Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 14 - 16 luglio 1946

CRITICA SOCIALE 227 rative ili 'produzione e lavoro, corsi festivi per ·i cooperatori rurali-, e di appli-cazione per la, cooperazione, la previdenza e la legislazione .sociale. A coroname.nto_, venne istituita e funzionò, per due anni, una Scuokt su,periore Per il lavoro .sociale (cooperazione e legislazione so.ciale), una specie di. « Università del Lavoro », d,ove giovani e adulti, provvisti di borse. di studio istituite dalle organizzazioni di mestiere -o dai Comuni, poterono, attrav€èrso la disciplina, degli stµdi, intendere la· bellezza morale e l'importanza tecnica della loro missione. Si veniva co-sì formando, espressa dalla classe lavoratrice, una schiera di tecni-ci yeramente eletta per pre– parazione, per passione e per fede, destinata, .con gli an– ziani di trent'anni di esperienza, ·a creare il tessuto connet– tivo de1la nuova wcietà italiana del lavoro. Infine, e non crediamo di avere detto tutto-, la Casa del Popolo riunì nel v.ecchio locale del '.l'ecno-masio, adattato e .rinnovato, la Camera del Lavoro, la Lega -delle Cooperative, la Federazione della Società di Mutuo ooccorso, varie coo,pe· rative, ~i Uffici di collocamento, gli- Uffici di consulenza medico-legale, la Federazione delle biblioteche popolad ed il Tea,tro del Popolo, nel ,quale un pubblico di duemila per– wne p,oteva ascoltare, a prézzo- unico -modico, grandi con– -certi sinfonici, assister-e a rappresentazioni di celebrati -la– v-ori del teatro ·classico greco·, shakespeariano e moderno, date .da eompagnie di ;prim'ordine, godere delle armonie di -opere liriche e della- visione di scelte pellicole cinemato– grafi.che. Il §ucèesso e il favore del pubblico furono grandi, cosic– c-hiì 1'Umanitaria, dopo la guerra, si arrischiò ad organiz– zare nell' Arei;la di Milano gra,ndio-se rappresentazioni del- 1'« Aida» e della « Norma », cui assistettero 300.000 per– sone. Più modesta, -ma non ineno utile, fu la recitazione di un'apposita compag-nia di buoni lavori in quattro teatrini rionali appositamente allestiti in vecchie sedi ·di associazioni operaie. 1 costrul/t,Q.-i; l'anima socialista ~l' U rrvan,itaria. E venne il fascismo e distrusse tutto - meno le -scuole - ehe avesse ispirazione e aspirazione ·sociale ,o so-cialista. Ven– nero, molti anni dopo, i bombar.damenti, e solo un muc– chio di-l'Ovine riml)se della Casa del Popofo e del bel chio– stro rinno-vato, artisticamente decorato, allietato da cortili– giardino, d,ove aveva la sua sede l'Umanitaria co'i suoi isti– tuti e le sue scuole. '.l'utto è stato distrutto quel meraviglioso tesoro di studi,. di esperienze, di- metodi didattici, di mate– riali preziosi, eui avevano pro.digat,o le lo-ro energie col -cuore e coll'intelletto•, oltre ai già no-minati, uomini come Luigi della '.l'orre, Cesare Saldini, Massimo Samoggia; Luigi Minguzzi, Fausto Pagliari, Attilio Cabiati, Angiolo Cabrini, Nfoo Mazz;oni, Dino Rondani, Giovanni .Lo,renzoni ed altri -e, soprattutto, l'animatore infaticabile, spentosi nel 1923 per la diuturna fatica, Augusto Osimo•, « il Santo Laico » ( come fu meritatamente chiamato), « il realizzatore che non du– bitò mai un istante dell'avvenire p'roletario, della redenzione degli umili, cui s'era tutto -consacrato 9). « L'-0pera dell'Uma– ,nitada, in cui egli si calò, si _,profuse, si macerò fino· a mo– rirne, lasciò scritto Filippo Turati, è un riflesso di quel pe– renne travaglio ». Fu quello ·veramente un mira.,olo come, con mezzi ori– ginarjamente limitali, per la forza del convincimento larg,o e p,rofondo di socialista per dottrina e per sentimento, tulio acceso di simpatia umana, Altgusto- Osimo riuscisse ad at– trarre attorno al.l'Umanitaria, pur tra i"-c•O•ntrasti-e le critiche -di oppositori miscredenti ,o interessati, tante energie intel– l.ettuali e mo,rali, ad assicurarsi cÒsì copiosi- contributi pe– ~'Uniari di Enti pubblici, e consensi e cooperazione di orga-· ,nizzazioni proletarie, da creare un complesso Qrganico di istituzioni, acceptrate · e di-slocate, vi-cine e lontane, tutte di- 1·ette ad elevare s~riamente il liv.elio culturale, tecnico e spir\j:uale dei lavoratori che poterono fruire dei suo-i benefici. No,n è jattanza dire che il Partito Socialista Italiano può segnare nella sua storia, con o•rgoglio, a pi,oprio- merito l'U– manitaria e la sua opera, che fu tutta permeata dell'ideale socialista, tradotto- neJla realtà da uomini - l'Osimo avanti tutti, guida e animatore impareggi,abile - tutti animati da disinteressato fervore a dare le loro energie a quest'opera di educazione e di assistenza, di istruzione e di ,organizza– zio,ne, alla quale contribuir,ono -con pari efficacia il calore della fede, il Tascino- delil'arte, la severità della scienza. Ed ora che ne sarà della. Società Umanitaria? Bisognerà e basterà riallacciare i fili spezzati, -riJpigliare le direttive in– terrotte, e soprattutto, per riprendere e continuare l'opera infranta, rinnovare, ricreare in se stessi, quel travaglio au– dace e mortale con cui Augusto Osimo trasfuse nelle isti– tuzioni dell'Umanitaria la luce ohe gli splendeva nell'animo. ALESSANDRO SCHIAVI ibliotecaGino Bianco Invito alla discµssione Come ablJ.iamo già dichiaro/lo nello _spor;so numero, ci Sliamo S!'rupoloS(IJmen,IJeas,/leJl,uti da ognri poi.emica interna di Partito, finchè è stJato roeoessar:iom,m.t,e,n,ere l'umd;t,à delle nostre forz.e pc.- /..e elezioni alla C'W1tituerwe, contro le mano– tme dei gruppi mona.-'chici, per la compo-sizione del nuovo Govern,o; e /;o abbiamo /atto, q=tUD1,qwe dia par-te delle altre frazùmri non si man,l!en,esse lo stJesso riserbo e TI-Onsi ave.sse nessun ril!egno di indebolirfe Ila pos izione po/,itica àel nostro Partito, aèu,en,lo i di·ssidi ,e diff.on& enào sul conto nostro apprezzameni/Ji ed accuse privi !f i ogni fmulam,ento. Ora riteni.amo giuroto il momento cU ripr,endere La pole– mica, nece.ssaria ,vo,n solo a cU/.eniderci d:allie ingiuste accuse che ci SO'lVO moose, l'ilJa anche, e sopr~tutto, a stabilire'' i11 forma più netta ed esat/la •i rroppo,,pi t:ra /.e va,,ÌJecorrenti di pe:nsiero che si a,gitan,o nel no.stro Partvto - ,e a chiarire ma• lintesi, artificiosamen,De creati, che imped!isoon-0 l'inliml!i e cordwle concor&ia da cui d,eve essere an,imata l'arzione del Partito, per essere efficiente •in questa che noi continuiamo a .-itei.ere e a p,,ocfumrare: " l' o.-a del soddismo ". Cominciamo quàSt'opero di chiari mento con l'II11/licolo, molDo acuto, del compagnlO Alfassio (; 11imctl.di, che _susciterà oer-/Joun'v,.teressarot:e discussion,e, nella quale 11aturalmente ci riservwmo . di interveniire. LA CRITICA SOCIALE "Critica Sociale" e "Quarto Stato". Fra la stampa del nos_tro Partito due nv1ste spiiccano per chiarezza di intendimenti: Cr,itica Socval.e e_ Q.u;;rto Stato. R!appresentano due tendenze opposte, ma precisate, senza. quegli infingimenti. che obnubilano le intenzioni di tanta parte della nostra stampa. Sono sorte entrambe in funzio,ne di un determinato bi– sogno. Critica Sociaie è rito,rnata alla luce, continuatrice dell'ere– dità glol"iosa di Turati e di _Treves, e ha subito reagito, alla volontà fusioni-stie.a della .Direzfoµe del ,Partito?, la quale, contro la volontà contraria della maggioranza degli iscritti, mina-cciava di po-11re il Part,ìto, rinato d•a poeo e ancor de– bole nelle sue_ manifestazioni periferiche, dina(lzi al fatto oompiuto -d-elsuo assorbimento nel P. C. Critica Socwle do– vette quindi spiegare ;perchè non voleva la fusione e' quali sono le -differenoo tra sociali'sm(I e comunismo nella dottrina, nella tattica, nella organizzazione. Dovette infine impegnarsi in una definizione del socialismo precisa e inequivocabile; definizione -che, individuand,o nell'anti-demo·craticità def co– munismo il maggio,r osta-col.o alla {usio-ne, si incontrò fa. cilmente col socialismo di Saragat. Si venne .così configu– rando quel so-cialismo che •alcuni- chiamano « umanistico » · e che neile sue linee generali è '! tutti noto. , Tra le due parti contendenti si inserirono co11renti che amava,no autopro-elamarsi di « centro », tra ,le quali in pri– mo piano J,.iziativa Socialista, che, se,rvendosi di una fraseo· logia più rivoluzionaria e « sinistra~>, in realtà non fece altro che impadronirsi dei motivi polemici di Critica. Nel nido di Critica, di -strafor,o, deposero le uova in Vanti, e a Firenze Critica, sebbene in minoranza, vinse la sua battaglia. È in questo ri•bollire di motivi che vediamo nascere Quarto Stato•. Si può dire che la rivisM di Lelio Basso sia oo-rta in funzione di u,n .bisogno o.pposto: -quello di impedire che il partito, -che O,,vtic{J) salvò dal ,baratro della fusione, si p,ortas– se troppo a destra e cadesse nel baratro dell'imbo-rghesim:en– t,o. Quarto Stato -di-chiara infatti di d-ifendere il socialismo da devia:,;ioni borghesi- e opportunistiche, convinto che non solo in Italia ma i-n tutta Europa si sia in presenza di -una vera e pll'opria lotta di classe per la conquisva del Partito So. cialista, preso d'assalto da elementi picc-olo-borgJ:iesi. Come in Francia, anche in Italia il nostro -pa,rtit-o,infeudandosi ai ceti medi, minaccerebbe di rap.presentare intez,essi di ,;n -ceto sociale che non è il proletariato, e di diventare non più l'ava-ngua.-di•a militante di esso, ma l'ultimo baluardo d-ella borghesfa. ' Contro la concezione di Critica Sociale, che viene defi– nita riformisti-ca, Basso, ri-dando vita alla vernhia distinzione, si fa assertore di un socialismo rivoluzionario. Rivoluzione ,è l'a-vvento al potere della classe proletaria: se tale avvento si colloca all'inizio del pl"ocesso di brasformazi,one scrciale, deve essere accompagnato dalla di-ttatura e dalla violenza (Russia 1917), che mancherebbero se tale avvent-0 si colloca invece alla fine; come il coronamento di uno sforz;o demo– cratico, quand,o nell'interno della vecchia società la nuova dasse ha già ·praticamente in mano il potere. N<><n dunque · il metodo d,i lotta (.condizi-onato -dalla situazio ne storica ) fa rivoluzionario il socialismo, ma la volontà di sostituì.re .alla

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