra .parte ptloclamano alta– mente di essere sensibili all'una e all'altra istanza: l'ante– posizione dell'un momento all'altro è opportunità, non an– cora ideologia. Occorre prenderlo di petto il pensiero di Critica Soci.aie e di Saragat, e farci toccare coµ mano dove veramente co– minciano le deviazioni dal socialismo. Vedremmo invece che non di deviazioni occotte parlare, ma di adeguamento ideo– logico alla realtà d-i cui disponiamo: il ché non è oppor– tunismo, ma schietto marxismo. Non neghiamo ,che Sa.-agat, uscito dal .period,o clandestino, portando ancora nell'animo i riflessi della feconda collaborazione socia.Joomunista,, abbia scritto l'articolo « fusionista » che Basso, gli ha rinfacciato a Firenze, ma è anche vero che, conclusa la lotta di libera– zione, la realtà ha appalesat,o un volto ben differente da quello che si pensava ·du,rante la clandestinità. O.a u,n lato, i partiti comnn'isti d'Europa non hanno affatto smantellato la loro organizzazione di tipo militare che, adattissima alla lotta clandestina, sembra meno consona alla vita normale, alla vita democratica; dall'altro in tutt'Europa, e special– mente in lt_alia, si è visto che la prima vitamina politica il cui bisogno è fortemente sentito dalla grande maggioran– za del popolo è la li,bertà democrati,ca, l'o,;sigeno a cui più anelava durante il ve,nticinquennio fascista. Il pugno di uomini che lottò durante il fascismo e si moltiplicò poi nel– l'esercito della liberazione non combattè per ragioni di cl,assè o di unità proleta.ria, ma per 'queU',i>ssig_eno che mancava. Questa la realtà, ,il fatto concreto .che Saragat ha tenuto BibliotecaGino Bianco presente nel suo poderoso disoono di Firenze, dove traccia le linee di una ideologia e di una taltica socialista perfetta· mente adeguate ai ,problemi che il socialismo ha oggi da ri– solvere. Pe1· risolverli, ocoorre a. tutti i costi l'alleanza coi ceti medi (anche Basso ne conviene) e tale alleanza si paga solo con quell'ossigeno•. In un momento comci questo, in cui dalle fondamenta si rinnovano le .basi dello Stato, si,i pure oon ,gli strumenti classici delle vecchie (orze dep:iocratiche,. in 1un momento cioè che è veramente rivoluzionario, ha, ,il Partito il diritto ,di estraniarsi, chiudendosi in una intransi– genza formale che isolerebbe completamente il proletariato? l': non è nemmeno vero che Sa,ragat comperi l'alleapza dei ceti medi a prezzo dello snaturamento del socialismo e fa. cendo l'anticomunista: è questo '\!Il argomento çhe troya ia sua smentita nel disco-rso -di Firenze, <love la stessa ditta– tura russa è giustificata e spiegata con, elementi ,che ·suo– nano accusa più per le democrazie deirOccidente che pet· la Russia,, Dove poi Basso erra la diagnosi è nel oonsiderare noµ solo obbiettivamente, ma anche soggettivar,nente rivo,luzio– nal'Ìa la sitùazione di oggi. Sono, sì, n,ur;i;i,:erosigli strati sociali appartenenti- alla categoria dei ceti medi che accet– tano onùai senza, riserve di militare sott-o la d~rez1ope de~– l'ideologia ®ocialista, ma,·proprio ,per qu~lle r(lgioni che Jl Basso dispiacciono, cioè pePchè sono, 41tirati dal s·oda\isn10 di Critica Sociale e d-i Sarag~t. O.irei che sono so-cialisti ma\: grado Basso. Ed è effettivamente preoccupante constatare che dai quadri dirigenti• si sono pro.gressivamente 'allonta– nati gli ,elementi operai. (sostitniti da elementi che asso-n;,ii– gliano molto al « Compagno Ueta », mi,rabilmllnle ritrattato da Ferdinando S anti su l' Àp<mti! del 30 giugno), ma la col, pa di ciò non va cerca.la nel, cosidetto « riforr,nismo », bensì nell'immaturità del prol eta)::ciato. Chi ·scrive ne ha avuto una' prova recente nelle ultime elezioni dell'esecutivo dell11 sua sezione dove, da una lista prevalentenienle operaia sotto– posta al vot,o di µna massa di iscritti, pure in p.-evalenza ope.-ai, è uscito ùn ese'cùtìvo' formato dai pochì diplomati che erano in lista, molti dei, quali erano ignoti a gran parte cJella ~ezio1;1~. Chi, on questo caso, h11 peccato di sfiducia l)ella funzi<ine !lirettiva del proletariato? ' Non è vero dunque che << il prQletariato ha acqui.stato ih venticinque anni di lotta· quella matu.-ità che gli. mancava nel primo dopo guerra» (Basso), anche perchè il parlare di un venticinquennio di lotta proletaria è un'illusione roman– tica. Fu di pochi la lo~ta cosciente, non del proletariato, e o-ggi, purtroppo, è necessario 1ricomindare da capo, perche il fasciswo non fu solo una disfatta per il proletariato, fu una soluzione di continuità nella conquista della coscienza di rlasse." E se le tappe potranno essere più celeri sarà in virtù aolo della più matura situazione obbiettiva, eioè del più avanzato stato ·di deoomp-0sizione in cui la società bor– ghese si presenta in questo secondo dopoguerra. La 'diemocrazia nel P{lrtiw. Più significativa, per pj>tte in riliero quelle differenze, che dicevamo cli spirito più che di •parole, la proposta riforma statutaria. Qui Basso denuncia la malattia della vecchia for: mula democratica ne1la vita del Partito, formula che o-ggi non serve piÌ.\ e viene ,costantemente tradita nei suoi scopi e nei suoi effetti. Ed è vero, e la vita delle sezioni ce lo dimostra tutti i giorni. Ma per Basso non si tratta di sosti· tuirvi una formula più adeguata, ma anoora democratica, bensì un tipo di orga,nizzazione ehe deriva la sua giustifica– zione da .preoccupazioni e da p.-incipii che con la demor,ra– zia, come viene comunemente intesa, non hanno nulla a che veder~. Sono -preo:ccupazioni di funzionalità che, per le ragioni ben note a chi ha seguito la polemi·ca sugli stal!llti, hanno il difetto di uccidere ogni forma di vita democmtica nell'i,nterno del partito. Qui, episodicamente ma significa– tivamei:ite, vengono a galla quei sotti11tesi di cui parlavamo e si scontrano veramente ,due opposte interpretazioni della vita: mentre Basso ritiene ormai svuotata la tra,H~iono de– mocratica dell'Occidente, ,che do·vrà cadere con la fine della· horghesia, il socialismo « umanistico » si preo~cupa di di– fendere l'eredità democratica lasciata dalla morente borghe– sia (sciolta, b'eninteso, dal privilegio economico borghese, attraverso l'attuazione del programma socialista), perchè pen– sa che la oonquista democratica, oon quan~ comporta nel campo della difesa delle Hbertà tradizionali dcgt.i inilividui e del lo~o dirritto all'« eresia,?>, sia una conquista imperitura dell'uomo-; transeunte la forma, e legata al tipe> di società che la esprime, ma. eterna la sostanza. C'è da una parte la convin~io,ne del tramonto della civiltà occid-entale, dall'al– tra l'intenzione di rinnovarne la validità salvando dalla eri,i i suoi valori. Questo, veramente, è un contrasto irriducibile, che si riflelle sulla diversa valutazione del comunismo.
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